Blue Dragon
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Finalmente l'attesa è finita. Tutti gli estimatori del genere jrpg, in cronica astinenza su Xbox 360, possono stapparne una di quelle buone e brindare all'approdo nel vecchio continente, a poco meno di un anno dal suo rilascio in terra nipponica, di Blue Dragon, l'ultima lavoro della coppia Sakaguchi Uematsu, noti ai più per quel capolavoro che risponde al nome di Final Fantasy 7.
Blue Dragon, forte delle oltre 200mila copie vendute in un territorio ostico per la console Microsoft come quello giapponese, si lancia all'attacco del nostro mercato, forte di una localizzazione sulla carta davvero curata, con doppiaggio in inglese, francese e italiano. Peccato che il doppiaggio nella nostra lingua presenti alti e bassi dal punto di vista qualitativo e che, a differenza della versione uk, non sia presente l'originale traccia giapponese, che in unione ai sottotitoli sarebbe stata una scelta molto appetibile per i puristi.
La vicenda narrata fin dai primi istanti dell'avventura vedrà il il protagonista Shu, da voi controllato, assieme ai suoi compagni di venture Jiro e Kluke, inizialmente impegnati nel difendere il villaggio Talta, loro città natale, dalle angherie dello Squalo di Terra, un terribile mostro che ogni anno imperversa sul paese, in concomitanza alla comparsa di misteriose nuvole purpuree, distruggendo le abitazioni e terrorizzando gli abitanti. Gli eventi porteranno Shu e compagni parecchio lontani da casa e li coinvolgeranno in sempre più sfaccettati aspetti di una storia piuttosto criptica, almeno nelle battute iniziali, ma non per questo meno avvincente ed interessante.
Il sistema di gioco è piuttosto convenzionale e risulterà immediatamente riconoscibile a tutti gli appassionati del genere, specialmente quelli che sono cresciuti a pane e Final Fantasy. Il giocatore sarà impegnato infatti tra fasi puramente esplorative, essenzialmente caratterizzate dai dialoghi cogli NPC e dalla ricerca di forzieri e oggetti utili e fasi prettamente di combattimento, raccordate alla perfezione da innumerevoli spezzoni filmati, delegati ad approfondire i dettagli della storia e che giustificano, almeno in parte, la scelta di presentare il gioco su ben tre dischi.
E' in particolare il sistema di combattimento quello che offre più spunti di discussione nonché piacevoli varianti allo schema più classico del tipico rpg nipponico. Prima di tutto gli incontri con i nemici non sono casuali ma avverranno unicamente quando questi si troveranno nel vostro cerchio d'azione sul campo di battaglia. Questa soluzione vi permetterà di rendere le sessioni di battaglia, volte in alcuni casi anche a raggranellare preziosi punti esperienza, meno serrate e snervanti, permettendovi eventualmente di riassettare il party tra uno scontro e l'altro. I nemici che si troveranno nel vostro cerchio di influenza, visualizzati sulla destra dello schermo, potranno essere affrontati uno alla volta o in sequenza; questa seconda opzione di permetterà di usufruire tra un gruppo e l'altro di un bonus selezionato a mò di roulette, che potrà andare a migliorare alcuni vostri parametri, come difesa o attacco, limitatamente a quel particolare frangente. Curiosa la trovata del Monster Fight, un trigger che verrà attivato allorquando deciderete di affrontare in contemporanea mostri molto diversi tra loro, dopo aver provveduto a farli avvicinare. Questa trovata porterà in alcuni casi a vere e proprie battaglie tra mostri, che rischieranno di eliminarsi vicendevolmente, riservandovi il ruolo di compiaciuti osservatori, nell'attesa di raccogliere i facili frutti della carneficina. Ma la novità senz'altro più interessante, che influisce pesantemente sulla strategia del combattimento, è rappresentata dalle Shadow, ovvero le ombre con sembianze animalesche che si ergeranno dalle spalle dei vostri personaggi ogni volta che desidererete portare un attacco. Ciascuna Shadow possiede un job predefinito, il quale salirà di livello tramite l'accumulo di appositi Skill Point, elargiti assieme ai più canonici punti esperienza, al termine di ogni scontro.
Man mano che il job della vostra ombra si evolverà verranno sbloccate nuove skill ovvero particolari abilità, strettamente legate a quello specifico job. Se quindi il job Sword Master, predefinito per Shu, prevede essenzialmente skill di attacco, il job Support Magic prevederà fondamentalmente incantesimi di difesa e rigenerazione. L'aspetto interessante è rappresentato dal fatto che ogni personaggio non resterà relegato nel suo job per tutto il gioco ma potrà sbloccarne di nuovi, precisamente ogni 5 livelli esperienza. Una volta sbloccati job alternativi questi diventeranno equipaggiabili sulla shadow e permetteranno, accumulando nuovamente skill point, di sbloccarne le abilità tipiche. E dal momento che cambiando job si avranno un numero variabile di slot liberi dove inserire a piacimento le skill raggranellate da ogni job, va da sé che avrete la possibilità di creare una combinazione molto estesa di job personalizzando, miscelando a secondo della necessità, caratteristiche di job molto diversi tra loro. Questa peculiarità renderà possibile, in qualsiasi istante del gioco, di variare l'assetto tattico del vostro party, in modo da passare con disinvoltura da formazioni bilanciate (guerriero, mago bianco, mago nero) ad altre completamente virate sulle abilità più utili per affrontare quel particolare momento di gioco. Durante la battaglia le azioni che potrete eseguire saranno cadenzate secondo l'ordine di turno che il vostro personaggio occuperà sulla barra temporale, sia rispetto ai suoi compagni sia rispetto ai nemici. Equipaggiando una skill adeguata potrete "caricare" le vostre azioni, siano esse attacchi piuttosto che incantesimi di cura, e andarle a collocare dove vorrete nel tempo. In particolare centrando una zona limite, evidenziata in un colore diverso, cosa non banale, potrete eseguire una mossa estremamente potente, limitando nel contempo al minimo il dispendio in termini di Magic Point.
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Dal punto di vista prettamente grafico Blue Dragon, pur non lasciando letteralmente a bocca aperta, riesce comunque a colpire piuttosto piacevolmente. La tipica caratterizzazione di Akira Toryiama già apprezzata, tra gli altri titoli, per la serie di Dragon Quest, si ripercuote non soltanto sui personaggi, che mostrano più di una analogia con i tipici stereotipi introdotti in passato già da Dragonball e Arale ma anche su macchine e ambientazioni, sempre di fattura più che pregevole. Le scenografie sono caratterizzate da strutture poligonali sufficientemente complesse nonché da ottime texture e il valore artistico del tutto, complice anche un magistrale utilizzo dell'illuminazione, si rivela sempre all'altezza delle aspettative. Diversi effetti next-gen, come il depth of field, i riflessi e l'HDR, usati in modo massiccio, assicurano una resa ottima e non risultano mai fini a sé stessi ma sempre ben amalgamati con le esigenze di regia. Davvero notevole in particolare la resa dell'acqua, molto realistica e indubbiamente una delle migliori mai viste in un videogioco fino ad oggi. Ottime anche le animazioni e l'espressività dei protagonisti nonché dei personaggi secondari e dei mostri, questi ultimi molto vari e a tratti demenziali, in perfetto Toryiama style.
Carismatiche, infine, anche le Shadow, che offrono un sostanziale contributo ad aumentare il carattere e la personalità di ognuno dei membri fondamentali del vostro party nonché a rappresentare un ottimo punto di incontro tra un ottimo anime e un tipico rpg giapponese. Da segnalare alcuni glitch del motore grafico, che intervengono con saltuari rallentamenti e perdite di sync verticale, solitamente limitati a situazioni esplorative con parecchi personaggi non giocanti su schermo in contemporanea o, durante il combattimento, in caso di pieno dispiego di molte shadow all'unisono. Fortunatamente si tratta di difetti che, seppur evitabili sfruttando meglio le potenzialità della console, non risultano mai fastidiosi o comunque dannosi in termini di giocabilità, aspetto che si attesta sempre su altissimi livelli. Un paragrafo a parte merita il comparto audio del gioco, curato da quel mostro sacro che risponde al nome di Nobuo Uematsu e che molti di voi ricorderanno come il geniale autore di colonne sonore di titoli di assoluto rilievo nel panorama rpgistico, come parecchi episodi della saga di Final Fantasy, Chrono Trigger e molti altri. Le musiche che accompagnano ogni locazione del gioco, risultano sempre molto azzeccate ed evocative, riuscendo perfettamente nel non semplice compito di non diventare tedianti e ripetitive alla lunga. A partire dal tema principale, incantevole, tutta la colonna sonora si sposa alla perfezione con le vicende narrate e con lo stile di personaggi e ambientazioni, annoverando tra l'altro "Eternity", un ottimo pezzo studiato per gli scontri con alcuni boss, interpretato per l'occasione nientepopodimeno che da Ian Gillan, il cantante dei Deep Purple.
Ottimi anche i suoni e gli effetti in generale, che contribuiscono alla perfezione a rendere ancora più omogenea l'atmosfera da cartone animato del gioco.
Complice la giocabilità piuttosto intuitiva e un tutorial che vi accompagnerà passo passo nelle prime ore, Blue Dragon scorre via molto piacevolmente, senza grossi intoppi, con uno svolgimento della storia graduale e decisamente lineare almeno fino alla fine del secondo disco. A differenza di altri giochi del genere non ci è mai capitato di imbatterci in situazioni particolarmente ostiche o snervanti, aspetto che se da un lato renderà il titolo facilmente apprezzabile a tutti i casual gamer curiosi verso il genere, potrebbe invece non rappresentare una sfida sufficientemente impegnativa per i divoratori di jrpg. Un peccato veniale su Xbox 360; considerando infatti la scarsità di titoli del genere su questa console gli sviluppatori devono aver pensato, non completamente a torto, che un gioco troppo difficile avrebbe scoraggiato molti potenziali acquirenti.
La soluzione ideale sarebbe stata la possibilità di impostare un livello di difficoltà maggiore e a quanto pare Mistwalker ci è già arrivata da sola, visto che il primo download content del gioco, attualmente previsto unicamente per il mercato nipponico, offre l'opportunità di affrontare l'avventura a livelli di difficoltà hard e ultra hard, oltre al normale, che resta quello di base. Nonostante la difficoltà, soprattutto per quanto riguarda gli scontri in battaglia, sia tutt'altro che proibitiva, ciò non toglie piacere all'esperienza di gioco, sia per merito della storia, che pur partendo molto piano darà grandi soddisfazioni nel suo prosieguo, sia per il sistema di combattimento, che riesce ad essere innovativo nella sua classicità oltre che, cosa non da poco, grazie ad un'ottima realizzazione visivo-sonora e a tutta una serie di trovate e sketch che vi strapperanno più di una risata. Il completamento dell'avventura, se affrontata in maniera piuttosto approfondita, richiede circa una sessantina di ore di gioco, assicurando quindi un'ottima longevità, dote non da poco per un titolo next gen di questi tempi.
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Blue Dragon, forte delle oltre 200mila copie vendute in un territorio ostico per la console Microsoft come quello giapponese, si lancia all'attacco del nostro mercato, forte di una localizzazione sulla carta davvero curata, con doppiaggio in inglese, francese e italiano. Peccato che il doppiaggio nella nostra lingua presenti alti e bassi dal punto di vista qualitativo e che, a differenza della versione uk, non sia presente l'originale traccia giapponese, che in unione ai sottotitoli sarebbe stata una scelta molto appetibile per i puristi.
La vicenda narrata fin dai primi istanti dell'avventura vedrà il il protagonista Shu, da voi controllato, assieme ai suoi compagni di venture Jiro e Kluke, inizialmente impegnati nel difendere il villaggio Talta, loro città natale, dalle angherie dello Squalo di Terra, un terribile mostro che ogni anno imperversa sul paese, in concomitanza alla comparsa di misteriose nuvole purpuree, distruggendo le abitazioni e terrorizzando gli abitanti. Gli eventi porteranno Shu e compagni parecchio lontani da casa e li coinvolgeranno in sempre più sfaccettati aspetti di una storia piuttosto criptica, almeno nelle battute iniziali, ma non per questo meno avvincente ed interessante.
Il sistema di gioco è piuttosto convenzionale e risulterà immediatamente riconoscibile a tutti gli appassionati del genere, specialmente quelli che sono cresciuti a pane e Final Fantasy. Il giocatore sarà impegnato infatti tra fasi puramente esplorative, essenzialmente caratterizzate dai dialoghi cogli NPC e dalla ricerca di forzieri e oggetti utili e fasi prettamente di combattimento, raccordate alla perfezione da innumerevoli spezzoni filmati, delegati ad approfondire i dettagli della storia e che giustificano, almeno in parte, la scelta di presentare il gioco su ben tre dischi.
E' in particolare il sistema di combattimento quello che offre più spunti di discussione nonché piacevoli varianti allo schema più classico del tipico rpg nipponico. Prima di tutto gli incontri con i nemici non sono casuali ma avverranno unicamente quando questi si troveranno nel vostro cerchio d'azione sul campo di battaglia. Questa soluzione vi permetterà di rendere le sessioni di battaglia, volte in alcuni casi anche a raggranellare preziosi punti esperienza, meno serrate e snervanti, permettendovi eventualmente di riassettare il party tra uno scontro e l'altro. I nemici che si troveranno nel vostro cerchio di influenza, visualizzati sulla destra dello schermo, potranno essere affrontati uno alla volta o in sequenza; questa seconda opzione di permetterà di usufruire tra un gruppo e l'altro di un bonus selezionato a mò di roulette, che potrà andare a migliorare alcuni vostri parametri, come difesa o attacco, limitatamente a quel particolare frangente. Curiosa la trovata del Monster Fight, un trigger che verrà attivato allorquando deciderete di affrontare in contemporanea mostri molto diversi tra loro, dopo aver provveduto a farli avvicinare. Questa trovata porterà in alcuni casi a vere e proprie battaglie tra mostri, che rischieranno di eliminarsi vicendevolmente, riservandovi il ruolo di compiaciuti osservatori, nell'attesa di raccogliere i facili frutti della carneficina. Ma la novità senz'altro più interessante, che influisce pesantemente sulla strategia del combattimento, è rappresentata dalle Shadow, ovvero le ombre con sembianze animalesche che si ergeranno dalle spalle dei vostri personaggi ogni volta che desidererete portare un attacco. Ciascuna Shadow possiede un job predefinito, il quale salirà di livello tramite l'accumulo di appositi Skill Point, elargiti assieme ai più canonici punti esperienza, al termine di ogni scontro.
Man mano che il job della vostra ombra si evolverà verranno sbloccate nuove skill ovvero particolari abilità, strettamente legate a quello specifico job. Se quindi il job Sword Master, predefinito per Shu, prevede essenzialmente skill di attacco, il job Support Magic prevederà fondamentalmente incantesimi di difesa e rigenerazione. L'aspetto interessante è rappresentato dal fatto che ogni personaggio non resterà relegato nel suo job per tutto il gioco ma potrà sbloccarne di nuovi, precisamente ogni 5 livelli esperienza. Una volta sbloccati job alternativi questi diventeranno equipaggiabili sulla shadow e permetteranno, accumulando nuovamente skill point, di sbloccarne le abilità tipiche. E dal momento che cambiando job si avranno un numero variabile di slot liberi dove inserire a piacimento le skill raggranellate da ogni job, va da sé che avrete la possibilità di creare una combinazione molto estesa di job personalizzando, miscelando a secondo della necessità, caratteristiche di job molto diversi tra loro. Questa peculiarità renderà possibile, in qualsiasi istante del gioco, di variare l'assetto tattico del vostro party, in modo da passare con disinvoltura da formazioni bilanciate (guerriero, mago bianco, mago nero) ad altre completamente virate sulle abilità più utili per affrontare quel particolare momento di gioco. Durante la battaglia le azioni che potrete eseguire saranno cadenzate secondo l'ordine di turno che il vostro personaggio occuperà sulla barra temporale, sia rispetto ai suoi compagni sia rispetto ai nemici. Equipaggiando una skill adeguata potrete "caricare" le vostre azioni, siano esse attacchi piuttosto che incantesimi di cura, e andarle a collocare dove vorrete nel tempo. In particolare centrando una zona limite, evidenziata in un colore diverso, cosa non banale, potrete eseguire una mossa estremamente potente, limitando nel contempo al minimo il dispendio in termini di Magic Point.
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Dal punto di vista prettamente grafico Blue Dragon, pur non lasciando letteralmente a bocca aperta, riesce comunque a colpire piuttosto piacevolmente. La tipica caratterizzazione di Akira Toryiama già apprezzata, tra gli altri titoli, per la serie di Dragon Quest, si ripercuote non soltanto sui personaggi, che mostrano più di una analogia con i tipici stereotipi introdotti in passato già da Dragonball e Arale ma anche su macchine e ambientazioni, sempre di fattura più che pregevole. Le scenografie sono caratterizzate da strutture poligonali sufficientemente complesse nonché da ottime texture e il valore artistico del tutto, complice anche un magistrale utilizzo dell'illuminazione, si rivela sempre all'altezza delle aspettative. Diversi effetti next-gen, come il depth of field, i riflessi e l'HDR, usati in modo massiccio, assicurano una resa ottima e non risultano mai fini a sé stessi ma sempre ben amalgamati con le esigenze di regia. Davvero notevole in particolare la resa dell'acqua, molto realistica e indubbiamente una delle migliori mai viste in un videogioco fino ad oggi. Ottime anche le animazioni e l'espressività dei protagonisti nonché dei personaggi secondari e dei mostri, questi ultimi molto vari e a tratti demenziali, in perfetto Toryiama style.
Carismatiche, infine, anche le Shadow, che offrono un sostanziale contributo ad aumentare il carattere e la personalità di ognuno dei membri fondamentali del vostro party nonché a rappresentare un ottimo punto di incontro tra un ottimo anime e un tipico rpg giapponese. Da segnalare alcuni glitch del motore grafico, che intervengono con saltuari rallentamenti e perdite di sync verticale, solitamente limitati a situazioni esplorative con parecchi personaggi non giocanti su schermo in contemporanea o, durante il combattimento, in caso di pieno dispiego di molte shadow all'unisono. Fortunatamente si tratta di difetti che, seppur evitabili sfruttando meglio le potenzialità della console, non risultano mai fastidiosi o comunque dannosi in termini di giocabilità, aspetto che si attesta sempre su altissimi livelli. Un paragrafo a parte merita il comparto audio del gioco, curato da quel mostro sacro che risponde al nome di Nobuo Uematsu e che molti di voi ricorderanno come il geniale autore di colonne sonore di titoli di assoluto rilievo nel panorama rpgistico, come parecchi episodi della saga di Final Fantasy, Chrono Trigger e molti altri. Le musiche che accompagnano ogni locazione del gioco, risultano sempre molto azzeccate ed evocative, riuscendo perfettamente nel non semplice compito di non diventare tedianti e ripetitive alla lunga. A partire dal tema principale, incantevole, tutta la colonna sonora si sposa alla perfezione con le vicende narrate e con lo stile di personaggi e ambientazioni, annoverando tra l'altro "Eternity", un ottimo pezzo studiato per gli scontri con alcuni boss, interpretato per l'occasione nientepopodimeno che da Ian Gillan, il cantante dei Deep Purple.
Ottimi anche i suoni e gli effetti in generale, che contribuiscono alla perfezione a rendere ancora più omogenea l'atmosfera da cartone animato del gioco.
Complice la giocabilità piuttosto intuitiva e un tutorial che vi accompagnerà passo passo nelle prime ore, Blue Dragon scorre via molto piacevolmente, senza grossi intoppi, con uno svolgimento della storia graduale e decisamente lineare almeno fino alla fine del secondo disco. A differenza di altri giochi del genere non ci è mai capitato di imbatterci in situazioni particolarmente ostiche o snervanti, aspetto che se da un lato renderà il titolo facilmente apprezzabile a tutti i casual gamer curiosi verso il genere, potrebbe invece non rappresentare una sfida sufficientemente impegnativa per i divoratori di jrpg. Un peccato veniale su Xbox 360; considerando infatti la scarsità di titoli del genere su questa console gli sviluppatori devono aver pensato, non completamente a torto, che un gioco troppo difficile avrebbe scoraggiato molti potenziali acquirenti.
La soluzione ideale sarebbe stata la possibilità di impostare un livello di difficoltà maggiore e a quanto pare Mistwalker ci è già arrivata da sola, visto che il primo download content del gioco, attualmente previsto unicamente per il mercato nipponico, offre l'opportunità di affrontare l'avventura a livelli di difficoltà hard e ultra hard, oltre al normale, che resta quello di base. Nonostante la difficoltà, soprattutto per quanto riguarda gli scontri in battaglia, sia tutt'altro che proibitiva, ciò non toglie piacere all'esperienza di gioco, sia per merito della storia, che pur partendo molto piano darà grandi soddisfazioni nel suo prosieguo, sia per il sistema di combattimento, che riesce ad essere innovativo nella sua classicità oltre che, cosa non da poco, grazie ad un'ottima realizzazione visivo-sonora e a tutta una serie di trovate e sketch che vi strapperanno più di una risata. Il completamento dell'avventura, se affrontata in maniera piuttosto approfondita, richiede circa una sessantina di ore di gioco, assicurando quindi un'ottima longevità, dote non da poco per un titolo next gen di questi tempi.
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