Burnout 3: Takedown

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Ti siedi a scrivere la recensione e ti viene da pensare. Il rituale del countdown, in ogni gara, ha qualcosa di magico. Quel dolce armistizio prima del frastuono della partenza, quel momento di silenzio prima dell'accensione dei motori, quegli attimi di calma prima di aver dato sfogo a tutti i cavalli del nostro bolide. Gary Oldman avrebbe detto: "Adoro questi brevi momenti di quiete prima della tempesta". E poi, la gara. E che gara...
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Gamesurf ama la velocità. Takedown è velocità pura. Gamesurf ama l'adrenalina, e Takedown è dinamite pura. Gamesurf ama i bei giochi. E Burnout 3 - scusate se è poco - lo è. E' tutto racchiuso in quegli infiniti istanti dove sfrecciate a velocità stratosferiche nel marasma cittadino, mentre altri cinque bolidi corrono al vostro fianco tagliandovi la strada e mandandovi fuori pista con manovre degne dei più riusciti inseguimenti polizieschi, o tamponandovi come degli assassini nati mentre il tachimetro segna 170 miglia orarie e vi stampate contro un muro di cemento spesso quattro metri. E la robustezza del materiale diventa quasi tangibile mentre la vostra macchina si frantuma in mille pezzi. Burnout insegna che non bisogna aver timore della strada: bisogna affrontarla. Ella è il nostro nemico, con le sue curve, le sue doppie corsie, le macchine contromano, il traffico dell'ora di punta e cinque bastardi pronti a farvi la pelle.

E dal rituale della partenza di passa alla gara: emozioni forti. Velocità, ebbrezza, brama di migliorarsi, voglia di superare il limite. Burnout 3, il suo motore grafico e il suo gameplay rispondono perfettamente a questo tipo di esigenza: il primo lo fa sostanzialmente con un impatto visivo da urlo e un frame rate granitico, il secondo mixando una velocità degna del miglior Wipeout con un modello di guida semplice e divertente, condendo tutto con incidenti, manovre da ritiro della patente e non ultimo, inserendo un traffico degno di Crazy Taxy. La gara si svolge tra insistiti abusi del turbo e violenti incidenti per mandare le altre macchine il prima possibile dallo sfasciacarrozze, ma la pulizia di guida è una dota indispensabile quanto la cattiveria da infliggere contro i propri avversari.

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Burnout 3 non ha sofferto i tormenti dell'ispirazione. I programmatori hanno raccolto l'eredità lasciatagli dal precedente capitolo, ma non si sono adagiati sugli allori, l'han fatta fruttare, sbizzarrendosi a perfezionare una formula vincente, arricchendo il tutto di macchine, piste e nuove modalità. Ma il maggior perfezionamento ha colpito il gameplay, capace di mostrare ora corse più frenetiche, più lunghe, più avvincenti, tanto da tenere il giocatore sempre sotto pressione. Il takedown o l'aftertouch hanno prodotto una discreta rivoluzione nell'andamento delle gare, che ora vedono come metodo più proficuo per reperire il boost, il mandare gli avversari fuori pista. Quest'ultima si tramuta dopo i primi metri d'asfalto in una bolgia: se è vero che schizzare in contromano evitando veicoli paga grazie a un piccolo aumento del boost, è anche vero che spingere i vostri avversari o chiuderli contro altre macchine, mandarli fuori pista o farli sbandare l'un l'altro paga considerevolmente di più in termini di reperimento turbo.