Niente ombre nella recensione di Broken Sword - Il segreto dei Templari: Reforged
L’avventura grafica di Revolution è un caso da manuale di come andrebbero realizzate le remaster
Ormai quando viene annunciata una remaster, un remake o una qualunque altra operazione di recupero dal passato di questo tipo, le reazioni sono sempre un po’ sospettose, e spesso a ragion veduta. L’entusiasmo per la possibilità di rimettere le mani su su un gioco di cui custodiamo ottimi ricordi risulta sempre smorzato dal timore di trovarsi di fronte all'ennesima operazione spilla soldi, pensata per rivenderci il gioco (o meglio il suo ricordo) una seconda (ma anche terza, quarta) volta senza particolari sforzi: qualche nuova texture, una risoluzione più alta e poco altro. Ho il sospetto, però, che se tutti i remake fossero stati realizzati con la cura e la dedizione riservati a questo Broken Sword - Il segreto dei Templari: Reforged, oggi avremmo tutti molti meno pregiudizi.
C’era una volta a Parigi
Un americano entra in un caffè a Parigi e il caffé esplode. No, non è una barzelletta, ma l’incipit (oggi divenuto giustamente un cult) di Broken Sword - Il segreto dei Templari. L’americano è George Stobbart: ha capelli biondi, l’aria sveglia, ma soprattutto gli occhi aperti. Intorno a lui si muove un signore sulla sessantina, ben vestito, con una valigetta nella mano destra. La camminata decisa dall'uomo è interrotta solo dal passaggio della procace cameriera, distrazione evidentemente in grado di incrinare almeno per un istante la sua concentrazione. Dal tavolino sulla strada che occupa Stobbart è possibile osservare con chiarezza gli eventi che si dipanano: l’uomo siede al bancone, uno strambo clown si avvicina suonando un’odiosa fisarmonica, poi il suono si interrompe bruscamente e il clown esce di corsa, pochi istanti prima che un’esplosione travolga tutti.
Ci voleva un inizio col botto (perdonate il gioco di parole) per farsi largo nel settore delle avventure grafiche nel loro periodo d’oro. Nel 1996, anno d’uscita dell’originale Broken Sword, il genere era già al suo apice, a pochi passi da una parabola discente che l’avrebbe portato a breve vicino all’estinzione col cambio di millennio: LucasArt aveva già sganciato buona parte dei suoi classici, il Professor Jones era già passato dalla sua seconda giovinezza in pixel e Gabriel Knight aveva introdotto un’atmosfera da noir realistico in un mare di umorismo facile. Broken Sword, in qualche modo, trova la quadra semi perfetta tra tutte queste tendenze.
La ricetta, col senno di poi, era semplice: un’ambientazione urbana, ma riprodotta attraverso una grafica cartoonesca a cui il pubblico è abituato, design e animazioni che pescano dalla tradizione dell’animazione sul grande schermo (chi ha detto Don Bluth?!) e una trama che affonda le sue radici in quella fanta-Storia pseudo-complottista che tra calici e Templari di lì a breve avrebbe partorito uno dei romanzi più popolari dei 2000 (stiamo parlando de Il codice Da Vinci, nel caso siate in dubbio).
E c'è ancora (ma più bella)
Ma il 1996 (ahinoi) è ormai alle spalle e Broken Sword - Il segreto dei Templari può ancora suscitare quell’effetto WOW come la prima volta anche oggi, in questa sua edizione Reforged? Se avete fretta, la risposta è sì, senza ombra di dubbio. Se invece avete ancora tempo a disposizione, siamo pronti ad argomentare. Partiamo dalle basi: Broken Sword - Il segreto dei Templari è un’avventura grafica le cui meccaniche hanno retto bene il passare del tempo e funzionano ancora oggi, incluse le sequenze meno canoniche come i simil QTE in cui è chiesto al giocatore di agire col giusto tempismo. Buona parte del merito è di un umorismo contenuto e mai sopra le righe, sempre adatto alla situazione anche nel 2024, nonostante canoni e paletti dell’ironia siano mutati parecchio negli ultimi 30 anni. Immutato è anche il fascino della Parigi misteriosa in cui si muove George Stobbart in compagnia della giornalista Nicole Collard (altro personaggio entrato nell’iconografia del videogioco), esaltato dal lavoro sul comparto grafico che potete ammirare in queste pagine.
Il confronto tra la veste grafica originale e quella ammodernata è a portata di click, ma i segni dell’ottimo lavoro svolto sono auto-evidenti. La risoluzione che può arrivare fino ai 4K è solo la punta dell'iceberg di un lavoro di ritocco che si è addentrato nei meandri del motore, aggiustando e ridisegnando se necessario ogni elemento dello scenario, inserendo nuovi frame di animazione, migliorando la resa finale attraverso un’opera di color grading e definendo infine tutto nel minimo particolare. Oggi davanti alla Reforged di Broken Sword - Il segreto dei Templari ci si sente come dentro a un film di Don Bluth (ancora lui!) o in una versione questa volta davvero interattiva di Dragon’s Lair (eh sì, sempre lui!).
Revolution tuttavia non si è limitata a rifare il trucco alla sua opera seminale. Oltre a una bella ripulita dell’audio (che include anche il doppiaggio completo e di buon livello nella nostra lingua), questa edizione Reforged aggiunge anche una Modalità Storia che facilita la vita al giocatore facendo sparire la possibilità di interagire con oggetti o luoghi non più utili e distribuendo in automatico suggerimenti qualora il giocatore appaia spaesato. Chiudono gli interventi di restauro una revisione dell’interfaccia, più al passo con i tempi, e la possibilità di scegliere la visualizzazione in 4:3 fedele allo standard dell’epoca (magari avete ancora un vecchio CRT in cantina, chissà). L’ultimo mistero che resta da svelare è perchè nel titolo italiano le ombre (Shadows) dei Templari siano diventate un segreto… mah, vai a sapere!