Borderlands: The Pre-Sequel
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Borderlands 2 non é stato solo un grandissimo successo a livello di critica, ma anche un prodotto in grado di ridisegnare per buona parte l'approccio su console ai titoli collaborativi. Un mondo open world ricco di quest e quintali di armi, il tutto condito con una trama ai limiti dell'immaginabile ma decisamente valida.
Con Gearbox impegnata su altri progetti, 2K non aveva alcuna intenzione di mollare questo brand per troppo tempo. Ecco quindi arrivare Borderlands: The Pre-Sequel, sviluppato da 2K Australia. Un valido “aperitivo” in attesa del terzo capitolo ufficiale della serie, o portata indigesta? scopritelo insieme a noi!
La storia di questo capitolo nasce da un incipit molto interessante, e si colloca nell'universo di Borderlands esattamente in mezzo al primo e al secondo capitolo, narrandoci la nascita e la consacrazione di Jack il Bello. Raccontata il più delle volte dal punto di vista di Athena, la storia ci farà impersonare i cacciatori della cripta originali.
Utilizzare questi personaggi ci darà la possibilità di saggiare con mano quattro nuove classi che, esattamente come avveniva nei capitoli precedenti, avranno peculiari caratteristiche e abilità. Tra questi ci sarà spazio anche per Claptrap, personaggio alquanto eclettico e che abbiamo imparato a conoscere giocando i precedenti capitoli.
Tuttavia, nonostante gli spunti siano molto interessanti, la storia soffre di troppi alti e bassi per essere paragonata a quella del secondo episodio, perdendo anche in confronto diretto con i dialoghi che in Borderlands 2 erano un vero e proprio fiore all'occhiello. Con questo non vogliamo dire che mancheranno momenti esaltanti, ma che in linea generale ci aspettavamo qualcosina di più.
La grande novità, tuttavia, sta nel contesto all'interno del quale gli sviluppatori hanno inserito la trama. Arriveremo infatti a visitare la luna di Elpis, e come tutte le lune che si rispettino, il fattore di gravità é molto diverso da quello degli altri pianeti. Proprio per questo motivo, i nostri personaggi saranno dotati dell'oz kit. Una sorta di gadget che ci permetterà di respirare su questa luna e di muoverci come se avessimo un jet pack sulle spalle.
Ovviamente le riserve di ossigeno non saranno illimitate, e durante le fasi di combattimento/esplorazione dovremo stare molto attenti nello scovare dei geyser che ricaricheranno il nostro serbatoio di ossigeno. Inoltre, la gravità modificata ci permetterà anche di usufruire di maggiore verticalità negli scontri, con la possibilità di effettuare doppi salti, e altre particolari azioni inserite dagli sviluppatori per l'occasione.
Sottolineato questo aspetto, bisogna tuttavia ammettere che altre grosse novità il titolo non le offre, anzi oltre al gameplay ormai ben assimilato, gli sviluppatori di 2K Australia si sono portati dietro anche alcuni problemi già evidenziati dai fan in passato (come quello dei respawn e dei check point troppo distanti tra loro) e diverse tipologie di armi - soprattutto quelle più rare - bellamente copiate.
La cosa più fastidiosa rimane, in ogni caso, l'hitbox di alcuni nemici che in alcuni frangenti, non ci ha particolarmente convinto. Niente di esagerato, ma comunque segno ulteriore di uno sviluppo che certamente poteva essere curato meglio nei particolari. Inoltre dobbiamo anche segnalare una I.A. che no sempre si é comportata come doveva, trasformando alcuni scontri a fuoco in semplici e banali run & gun senza un minino di senso strategico.
Meno ispirate, purtroppo per noi, ci sono sembrate anche la lunga sequela di quest secondarie che faranno da contorno a quelle principali. Nonostante il divertimento di poter affrontare il gioco in compagnia di tre amici riesca a riequilibrare leggermente le cose, i compiti offerti ai cacciatori non sempre riescono a coinvolgere appieno chi ha il pad tra le mani.
Raccontato così, il titolo potrebbe sembrare un vero disastro, ma vi assicuriamo che se siete fan accaniti della serie o più semplicemente amate questa tipologia di titoli, anche in questa terza incarnazione di Borderlands troverete dei momenti molto validi e divertenti, e una storia che - nonostante gli alti e bassi citati - riuscirà comunque per larga parte della sua narrazione a coinvolgervi. Si poteva fare di più quindi? Sicuramente si.
Passiamo così al comparto tecnico che, come sicuramente avrete intuito, essendo legato allo sviluppo su console di vecchia generazione ci chiede di fare un passo indietro per quel che concerne le aspettative visive che si possono immaginare.
Lo stile utilizzato é quello che già abbiamo avuto modo di apprezzare in passato: un cel shading con tratti molti simili a quelli del fumetto americano. Se sotto questo aspetto il lavoro svolto é ancora lodevole, con personaggi e nemici discretamente dettagliati e non troppo distanti dai modelli di Borderlands 2, ben diverso é il discorso riguardante l'ottimizzazione.
Nonostante una serie di correzioni in corsa da parte degli sviluppatori - leggasi patch - durante la nostra esperienza di gioco su Xbox 360 non abbiamo potuto fare a meno di notare vistosi e soprattutto fastidiosi cali di frame rate, situazione ulteriormente aggravata dal fatto che non sempre questi cali avvenivano nel momento in cui non vi erano concitate fasi di shooting con molti nemici sullo schermo.
Inoltre, nonostante l'uso dello cel shading, abbiamo notato diverse imperfezioni date dall'aliasing sui contorni dei personaggi oltre al tristemente noto problema delle texture caricate in ritardo. Essendo un hardware ormai pienamente sviscerato negli anni, queste problematiche sono francamente difficili da giustificare. Decisamente migliore, invece, il design dei livelli che in maniera intelligente sfrutta un miglior posizionamento di piani rialzati e piattaforme in funzione delle caratteristiche date dall'oz kit. Nota di merito per il comparto audio, che ancora una volta può vantare un doppiaggio in lingua italiana più che mai valido.
Borderlands: The Pre-Sequel, alla luce di quello che abbiamo potuto giocare, non é quindi il capitolo che probabilmente ci aspettavamo, ma piuttosto un gioco di “transizione” che serve a tappare il buco temporale che ci separa dall'uscita del terzo episodio ufficiale della serie. Detto questo, se siete fan sfegati della serie e quindi più inclini a chiudere un occhio sui difetti, troverete senza problemi anche in questo episodio stimoli per passare svariate ore sulla luna di Elpis; per tutti gli altri giocatori consigliamo una prova preventiva per capire se questo può essere il titolo che fa al caso vostro. Ci si vede sulla luna!
Con Gearbox impegnata su altri progetti, 2K non aveva alcuna intenzione di mollare questo brand per troppo tempo. Ecco quindi arrivare Borderlands: The Pre-Sequel, sviluppato da 2K Australia. Un valido “aperitivo” in attesa del terzo capitolo ufficiale della serie, o portata indigesta? scopritelo insieme a noi!
Destinazione Luna
La storia di questo capitolo nasce da un incipit molto interessante, e si colloca nell'universo di Borderlands esattamente in mezzo al primo e al secondo capitolo, narrandoci la nascita e la consacrazione di Jack il Bello. Raccontata il più delle volte dal punto di vista di Athena, la storia ci farà impersonare i cacciatori della cripta originali.
Utilizzare questi personaggi ci darà la possibilità di saggiare con mano quattro nuove classi che, esattamente come avveniva nei capitoli precedenti, avranno peculiari caratteristiche e abilità. Tra questi ci sarà spazio anche per Claptrap, personaggio alquanto eclettico e che abbiamo imparato a conoscere giocando i precedenti capitoli.
Tuttavia, nonostante gli spunti siano molto interessanti, la storia soffre di troppi alti e bassi per essere paragonata a quella del secondo episodio, perdendo anche in confronto diretto con i dialoghi che in Borderlands 2 erano un vero e proprio fiore all'occhiello. Con questo non vogliamo dire che mancheranno momenti esaltanti, ma che in linea generale ci aspettavamo qualcosina di più.
La grande novità, tuttavia, sta nel contesto all'interno del quale gli sviluppatori hanno inserito la trama. Arriveremo infatti a visitare la luna di Elpis, e come tutte le lune che si rispettino, il fattore di gravità é molto diverso da quello degli altri pianeti. Proprio per questo motivo, i nostri personaggi saranno dotati dell'oz kit. Una sorta di gadget che ci permetterà di respirare su questa luna e di muoverci come se avessimo un jet pack sulle spalle.
Ovviamente le riserve di ossigeno non saranno illimitate, e durante le fasi di combattimento/esplorazione dovremo stare molto attenti nello scovare dei geyser che ricaricheranno il nostro serbatoio di ossigeno. Inoltre, la gravità modificata ci permetterà anche di usufruire di maggiore verticalità negli scontri, con la possibilità di effettuare doppi salti, e altre particolari azioni inserite dagli sviluppatori per l'occasione.
Sottolineato questo aspetto, bisogna tuttavia ammettere che altre grosse novità il titolo non le offre, anzi oltre al gameplay ormai ben assimilato, gli sviluppatori di 2K Australia si sono portati dietro anche alcuni problemi già evidenziati dai fan in passato (come quello dei respawn e dei check point troppo distanti tra loro) e diverse tipologie di armi - soprattutto quelle più rare - bellamente copiate.
La cosa più fastidiosa rimane, in ogni caso, l'hitbox di alcuni nemici che in alcuni frangenti, non ci ha particolarmente convinto. Niente di esagerato, ma comunque segno ulteriore di uno sviluppo che certamente poteva essere curato meglio nei particolari. Inoltre dobbiamo anche segnalare una I.A. che no sempre si é comportata come doveva, trasformando alcuni scontri a fuoco in semplici e banali run & gun senza un minino di senso strategico.
Meno ispirate, purtroppo per noi, ci sono sembrate anche la lunga sequela di quest secondarie che faranno da contorno a quelle principali. Nonostante il divertimento di poter affrontare il gioco in compagnia di tre amici riesca a riequilibrare leggermente le cose, i compiti offerti ai cacciatori non sempre riescono a coinvolgere appieno chi ha il pad tra le mani.
Raccontato così, il titolo potrebbe sembrare un vero disastro, ma vi assicuriamo che se siete fan accaniti della serie o più semplicemente amate questa tipologia di titoli, anche in questa terza incarnazione di Borderlands troverete dei momenti molto validi e divertenti, e una storia che - nonostante gli alti e bassi citati - riuscirà comunque per larga parte della sua narrazione a coinvolgervi. Si poteva fare di più quindi? Sicuramente si.
Una Luna decisamente spoglia
Passiamo così al comparto tecnico che, come sicuramente avrete intuito, essendo legato allo sviluppo su console di vecchia generazione ci chiede di fare un passo indietro per quel che concerne le aspettative visive che si possono immaginare.
Lo stile utilizzato é quello che già abbiamo avuto modo di apprezzare in passato: un cel shading con tratti molti simili a quelli del fumetto americano. Se sotto questo aspetto il lavoro svolto é ancora lodevole, con personaggi e nemici discretamente dettagliati e non troppo distanti dai modelli di Borderlands 2, ben diverso é il discorso riguardante l'ottimizzazione.
Nonostante una serie di correzioni in corsa da parte degli sviluppatori - leggasi patch - durante la nostra esperienza di gioco su Xbox 360 non abbiamo potuto fare a meno di notare vistosi e soprattutto fastidiosi cali di frame rate, situazione ulteriormente aggravata dal fatto che non sempre questi cali avvenivano nel momento in cui non vi erano concitate fasi di shooting con molti nemici sullo schermo.
Inoltre, nonostante l'uso dello cel shading, abbiamo notato diverse imperfezioni date dall'aliasing sui contorni dei personaggi oltre al tristemente noto problema delle texture caricate in ritardo. Essendo un hardware ormai pienamente sviscerato negli anni, queste problematiche sono francamente difficili da giustificare. Decisamente migliore, invece, il design dei livelli che in maniera intelligente sfrutta un miglior posizionamento di piani rialzati e piattaforme in funzione delle caratteristiche date dall'oz kit. Nota di merito per il comparto audio, che ancora una volta può vantare un doppiaggio in lingua italiana più che mai valido.
Borderlands: The Pre-Sequel, alla luce di quello che abbiamo potuto giocare, non é quindi il capitolo che probabilmente ci aspettavamo, ma piuttosto un gioco di “transizione” che serve a tappare il buco temporale che ci separa dall'uscita del terzo episodio ufficiale della serie. Detto questo, se siete fan sfegati della serie e quindi più inclini a chiudere un occhio sui difetti, troverete senza problemi anche in questo episodio stimoli per passare svariate ore sulla luna di Elpis; per tutti gli altri giocatori consigliamo una prova preventiva per capire se questo può essere il titolo che fa al caso vostro. Ci si vede sulla luna!