Brothers in Arms: Hell's Highway
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Cosa rende speciale un soldato? Cos'é che differenzia un eroe da un militare qualsiasi? É il cuore? O é forse il cervello?
É in compagnia di queste splendide e malinconiche parole che Brothers in Arms: Hell's Highway, terza fatica del pluriosannato team di sviluppo Gearbox, riaccende ancora una volta i riflettori sul team Recon, vecchio plotone già familiare ai navigati della serie. In battaglia, cosa traccia il confine tra vivi e caduti? É l'intelligenza tattica? É la capacità di gestire con freddezza interi plotoni anche nelle situazioni più rischiose e concitate? Oppure é la forza dell'animo, quel senso di fratellanza, di amicizia, quel legame che ci incatena ai nostri compagni, tanto sfortunati quanto noi di trovarsi in quell'inferno loro malgrado? Cosa rende speciale un soldato? É proprio questo che Hell's Highway vuole insegnarci, questa volta coadiuvato dalle ben più prestanti tecnologie di nuova generazione. Rinnovata violenza. Morti insensate. Cruda e triste realtà. La Seconda Guerra Mondiale come non l'avete mai giocata.
Le vicende narreranno ancora una volta le eroiche gesta di Matthew Baker e del suo eterogeneo team. Pace all'anima di Legget, ritroveremo il rosso Hartsock (personaggio principale del prequel, per chi non lo sapesse), l'arrogante Corrion, Dawson, Jasper e tutti gli altri, nuovamente protagonisti di una battaglia virtuale tanto documentaristica quanto introspettiva. Brothers in Arms non si é mai distinto dalla concorrenza solo per il ragionato tatticismo, ma anche e soprattutto per l'innovativa sceneggiatura (cosa rara, in questa tipologia di giochi), e Hell's Highway non fa di certo eccezione.
A differenza di quanto possa sembrare inizialmente, l'occupazione dell'Olanda da parte delle forze alleate - la tanto famosa operazione Market Garden - é solo uno dei piccoli tasselli del grandioso mosaico messo su da Gearbox. I veri protagonisti sono i soldati, mai così profondi e umanizzati come ora, raccontati in ogni loro sfaccettatura e non generalizzati alle solite macchine di morte. Morte che costringerà gli americani, decimati da un nemico più preparato del previsto, a ricordare la fiorita autostrada olandese come l'incubo dell'Autostrada dell'Inferno, che ancora oggi viene descritta sui libri di storia come la più grande sconfitta americana in suolo europeo.
Realismo storico che, per forza di cose, si ripercuote anche sul gameplay. É lodevole notare come gli sviluppatori non siano caduti nel vortice semplificativo che sta colpendo molti prodotti di questi tempi, non assicurandosi di fatto il favore dei “casual gamers” e le vendite facili che tanto oggi vanno di moda. BiA: HH ripropone senza paura i baluardi che tempo fa hanno diviso il pubblico. Insomma, dimenticate le manovre à la Rambo di un Resistance o di un Battlefield: Hell's Highway é un gioco fatto di continue coperture, di pochi e imprecisi colpi esplosi, di alleati e avversari che vengono giù dopo un solo proiettile subìto, di squadre da gestire in ogni loro manovra.
E' la riproduzione perfetta della Seconda Guerra Mondiale, in tutto e per tutto: un solo errore equivale non solo alla nostra morte, ma anche a quella degli utilissimi compagni di squadra, diversi dalle solite comparse immortali che spesso ci affiancano nei First Person Shooter. Bene o male, questo sequel non si differenzia in quasi niente dai predecessori, se non per uno snellimento della fase gestionale. Ad essere sinceri, la mappa tattica dei capitoli passati rischiava di diventare indigesta dopo poco, a causa della sua pesantezza e del calo di ritmo che conseguiva al mettere il gioco in pausa ogni due secondi: Gearbox ha così deciso di semplificare, ma senza snaturare o variare.
Ora i comandi potranno essere impartiti durante la battaglia stessa, grazie ad un segnalino - tutto in tempo reale - richiamabile tramite la sola pressione di L2. Grazie a questo magico tasto potremo inoltre ordinare fuoco di soppressione, aggiramenti per gli assalti ai fianchi, fuoco delle armi pesanti (bazooka su tutti) e lanci di granate oltre le coperture nemiche, oltre che al già citato spostamento.
Per il resto, volenti o nolenti, andremo incontro al solito Brothers in Arms (sistema di controllo legnosetto compreso), linearissimi livelli in primis. Il che non é per forza un difetto: chi non sentiva la mancanza di un BiA di stampo classico dopo essersi sorbiti la solita solfa new-gen per anni? La durata della campagna single player, in ogni caso, é abbastanza soddisfacente da coprire la mancanza di un online all'altezza, soprattutto se paragonato ai titoli più blasonati (chi ha detto Call of Duty 4?). Purtroppo, come ogni cosa bella, anche Hell's Highway finisce.
Rigiocabilità, vi chiedete? Un altro giro potrebbe essere utile a trovare tutti i segreti sparsi per i livelli, tanto per fare un esempio. Non é nemmeno una cattiva idea riassaggiare il tutto all'ultima difficoltà sbloccabile: se avete voglia di farvi del male e di andare incontro a tutti i crucci di un vero soldato, allora state certi che fa per voi. Peccato per il mancato supporto ai Trofei, sperando che un futuro aggiornamento possa colmare questo buco.
Ma pensandoci bene, che guerra é se il realismo non viene rappresentato anche visivamente, oltre che concettualmente? Possiamo dire con tutta certezza che il comparto tecnico di Hell's Highway é altalenante, a dir poco. Se in definitiva ci troviamo di fronte ad un impatto grafico di tutto rispetto, già andando a sviscerarne i particolari si cominciano a trovare i primi difetti. Non sarà difficile rimanere estasiati dinanzi alla perfetta ricostruzione di alcune cittadine e dei loro sobborghi per poi storcere il naso poco dopo in presenza di interni fin troppo spogli. Proprio come non sarà difficile fermarsi ad osservare un panorama con texture naturali e del terreno da capogiro, per poi disgustarsi sull'esatto opposto appena “deragliati” dal percorso principale.
Purtroppo i difetti non sono finiti qui: sporadici pop-up (anche se solo durante i filmati, prettamente in real-time) rischiano più di una volta di rovinare cotanta magnificenza regalataci, assieme ad un frame-rate ballerino che non riesce a reggere l'enorme complessità degli elementi su schermo. Ed é davvero un peccato perché, come già detto prima, graficamente a tratti si rimane a bocca aperta, rapiti da quella che é la vera nuova generazione. In compenso, scenari ricreati minuziosamente e personaggi modellati a regola d'arte continuano ancora ad estasiarci dopo ore e ore di gioco. É un piacere immenso, credeteci, frenare il proprio sguardo sui volti segnati dei soldati e sulle chicche adibite dai tecnici, come le barbette incolte o le numerose cicatrici che sembrano cantare il passato di questi eroi di guerra.
Praticamente assente anche un qualsivoglia motore fisico: gli scenari, infatti, rimarranno intatti nonostante la potenza dei nostri colpi, eccezion fatta per alcune sporadiche coperture, rischiose e da evitare essendo solo temporanee. Ottima invece l'intelligenza artificiale, alleata e non. Sebbene i nemici manchino di spirito d'iniziativa, si rivelano furbi abbastanza da trovare il riparo più conveniente in quattro e quattr'otto. Stessa cosa per il nostro team, che esegue al meglio ogni nostro ordine senza incappare in stupidaggini di sorta. Nemmeno una volta in tutta la partita ci siamo sentiti intralciati o rallentati da un membro del gruppo, al contrario!
Sicuramente un buon risultato, considerato che la stragrande percentuale del prodotto si basa sulla corretta intesa di squadra. Ottimi anche gli effetti sonori, logicamente registrati dal vivo al fine di fornire un feeling più realistico tra spari, crolli ed esplosioni (non ve lo aspettavate, eh?). Non sempre all'altezza il doppiaggio, invece, che alterna momenti ispirati ad altri un po' meno, non azzeccando al contempo il movimento del labiale e quindi posizionandosi un bel po' sotto, come qualità, alla controparte anglofona.
Vorremo inoltre spendere un paio di righe a parte sui contenuti più maturi del titolo. Non abbiamo intenzione di girare intorno all'argomento. BiA: HH é violento. Violento come nessun'altro gioco di guerra prima d'ora, come (ironicamente) nemmeno tanti altri horror sono riusciti ad essere. Un'esplosione di granata non significa semplicemente uccidere: un'esplosione di granata si trasforma ben presto in un lago di sangue e carne, con nemici letteralmente maciullati dall'urto e con pezzi di braccia e gambe che volano ovunque. É giusto anche fare un discorso, in questo caso: gli sviluppatori hanno cercato il realismo fin dal lontanissimo annuncio del gioco, quindi questo gore senza peli sulla lingua é più che giustificato.
Qui non si parla di un filmaccio di serie B o di un qualsiasi altro videogame che sfrutta il sangue per attirare gli insensibili palati giovanili, tutt'altro. Qui si parla di violenza intelligente, di crudeltà giusta. Gearbox voleva la guerra per eccellenza e non poteva raccontarla meglio di così: purtroppo realmente ci sono state migliaia di vittime, chi più innocente chi meno, chi civile chi no, e la software house ha voluto raccontarcelo. Ha voluto rammentarci che insensato spreco fu quella dannata guerra che prese in contropiede chiunque, tutt'altro che duratura nelle errate previsioni degli uomini al potere.
É in compagnia di queste splendide e malinconiche parole che Brothers in Arms: Hell's Highway, terza fatica del pluriosannato team di sviluppo Gearbox, riaccende ancora una volta i riflettori sul team Recon, vecchio plotone già familiare ai navigati della serie. In battaglia, cosa traccia il confine tra vivi e caduti? É l'intelligenza tattica? É la capacità di gestire con freddezza interi plotoni anche nelle situazioni più rischiose e concitate? Oppure é la forza dell'animo, quel senso di fratellanza, di amicizia, quel legame che ci incatena ai nostri compagni, tanto sfortunati quanto noi di trovarsi in quell'inferno loro malgrado? Cosa rende speciale un soldato? É proprio questo che Hell's Highway vuole insegnarci, questa volta coadiuvato dalle ben più prestanti tecnologie di nuova generazione. Rinnovata violenza. Morti insensate. Cruda e triste realtà. La Seconda Guerra Mondiale come non l'avete mai giocata.
Le vicende narreranno ancora una volta le eroiche gesta di Matthew Baker e del suo eterogeneo team. Pace all'anima di Legget, ritroveremo il rosso Hartsock (personaggio principale del prequel, per chi non lo sapesse), l'arrogante Corrion, Dawson, Jasper e tutti gli altri, nuovamente protagonisti di una battaglia virtuale tanto documentaristica quanto introspettiva. Brothers in Arms non si é mai distinto dalla concorrenza solo per il ragionato tatticismo, ma anche e soprattutto per l'innovativa sceneggiatura (cosa rara, in questa tipologia di giochi), e Hell's Highway non fa di certo eccezione.
A differenza di quanto possa sembrare inizialmente, l'occupazione dell'Olanda da parte delle forze alleate - la tanto famosa operazione Market Garden - é solo uno dei piccoli tasselli del grandioso mosaico messo su da Gearbox. I veri protagonisti sono i soldati, mai così profondi e umanizzati come ora, raccontati in ogni loro sfaccettatura e non generalizzati alle solite macchine di morte. Morte che costringerà gli americani, decimati da un nemico più preparato del previsto, a ricordare la fiorita autostrada olandese come l'incubo dell'Autostrada dell'Inferno, che ancora oggi viene descritta sui libri di storia come la più grande sconfitta americana in suolo europeo.
Realismo storico che, per forza di cose, si ripercuote anche sul gameplay. É lodevole notare come gli sviluppatori non siano caduti nel vortice semplificativo che sta colpendo molti prodotti di questi tempi, non assicurandosi di fatto il favore dei “casual gamers” e le vendite facili che tanto oggi vanno di moda. BiA: HH ripropone senza paura i baluardi che tempo fa hanno diviso il pubblico. Insomma, dimenticate le manovre à la Rambo di un Resistance o di un Battlefield: Hell's Highway é un gioco fatto di continue coperture, di pochi e imprecisi colpi esplosi, di alleati e avversari che vengono giù dopo un solo proiettile subìto, di squadre da gestire in ogni loro manovra.
E' la riproduzione perfetta della Seconda Guerra Mondiale, in tutto e per tutto: un solo errore equivale non solo alla nostra morte, ma anche a quella degli utilissimi compagni di squadra, diversi dalle solite comparse immortali che spesso ci affiancano nei First Person Shooter. Bene o male, questo sequel non si differenzia in quasi niente dai predecessori, se non per uno snellimento della fase gestionale. Ad essere sinceri, la mappa tattica dei capitoli passati rischiava di diventare indigesta dopo poco, a causa della sua pesantezza e del calo di ritmo che conseguiva al mettere il gioco in pausa ogni due secondi: Gearbox ha così deciso di semplificare, ma senza snaturare o variare.
Ora i comandi potranno essere impartiti durante la battaglia stessa, grazie ad un segnalino - tutto in tempo reale - richiamabile tramite la sola pressione di L2. Grazie a questo magico tasto potremo inoltre ordinare fuoco di soppressione, aggiramenti per gli assalti ai fianchi, fuoco delle armi pesanti (bazooka su tutti) e lanci di granate oltre le coperture nemiche, oltre che al già citato spostamento.
Per il resto, volenti o nolenti, andremo incontro al solito Brothers in Arms (sistema di controllo legnosetto compreso), linearissimi livelli in primis. Il che non é per forza un difetto: chi non sentiva la mancanza di un BiA di stampo classico dopo essersi sorbiti la solita solfa new-gen per anni? La durata della campagna single player, in ogni caso, é abbastanza soddisfacente da coprire la mancanza di un online all'altezza, soprattutto se paragonato ai titoli più blasonati (chi ha detto Call of Duty 4?). Purtroppo, come ogni cosa bella, anche Hell's Highway finisce.
Rigiocabilità, vi chiedete? Un altro giro potrebbe essere utile a trovare tutti i segreti sparsi per i livelli, tanto per fare un esempio. Non é nemmeno una cattiva idea riassaggiare il tutto all'ultima difficoltà sbloccabile: se avete voglia di farvi del male e di andare incontro a tutti i crucci di un vero soldato, allora state certi che fa per voi. Peccato per il mancato supporto ai Trofei, sperando che un futuro aggiornamento possa colmare questo buco.
Ma pensandoci bene, che guerra é se il realismo non viene rappresentato anche visivamente, oltre che concettualmente? Possiamo dire con tutta certezza che il comparto tecnico di Hell's Highway é altalenante, a dir poco. Se in definitiva ci troviamo di fronte ad un impatto grafico di tutto rispetto, già andando a sviscerarne i particolari si cominciano a trovare i primi difetti. Non sarà difficile rimanere estasiati dinanzi alla perfetta ricostruzione di alcune cittadine e dei loro sobborghi per poi storcere il naso poco dopo in presenza di interni fin troppo spogli. Proprio come non sarà difficile fermarsi ad osservare un panorama con texture naturali e del terreno da capogiro, per poi disgustarsi sull'esatto opposto appena “deragliati” dal percorso principale.
Purtroppo i difetti non sono finiti qui: sporadici pop-up (anche se solo durante i filmati, prettamente in real-time) rischiano più di una volta di rovinare cotanta magnificenza regalataci, assieme ad un frame-rate ballerino che non riesce a reggere l'enorme complessità degli elementi su schermo. Ed é davvero un peccato perché, come già detto prima, graficamente a tratti si rimane a bocca aperta, rapiti da quella che é la vera nuova generazione. In compenso, scenari ricreati minuziosamente e personaggi modellati a regola d'arte continuano ancora ad estasiarci dopo ore e ore di gioco. É un piacere immenso, credeteci, frenare il proprio sguardo sui volti segnati dei soldati e sulle chicche adibite dai tecnici, come le barbette incolte o le numerose cicatrici che sembrano cantare il passato di questi eroi di guerra.
Praticamente assente anche un qualsivoglia motore fisico: gli scenari, infatti, rimarranno intatti nonostante la potenza dei nostri colpi, eccezion fatta per alcune sporadiche coperture, rischiose e da evitare essendo solo temporanee. Ottima invece l'intelligenza artificiale, alleata e non. Sebbene i nemici manchino di spirito d'iniziativa, si rivelano furbi abbastanza da trovare il riparo più conveniente in quattro e quattr'otto. Stessa cosa per il nostro team, che esegue al meglio ogni nostro ordine senza incappare in stupidaggini di sorta. Nemmeno una volta in tutta la partita ci siamo sentiti intralciati o rallentati da un membro del gruppo, al contrario!
Sicuramente un buon risultato, considerato che la stragrande percentuale del prodotto si basa sulla corretta intesa di squadra. Ottimi anche gli effetti sonori, logicamente registrati dal vivo al fine di fornire un feeling più realistico tra spari, crolli ed esplosioni (non ve lo aspettavate, eh?). Non sempre all'altezza il doppiaggio, invece, che alterna momenti ispirati ad altri un po' meno, non azzeccando al contempo il movimento del labiale e quindi posizionandosi un bel po' sotto, come qualità, alla controparte anglofona.
Vorremo inoltre spendere un paio di righe a parte sui contenuti più maturi del titolo. Non abbiamo intenzione di girare intorno all'argomento. BiA: HH é violento. Violento come nessun'altro gioco di guerra prima d'ora, come (ironicamente) nemmeno tanti altri horror sono riusciti ad essere. Un'esplosione di granata non significa semplicemente uccidere: un'esplosione di granata si trasforma ben presto in un lago di sangue e carne, con nemici letteralmente maciullati dall'urto e con pezzi di braccia e gambe che volano ovunque. É giusto anche fare un discorso, in questo caso: gli sviluppatori hanno cercato il realismo fin dal lontanissimo annuncio del gioco, quindi questo gore senza peli sulla lingua é più che giustificato.
Qui non si parla di un filmaccio di serie B o di un qualsiasi altro videogame che sfrutta il sangue per attirare gli insensibili palati giovanili, tutt'altro. Qui si parla di violenza intelligente, di crudeltà giusta. Gearbox voleva la guerra per eccellenza e non poteva raccontarla meglio di così: purtroppo realmente ci sono state migliaia di vittime, chi più innocente chi meno, chi civile chi no, e la software house ha voluto raccontarcelo. Ha voluto rammentarci che insensato spreco fu quella dannata guerra che prese in contropiede chiunque, tutt'altro che duratura nelle errate previsioni degli uomini al potere.