Borderlands 2

di Luca Gambino
Dopo aver stupito il mondo con il primo episodio di Borderlands, il team capitanato da Randy Pitchford ritorna alla carica per confermare quanto di buono fatto con un titolo capace di mandare in palla tutti i pronostici degli analisti (Michael Patcher in prima fila) che lo davano per spacciato di fronte a mostri sacri del calibro di Call of Duty. Gearbox non solo ha saputo tenere testa al colosso Activision, catalizzando l'attenzione dei media e del pubblico, ma ha saputo creare un vero e proprio sottogenere capace di collezionare ben 4 milioni di utenti affezionatissimi ad formula di gioco semplice e, forse per assurdo, innovativa. Una struttura free roaming (già tentata anche da altri titoli, ma con avverse fortune) mista ad un classico FPS ignorante e con venature RPG, che sono state davvero un toccasana ad un genere normalmente restìo alle novità.



Borderlands 2, inutile girarci troppo intorno, si presenta sullo stesso solco tracciato da Borderlands, riproponendo quasi immutata la stessa, fortunata, formula. Anche la trama si innesta con il primo episodio riproponendo situazioni e personaggi (Roland su tutti) a cui i giocatori della prim'ora si sono certamente affezionati. Il ritorno a Pandora, quindi, rappresenterà un piacevole ritorno a casa, senza novità di rilievo ma con una carica di carisma che difficilmente trova riscontro nella maggior parte dei titoli attualmente presenti sul mercato.

Il setting é sempre il medesimo: Pandora. Un pianeta apparentemente abbandonato a sé stesso, abitato da banditi di varia specie e pericolosi esseri mutaforma. Un'ambientazione a metà tra i “Fantasmi da Marte” di Carpenter e il Mad Max di Mel Gibson, con forse qualche venatura (personaggi e musiche, soprattutto) di Serenity e Firefly. Insomma, un bel mix dove i nostri protagonisti (a scelta tra i quattro proposti dal sistema) si muovono e combattono per un numero di ore che difficilmente saranno inferiori alle quaranta.

Il sistema di gioco é quello che in molti hanno ridefinito “del postino”, con missioni che iniziano in un preciso punto della mappa (spesso all'interno di villaggi improvvisati) e che porteranno il nostro personaggio in location all'altro capo del pianeta, per poi ritornare nuovamente da chi ci ha proposto la missione per riscuotere il premio che, di solito, viene estinto in denaro o beni di primaria importanza come le armi. Fortunatamente non mancheranno le stazione "Catch a Ride", dove il giocatore potrà creare da zero un veicolo in grado di aiutarlo negli spostamenti all'interno di ambienti di gioco vastissimi e ricchi di postazioni avversarie.




Abbiamo parlato poc'anzi di armi. Ancora una volta le armi rappresentato uno dei veri punti di forza di Borderlands. Variegate e spesso impreziosite da inserti “elementali”, gli strumenti di offesa presenti su Pandora riescono a variegare con successo il gameplay, grazie alla loro capacità di modellarsi allo stile di gioco di ogni singolo giocatore. La continua ricerca di armi migliori e la continua necessità di alimentare le proprie "bocche" da fuoco rappresentato un altro elemento distintivo del prodotto Gearbox: il "looting". In soldoni: rubare. Dai cadaveri dei nemici che spesso rilasciano sul terreno ogni ben di dio, oppure dagli accampamenti avversarsi dove armadietti e casseforti vengono lasciati in bella vista o, ancora, dai cumuli di spazzatura che si possono trovare liberamente sulla mappa di gioco, Borderlands é un continuo rubare per arricchire le proprie tasche e il proprio set di armi e gadgets.

Un elemento che a tratti diventa quasi maniacale dal momento che, al contrario di altri titoli del genere, Borderlands consente un libero passaggio tra le diverse aree del pianeta con conseguente respawn dei nemici e successivo looting . Un "looping", se afferrate il senso. Ne consegue che il nostro personaggio avrà sempre le tasche piene di munizioni, scudi e gadgets di varia natura, e ne avrà davvero bisogno dal momento che Borderlands 2 pesta come un dannato sulla quantità (e qualità) degli scontri a fuoco. Non stiamo ovviamente a scomodare termini quali "Intelligenza Artificiale", dal momento che mediamente i nostri nemici ne sono sforniti, ma il loro essere numerosi e particolarmente coriacei, ci porterà spesso e volentieri a rimanere senza munizioni davanti a eserciti di mutanti inferociti. Ed é proprio qui che la vera natura di Borderlands 2 viene fuori, con decine di nemici idioti che ti danno la caccia pronunciando frasi improponibili e che spesso riescono addirittura a strapparti un sorriso nel bel mezzo della battaglia. Un gioco seriamente "scazzato" come ne esistono veramente pochi al mondo, che riesce a bilanciare sangue, morte e volgarità (decisamente aumentata in questo secondo capitolo) senza arrivare mai a facili eccessi che un titolo di questo genere potrebbe invece concedere.

Anche questa volta il giocatore sarà chiamato alla scelta iniziale tra quattro characters, ognuno dotato di personalità propria e caratteristiche uniche che posso renderlo più incline al combattimento ravvicinato piuttosto che quello a lunga distanza. Soprattutto ognuno di essi porterà in dote la caratteristica unica di poter dispiegare sul campo di battaglia un potere speciale, che va dalla creazioni di speciali sfere energetiche alla costruzione di torrette automatiche di difesa o alla creazione di un vero e proprio "doppelganger" che possa attirare su di sé il fuoco avversario, lasciando il giocatore libero di poter sterminare i nemici in tutta comodità.