Book of Spells

di Tommaso Alisonno
Prendere confidenza col sistema é elementare: dopotutto si tratta solo di puntare la bacchetta - pardòn, il Move - e premere M o T, a seconda delle circostanze. Particolare importanza riveste la preparazione dell'area di gioco: l'ideale é potersi sedere in terra (consigliamo un tappeto) con il Wonderbook davanti a sé e il PS Eye all'altezza del viso rivolto verso il basso, ma con la dovuta attenzione é possibile organizzarsi anche con una sedia e un tavolino. Più importante ancora é l'illuminazione della stanza: sebbene infatti solitamente la sfera luminosa del Move risulti più efficiente al buio, per individuare correttamente il Wonderbook sarà necessaria quanta più luce diffusa possibile.

Il prodotto é innegabilmente orientato verso una platea giovanile: i toni con cui le lezioni sono tenute, il taglio grafico, la stessa complessità delle prove proposte sono indici di una realizzazione che strizza l'occhio all'utenza sotto i 10 anni. Certamente può risultare accattivante anche per gli adulti che siano fan sfegatati di Harry Potter, ma per questi manca quel pizzico di sfida in più che forse si sarebbe potuto inserire con l'introduzione dei livelli di difficoltà. Prendendo però il gioco per quello che é, ossia una sorta di corso di studi per apprendisti maghi, questo compie egregiamente il suo lavoro.




Certamente non ci vorrà molto tempo per completare i 5 capitoli: anche ammettendo di sviluppare un “programma di studi” che ve ne faccia affrontare uno al giorno - e sarà sufficiente un'oretta - questo arriverebbe a compimento nell'arco di una settimana. Se inoltre cominciate a skippare i testi scritti e i vari siparietti, allora é probabilmente possibile esaurire tutte le prove nell'arco di una sola serata - ma naturalmente sarebbe un vero peccato nei confronti del lavoro di narrazione svolto dagli sviluppatori insieme all'autrice della saga.

Una volta terminato il corso di studi, Il Libro degli Incantesimi ha ben poco da dire: tutto quello che resta da fare é il ripetere eventuali esami non conseguiti col massimo punteggio, oppure ricominciare il corso con un'altra Casa/bacchetta - in questo senso, i cacciatori di Trofei troveranno un Platino piuttosto facile ad attenderli. In verità, nel corso dell'esperienza ci siam trovati spesso a chiederci se fosse effettivamente necessario implementare la meccanica dello sfogliare fisicamente le pagine della periferica quando il tutto poteva essere svolto semplicemente dall'interfaccia grafica, ma a conti fatti ci siam resi conto che la realtà aumentata richiede questo “sforzo” per fornire un'esperienza più piena e immersiva.

Insomma: quando si volta pagina non si guarda il Wonderbook, ma bensì lo schermo in attesa di scoprire quali nuove magie si paleseranno. Quando poi occasionalmente siamo chiamati a interagire con le mani o addirittura a muovere il libro per cambiare l'angolazione della visuale, appare evidente come l'assenza della periferica sarebbe stata molto limitante. In conclusione, il Libro degli Incantesimi é un'esperienza immersiva divertente e rilassante per piccini e appassionati: con esso, Wonderbook supera di slancio il suo primo esame sul campo.

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