Call of Duty 3
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A meno di un anno dal primo episodio apparso su Xbox 360, Actvision ripresenta un Call of Duty affidato questa volta a Treyarch e non allo storico Infinity Wards. Una scelta che conferma la precisa volontà del producer americano di sondare nuovi territori di gioco pur rimanendo sostanzialmente fedeli a quella formula di gioco che ha cambiato per sempre lo scenario degli sparatutto bellici in prima persona. Non si fa in tempo a terminare il breve tutorial, atto soprattutto a permettere ai novizi di prendere contatto con le meccaniche di base di COD, che subito si viene trasportati all'interno di un universo "vivo" e credibile, che ci porterà direttamente al centro dello scontro. Così come da tradizione, anche questo nuovo episodio è ambientato nel corso del secondo conflitto mondiale e prende in esame la riconquista della Francia (si narra in particolare della presa di Parigi), da parte dell'esercito alleato. Ragion per cui impersoneremo in diverse sezioni dei quattordici livelli complessivi tanto il classico marine americano, quanto un soldato dell'esercito canadese o un carristo dell'armata polacca. Un'insieme di personaggi, armi e situazioni differenti che vanno a dipingere un quadro profondamente veritiero (ma solo per gioco, s'intende) di quelli che sono stati gli eventi realmente accaduti. In pochi minuti il giocatore è proiettato al centro della battaglia, perfettamente in grado di rispondere al fuoco nemico, contrattaccare e cercare soluzioni alternative alla forzatura dei blocchi che l'esercito tedesco mette in campo per contrastare la nostra avanzata.
Il sistema di controllo è ricopiato con carta carbone da COD2 e vede l'utilizzo dei trigger e dei bumper per mirare gli avversari, fare fuoco e gestire il lancio delle granate a frammentazione o quelle fumogene, estremamente tattiche e utile per coprire ritirate o spostamenti. Ecco, se proprio vogliamo trovare una novità all'interno di Call of Duty 3 è proprio questa volontà di alternare alle fasi più "pelviche" del nostro operato, altre in cui l'utilizzo della materia grigia è sicuramente il mezzo più efficace per venir fuori dalle situazioni più complicate. La totale mancanza di qualsivoglia kit medico o pozione miracolosa facilita questo compito dal momento che il giocatore (al di là del "warning" sul monitor), non saprà mai qual è il suo esatto stato di salute. Insomma, un gameplay ampiamente rodato e vincente a cui però Treyarch ha saputo donare qualcosa in più, grazie anche all'introduzione di due novità che pur non rappresentando l'esatto centro del gioco, vanno ad impreziosire una proposta già di per sé ricca. La prima vede l'introduzione dei mezzi di trasporto che seppure ricoprano comunque un ruolo comprimario, sono comunque importanti per spezzare un'azione di gioco accusata in passato di essere troppo ripetitiva. La seconda novità rappresenta un po' la moda del momento ed è quella dei quick time events. Se in Call of Duty 2 per piazzare una carica esplosiva era sufficiente premere a lungo il tasto X, in questo terzo episodio le cose si fanno un attimo più complicate, perché si dovranno eseguire una serie di operazioni, scandite dal alcune scritte sul monitor, che non solo faranno perdere tempo prezioso, ma che lasceranno il giocatore in balia dell'eventuale fuoco nemico.
Ad aggiungersi a questo ci saranno alcuni momenti, rappresentati da feroci corpo a corpo con il nemico, dove l'esatta riproduzione delle sequenze di tasti ci permetterà di avere la meglio con l'avversario o di perire sotto i suoi colpi. Un piacevole tentativo che va solo a "graffiare" la superficie esterna del gameplay ma che non incide poi in maniera significativa su tutto il sistema di gioco. Un sistema di gioco che appare immutato e sebbene sia palese che questa volta la potenza grafica della console Microsoft sia stato sfruttato a dovere, è altrettanto palese che COD non ha voluto "spiccare il salto" verso altri lidi ludici. S'incontrano infatti i famosi "muri invisibili" o cespugli invalicabili o perimetri insormontabili che limitano volutamente il nostro raggio d'azione.
Si vive e si gioca ancora una volta all'interno di un'enorme "boccia" di cristallo da dove si può ammirare un bellissimo mondo esterno a è impossibile accedere. E allora hanno logica i percorsi filoguidati e anche le situazioni di stallo in cui le due fazioni si fronteggiano in spazi aperti ma in realtà chiusi dove viaggiare con la fantasia è praticamente impossibile. Muoviti-Spara- Ammazza è la santissima trinità di Call of Duty, il tutto fatto possibilmente in ipossia e alla velocità della luce. Una velocità incrementata anche dalla possibilità di contrattaccare utlizzando le stesse armi dal nemico, dal momento che, ad esempio, sarà possibile rimandare al mittente le stesse granate gentilmente lanciate dall'avversario.
L'ottimo motore grafico asseconda ampiamente le richieste dei giocatori, ovvero una grafica più che ottima con una fluidità rocciosamente ancorata ai 60 frame, sebbene sul nostro monitor facciano la comparsa ottimi effetti video a impreziosire il già ottimo quadro generale. Effetti particellari (già ottimi anche nella seconda uscita), ottime texture, una modellazione poligonale di personaggi e ambienti praticamente perfetta consentono anche di chiudere un occhio di fronte ad alcune piccole stonature. L'immancabile clipping, alcune stonature nell'utilizzo delle fonti di luce e una limitata interazione con l'universo circostante sono macchie infinitesime (ma presenti) nel candido lenzuolo di questo terzo Call of Duty a cui si può anche perdonare un certo lassismo nell'intelligenza artificiale avversaria, che spesso tende a gettarsi a corpo morto sotto i nostri colpi. Da spellarsi le mani, come sempre, il versante audio. Grazie all'ausilio della codifica Dolby Digital e con l'ausilio di un adeguato impianto audio ci ritroveremo completamente immersi negli ambienti e nelle situazioni di gioco. Un elemento fondamentale nell'intera esperienza di gioco. Laddove COD dimostra di essere maturato (e alla grande) è sul versante multiplayer. Gli scontri si sono estesi a squadre da dodici componenti e con una suddivisione in classi di "Teamfortessiana memoria". Quello che ha stupito nel corso delle nostre prove è stata la totale assenza di lag, pur con i server pieni e attivi. Un segno di maturità nel servizio Xbox Live, unitamente ad un netcode che già in Call of Duty 2 aveva dato ottima prova di sé.
Il sistema di controllo è ricopiato con carta carbone da COD2 e vede l'utilizzo dei trigger e dei bumper per mirare gli avversari, fare fuoco e gestire il lancio delle granate a frammentazione o quelle fumogene, estremamente tattiche e utile per coprire ritirate o spostamenti. Ecco, se proprio vogliamo trovare una novità all'interno di Call of Duty 3 è proprio questa volontà di alternare alle fasi più "pelviche" del nostro operato, altre in cui l'utilizzo della materia grigia è sicuramente il mezzo più efficace per venir fuori dalle situazioni più complicate. La totale mancanza di qualsivoglia kit medico o pozione miracolosa facilita questo compito dal momento che il giocatore (al di là del "warning" sul monitor), non saprà mai qual è il suo esatto stato di salute. Insomma, un gameplay ampiamente rodato e vincente a cui però Treyarch ha saputo donare qualcosa in più, grazie anche all'introduzione di due novità che pur non rappresentando l'esatto centro del gioco, vanno ad impreziosire una proposta già di per sé ricca. La prima vede l'introduzione dei mezzi di trasporto che seppure ricoprano comunque un ruolo comprimario, sono comunque importanti per spezzare un'azione di gioco accusata in passato di essere troppo ripetitiva. La seconda novità rappresenta un po' la moda del momento ed è quella dei quick time events. Se in Call of Duty 2 per piazzare una carica esplosiva era sufficiente premere a lungo il tasto X, in questo terzo episodio le cose si fanno un attimo più complicate, perché si dovranno eseguire una serie di operazioni, scandite dal alcune scritte sul monitor, che non solo faranno perdere tempo prezioso, ma che lasceranno il giocatore in balia dell'eventuale fuoco nemico.
Ad aggiungersi a questo ci saranno alcuni momenti, rappresentati da feroci corpo a corpo con il nemico, dove l'esatta riproduzione delle sequenze di tasti ci permetterà di avere la meglio con l'avversario o di perire sotto i suoi colpi. Un piacevole tentativo che va solo a "graffiare" la superficie esterna del gameplay ma che non incide poi in maniera significativa su tutto il sistema di gioco. Un sistema di gioco che appare immutato e sebbene sia palese che questa volta la potenza grafica della console Microsoft sia stato sfruttato a dovere, è altrettanto palese che COD non ha voluto "spiccare il salto" verso altri lidi ludici. S'incontrano infatti i famosi "muri invisibili" o cespugli invalicabili o perimetri insormontabili che limitano volutamente il nostro raggio d'azione.
Si vive e si gioca ancora una volta all'interno di un'enorme "boccia" di cristallo da dove si può ammirare un bellissimo mondo esterno a è impossibile accedere. E allora hanno logica i percorsi filoguidati e anche le situazioni di stallo in cui le due fazioni si fronteggiano in spazi aperti ma in realtà chiusi dove viaggiare con la fantasia è praticamente impossibile. Muoviti-Spara- Ammazza è la santissima trinità di Call of Duty, il tutto fatto possibilmente in ipossia e alla velocità della luce. Una velocità incrementata anche dalla possibilità di contrattaccare utlizzando le stesse armi dal nemico, dal momento che, ad esempio, sarà possibile rimandare al mittente le stesse granate gentilmente lanciate dall'avversario.
L'ottimo motore grafico asseconda ampiamente le richieste dei giocatori, ovvero una grafica più che ottima con una fluidità rocciosamente ancorata ai 60 frame, sebbene sul nostro monitor facciano la comparsa ottimi effetti video a impreziosire il già ottimo quadro generale. Effetti particellari (già ottimi anche nella seconda uscita), ottime texture, una modellazione poligonale di personaggi e ambienti praticamente perfetta consentono anche di chiudere un occhio di fronte ad alcune piccole stonature. L'immancabile clipping, alcune stonature nell'utilizzo delle fonti di luce e una limitata interazione con l'universo circostante sono macchie infinitesime (ma presenti) nel candido lenzuolo di questo terzo Call of Duty a cui si può anche perdonare un certo lassismo nell'intelligenza artificiale avversaria, che spesso tende a gettarsi a corpo morto sotto i nostri colpi. Da spellarsi le mani, come sempre, il versante audio. Grazie all'ausilio della codifica Dolby Digital e con l'ausilio di un adeguato impianto audio ci ritroveremo completamente immersi negli ambienti e nelle situazioni di gioco. Un elemento fondamentale nell'intera esperienza di gioco. Laddove COD dimostra di essere maturato (e alla grande) è sul versante multiplayer. Gli scontri si sono estesi a squadre da dodici componenti e con una suddivisione in classi di "Teamfortessiana memoria". Quello che ha stupito nel corso delle nostre prove è stata la totale assenza di lag, pur con i server pieni e attivi. Un segno di maturità nel servizio Xbox Live, unitamente ad un netcode che già in Call of Duty 2 aveva dato ottima prova di sé.