Broken Age
di
Valerio De Vittorio
Tim Schafer é un nome di quelli capaci di far scattare sull'attenti i giocatori con qualche annetto sulle spalle. Una leggenda delle avventure grafiche, complice di capolavori della defunta Lucas Arts, pioniere di un'epoca lontana ormai moltissimi anni. L'eccentrico Game Designer dopo aver messo in piedi la propria compagnia é riuscito a rimanere o meglio, a tornare, sulla cresta dell'onda grazie a diversi titoli davvero interessanti ma tra i più attesi vi era sicuramente Broken Age, gioco che segna il ritorno di Tim Schafer alle avventure grafiche dopo più di 15 anni. Tanta attesa per quel titolo che é stato capace di dare una inaspettata quanto improvvisa risonanza a quello che oggi é un fenomeno molto conosciuto, ovvero Kickstarter. All'epoca in pochi sapevano di cosa si trattasse, ma la richiesta fondi per un prodotto tanto desiderato da migliaia di fan ha generato un ritorno di immagine estremo.
Da Kickstarter al primo atto
Molti di voi concorderanno nel riconoscere come l'hype é troppo spesso inversamente proporzionale alla qualità del gioco che l'ha generato. Non é un assioma sempre vero, fortunatamente, ma é chiaro che un'alta aspettativa troppo spesso viene disillusa da quanto poi arriva finalmente nelle nostre mani. Ciò vale almeno in parte per Broken Age, o meglio, per il suo primo atto. Il progetto, infatti, nonostante il finanziamento ricevuto dai tantissimi baker, si é dimostrato più impegnativo del previsto e per non ritardare eccessivamente si é pensato di optare per una pubblicazione in due atti. Nel frattempo si sta lavorando anche ad un documentario che ci racconterà la storia dello sviluppo di Broken Age.E a proposito di storia, veniamo finalmente al gioco. L'avventura di Tim Shafer ci racconta di due personaggi che non sembrano accomunati da nulla.
Vella é una ragazza che vive in un mondo assoggettato dal grande e possente Mog Chothra, un enorme mostro che periodicamente esige il sacrificio di giovani donne alla popolazione. La gente non vive ciò come una tragedia, ma al contrario lo vede come un onore, per questo la famiglia della nostra protagonista festeggia la scelta di Vella per la prossima venuta di Mog Chothra. L'incipit ci ilustra come la ragazza odi l'apatia della sua gente, di come questa accetti senza mettere in discussione quanto accade ogni giorno, e al contrario vorrebbe combattere il mostro. La sua storia inizia così, con una ribellione, e il resto ve lo lasciamo scoprire.Parallelamente conosciamo Shay, un ragazzo che vive tutto solo su un'astronave. Lo accudisce un super computer dalla voce rassicurante ma che presto ci accorgiamo essere super protettivo. Non permette al nostro Shay di esplorare la sua nave spaziale liberamente, gli assegna delle missioni finte e così non possiamo che notare come ci sia qualcosa che non va.
Tradizionale ma non troppo
Broken Age é un'avventura punta e clicca di quelle classiche. Il team di Tim Shafer ha ascoltato, almeno in parte, il desiderio dei fan che volevano dal game designer un titolo tradizionale, fedele ai canoni del genere. In realtà il gameplay approfitta di alcune semplificazioni divenute standard ormai da tempo. Prima di tutto la possibilità di interagire con gli oggetti dello scenario senza dover selezionare un'azione precisa. Queste sono infatti contestuali, e quindi individuato un punto interattivo basterà fare click e sarà poi la situazione a trasformare l'input in un "osserva" piuttosto che in un "raccogli". Niente di stravagante, come si diceva si tratta di semplificazioni entrate ormai nell'uso comune per il genere. Restano invece i dialoghi ad albero, con risposte multiple tra cui scegliere, anche se la storia rimane lineare.
Se le meccaniche appaiono familiari e funzionali (fatto salvo per la possibilità di saltare i dialoghi che permette solo di farlo per intero e non di avanzare una frase alla volta), i puzzle che vi troverete ad affrontare spiccano per il buon design e purtroppo allo stesso tempo per semplicità. L'interazione automatizzata, la scelta di posizionare gli oggetti utili a superare un passaggio nella medesima schermata ed in generale enigmi piuttosto basilari abbassano notevolmente il livello di sfida. La nostra principale critica é proprio rivolta a questa scelta, perché se da un lato Broken Age é un avventura grafica molto godibile ed accattivante, dall'altro nasceva dall'idea di andare a ripescare ciò che aveva reso grande questo genere e lo stesso Tim Shafer. Proporre invece un prodotto moderno ed adatto ad un pubblico meno avvezzo a certe complicazioni, appiattisce e rovina in parte l'esperienza. Insomma, chi aveva finanziato il progetto si attendeva qualcosa di ben diverso e non sono in pochi ad averlo fatto notare.
Chiudiamo la nostra analisi di questo primo Atto su due accennando all'ottimo comparto estetico, fatto di scelte stilistiche un po' azzardate ma senza dubbio efficaci. Rigorosamente bidimensionale, la grafica di Broken Age sembra dipinta a mano, con un design forse non per tutti, ma di sicuro ricercato. Personaggi e situazioni stravaganti catturano l'attenzione e sono gli elementi più riusciti del gioco assieme al comparto sonoro che a parte le musiche orecchiabili, si fa notare per il doppiaggio eccezionale. Infatti i due protagonisti possono vantare le voci di Masasa Moyo ed Elijah Wood.
Da Kickstarter al primo atto
Molti di voi concorderanno nel riconoscere come l'hype é troppo spesso inversamente proporzionale alla qualità del gioco che l'ha generato. Non é un assioma sempre vero, fortunatamente, ma é chiaro che un'alta aspettativa troppo spesso viene disillusa da quanto poi arriva finalmente nelle nostre mani. Ciò vale almeno in parte per Broken Age, o meglio, per il suo primo atto. Il progetto, infatti, nonostante il finanziamento ricevuto dai tantissimi baker, si é dimostrato più impegnativo del previsto e per non ritardare eccessivamente si é pensato di optare per una pubblicazione in due atti. Nel frattempo si sta lavorando anche ad un documentario che ci racconterà la storia dello sviluppo di Broken Age.E a proposito di storia, veniamo finalmente al gioco. L'avventura di Tim Shafer ci racconta di due personaggi che non sembrano accomunati da nulla.
Vella é una ragazza che vive in un mondo assoggettato dal grande e possente Mog Chothra, un enorme mostro che periodicamente esige il sacrificio di giovani donne alla popolazione. La gente non vive ciò come una tragedia, ma al contrario lo vede come un onore, per questo la famiglia della nostra protagonista festeggia la scelta di Vella per la prossima venuta di Mog Chothra. L'incipit ci ilustra come la ragazza odi l'apatia della sua gente, di come questa accetti senza mettere in discussione quanto accade ogni giorno, e al contrario vorrebbe combattere il mostro. La sua storia inizia così, con una ribellione, e il resto ve lo lasciamo scoprire.Parallelamente conosciamo Shay, un ragazzo che vive tutto solo su un'astronave. Lo accudisce un super computer dalla voce rassicurante ma che presto ci accorgiamo essere super protettivo. Non permette al nostro Shay di esplorare la sua nave spaziale liberamente, gli assegna delle missioni finte e così non possiamo che notare come ci sia qualcosa che non va.
Tradizionale ma non troppo
Broken Age é un'avventura punta e clicca di quelle classiche. Il team di Tim Shafer ha ascoltato, almeno in parte, il desiderio dei fan che volevano dal game designer un titolo tradizionale, fedele ai canoni del genere. In realtà il gameplay approfitta di alcune semplificazioni divenute standard ormai da tempo. Prima di tutto la possibilità di interagire con gli oggetti dello scenario senza dover selezionare un'azione precisa. Queste sono infatti contestuali, e quindi individuato un punto interattivo basterà fare click e sarà poi la situazione a trasformare l'input in un "osserva" piuttosto che in un "raccogli". Niente di stravagante, come si diceva si tratta di semplificazioni entrate ormai nell'uso comune per il genere. Restano invece i dialoghi ad albero, con risposte multiple tra cui scegliere, anche se la storia rimane lineare.
Se le meccaniche appaiono familiari e funzionali (fatto salvo per la possibilità di saltare i dialoghi che permette solo di farlo per intero e non di avanzare una frase alla volta), i puzzle che vi troverete ad affrontare spiccano per il buon design e purtroppo allo stesso tempo per semplicità. L'interazione automatizzata, la scelta di posizionare gli oggetti utili a superare un passaggio nella medesima schermata ed in generale enigmi piuttosto basilari abbassano notevolmente il livello di sfida. La nostra principale critica é proprio rivolta a questa scelta, perché se da un lato Broken Age é un avventura grafica molto godibile ed accattivante, dall'altro nasceva dall'idea di andare a ripescare ciò che aveva reso grande questo genere e lo stesso Tim Shafer. Proporre invece un prodotto moderno ed adatto ad un pubblico meno avvezzo a certe complicazioni, appiattisce e rovina in parte l'esperienza. Insomma, chi aveva finanziato il progetto si attendeva qualcosa di ben diverso e non sono in pochi ad averlo fatto notare.
Chiudiamo la nostra analisi di questo primo Atto su due accennando all'ottimo comparto estetico, fatto di scelte stilistiche un po' azzardate ma senza dubbio efficaci. Rigorosamente bidimensionale, la grafica di Broken Age sembra dipinta a mano, con un design forse non per tutti, ma di sicuro ricercato. Personaggi e situazioni stravaganti catturano l'attenzione e sono gli elementi più riusciti del gioco assieme al comparto sonoro che a parte le musiche orecchiabili, si fa notare per il doppiaggio eccezionale. Infatti i due protagonisti possono vantare le voci di Masasa Moyo ed Elijah Wood.
Broken Age
7.5
Voto
Redazione
Broken Age
Broken Age é un'avventura grafica sicuramente riuscita e divertente. I nostri dubbi non sono tanto sulla qualità del lavoro di Tim Shafer e del suo team quanto piuttosto sulle promesse in parte disattese e considerato che parliamo di un progetto che esiste solo grazie al contributo economico dei fan, una maggiore attenzione in tal senso non avrebbe guastato. La semplicità degli enigmi e la divisione in due atti sono elementi che hanno infastidito diversi baker. Anche lo stile scelto non é effettivamente digeribile da chiunque, sebbene a nostro giudizio sia molto curato ed azzeccato. Se non siete tra coloro che avevano finanziato il progetto, Broken Age vale senza dubbio il prezzo del biglietto, poco più di 20 euro per entrambe gli atti (il secondo verrà rilasciato come aggiornamento gratuito entro l'anno), ma non aspettatevi un'avventura grafica particolarmente impegnativa. Piuttosto una bella storia, personaggi e situazioni bizzarre tutte da scoprire ed un profumo retrò che piacerà ai più anzianotti di voi.