Burnout 3: Takedown

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Dimenticate tutte le velleità simulative di titoli come Gran Turismo 4, mettete da parte le strade desolate di PGR2 e concentratevi su un unico concetto: velocità adrenaliniche. La nuova formula vincente del titolo Criterion sostanzialmente risiede nell'imbastire gare frenetiche a velocità impensabili, ma soprattutto nel non concedere un istante di pausa: il takedown (la possibilità di provocare un incidente e fare il pieno di turbo dopo aver miseramente incidentato) interviene a rinfocolare la passione dopo una curva andata male o dopo un tamponamento inevitabile, ma soprattutto ha la funzione di non abbassare mai il ritmo. Non c'è un istante di sosta, il nostro cervello è bombardato da immagini quasi psichedeliche, con slow motion per scandire alcuni incidenti e motion blur per moltiplicare a dismisura il senso di velocità.


A causa di un emozione, generata da una curva in derapata o un sorpasso contromano col boost che chiede solo di essere sprigionato, l'ormone prodotto dalla parte midollare della ghiandola surrenale viene immesso nel sangue, ed il resto è adrenalina pura. O epinefrina se più vi aggrada. Così, dopo appena due giri di pista, comincia a cristallizzarsi nella mente del videogiocatore che quello che ha davanti è uno spettacolo con la esse maiuscola. Non serve tanto rendersi conto che il word tour, modalità principale, è articolata benissimo in un infinità di eventi ripartiti in tre continenti (America, Europa e Asia), né che il numero di piste ha raggiunto ora un numero considerevole così come anche il parco macchine, o che finalmente è stato implementato l'online e anche sfidare un amico in split screen si traduce in un esperienza entusiasmante: la magia di B3 risiede in ogni singola gara, dove passare sotto un'auto scaraventata in aria o nel traffico in contromano schivando vetture e compiendo traiettorie impossibili valgono da soli il prezzo del biglietto.

Ci potremo ancora soffermare sulla notevole durata della modalità in singolo, ricca di gare singole (alcune classiche, altre dove portare a termine determinati obiettivi), gran prix o un'infinità di crash mode, ma ruberemmo spazio alla sfera audio-visiva. Graficamente, Burnout 3 è superbo: vedere una tale orgia visiva girare a simili velocità, mantenendo un frame rate ancorato a 60 fotogrammi al secondo, con rallentamenti o effetti di pop-up relegati a brutti ricordi di un tempo che fu, lascia esterrefatti nelle prime battute, piacevolmente colpiti una volta fatta l'abitudine. Il titolo Criterion sotto questo punto di vista risulta eccellente, con piste dannatamente lunghe e dalla fisionomia quasi visionaria (alcune sono davvero pazzesche), ricche di ostacoli, bivi e scorciatoie segrete, ma soprattutto cinque avversari in pista pronti a tutto pur di farci la pelle (e caratterizzati da I.A. a volte superlativa). Spettacolarità, giusto per mettere in chiaro le cose, è la parola che più si presta a descrivere Burnout 3. Impossibile non vederne i rimandi dietro ogni piccola sfaccettatura, passando dalle scie delle macchine, fino alle scintille per gli scontri con gli altri veicoli con un esaltazione per gli incidenti davvero grandiosa. Il senso di velocità, grazie anche all'ormai pluri-abusato effetto blur, è altissimo. Fortuna vuole che gli sia affiancato un comparto audio di prim'ordine, con effetti sonori superlativi quali i rombi dei motori, gli sbalzi di vento mentre sfiorate una macchina o le scie aerodinamiche, e una playlist notevole ma a volte troppo "soft" per la tipologia di corse (si può rimediare importando le canzoni dall'hd). Senza dimenticare che il tutto supporta il Dolby Digital 5.1.

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Veloce, avvincente, spettacolare, grandioso, appassionante, adrenalinico, fuori di testa ma soprattutto divertentissimo. Questo rapido profilo di Burnout 3: Takedown mette in risalto le qualità di un team di sviluppo capace di concepire una creazione fortemente originale: partendo da solide basi (il celebrato Burnout 2), i Criterion montano un impianto di gioco dove velocità e un'inesauribile vivacità nella condotta delle gare la fan da padrone. Il resto è un turbinio di luci e colori, scontri e sorpassi in derapata, boost e bastardate da pirata della strada con cui l'xbox estrinseca il suo più alto potenziale ludico. Il divertimento è palpabile. Da avere.