Call of Duty 4: Modern Warfare
di
Dalla Russia al Medio Oriente
Dopo i fiumi di parole versati in attesa di questo quarto capitolo della leggendaria serie di sparatutto bellici Call of Duty, che qui cambia ambientazione e si sposta sui campi di battaglia moderni, l'unico pericolo era, magari, di avere un battesimo del fuoco non abbastanza esaltante.
Preoccupazione infondata, siamo lieti di dirvi, perché, completato l'immancabile training, Modern Warfare non farà niente per allentare la tensione che permea ogni angolo dell'esperienza di gioco, dal primo all'ultimo momento di questa maratona bellica senza precedenti.
Cosa offre COD4 ? Un'incursione notturna su una nave sospetta al largo del Pacifico, in balia di un mare che riempie le fiancate della bagnarola di flutti e inquietanti sciabordii, diverse missioni di infiltrazione e recupero nella fredda Russia a base di colpi di cecchino e armi silenziate, monumentali assalti aviotrasportati alle infuocate distese cittadine medio-orientali, con imprevisti e salvataggi dell'ultimo minuto.
Cosa ci chiede COD4 ? Coprire l'avanzata dei nostri guidando un fuoco di copertura da un bombardiere alleato, fronteggiare temibili mezzi corazzati nemici sfruttando solo la copertura dei fumogeni e qualche carica di C4 e chi più ne ha più ne metta.
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Infinity Ward mette a segno uno dei suoi colpi più incredibili, facendo della varietà di situazioni da affrontare il piatto forte della portata, infarcendolo di una trama ricca di colpi di scena e ben congegnata, alternando scenari di guerra medio-orientali e russi.
La trama è delle migliori: mentre un certo Al-Asad guida un golpe in un ricchissimo paese arabico e obbliga gli americani a intervenire sul posto, l'ultranazionalista russo Zakhaev prende il potere in Russia e progetta un attacco missilistico proprio contro gli USA, che sarà compito dei reparti congiunti britannici e americani sventare, dopo che la situazione in Medio-Oriente sarà degenerata nel peggiore dei modi.
Le meccaniche di gioco che hanno fatto grande la serie permangono, ma è proprio questo il bello. Osservate da un diverso punto di vista, rielaborate alla luce delle più recenti innovazioni militari (visori notturni, supporto aereo ravvicinato, missili SAM, granate accecanti) appaiono fresche e coinvolgenti come non mai.
C'è una buona regia dietro il tutto, è vero, ma questo si sapeva già: Call of Duty si è sempre basato maggiormente sull'effetto shock di alcune scene, sul coinvolgimento emotivo massimo, sul conflitto bellico portato all'esasperazione. Un risultato ottenuto coordinando aspetto grafico e rumori d'ambiente, effetti di bloom e scenografie sonore pensate a tavolino, che costituiscono incudine e martello dell'esperienza videoludica finale; ma è un risultato esaltante, ed è questo che ci interessa.
Basic Training
Il sistema di controlli, nella versione 360, funziona alla perfezione. Il puntamento automatico sui bersagli più in vista, ottenuto alternando il grilletto della mira e quello di fuoco, sopperisce alla minore precisione imposta dalla mancanza del mouse. Negli scontri ravvicinati la possibilità di estrarre il coltello semplicemente facendo pressione sul grilletto destro è utilissima, e questa capacità ci servirà anche qualora un cane nemico ci dovesse aggredire, solo che qui il tempismo sarà ancora più importante.
E' possibile portarsi dietro i due tipi di granate (accecanti e a frammentazione, il cui uso è associato ai due dorsali) e due fucili. Qui la scelta è enorme, e si passa dagli Ak47 dei russi ai vari mitragliatori in dotazione alle truppe anglo-americane, dalle pistole silenziate del SAS britannico ai mezzi più sofisticati (lanciarazzi e cariche C4), senza tralasciare i devastanti fucili da cecchino.
Oltre alla missione flashback a Chernobyl che dovremo affrontare nei panni di un giovane capitano Price, ambientata 15 ani prima dei fatti narrati, il gioco offre anche la possibilità di affrontare alcune missioni come meglio si crede, eliminando in silenzio gli obiettivi più in vista e passando in silenzio oltre gli altri nemici, o usando la forza bruta.
In questo caso sarà la nostra immancabile squadra a fornirci tutto l'aiuto necessario, anche se almeno in questo capitolo avremmo voluto la possibilità di dare qualche ordine; segnaliamo inoltre la possibilità di rilanciare indietro le granate nemiche, abilità che ci ha salvato il fondoschiena in tantissime situazioni.
La IA che guida alleati e nemici è comunque di ottima fattura, e questo fatto emerge in particolar modo durante le sequenze stealth: in questi frangenti siamo obbligati ad agire con la massima cautela per evitare di essere scoperti, ma qualora ciò dovesse succedere i nostri compagni, fino a quel momento rimasti indietro per lasciarci libertà di agire come meglio crediamo, saranno pronti a gettarsi nella mischia.
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La durata dell'avventura in singolo non è certamente infinita: 3 atti, un totale di circa una ventina di missioni, che possono tuttavia essere rigiocati nelle 4 difficoltà disponibili, in cui a cambiare è la nostra resistenza ai colpi (ricordiamo che come in ogni capitolo della serie non esistono barre di vita, ma il sistema dei danni è quello usato anche da Gears of War, ad esempio, in cui per ripristinare la salute è sufficiente restare al coperto).
Ma, una volta finita l'avventura in singolo e sbloccata la modalità arcade e i trucchi, non sarà certo finita qui: ed eccoci arrivati alla modalità multiplayer, uno dei componenti del gioco che si rivelano cruciali per il nostro voto finale.
Cod Online
La modalità multiplayer di Cod 4 permette di specializzarsi in una delle 5 classi preimpostate e, a partire da un certo livello, di crearne di nuove. Sconfiggendo gli avversari, e facendolo in un certo modo, si ottengono dei punti, (15 a uccisione in modalità Cerca e Distruggi, 5 in Tutti contro Tutti e nel DeathMatch a squadre) si sale di livello e si sbloccano le cosiddette Perks, ovvero abilità speciali e modalità attraverso cui personalizzare le proprie armi.
Insomma, la "multi" è una vera corsa all'uccisione, una sfida al massacro, che rischia però di favorire i giocatori più incalliti, sebbene poi i benefici maggiori si traggano all'interno del singolo match: per fare un esempio, dopo 3 uccisioni consecutive si attiva il radar, dopo 5 una incursione aerea e cosi via.
Ben 6 le modalità di gioco e 16 le mappe disponibili: numeri da capogiro, che uniti alla continua sfida nell'avanzare di grado rendono Cod 4 Online un gioco nel gioco, che può contare oltremodo su tutti i pregi della modalità in singolo e anche su qualcosa in più.
Spettacolo Bellico
Come rappresentare su uno schermo la guerra in tutta la sua drammaticità? Bella domanda, diremmo noi, e bella risposta, quella per cui Infinity Ward opta: una grafica di alto livello.
A voler essere pignoli COD 4 non è graficamente tutto rose e fiori: le ormai famose mancanze di un comparto fisico adeguato, che qui muove solo alcuni oggetti (i proiettili però trapassano alcuni materiali leggeri e i muri meno massicci, e questa è una bella innovazione nella saga) e fa esplodere solo alcuni oggetti predefiniti (i barili rossi, le macchine, poco altro) rimangono anche in questo capitolo.
In alcuni frangenti si poteva dare di più (le cartacce che a volte svolazzano per il campo di battaglia sono praticamente a due dimensioni) ma non prendiamoci in giro: COD 4 può vantare su di un comparto tecnico eccelso e lo si vede dalle animazioni dei personaggi, dalle espressioni facciali, dalle realistiche esplosioni che riempiono il campo di battaglia e dall'enorme quantità di dettagli che sono disseminati in giro.
Magari le pieghe delle uniformi dei soldati sono troppo brillanti, e alcuni dettagli dell'area di gioco brillano di un'aura non proprio realistica, ma gli effetti di sfocatura, di bloom, di rifrazione e mille altri particolari e dettagli sono stati curati come si deve ad un gioco del genere.
Punto di forza del comparto grafico è anche e soprattutto l'adattabilità ad ogni contesto e situazione, si tratti dell'afoso deserto arabico o delle distese steppe caucasiche, e ad ogni punto di vista: come già detto quando si indossa il visore notturno il grado di coinvolgimento rimane altissimo, ma la parte del leone la fanno in ogni caso gli effetti di sfocatura e di luce, che intervengono quando si viene colpiti da una granata, nei momenti più critici o semplicemente quando si prende meglio la mira, a simulare una profondità di campo ormai bagaglio tecnico di ogni fps che si rispetti.
Il sonoro non è di certo da meno: motivi più incalzanti e aulici sottolineano i momenti in cui la situazione si fa più critica e incalzante, mentre l'avanzata lungo il percorso dei nostri compagni è scandita tanto da comandi secchi e professionali (come quando si irrompe in una stanza, si controllano gli angoli e poi si da il via libera, o quando i nostri alleati ci avvisano di un gruppo di nemici "in campo aperto" o "vicino la catasta di legna") che non stancano mai e ci fanno capire quanto studio sul campo ci sia dietro questa tipologia di giochi, quanto dai rumori della battaglia vera e propria. Esplosioni, grida, richieste di aiuto e comandi radio riempiono di drammaticità e caricano di pathos la nostra avanzata attraverso i livelli, in modo tale che la nostra avventura non perda di tono un solo secondo. Di certo, come già abbiamo avuto modo di puntualizzare, si tratta di un modo eccezionale di combinare esperienza visiva e sonora.
Ed è proprio il pathos il collante dell'intera esperienza di COD4: una pressione, un dramma continuo e incessante, corale e ricco di spunti di holliwodiana memoria, capace di coinvolgere dal primo all'ultimo minuto di gioco; onore agli sceneggiatori che, tirando ogni volta fuori dal cilindro situazioni, contesti e punti di vista sempre particolari e avvincenti (ne parliamo in un box a parte, per non rovinare a nessuno la sorpresa) sono riusciti a creare un videogioco dal respiro epico: sia che vogliate o meno lanciarvi nelle arene multiplayer, COD 4 è un titolo che dovete assolutamente provare, senza ombra di dubbio tra i migliori videogiochi del 2007.
Dopo i fiumi di parole versati in attesa di questo quarto capitolo della leggendaria serie di sparatutto bellici Call of Duty, che qui cambia ambientazione e si sposta sui campi di battaglia moderni, l'unico pericolo era, magari, di avere un battesimo del fuoco non abbastanza esaltante.
Preoccupazione infondata, siamo lieti di dirvi, perché, completato l'immancabile training, Modern Warfare non farà niente per allentare la tensione che permea ogni angolo dell'esperienza di gioco, dal primo all'ultimo momento di questa maratona bellica senza precedenti.
Cosa offre COD4 ? Un'incursione notturna su una nave sospetta al largo del Pacifico, in balia di un mare che riempie le fiancate della bagnarola di flutti e inquietanti sciabordii, diverse missioni di infiltrazione e recupero nella fredda Russia a base di colpi di cecchino e armi silenziate, monumentali assalti aviotrasportati alle infuocate distese cittadine medio-orientali, con imprevisti e salvataggi dell'ultimo minuto.
Cosa ci chiede COD4 ? Coprire l'avanzata dei nostri guidando un fuoco di copertura da un bombardiere alleato, fronteggiare temibili mezzi corazzati nemici sfruttando solo la copertura dei fumogeni e qualche carica di C4 e chi più ne ha più ne metta.
table1
Infinity Ward mette a segno uno dei suoi colpi più incredibili, facendo della varietà di situazioni da affrontare il piatto forte della portata, infarcendolo di una trama ricca di colpi di scena e ben congegnata, alternando scenari di guerra medio-orientali e russi.
La trama è delle migliori: mentre un certo Al-Asad guida un golpe in un ricchissimo paese arabico e obbliga gli americani a intervenire sul posto, l'ultranazionalista russo Zakhaev prende il potere in Russia e progetta un attacco missilistico proprio contro gli USA, che sarà compito dei reparti congiunti britannici e americani sventare, dopo che la situazione in Medio-Oriente sarà degenerata nel peggiore dei modi.
Le meccaniche di gioco che hanno fatto grande la serie permangono, ma è proprio questo il bello. Osservate da un diverso punto di vista, rielaborate alla luce delle più recenti innovazioni militari (visori notturni, supporto aereo ravvicinato, missili SAM, granate accecanti) appaiono fresche e coinvolgenti come non mai.
C'è una buona regia dietro il tutto, è vero, ma questo si sapeva già: Call of Duty si è sempre basato maggiormente sull'effetto shock di alcune scene, sul coinvolgimento emotivo massimo, sul conflitto bellico portato all'esasperazione. Un risultato ottenuto coordinando aspetto grafico e rumori d'ambiente, effetti di bloom e scenografie sonore pensate a tavolino, che costituiscono incudine e martello dell'esperienza videoludica finale; ma è un risultato esaltante, ed è questo che ci interessa.
Basic Training
Il sistema di controlli, nella versione 360, funziona alla perfezione. Il puntamento automatico sui bersagli più in vista, ottenuto alternando il grilletto della mira e quello di fuoco, sopperisce alla minore precisione imposta dalla mancanza del mouse. Negli scontri ravvicinati la possibilità di estrarre il coltello semplicemente facendo pressione sul grilletto destro è utilissima, e questa capacità ci servirà anche qualora un cane nemico ci dovesse aggredire, solo che qui il tempismo sarà ancora più importante.
E' possibile portarsi dietro i due tipi di granate (accecanti e a frammentazione, il cui uso è associato ai due dorsali) e due fucili. Qui la scelta è enorme, e si passa dagli Ak47 dei russi ai vari mitragliatori in dotazione alle truppe anglo-americane, dalle pistole silenziate del SAS britannico ai mezzi più sofisticati (lanciarazzi e cariche C4), senza tralasciare i devastanti fucili da cecchino.
Oltre alla missione flashback a Chernobyl che dovremo affrontare nei panni di un giovane capitano Price, ambientata 15 ani prima dei fatti narrati, il gioco offre anche la possibilità di affrontare alcune missioni come meglio si crede, eliminando in silenzio gli obiettivi più in vista e passando in silenzio oltre gli altri nemici, o usando la forza bruta.
In questo caso sarà la nostra immancabile squadra a fornirci tutto l'aiuto necessario, anche se almeno in questo capitolo avremmo voluto la possibilità di dare qualche ordine; segnaliamo inoltre la possibilità di rilanciare indietro le granate nemiche, abilità che ci ha salvato il fondoschiena in tantissime situazioni.
La IA che guida alleati e nemici è comunque di ottima fattura, e questo fatto emerge in particolar modo durante le sequenze stealth: in questi frangenti siamo obbligati ad agire con la massima cautela per evitare di essere scoperti, ma qualora ciò dovesse succedere i nostri compagni, fino a quel momento rimasti indietro per lasciarci libertà di agire come meglio crediamo, saranno pronti a gettarsi nella mischia.
flashcod520293
La durata dell'avventura in singolo non è certamente infinita: 3 atti, un totale di circa una ventina di missioni, che possono tuttavia essere rigiocati nelle 4 difficoltà disponibili, in cui a cambiare è la nostra resistenza ai colpi (ricordiamo che come in ogni capitolo della serie non esistono barre di vita, ma il sistema dei danni è quello usato anche da Gears of War, ad esempio, in cui per ripristinare la salute è sufficiente restare al coperto).
Ma, una volta finita l'avventura in singolo e sbloccata la modalità arcade e i trucchi, non sarà certo finita qui: ed eccoci arrivati alla modalità multiplayer, uno dei componenti del gioco che si rivelano cruciali per il nostro voto finale.
Cod Online
La modalità multiplayer di Cod 4 permette di specializzarsi in una delle 5 classi preimpostate e, a partire da un certo livello, di crearne di nuove. Sconfiggendo gli avversari, e facendolo in un certo modo, si ottengono dei punti, (15 a uccisione in modalità Cerca e Distruggi, 5 in Tutti contro Tutti e nel DeathMatch a squadre) si sale di livello e si sbloccano le cosiddette Perks, ovvero abilità speciali e modalità attraverso cui personalizzare le proprie armi.
Insomma, la "multi" è una vera corsa all'uccisione, una sfida al massacro, che rischia però di favorire i giocatori più incalliti, sebbene poi i benefici maggiori si traggano all'interno del singolo match: per fare un esempio, dopo 3 uccisioni consecutive si attiva il radar, dopo 5 una incursione aerea e cosi via.
Ben 6 le modalità di gioco e 16 le mappe disponibili: numeri da capogiro, che uniti alla continua sfida nell'avanzare di grado rendono Cod 4 Online un gioco nel gioco, che può contare oltremodo su tutti i pregi della modalità in singolo e anche su qualcosa in più.
Spettacolo Bellico
Come rappresentare su uno schermo la guerra in tutta la sua drammaticità? Bella domanda, diremmo noi, e bella risposta, quella per cui Infinity Ward opta: una grafica di alto livello.
A voler essere pignoli COD 4 non è graficamente tutto rose e fiori: le ormai famose mancanze di un comparto fisico adeguato, che qui muove solo alcuni oggetti (i proiettili però trapassano alcuni materiali leggeri e i muri meno massicci, e questa è una bella innovazione nella saga) e fa esplodere solo alcuni oggetti predefiniti (i barili rossi, le macchine, poco altro) rimangono anche in questo capitolo.
In alcuni frangenti si poteva dare di più (le cartacce che a volte svolazzano per il campo di battaglia sono praticamente a due dimensioni) ma non prendiamoci in giro: COD 4 può vantare su di un comparto tecnico eccelso e lo si vede dalle animazioni dei personaggi, dalle espressioni facciali, dalle realistiche esplosioni che riempiono il campo di battaglia e dall'enorme quantità di dettagli che sono disseminati in giro.
Magari le pieghe delle uniformi dei soldati sono troppo brillanti, e alcuni dettagli dell'area di gioco brillano di un'aura non proprio realistica, ma gli effetti di sfocatura, di bloom, di rifrazione e mille altri particolari e dettagli sono stati curati come si deve ad un gioco del genere.
Punto di forza del comparto grafico è anche e soprattutto l'adattabilità ad ogni contesto e situazione, si tratti dell'afoso deserto arabico o delle distese steppe caucasiche, e ad ogni punto di vista: come già detto quando si indossa il visore notturno il grado di coinvolgimento rimane altissimo, ma la parte del leone la fanno in ogni caso gli effetti di sfocatura e di luce, che intervengono quando si viene colpiti da una granata, nei momenti più critici o semplicemente quando si prende meglio la mira, a simulare una profondità di campo ormai bagaglio tecnico di ogni fps che si rispetti.
Il sonoro non è di certo da meno: motivi più incalzanti e aulici sottolineano i momenti in cui la situazione si fa più critica e incalzante, mentre l'avanzata lungo il percorso dei nostri compagni è scandita tanto da comandi secchi e professionali (come quando si irrompe in una stanza, si controllano gli angoli e poi si da il via libera, o quando i nostri alleati ci avvisano di un gruppo di nemici "in campo aperto" o "vicino la catasta di legna") che non stancano mai e ci fanno capire quanto studio sul campo ci sia dietro questa tipologia di giochi, quanto dai rumori della battaglia vera e propria. Esplosioni, grida, richieste di aiuto e comandi radio riempiono di drammaticità e caricano di pathos la nostra avanzata attraverso i livelli, in modo tale che la nostra avventura non perda di tono un solo secondo. Di certo, come già abbiamo avuto modo di puntualizzare, si tratta di un modo eccezionale di combinare esperienza visiva e sonora.
Ed è proprio il pathos il collante dell'intera esperienza di COD4: una pressione, un dramma continuo e incessante, corale e ricco di spunti di holliwodiana memoria, capace di coinvolgere dal primo all'ultimo minuto di gioco; onore agli sceneggiatori che, tirando ogni volta fuori dal cilindro situazioni, contesti e punti di vista sempre particolari e avvincenti (ne parliamo in un box a parte, per non rovinare a nessuno la sorpresa) sono riusciti a creare un videogioco dal respiro epico: sia che vogliate o meno lanciarvi nelle arene multiplayer, COD 4 è un titolo che dovete assolutamente provare, senza ombra di dubbio tra i migliori videogiochi del 2007.