Burnout
di
Redazione Gamesurf
Il traffico c'è ma c'è sempre una maniera di evitare gli scontri con un po'di abilità e al tempo stesso c'è la possibilità di sfruttarlo a proprio vantaggio costringendo un'auto avversaria a finire sulla traiettoria di un veicolo in arrivo.
Sotto l'aspetto dell'intelligenza artificiale le macchine controllate dalla CPU hanno reazioni piuttosto naturali e non preimpostate. Come chi gioca, anche loro sterzano all'ultimo momento o finiscono fuori strada, fanno incidenti o sbagliano una curva veloce finendo contro un muro. Manca dunque quella frustrante sensazione di "onniscienza" che le macchine in altri titoli del genere sembrano avere, e che rendono la sfida solo un problema di evitare tutti gli sbagli e le sbavature. In Burnout invece la guida da questo punto di vista è appagante vedendo gli avversari sbagliare e reagire talvolta agli spostamenti della nostra macchina evitandoci o cercando di ostacolarci.
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Per quanto riguarda la coreografia degli inevitabili incidenti bisogna dire che è stata realizzata molto bene con il gioco che mette l'accento sullo scontro rallentando un attimo e mostrando la scena da due angolazioni differenti. L'unico appunto è che gli scontri stessi non sono molto vari essendo per lo più costituiti da tamponamenti e urti diretti, subiti o inferti, e che l'auto non riporta segni di danni gravi. Naturalmente tutto questo è dovuto all'impostazione arcade di Burnout ma un po' più di realismo in tal senso avrebbe aumentato il divertimento.
Le modalità di gioco sono: campionato, pratica, testa a testa (contro la CPU o un amico), time attack. In più ci sono alcune modalità segrete sbloccabili. Sono tutte abbastanza chiare, mentre merita qualche parola di spiegazione il campionato.
Questo si svolge in competizioni che sono costituite da tre gare ognuna. Per passare avanti è necessario piazzarsi in una posizione predeterminata o migliore. Visto che le gare sono di solito composte da tre giri, e che i tracciati sono così lunghi da metterci minuti a fare un solo giro e che gli avversari computerizzati non si fanno scrupolo ad usare il loro paraurti per farsi strada, la sfida in questa modalità è tutt'altro che semplice e richiede una buona dose di tenacia. Forse sarebbe stato meglio mettere a disposizione più tracciati e magari un po'meno lunghi.
Il multiplayer è un'opzione molto invitante per un gioco di guida e oltre alla classica sfida a due, è presente anche la possibilità di correre costretti ad evitare ogni incidente per non perdere. Anche nel multiplayer sono stati inseriti i checkpoints che se da un lato hanno lo scopo di evitare che i concorrenti siano troppo distanziati tra di loro (chi è molto indietro non arrivando al checkpoint viene eliminato) dall'altro, con la seria possibilità di incidenti che rallentano, rende a volte poco intrigante la sfida a livello di guida pura. Non sarebbe stato male poterli disattivare a piacere.
In conclusione, senza avere nulla di rivoluzionario, Burnout si presta ad essere giocato sia da chi ama le simulazioni (per l'abilità richiesta nelle manovre) ma soprattutto da chi si vuol godere un arcade solido e divertente. Con l'avvertenza che i tracciati sono molto lunghi e ci vuole pazienza.
Burnout
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Burnout cerca spazio tra i concorrenti su 4 ruote: dovrebbe trovarne in virtù di un'idea simpatica e di un livello di sfida alto. Forse non è il titolo da comprare se non si è amanti dei racing game ma, viceversa, può essere un piacevole diversivo dai soliti arcade.