Burnout: Revenge

Burnout Revenge
Need For Speed, quando ancora non si era celato nel buio delle notti metropolitane, si prestava facilmente a un utilizzo improprio: più di una persona ha infatti giocato a Hot Pursuit 2 non tanto per domare le cavallerie di Ferrari e Porsche, sbloccare vetture supersportive oppure battere gli avversari, bensì per divertirsi ad ingaggiare duelli al limite della legalità, con tanto di colpi bassi come appoggiarsi alla fiancata degli avversari e farli schiantare contro un'auto innocente, oppure contro il pilone di un'arcata.
A dire il vero non è il solo gioco che ben si presta a minigiochi del genere, al limite tra sadismo e atti da codice penale: anche i primi Burnout erano l'ideale per manovre del genere, grazie alla presenza di un certo affollamento di ignaro traffico e, soprattutto, alla spettacolarità degli incidenti, vero e proprio marchio di fabbrica della saga.

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Un testamento impegnativo
E cosa c'è di meglio di un gioco che non solo permette di spingere gli avversari contro muri e auto civili, ma addirittura premia per una condotta di gara di questo tipo? Ed è proprio ciò che accadeva nel terzo episodio di Burnout, il cui appellativo (Takedown) descrive appieno la principale aggiunta rispetto al prequel: più si sbattono fuori pista gli avversari (o nemici, la cui definizione calza davvero a pennello), maggiore è il quantitativo di boost che si riceve in premio. Oggi è infine la volta di questo attesissimo Burnout Revenge (BR in seguito), a cui spetta il compito di raccogliere la pesante eredità del prequel, confermarsi miglior racing arcade e concludere così l'avventura racing di Criterion Studios sulla PS2.

Psichedelico
Innanzi tutto la realizzazione tecnica: l'immagine che meglio la descrive è quella che fa da sfondo al menu principale, ovvero una vettura che sfreccia tra il traffico cittadino, il cui colore rosso incandescente non è chiaro se sia dovuto alla tonalità della vernice oppure se è causato dal tremendo attrito con l'aria. Anche durante il gioco il motore grafico riesce a ricreare la stessa sensazione di velocità pazzesca, grazie a un sapiente utilizzo di motion blur e tremolio della telecamera. Fuori dalla norma sono anche gli effetti luminosi, la realizzazione grafica delle varie auto e il design di ogni elemento facente parte delle ambientazioni, che tra l'altro presentano alcune piacevoli aggiunte, ovvero tanti oggetti che potrete travolgere e devastare a vostro piacimento. E il tutto gira con un frame rate sempre costante.

Hard Rock
Anche il sonoro fa egregiamente il suo compito, con tanto di motori che urlano sotto la vostra richiesta di maggiore potenza, la gomma che stride sull'asfalto, le onde d'urto dell'aria che viene compressa tra il vostro bolide e i veicoli lenti e così via. Particolare attenzione, ovviamente, è stata rivolta al rumore che accompagna il contorcersi delle lamiere durante gli schianti, alle esplosioni che tentano di riportare alle dimensioni normali i rottami accartocciati, nonché alla colonna sonora, nettamente più rockeggiante e adrenalinica rispetto a Takedown.
A dire il vero sia la grafica, sia il sonoro presentano poche differenze rispetto al prequel, ma ciò è dovuto al fatto che c'era davvero poco da migliorare e il lavoro portato a termine da Criterion sembra sia stato condotto dimenticandosi dei tanto discussi limiti dell'hardware della PS2 (anche se va detto che la versione Xbox è un tantino superiore).


Takedown verticale
Ma è il gameplay che riserva le più ghiotte sorprese: la prima novità riguarda il design dei tracciati, che ora comprendono un notevole quantitativo di scorciatoie, strade alternative e rampe utili per eseguire salti tanto folli quanto spettacolari. Siccome la velocità con cui si percorre gran parte dei tracciati avrebbe reso difficile l'individuazione degli imbocchi di suddette strade alternative, ciascuna di esse sarà contrassegnata da un paio di luci blu, ben visibili anche nel caso in cui stiate volando a 340 km/h. Ovviamente non sarà sufficiente intravedere il viottolo: imboccarlo senza schiantarsi si rivelerà un altro paio di maniche.
Le rampe, invece, sono utili per portare a termine un altro tipo di Takedown, quello verticale, che consiste nell'atterrare sulla testa di un avversario. Questo tipo di manovra (e tante altre) verrà premiato con l'assegnazione, a fine gara, di una statuetta commemorativa, che dovreste vedere in queste pagine.

Il sogno di ogni automobilista
Un'altra novità riguarda il traffico inerme, che ora potrà subire maggiormente la vostra guida aggressiva: in BR, infatti, vi sarà consentito di speronare allegramente i veicoli leggeri che si muovono nella vostra direzione (i bus e i camion sono da evitare), mentre il traffico contromano e quello che attraversa perpendicolarmente gli incroci causeranno il tradizionale incidente. Le vetture tamponate, inoltre, si tramuteranno in un'arma utile per colpire gli avversari che si trovano davanti alla vostra "line of fire", realizzando così un'altra tipologia di Takedown.
Ed è grazie a questa inedita possibilità che è nata una nuova modalità di gioco, l'attacco al traffico, che consiste nel percorrere le strade cittadine alla solita folle velocità, ma realizzando in questo caso il sogno di ogni automobilista fermo nel traffico congestionato: travolgere le vetture ferme in coda. Più auto farete sbalzare per aria, maggiore sarà il tempo extra che vi verrà assegnato, al termine del quale rimarrà solo da effettuare la conta dei danni causati.

Competizioni esplosive
A proposito di danni, la modalità incidente è stata confermata in questo BR, anche se con alcune con differenze: tutte le icone sono state rimosse e, in questo caso, il boost ve lo dovrete guadagnare in fase di partenza. La velocità di spunto sarà infatti decisa da un indicatore e dalla tempestività con cui premerete il tasto X. In caso di imprecisione potrete anche assistere allo spegnimento del vostro propulsore oppure alla sua esplosione, terminando prematuramente la vostra apocalisse cittadina. Le traiettorie dei salti, inoltre, saranno ora fortemente influenzate dal vento, che vi farà lottare con il joypad durante azioni rallentate e particolarmente suggestive.
Infine va accolta con il dovuto entusiasmo la possibilità di utilizzare in gara (dal quinto livello in poi) il crashbreaker che tanto ha devastato nella sola modalità incidenti di Takedown: nel caso in cui siate voi la vittima di un incidente, oltre a poter dirigere il vostro rottame accartocciato verso gli avversari, potrete anche far deflagrare ciò che resta del vostro bolide premendo R2, travolgendo così più nemici con la vostra onda d'urto.

Multigiocatore
L'appuntamento con il multiplayer non poteva essere mancato da un titolo del calibro di BR: esso comprende infatti una carriera parallela a quella in single player, da percorrere ovviamente online. In questo caso non potrete utilizzare gli elementi sbloccati nelle partite offline, ma vi toccherà guadagnarveli una seconda volta a suon di vittorie contro 5 avversari umani, anche se va detto che dovrete penare meno per far vostre le vetture dei vostri sogni.
Il sistema di attribuzione dei punti per la classifica, denominato ELO, dal canto suo rende più coinvolgenti le sfide: il vostro punteggio aumenterà più velocemente nel caso in cui ad essere battuti da voi saranno giocatori con ELO elevato, ma di converso decrescerà rapidamente se sarete sconfitti da altri con ELO più scarso.
Accanto alle modalità online, ovviamente, figura il solito split screen con cui organizzare sfide casalinghe tra amici.

Diamo i numeri
Infine una breve carrellata dei numeri di questo BR: 169 eventi suddivisi in 11 livelli (dall'innocuo all'elite, passando per folle, maniacale, pericoloso...) e 77 auto prive di licenza ufficiale, ma ispirate alle sportive in commercio (tra cui figurano anche auto da F1 odierne e storiche, da NASCAR ecc).
In conclusione, questo Burnout Revenge riesce a confermare quanto di buono proposto dal predecessore proponendo delle aggiunte che ne arricchiscono il contenuto già di per sé esplosivo. Un gameplay coinvolgente e frenetico (con un'AI ben bilanciata e con tanto di ritmo di gara sintonizzato sul vostro per scongiurare galoppate in solitaria) vi incollerà allo schermo facendovi dimenticare impegni, diritti e doveri per un bel po'. Una sola ombra offusca leggermente questo BR, ed è rappresentata dai lunghi e frequenti caricamenti, che però possono essere tranquillamente ignorati grazie alla bontà generale del gioco, davvero ben sopra la media.

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Burnout: Revenge
9

Voto

Redazione

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Burnout: Revenge

Gli sviluppatori di Criterion Studios hanno saputo trasformare un gioco anonimo come il primo Burnout, in uno dei racing arcade più acclamati e imitati, grazie soprattutto a un gameplay davvero frenetico e divertente come Takedown. Ma questo Revenge non è da meno: esso annovera una realizzazione tecnica impeccabile, una buona varietà di gare, uno spettacolare design dei tracciati (ora pieni zeppi di scorciatoie e rampe folli), una caterva di obiettivi da raggiungere e di elementi da sbloccare, diventando così il miglior racing arcade apparso su console. Purtroppo sono presenti dei lunghi caricamenti, ma l'attesa viene ben presto ripagata da una buona dose di divertimento puro.

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