Bulletstorm
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Un esempio? Eccovelo. Nel corso del gioco troverete un particolare lancia-granate.Mirando direttamente su un avversario, le granate andranno a “cingerlo” costringendolo all'immobilità. A questo punto potrete attirarlo verso di voi con il cappio, calciarlo via con una sonora pedata, switchare l'arma sul mitragliatore e una volta che il malcapitato sarà arrivato in prossimità di altri nemici, farlo esplodere per massimizzare il danno. Bello, no? Mettete quindi in conto che reattività e prontezza di riflessi sono necessari per ottenere il massimo godimento da Bulletstorm, ecco perché il nostro consiglio é quello di aumentare a livelli consoni la sensitivity del pad, dal momento che i nemici tenderanno spesso ad accerchiarvi per mettervi in difficoltà.
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Sia chiaro, quelli che vi troverete di fronte sono assolutamente privi di una qualsiasi intelligenza artificiale e sono messi li unicamente per essere fatti fuori, ma nel corso del gioco vi troverete comunque avversari capaci di essere più veloci delle vostre armi e del vostro cappio, costringendovi a studiare nuove soluzioni per portare a termine lo scontro. Ovviamente, così com'é ormai prassi (e non é certo un gioco come Bulletstorm a poter cambiare le carte in tavola), la salute del nostro protagonista é “autorigenerante”, così da permettere un pieno recupero dopo qualche istante al riparo dal piombo avversario.
Se quindi il gameplay du Bulletstorm ci ha sicuramente colpito piacevolmente abbiamo forse qualcosa da recriminare sul lato squisitamente più tecnico del gioco. Intendiamoci, Bulletstorm é tutto fuorché brutto ma forse ci saremmo aspettati qualche sbavatura in meno e qualche dettaglio in più da un motore così collaudato come l'Unreal Engine. Capita a più riprese infatti di assistere ad un fastidioso ritardo nel caricamento delle texture, così come non si può non notare una certa carenza di dettaglio nella realizzazione di alcuni modelli poligonali che sembrano non godere di particolari riguardi nella definizione.
Di sicuro quella che ci troviamo di fronte é un utilizzo di una palette cromatica che sfrutta un maggior ventaglio di colori di quanto visto in altri utilizzi dello stesso engine, risultando nel suo complesso un prodotto confezionato a dovere ma che forse avrebbe necessitato di qualche passaggio di “polish” in più. Pollice verso, invece, per il doppiaggio. Non tanto per la qualità delle voci utilizzate (anche se forse qualcuna non brilla certo per l'interpretazione), quanto per un turpiloquio continuo e assolutamente fuori da qualsiasi contesto. D'accordo sul voler caratterizzare il tipico pirata “bastardo” e certamente privo di qualsivoglia buona maniera, ma infilargli in bocca una parolaccia ogni minuto di gioco alla fine risulta quasi voler strizzare l'occhio verso l'utenza più giovane, quasi a volerla “scioccare” per rendersi forzatamente adulta.
Manca ancora all'appello il multiplayer ed é per questo motivo che, per ora, a fondo articolo non trovate ancora un voto finale (che sarà sicuramente di buon livello, comunque). Un elemento imprescindibile per uno shooter di questa portata, dal momento che la campagna in singolo é sicuramente divertente, ma non eterna. Al momento abbiamo potuto solo partecipare ad alcune sessioni molto simili a quella “orda” che proprio da Gears of War in poi ha caratterizzato il multiplayer di alcuni titoli usciti sul mercato in questi ultimi anni. Nello specifico abbiamo potuto apprezzare le possibilità di collaborazione tra i giocatori, che possono fare fronte comune per affrontare l'arrivo di nemici eliminabili, anche in questo caso, in modo molto creativo.
Se per esempio uno del team può afferrare un bot (perché tale é) con il cappio per scagliarlo poi in aria, i restanti membri del gruppo potranno fare a gara per bersagliarlo con le proprie armi, raddoppiando i punti a loro favore in virtù proprio del teamplay. Un sistema consono a quanto visto anche nel single player ma reso ancora più divertente proprio dalla cooperazione online. Interessante, senza dubbio, ma preferiamo approfondire meglio il discorso nella speranza che il versante multi giocatore non si fermi a quanto visto fin'ora ma che vada a colmare un vuoto (ovvero quello di un FPS senza troppi tatticismo ma votato al semplice divertimenti), che i vari Call of Duty, Battlefield e compagnia hanno colpevolmente lasciato vuoto.
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Sia chiaro, quelli che vi troverete di fronte sono assolutamente privi di una qualsiasi intelligenza artificiale e sono messi li unicamente per essere fatti fuori, ma nel corso del gioco vi troverete comunque avversari capaci di essere più veloci delle vostre armi e del vostro cappio, costringendovi a studiare nuove soluzioni per portare a termine lo scontro. Ovviamente, così com'é ormai prassi (e non é certo un gioco come Bulletstorm a poter cambiare le carte in tavola), la salute del nostro protagonista é “autorigenerante”, così da permettere un pieno recupero dopo qualche istante al riparo dal piombo avversario.
Se quindi il gameplay du Bulletstorm ci ha sicuramente colpito piacevolmente abbiamo forse qualcosa da recriminare sul lato squisitamente più tecnico del gioco. Intendiamoci, Bulletstorm é tutto fuorché brutto ma forse ci saremmo aspettati qualche sbavatura in meno e qualche dettaglio in più da un motore così collaudato come l'Unreal Engine. Capita a più riprese infatti di assistere ad un fastidioso ritardo nel caricamento delle texture, così come non si può non notare una certa carenza di dettaglio nella realizzazione di alcuni modelli poligonali che sembrano non godere di particolari riguardi nella definizione.
Di sicuro quella che ci troviamo di fronte é un utilizzo di una palette cromatica che sfrutta un maggior ventaglio di colori di quanto visto in altri utilizzi dello stesso engine, risultando nel suo complesso un prodotto confezionato a dovere ma che forse avrebbe necessitato di qualche passaggio di “polish” in più. Pollice verso, invece, per il doppiaggio. Non tanto per la qualità delle voci utilizzate (anche se forse qualcuna non brilla certo per l'interpretazione), quanto per un turpiloquio continuo e assolutamente fuori da qualsiasi contesto. D'accordo sul voler caratterizzare il tipico pirata “bastardo” e certamente privo di qualsivoglia buona maniera, ma infilargli in bocca una parolaccia ogni minuto di gioco alla fine risulta quasi voler strizzare l'occhio verso l'utenza più giovane, quasi a volerla “scioccare” per rendersi forzatamente adulta.
Manca ancora all'appello il multiplayer ed é per questo motivo che, per ora, a fondo articolo non trovate ancora un voto finale (che sarà sicuramente di buon livello, comunque). Un elemento imprescindibile per uno shooter di questa portata, dal momento che la campagna in singolo é sicuramente divertente, ma non eterna. Al momento abbiamo potuto solo partecipare ad alcune sessioni molto simili a quella “orda” che proprio da Gears of War in poi ha caratterizzato il multiplayer di alcuni titoli usciti sul mercato in questi ultimi anni. Nello specifico abbiamo potuto apprezzare le possibilità di collaborazione tra i giocatori, che possono fare fronte comune per affrontare l'arrivo di nemici eliminabili, anche in questo caso, in modo molto creativo.
Se per esempio uno del team può afferrare un bot (perché tale é) con il cappio per scagliarlo poi in aria, i restanti membri del gruppo potranno fare a gara per bersagliarlo con le proprie armi, raddoppiando i punti a loro favore in virtù proprio del teamplay. Un sistema consono a quanto visto anche nel single player ma reso ancora più divertente proprio dalla cooperazione online. Interessante, senza dubbio, ma preferiamo approfondire meglio il discorso nella speranza che il versante multi giocatore non si fermi a quanto visto fin'ora ma che vada a colmare un vuoto (ovvero quello di un FPS senza troppi tatticismo ma votato al semplice divertimenti), che i vari Call of Duty, Battlefield e compagnia hanno colpevolmente lasciato vuoto.