Brothers - A Tale of Two Sons
di
Massimiliano Pacchiano
Guardando al recente passato videoludico, Starbreeze Studios é stato uno sviluppatore dai trascorsi gloriosi. Come dimenticare ad esempio l'ottimo Riddick apparso sulla prima Xbox e poi sulle nuove piattaforme di gioco? Tuttavia dopo il controverso Syndicate, FPS cyberpunk basato sull'omonimo classicone della Bullfrog, le prospettive sono decisamente meno rosee e c'é stato un netto cambio di direzione sia nel lavoro che negli intenti di questo team.
Brothers é infatti un gioco estremamente diverso dagli altri, potremmo definirlo il loro primo “Art game”. Più nello specifico si tratta di una via di mezzo tra le vecchie avventure grafiche punta-e-clicca (in particolare Gobliiins e Kyradia) ed un puzzle game twin-stick alla Kuri Kuri Mix, il tutto immerso in un'atmosfera fantasy-celtica che ricorda quella del primo Fable.
La storia ci vede nei panni di due fratelli, rimasti recentemente orfani di madre, i quali partono per un lungo viaggio alla ricerca di una cura per il loro restante genitore, che versa in preoccupanti condizioni di salute. L'alchimista/medico/druido del villaggio gli consegna una pergamena che indica dove devono recarsi, ed i due si incamminano per compiere questa missione che si rivelerà una piccola, grande avventura. C'é da specificare che il gioco é praticamente muto: tutti i dialoghi avvengono in una lingua inventata ma coerente (al contrario di ciò che accadeva in Gobliiins) mentre le atmosfere fiabesche e fantasiose sono accompagnate da una colonna sonora molto evocativa che punta ad emozionare il giocatore, e che va a sottolineare i momenti più spettacolari e toccanti della storia.
Di questo però parleremo in seguito, ora però concentriamoci sul gameplay che risulta decisamente interessante. Controlleremo i due protagonisti contemporaneamente con i due stick dello stesso pad, ed utilizzeremo i due grilletti per far compiere azioni all'uno o all'altro rispettivamente. I comandi sono molto semplici ed intuitivi, mentre il gameplay é ravvivato da tutta una serie di ottimi enigmi ambientali nei quali dovremo far collaborare i due fratelli per avanzare. Non spoilereremo nulla, perché tali puzzle sono il cuore del gioco e non si ripetono quasi mai nel corso dell'avventura, tuttavia ben presto impareremo che i due fratelli hanno molte differenti caratteristiche: ad esempio il più grande (vestito di blu) é più forte ed é capace di nuotare, mentre il più piccolo (arancione) riesce ad andare in passaggi stretti e può essere sollevato in quanto più leggero. Gli enigmi non sono affatto difficili ma sono concepiti con una certa intelligenza e risultano molto divertenti da risolvere. Inoltre é improbabile rimanere bloccati, anche perché si può sempre procedere a tentativi.
A tal proposito i due personaggi non si limiteranno ad usare solo elementi che gli consentono di andare avanti, ma sarà possibile farli interagire con tutta una serie di oggetti o personaggi a puro scopo di intrattenimento, per provare cosa accade, vedere come reagiscono e cosa faranno di volta in volta. Risulta molto interessante notare come i due approcciano in maniera differente i medesimi elementi, cosa che ne fa affiorare la diversa personalità. Ad esempio davanti ad un pozzo il più grande sbircerà in cerca di qualcosa, mentre il piccolo si limiterà a sputare di sotto con noncuranza. In generale quest'ultimo é più scanzonato e dispettoso, mentre l'altro é più riflessivo ed assennato. Tutte queste azioni collaterali non sono solo fini a sé stesse, infatti la maggior parte degli achievement é collegata ad azioni particolari (e talvolta complesse) compiute con gli elementi di contorno che non sono necessari a proseguire nel gioco. Questo fa in modo che il giocatore sia invogliato a sperimentare, ed eventualmente a provare delle “sidequest” dove tenterà di aiutare qualcuno in difficoltà.
Il gioco é costellato di questo tipo di meccaniche trial & error che non prevedono quasi mai la morte, e quando ciò accade il sistema di checkpoint invisibili ci riporta a poco prima del fattaccio, azzerando di fatto la possibile frustrazione. Quest genere di approccio, associato all'interazione simultanea dei personaggi, richiama prepotentemente il gameplay del classico Gobliiins, bizzarra avventura grafica uscita su Amiga e Pc oltre vent'anni fa. Con la differenza che gli enigmi ora sono molto più logici e “potabili”, mentre il sistema di controllo originale ed intuitivo aggiunge una nuova dimensione al tutto. Le meccaniche twin-stick richiamano come già detto il classico Kuri Kuri Mix per Ps2 e NDS, modello che però non era mai stato utilizzato in un'avventura con enigmi. L'unica vera pecca di Brothers é la longevità: pur trattandosi di un gioco Live Arcade, ci saremmo aspettati qualcosa di più sotto questo profilo, ma il gioco si completa in tutta tranquillità in meno di tre ore.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, Starbreeze dimostra di non aver perso lo smalto e ci consegna un titolo che seppur di fascia economica é finalmente molto curato in ogni sua parte: fluido, spettacolare, privo dei difetti e sbavature comuni nei Live Arcade più ambiziosi, quali tearing, cali o aliasing. I movimenti di macchina e la “regia” in generale é eccellente, mentre lo stile grafico risulta ottimo per quanto riguarda gli ambienti (che sembrano quasi acquerelli in tre dimensioni); lasciano invece un po' a desiderare i personaggi, sin troppo stilizzati e privi di personalità, incapaci di reggere l'impatto emotivo che il gioco vuole trasmettere. Addirittura il fratello minore ha una sorta di frittata floscia spalmata in testa, che dovrebbe rappresentare i suoi capelli biondi. Tuttavia l'atmosfera fantasy-celtica é davvero riuscita e richiama in parte quella di Fable, con riferimenti anche alla “vera” letteratura fiabesca dei Grimm, Perrault e Tabart. Tra le altre citazioni, volontarie o meno che siano, troviamo un grosso troll amichevole che somiglia in modo impressionante a Peter Molyneux, ed altri piccoli particolari come mulini o panche in pietra sulle quali riposarsi, che riportano alla mente lo splendido Ico.
Brothers é infatti un gioco estremamente diverso dagli altri, potremmo definirlo il loro primo “Art game”. Più nello specifico si tratta di una via di mezzo tra le vecchie avventure grafiche punta-e-clicca (in particolare Gobliiins e Kyradia) ed un puzzle game twin-stick alla Kuri Kuri Mix, il tutto immerso in un'atmosfera fantasy-celtica che ricorda quella del primo Fable.
La storia ci vede nei panni di due fratelli, rimasti recentemente orfani di madre, i quali partono per un lungo viaggio alla ricerca di una cura per il loro restante genitore, che versa in preoccupanti condizioni di salute. L'alchimista/medico/druido del villaggio gli consegna una pergamena che indica dove devono recarsi, ed i due si incamminano per compiere questa missione che si rivelerà una piccola, grande avventura. C'é da specificare che il gioco é praticamente muto: tutti i dialoghi avvengono in una lingua inventata ma coerente (al contrario di ciò che accadeva in Gobliiins) mentre le atmosfere fiabesche e fantasiose sono accompagnate da una colonna sonora molto evocativa che punta ad emozionare il giocatore, e che va a sottolineare i momenti più spettacolari e toccanti della storia.
Di questo però parleremo in seguito, ora però concentriamoci sul gameplay che risulta decisamente interessante. Controlleremo i due protagonisti contemporaneamente con i due stick dello stesso pad, ed utilizzeremo i due grilletti per far compiere azioni all'uno o all'altro rispettivamente. I comandi sono molto semplici ed intuitivi, mentre il gameplay é ravvivato da tutta una serie di ottimi enigmi ambientali nei quali dovremo far collaborare i due fratelli per avanzare. Non spoilereremo nulla, perché tali puzzle sono il cuore del gioco e non si ripetono quasi mai nel corso dell'avventura, tuttavia ben presto impareremo che i due fratelli hanno molte differenti caratteristiche: ad esempio il più grande (vestito di blu) é più forte ed é capace di nuotare, mentre il più piccolo (arancione) riesce ad andare in passaggi stretti e può essere sollevato in quanto più leggero. Gli enigmi non sono affatto difficili ma sono concepiti con una certa intelligenza e risultano molto divertenti da risolvere. Inoltre é improbabile rimanere bloccati, anche perché si può sempre procedere a tentativi.
A tal proposito i due personaggi non si limiteranno ad usare solo elementi che gli consentono di andare avanti, ma sarà possibile farli interagire con tutta una serie di oggetti o personaggi a puro scopo di intrattenimento, per provare cosa accade, vedere come reagiscono e cosa faranno di volta in volta. Risulta molto interessante notare come i due approcciano in maniera differente i medesimi elementi, cosa che ne fa affiorare la diversa personalità. Ad esempio davanti ad un pozzo il più grande sbircerà in cerca di qualcosa, mentre il piccolo si limiterà a sputare di sotto con noncuranza. In generale quest'ultimo é più scanzonato e dispettoso, mentre l'altro é più riflessivo ed assennato. Tutte queste azioni collaterali non sono solo fini a sé stesse, infatti la maggior parte degli achievement é collegata ad azioni particolari (e talvolta complesse) compiute con gli elementi di contorno che non sono necessari a proseguire nel gioco. Questo fa in modo che il giocatore sia invogliato a sperimentare, ed eventualmente a provare delle “sidequest” dove tenterà di aiutare qualcuno in difficoltà.
Il gioco é costellato di questo tipo di meccaniche trial & error che non prevedono quasi mai la morte, e quando ciò accade il sistema di checkpoint invisibili ci riporta a poco prima del fattaccio, azzerando di fatto la possibile frustrazione. Quest genere di approccio, associato all'interazione simultanea dei personaggi, richiama prepotentemente il gameplay del classico Gobliiins, bizzarra avventura grafica uscita su Amiga e Pc oltre vent'anni fa. Con la differenza che gli enigmi ora sono molto più logici e “potabili”, mentre il sistema di controllo originale ed intuitivo aggiunge una nuova dimensione al tutto. Le meccaniche twin-stick richiamano come già detto il classico Kuri Kuri Mix per Ps2 e NDS, modello che però non era mai stato utilizzato in un'avventura con enigmi. L'unica vera pecca di Brothers é la longevità: pur trattandosi di un gioco Live Arcade, ci saremmo aspettati qualcosa di più sotto questo profilo, ma il gioco si completa in tutta tranquillità in meno di tre ore.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, Starbreeze dimostra di non aver perso lo smalto e ci consegna un titolo che seppur di fascia economica é finalmente molto curato in ogni sua parte: fluido, spettacolare, privo dei difetti e sbavature comuni nei Live Arcade più ambiziosi, quali tearing, cali o aliasing. I movimenti di macchina e la “regia” in generale é eccellente, mentre lo stile grafico risulta ottimo per quanto riguarda gli ambienti (che sembrano quasi acquerelli in tre dimensioni); lasciano invece un po' a desiderare i personaggi, sin troppo stilizzati e privi di personalità, incapaci di reggere l'impatto emotivo che il gioco vuole trasmettere. Addirittura il fratello minore ha una sorta di frittata floscia spalmata in testa, che dovrebbe rappresentare i suoi capelli biondi. Tuttavia l'atmosfera fantasy-celtica é davvero riuscita e richiama in parte quella di Fable, con riferimenti anche alla “vera” letteratura fiabesca dei Grimm, Perrault e Tabart. Tra le altre citazioni, volontarie o meno che siano, troviamo un grosso troll amichevole che somiglia in modo impressionante a Peter Molyneux, ed altri piccoli particolari come mulini o panche in pietra sulle quali riposarsi, che riportano alla mente lo splendido Ico.
Brothers - A Tale of Two Sons
8.5
Voto
Redazione
Brothers - A Tale of Two Sons
Brothers riesce a colpire il giocatore con il suo originale mix di generi, i suoi enigmi semplici quanto accattivanti ed il sistema di controllo originale. Ma più di ogni altra cosa, la creatura di Starbreeze Studios e del regista Josef Fares riesce a colpire emotivamente il giocatore con una narrazione evocativa e curata, la quale sfrutta sapientemente il media interattivo e le sue meccaniche per emozionare e creare un legame con i personaggi. E' anche vero che la durata estremamente ridotta (meno di 3 ore), il character design non riuscitissimo ed il finale che non piacerà a tutti (avremmo seriamente preferito una svolta differente) sono difettucci a cui si poteva facilmente ovviare, e che trasformano un potenziale capolavoro in un gioco “solamente” di ottimo livello.