Call Of Duty 2
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Tutta un'altra storia. In questa definizione si può riassumere la sensazione provata da chi, veterano di mille battaglie giocate con l'ormai folta pattuglia degli FPS ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, da Medal of Honor a Battlefield 1942, senza trascurare ovviamente il predecessore di questo gioco, il pluripremiato Call of Duty del 2003, ha avuto la fortuna di provare Call of Duty 2 nel suo porting meglio riuscito, quello su Xbox 360. Nulla a che vedere, tanto per cominciare, con il "cugino minore" Call of Duty: Big Red One, uscito per Xbox, PS2 e GameCube e lontano qualche migliaio di chilometri da COD2 in termini di qualità tecnica e di realismo.
Eppure, le perplessità, prima di recensirlo, c'erano tutte. Ecco l'ennesimo gioco sulla Seconda Guerra Mondiale, ci siamo detti. Ancora Alleati contro "crucchi", il solito carro Tigre da smantellare a colpi di bazooka, un paio di livelli a bordo di veicoli e una manciata di mitragliatrici e cannoni fissi da utilizzare o, a seconda dei casi, da far saltare. Il tutto inevitabilmente condito da tedeschi scriptati che, nella miglior tradizione dei film di propaganda americani, non fanno altro che correre qua e là gridando nel loro gutturale idioma, allineandosi infine alla tacca di mira del fucile automatico del nostro eroe.
Invece, sono bastati pochi giri del DVD, nel vassoio della nostra console nuova di pacca, per renderci conto che la musica era cambiata e che eravamo davvero in presenza di un salto generazionale.
Prima di tutto la grafica. Gettato alle ortiche il vecchio motore di COD, il numero due della serie sfoggia un engine nuovo di pacca che, a differenza di quello della monoposto 2005 di Maranello, va in coppia anche a regime basso di giri e, quando si spinge, va che è un piacere.
Le texture del primo livello della campagna, ambientato nei sobborghi di una Mosca presa d'assedio, sono impressionanti. Basta osservare la neve sul pastrano del commissario politico che c'istruisce sui nostri nuovi compiti di reclute e c'è da rimanere basiti, a costo di buscarsi una pallottola tedesca in mezzo agli occhi. Ma il bello deve ancora arrivare, con cortine fumogene, che, una volta tanto, non sembrano tende di seta grigia, ambientazioni magnificamente dettagliate, volti e uniformi prossimi al fotorealismo e chi più ne ha più ne metta. Quando abbiamo visto colonne di sabbia sollevarsi sotto l'impatto dei colpi di un cannone da 88 tedesco, stavamo per commuoverci.
E' esattamente per provare queste sensazioni che la gente è pronta a spendere, in questi tempi di vacche magre, quasi 300 euro per una console base (ma vi conviene la versione accessoriata, specie se riuscite ad accaparrarvi quella che offre in omaggio il telecomando DVD). Roba che, almeno per il momento, per farla girare sul vostro PC vi ci vuole una scheda video con il brevetto da parà, un chilo e mezzo di RAM e dei raffreddatori da centrale nucleare. Invece, stavolta, potrete togliervi la soddisfazione d'infilare il DVD nel vassoio e partire per la vostra avventura, senza smanettare, godendovi il vostro gioco che va via fluidi, senza scatti o impuntature, come dovrebbe essere sempre.
Se però non vi basta accontentare gli occhi, niente paura! Il sonoro di COD2 è assolutamente all'altezza della situazione visto che implementa, oltre alla solita colonna sonora a tema, voci ben doppiate e credibili ed effetti speciali di armi ed esplosioni degni di un kolossal di Spielberg.
Quanto all'IA di alleati e nemici, siamo lieti di constatare che, finalmente, si è deciso di utilizzare le risorse della macchina su cui il gioco gira per fare qualcosa di più utile che limitarsi all'aspetto esteriore. I vostri compagni di squadra reagiranno alle emergenze in modo realistico, facendo del loro meglio per non farsi impallinare dal primo "krauto" che passa, e fornendo vi un appoggio credibile che, spesse volte, vi farà dubitare di trovarvi in presenza di scripts. Stessa cosa vale per i nemici, agguerriti e pronti a ripiegare se messi alle strette, salvo poi tornare all'assalto in forze. Vi capiterà addirittura d'imbattervi, più spesso di quanto desideriate, in feriti che oppongono un'ultima strenua resistenza a colpi di pistola.
Sparita anche la poco realistica barra dell'energia. Come anche nel King Kong di Ubi Soft, quando si viene colpiti, i bordi dello schermo si fanno rossi, avvisandovi che un altro paio di colpi (o anche meno, a seconda del livello di difficoltà) provocherebbe la prematura dipartita del vostro alter ego digitale.
Cosa si può chiedere di più ad un gioco che già vi offre quanto c'è di meglio in fatto di tecnica e di gameplay? Una bella trama, direte voi. Eccovi accontentati. La campagna di COD2, un po' troppo breve per i miei gusti a dir la verità, vi permette di militare in tre differenti eserciti, quello russo, quello britannico e quello degli Stati Uniti, rispettivamente nel ruolo di una giovane recluta impegnata nei cruenti scontri sul Fronte Orientale, dalla difesa di Mosca fino alla campagna di Germania, del prode sergente Davis, eroico sottufficiale dell'Ottava Armata di Montgomery durante le ultime fasi della campagna d'Africa contro Rommel e di un ranger americano, pronto a scalare la falesia normanna di Pointe d'Hoc per neutralizzare l'artiglieria avversaria, prima che rovesci un torrente di fuoco sulle truppe da sbarco a Utah e ad Omaha Beach.
Ce n'è per tutti i gusti, insomma, dal deserto alle macerie delle città russe e tedesche, fino alla quiete apparente dei villaggi francesi. Scontri a fuoco, agguati, cecchinaggio e soppressione di postazioni avversarie, coordinamento di missioni di fuoco d'artiglieria e assalto a bunker ben difesi a colpi di granate (il gioco implementa la "madre degli effetti ragdoll", con corpi che volano in aria per lo spostamento d'aria delle esplosioni, così realistici da risultare inquietanti).
Ovviamente, quando avrete finito la campagna, e magari l'avrete rigiocata tutta scegliendo un livello di difficoltà maggiore, non vi resta che avventurarvi nei già popolatissimi server di rete Live, che permettono scontri furibondi, nelle varie localizzazioni del gioco, da condividere con un massimo di 7 compagni di gioco. Il che non può non aggiungere una longevità pressoché infinita ad un gioco che ha già dalla sua tutti i numeri che servono per diventare una delle "killer application" della nuova console.
Era ora! Mi pare di rivivere i tempi dell'uscita di Halo, capace a quei tempi di gettare scompiglio anche tra i detrattori più accaniti della casa di Redmond.
Call of Duty 2 è davvero un gioco che può spingere le vendite della console di cui è appannaggio esclusivo, in quanto i pur validi porting su altre piattaforme, difficilmente ne riusciranno ad eguagliare la resa tecnica (a parte forse la versione PC, ma solo per i fortunati e abbienti possessori di computer top di gamma!). A meno che non facciate parte di un eventuale zoccolo duro di pacifisti virtuali, il nostro consiglio non può che essere uno: se proprio non lo volete comprare, approfittate del Natale per farvelo regalare!
Eppure, le perplessità, prima di recensirlo, c'erano tutte. Ecco l'ennesimo gioco sulla Seconda Guerra Mondiale, ci siamo detti. Ancora Alleati contro "crucchi", il solito carro Tigre da smantellare a colpi di bazooka, un paio di livelli a bordo di veicoli e una manciata di mitragliatrici e cannoni fissi da utilizzare o, a seconda dei casi, da far saltare. Il tutto inevitabilmente condito da tedeschi scriptati che, nella miglior tradizione dei film di propaganda americani, non fanno altro che correre qua e là gridando nel loro gutturale idioma, allineandosi infine alla tacca di mira del fucile automatico del nostro eroe.
Invece, sono bastati pochi giri del DVD, nel vassoio della nostra console nuova di pacca, per renderci conto che la musica era cambiata e che eravamo davvero in presenza di un salto generazionale.
Prima di tutto la grafica. Gettato alle ortiche il vecchio motore di COD, il numero due della serie sfoggia un engine nuovo di pacca che, a differenza di quello della monoposto 2005 di Maranello, va in coppia anche a regime basso di giri e, quando si spinge, va che è un piacere.
Le texture del primo livello della campagna, ambientato nei sobborghi di una Mosca presa d'assedio, sono impressionanti. Basta osservare la neve sul pastrano del commissario politico che c'istruisce sui nostri nuovi compiti di reclute e c'è da rimanere basiti, a costo di buscarsi una pallottola tedesca in mezzo agli occhi. Ma il bello deve ancora arrivare, con cortine fumogene, che, una volta tanto, non sembrano tende di seta grigia, ambientazioni magnificamente dettagliate, volti e uniformi prossimi al fotorealismo e chi più ne ha più ne metta. Quando abbiamo visto colonne di sabbia sollevarsi sotto l'impatto dei colpi di un cannone da 88 tedesco, stavamo per commuoverci.
E' esattamente per provare queste sensazioni che la gente è pronta a spendere, in questi tempi di vacche magre, quasi 300 euro per una console base (ma vi conviene la versione accessoriata, specie se riuscite ad accaparrarvi quella che offre in omaggio il telecomando DVD). Roba che, almeno per il momento, per farla girare sul vostro PC vi ci vuole una scheda video con il brevetto da parà, un chilo e mezzo di RAM e dei raffreddatori da centrale nucleare. Invece, stavolta, potrete togliervi la soddisfazione d'infilare il DVD nel vassoio e partire per la vostra avventura, senza smanettare, godendovi il vostro gioco che va via fluidi, senza scatti o impuntature, come dovrebbe essere sempre.
Se però non vi basta accontentare gli occhi, niente paura! Il sonoro di COD2 è assolutamente all'altezza della situazione visto che implementa, oltre alla solita colonna sonora a tema, voci ben doppiate e credibili ed effetti speciali di armi ed esplosioni degni di un kolossal di Spielberg.
Quanto all'IA di alleati e nemici, siamo lieti di constatare che, finalmente, si è deciso di utilizzare le risorse della macchina su cui il gioco gira per fare qualcosa di più utile che limitarsi all'aspetto esteriore. I vostri compagni di squadra reagiranno alle emergenze in modo realistico, facendo del loro meglio per non farsi impallinare dal primo "krauto" che passa, e fornendo vi un appoggio credibile che, spesse volte, vi farà dubitare di trovarvi in presenza di scripts. Stessa cosa vale per i nemici, agguerriti e pronti a ripiegare se messi alle strette, salvo poi tornare all'assalto in forze. Vi capiterà addirittura d'imbattervi, più spesso di quanto desideriate, in feriti che oppongono un'ultima strenua resistenza a colpi di pistola.
Sparita anche la poco realistica barra dell'energia. Come anche nel King Kong di Ubi Soft, quando si viene colpiti, i bordi dello schermo si fanno rossi, avvisandovi che un altro paio di colpi (o anche meno, a seconda del livello di difficoltà) provocherebbe la prematura dipartita del vostro alter ego digitale.
Cosa si può chiedere di più ad un gioco che già vi offre quanto c'è di meglio in fatto di tecnica e di gameplay? Una bella trama, direte voi. Eccovi accontentati. La campagna di COD2, un po' troppo breve per i miei gusti a dir la verità, vi permette di militare in tre differenti eserciti, quello russo, quello britannico e quello degli Stati Uniti, rispettivamente nel ruolo di una giovane recluta impegnata nei cruenti scontri sul Fronte Orientale, dalla difesa di Mosca fino alla campagna di Germania, del prode sergente Davis, eroico sottufficiale dell'Ottava Armata di Montgomery durante le ultime fasi della campagna d'Africa contro Rommel e di un ranger americano, pronto a scalare la falesia normanna di Pointe d'Hoc per neutralizzare l'artiglieria avversaria, prima che rovesci un torrente di fuoco sulle truppe da sbarco a Utah e ad Omaha Beach.
Ce n'è per tutti i gusti, insomma, dal deserto alle macerie delle città russe e tedesche, fino alla quiete apparente dei villaggi francesi. Scontri a fuoco, agguati, cecchinaggio e soppressione di postazioni avversarie, coordinamento di missioni di fuoco d'artiglieria e assalto a bunker ben difesi a colpi di granate (il gioco implementa la "madre degli effetti ragdoll", con corpi che volano in aria per lo spostamento d'aria delle esplosioni, così realistici da risultare inquietanti).
Ovviamente, quando avrete finito la campagna, e magari l'avrete rigiocata tutta scegliendo un livello di difficoltà maggiore, non vi resta che avventurarvi nei già popolatissimi server di rete Live, che permettono scontri furibondi, nelle varie localizzazioni del gioco, da condividere con un massimo di 7 compagni di gioco. Il che non può non aggiungere una longevità pressoché infinita ad un gioco che ha già dalla sua tutti i numeri che servono per diventare una delle "killer application" della nuova console.
Era ora! Mi pare di rivivere i tempi dell'uscita di Halo, capace a quei tempi di gettare scompiglio anche tra i detrattori più accaniti della casa di Redmond.
Call of Duty 2 è davvero un gioco che può spingere le vendite della console di cui è appannaggio esclusivo, in quanto i pur validi porting su altre piattaforme, difficilmente ne riusciranno ad eguagliare la resa tecnica (a parte forse la versione PC, ma solo per i fortunati e abbienti possessori di computer top di gamma!). A meno che non facciate parte di un eventuale zoccolo duro di pacifisti virtuali, il nostro consiglio non può che essere uno: se proprio non lo volete comprare, approfittate del Natale per farvelo regalare!