Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

La recensione dell'avventura-puzzle roguelite di Dogubomb, da molti definita la rivelazione indie del 2025. Ingegnoso, creativo, stimolante, con qualche asterisco

Il mercato indipendente è una continua fonte di esperienze fresche e originali. Blue Prince è solo l’ultimo di questa trafila, e sta conquistando più o meno all’unisono sia il pubblico che la critica. Uscito la scorsa settimana su PC, PS5 e Series X|S, il titolo combina una formula di gioco puzzle dalle dinamiche roguelite con un’avventura narrativa frammentata, lasciata interamente all'acume e alla curiosità del giocatore. L’opera Dogubomb è disponibile anche su PS Plus e Game Pass, che ne sta agevolando la diffusione, e pare stia ridefinendo il genere per come lo conosciamo; plausi meritati? Ecco le nostre impressioni a riguardo.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Blue Prince: esplorazione, mistero e strategia tra le stanze della villa

Il protagonista di Blue Prince ha ricevuto in eredità un’immensa villa, Mt. Holly, tuttavia il possedimento sarà davvero suo solo se riuscirà a scovare la fantomatica 46esima stanza all’interno del maniero. C’è solo un problema: non esiste una planimetria dell’edificio; la rete di stanze che lo compone si materializza strada facendo, e si resetta completamente al calar della notte. Sarà quindi nostro compito imparare a navigare in modo efficiente lo stabile, connettendo tutti i punti (fisicamente e metaforicamente) per raggiungere l’obiettivo in un solo giorno. 

Una premessa molto semplice, che nasconde una profondità invidiabile. Ogni stanza che andremo a posizionare ha una funzione specifica e una storia da raccontare, interconnessa con le altre, e sarà fondamentale sia capire le strategie più efficaci per ottimizzare il nostro lavoro da “architetti”, che studiare ogni singolo dettaglio ambientale per assimilare quante più informazioni possibili sulla magione e i segreti che nasconde, perché sicuramente si riveleranno indizi utili per risolvere enigmi in un secondo momento.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Se qualcosa non torna, state pur certi che vi è sfuggito un particolare o ancora non avete rinvenuto la stanza con le risposte ai vostri dubbi. In Blue Prince nulla è lasciato al caso, ma al tempo stesso nulla è servito su un piatto d’argento. Il gioco si limita a spargere in giro briciole, affidandosi al giocatore per ricostruire il quadro completo, sulla scia di opere come Outer Wilds, Tunic o Animal Well. Una soluzione coraggiosa, che farà la felicità degli amanti dei mystery, a patto che riescano anche a domare la componente rogue del titolo. 

Blue Prince: la struttura roguelike e il sistema di costruzione delle stanze

Le prime run sono dedicate a scoprire i rudimenti del gameplay. Partendo dall’ingresso principale, potremo espandere la villa approcciando una delle porte ancora chiuse e selezionando quale stanza collocare da un draft randomico di tre elementi. Proprietà, contenuto ed effetti sulla sessione corrente sono disposti in modo leggibile nel relativo riquadro, e potremo richiamare a comando la planimetria completa per farci un’idea di come il nuovo locale andrà a incastrarsi con gli altri.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Man mano che ci si avvicina alla remota “anticamera” in fondo alla mappa aumenterà la “rarità” delle stanze a cui avremo accesso, fornendoci funzioni, bonus e sinergie sempre più elaborati; tuttavia, incrementerà pure il “costo” del posizionamento, espresso in gemme, e la possibilità che la porta per raggiungerle sia bloccata, per la quale avremo bisogno di una chiave. La nostra permanenza sarà dettata dalla quantità di “passi” rimanenti, in pratica il numero di volte che potremo viaggiare da una stanza all’altra, ma potremo anche raggiungere prima un punto morto e decidere di ritirarci nella tenda, fuori dalla tenuta. A quel punto, procederemo al giorno successivo e dovremo ricominciare daccapo, facendo tesoro di quanto appreso finora. 

Con il passare delle run, si apprendono i trucchetti per settare bene il campo nei piani bassi della magione, come e dove fare scorta di risorse in previsione delle aree più avanzate e complesse, e in generale le buone pratiche per prolungare il più possibile il viaggio. Saremo sempre alla mercé dell’RNG, per quanto si possa essere cauti o previdenti non c’è modo di scampare a un lancio di dadi poco fortuito, però è pure vero che si può mitigare la sfiga con la giusta dose di preparazione; non la esclude, ma possiamo girarci intorno, e magari apprendere qualcosa di nuovo nel mentre.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Blue Prince: un roguelike geniale, ma non senza ostacoli

Le varie stanze non presentano infatti solo una funzione prettamente ludica, ma sono tappezzate di documenti, foto e altre amenità che permettono di fare luce sulle meccaniche che governano Mt. Holly, l’idea dietro i puzzle legati a uno o più ambienti e come risolverli (parliamo di indizi velati, al più suggerimenti), le vicissitudini dei suoi passati abitanti, curiosità e persino false piste. Il processo di acquisizione di questi dati è ovviamente casuale, rendendo l'esperienza unica e personale per ciascun giocatore, ma risultando sempre intelligente e stimolante. Carta e penna saranno i vostri migliori alleati, perché non c’è modo di consultare le informazioni ottenute in-game, e spesso sarà necessario fare qualche schizzo di dettagli “sospetti” o di frammenti che non sappiamo quando e se andremo a ricomporre. Lo stesso gioco consiglia di prendere appunti. 

È qui che a mio avviso emerge uno dei principali (se non l’unico) problemi di Blue Prince: la dissonanza tra le meccaniche e la loro premessa. Dopo le prime ore di stupore e continue scoperte, arriva il momento di tirare le somme, di testare le proprie teorie, di convertire quel “AHA” in un effettivo sviluppo all’interno degli ingranaggi dell’avventura; dobbiamo solo agganciare i pezzi che abbiamo raccolto, studiato e rigirato tra le mani per dozzine di run... e non c'è verso di farli spawnare.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Tante volte un piano meticolosamente calcolato viene meno per via di un draft poco ottimale, vuoi per carenza di chiavi o gemme, oggetti o stanze che non spuntano fuori, o percorsi che non hanno intenzione di andare dove vogliamo, e tocca ricominciare daccapo, nella speranza di avere più fortuna. Vero, è parte integrante del pacchetto “roguelike”, ma l’impressione è che dopo una certa la sua presenza faccia più danni che altro. Ci sta che remi contro una progressione “pulita”, tuttavia snerva dover grindare per mandare avanti la baracca nelle fasi conclusive, spesso senza risultati, ripetendo a iosa le solite procedure (come quel cappero di enigma delle freccette). 

Il gioco prevede una serie di agevolazioni man mano che sveleremo i misteri della villa, come bonus permanenti, stanze “potenziate”, un pool più ampio tra cui scegliere, ed effetti transitori tra una run e l’altra, ma non sono così impattanti, e non avendo un “deck” di partenza dovremo comunque elaborare ogni volta una nuova strategia strada facendo. Di nuovo, analisi, ingegno e pratica mitigano gli sbalzi d'umore del fato, ma le chance di schiantarsi sono sempre alte; a voi poi stabilire se prenderla con filosofia o lasciarvi frustrare dall’esperienza.

Blue Prince, alle stanze piace cambiare – Recensione PS5

Ci sarebbero poi un paio di quality of life che credo renderebbero il tutto più scorrevole. In primis, la possibilità di abbandonare la scelta di un draft e tornarci su in un secondo momento. Capita infatti di non avere gemme a sufficienza per sbloccare una certa stanza, o di non essere troppo sicuri sul da farsi, ma di avere ancora opzioni sul tavolo, che aiuterebbero nella decisione, e invece si è obbligati ad andare avanti, con il rischio di incastrarsi prematuramente. Il protagonista poi si muove lentamente, anche correndo; potersi teletrasportare in giro, magari anche solo all’ingresso (pagando il giusto costo in passi), ridurrebbe il backtracking. Infine, sebbene le singole sessioni siano solitamente brevi, non dispiacerebbe affatto poterle interrompere e riprendere in seguito. Minuzie, ma farebbero comodo. 

Blue Prince

Versione Testata: PS5

8.5

Voto

Redazione

blueprincekeyartjpg

Blue Prince

Se amate le storie e gli enigmi da ricomporre un tassello alla volta, e riuscite a scendere a patti con le sue dinamiche roguelite, Blue Prince vi stregherà. Dogubomb ha creato un vero gioiellino, un fulgido esempio di game design che risplende per carattere e inventiva, cucito nei minimi dettagli e con la giusta dose di aleatorietà per stuzzicare anche chi non vuole solo spremersi le meningi, pur eccedendo talvolta nella misura. Un capolavoro? Non saprei, ma sicuramente un’opera che dovreste provare, anche se non masticate il genere, e uno dei titoli più accattivanti di questi primi mesi del 2025. 

Iscriviti alla Newsletter

Resta aggiornato sul mondo Gamesurf: anteprime, recensioni, prove e tanto altro.

ISCRIVITI