Call of Duty: Black Ops 2
di
Roberto Vicario
Non é mai semplice recensire un titolo della saga di Call of Duty. Le aspettative che si creano ogni anno sono tantissime, così come le persone che aspettano al varco l'uscita del titolo per idolatrarlo come ennesimo capolavoro oppure per denigrarlo come gioco che ogni anno offre la stessa solfa.Dopo l'ottimo lavoro - sopratutto a livello narrativo - fatto da Treyarch con Black Ops, la curiosità di vedere come si sarebbe evoluta la storia era realmente altissima.
Vendetta, morte e tradimento
Il primo Black Ops, uscito due anni fa, era stato il primo capitolo ad inserire all'interno della campagna singolo giocatore elementi che travalicavano il concetto di super soldato americano (Modern Warfare 1 e 2) per offrire una serie di elementi totalmente inediti per la serie come la psicologia e la manipolazione mentale. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, é stato quello di un titolo estremamente influenzato dal comparto narrativo, ed in grado di regalare diversi colpi di scena nel susseguirsi degli eventi.
Black Ops 2 riprende questo concetto, ampliandolo esponenzialmente. La presenza di uno sceneggiatore di caratura mondiale come David S. Goyer (Batman, Ghost Raider, Superman.) ha permesso al team di sviluppo di realizzare uno storia che si stacca totalmente da vecchio concetto di “campagna in stile Call of Duty” a favore di un approccio decisamente più sandbox non solo nel contesto narrativo ma anche del gameplay. La storia, come già largamente anticipato, ci porterà a vivere due diversi periodi storici: il primo a cavallo tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80 ed il secondo nel più futuristico 2025. Filo conduttore dell'intera vicenda sarà ovviamente la famiglia Mason, con Alex - personaggio già noto a chi ha giocato il primo Black Ops - e il figlio David.
Parlarvi della storia di Black Ops 2 é veramente complicato, non tanto per l'intrica trama, quanto per la componente narrativa che si é rivelata uno dei grandi valori aggiunti di questo gioco. Raccontata attraverso il presente e diversi flashback, la trama permette di scoprire come l'iniziale problema delle “terre rare” e di una nuova possibile guerra fredda tra Cina e Stati Uniti, faccia in realtà parte di un piano che il "villain" di turno Raul Menendez (in Italia doppiato da Giancarlo Giannini).Un piano architettato da decenni, giunto ormai alle sue fasi cruciali. Specifichaimo subito che mai come quest'anno i contenuti di Black Ops 2 si siano spinti molto oltre il concetto di "tematiche adulte", integrando alcune scelte visive molto forti e sicuramente d'imbatto, oltre a quell'ibrido tra storia reale e inventata che i ragazzi americani hanno saputo amalgamare benissimo. Mai come quest'anno avremo infatti a che fare con un personaggio estremamente violento, cattivo (il più delle volte in modo del tutto gratuito), che farà da burattinaio a tutta la vicenda. Fondatore della “cordis die” una cellula terroristica con vaghi riferimenti al comunismo nel senso più classico del termine stravolgerà la storia dei nostri eroi.
Un susseguirsi di eventi che in pieno stile Call of Duty ci porteranno a visitare luoghi suggestivi e ben realizzati come Panama, Singapore, Yemen, Afghanistan e tanti altri. La particolarità però non é tanto nella storia in se stessa o nelle location appena menzionate, quanto in una trama che ci mette quasi costantemente davanti a scelte che influenzano in maniera tangibile e sopratutto credibile l'intero comparto narrativo. Scegliere di fare o non fare una determinata azione, potrebbe influenzare l'evoluzione di specifichesituazioni, oppure il futuro stesso. Non stiamo parlando di decidere semplicemente tra A o B, ma di una vera e propria scelta ben strutturata e assolutamente non guidata. Non avremo il sentore di quale possa essere l'evoluzione di una nostra decisione, ed il bello sta proprio qui: giocare e rigiocare per capire in che modo, comportandosi diversamente, avrebbe influenzato la narrazione degli eventi. Vi basti pensare che ci troviamo davanti a sei diversi finali, di cui almeno quattro tra quelli visti sono molto diversi l'uno dall'altro.
A rendere ancora più varia ed in parte innovativa la campagna di gioco, ci pensano le missioni strike force. Questa nuova modalità di gioco ci porrà davanti a determinati obietti e compiti da svolgere con un approccio a metà tra lo strategico e l'azione in prima persona. In poche parole, avremo la completa gestione delle unità di gioco grazie ad una visuale tattica a volo di uccello e impartendo diversi ordini potremo farli muovere in difesa di determinati obiettivi, oppure farli attaccare. Ogni singola unità potrà essere spostata in qualsiasi direzione, ed inoltre, potremo in qualsiasi momento tornare alla visuale in prima persona per comandare direttamente una delle suddette unità che variano tra soldati, droni, mech, torrette e altro ancora. Una componente strategica inedita che viene messa a servizio del giocate all'interno delle più disparate missioni che vanno dallo scortare un convoglio amico, alla difesa di determinate postazioni o al salvataggio di un VIP. Tutto qui direte voi? Non proprio, oltre alla componente di gioco, le strike force influenzeranno esattamente nella stessa misura l'evolversi della storia e starà a noi decidere se portarle a termine o meno. Quello che insomma pensavamo non potesse accadere é in realtà successo: uno story telling coinvolgente, che ti pone davanti a scelte difficili e che influiscono in maniera credibile gli eventi che ancora devono accadere, compresi alcuni colpi di scena che ovviamente non vi sveliamo.
A questo aggiungiamo anche dei livelli che pur rimanendo estremamente scriptati, daranno differenti possibilità di approccio allo scontro e sopratutto diversi elementi di contorno come porte da scassinare, casse da aprire e così via che conterranno oggetti che starà a noi decidere se utilizzare o meno. Infine, la possibilità di modificare il nostro arsenale come se stessimo creando una classe nella modalità multigiocatore é un'aggiunta simpatica che permette al giocatore di partire sin da subito con l'arma, gli attachments e i perk da lui preferiti.
Vendetta, morte e tradimento
Il primo Black Ops, uscito due anni fa, era stato il primo capitolo ad inserire all'interno della campagna singolo giocatore elementi che travalicavano il concetto di super soldato americano (Modern Warfare 1 e 2) per offrire una serie di elementi totalmente inediti per la serie come la psicologia e la manipolazione mentale. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, é stato quello di un titolo estremamente influenzato dal comparto narrativo, ed in grado di regalare diversi colpi di scena nel susseguirsi degli eventi.
Black Ops 2 riprende questo concetto, ampliandolo esponenzialmente. La presenza di uno sceneggiatore di caratura mondiale come David S. Goyer (Batman, Ghost Raider, Superman.) ha permesso al team di sviluppo di realizzare uno storia che si stacca totalmente da vecchio concetto di “campagna in stile Call of Duty” a favore di un approccio decisamente più sandbox non solo nel contesto narrativo ma anche del gameplay. La storia, come già largamente anticipato, ci porterà a vivere due diversi periodi storici: il primo a cavallo tra la fine dei '70 e l'inizio degli '80 ed il secondo nel più futuristico 2025. Filo conduttore dell'intera vicenda sarà ovviamente la famiglia Mason, con Alex - personaggio già noto a chi ha giocato il primo Black Ops - e il figlio David.
Parlarvi della storia di Black Ops 2 é veramente complicato, non tanto per l'intrica trama, quanto per la componente narrativa che si é rivelata uno dei grandi valori aggiunti di questo gioco. Raccontata attraverso il presente e diversi flashback, la trama permette di scoprire come l'iniziale problema delle “terre rare” e di una nuova possibile guerra fredda tra Cina e Stati Uniti, faccia in realtà parte di un piano che il "villain" di turno Raul Menendez (in Italia doppiato da Giancarlo Giannini).Un piano architettato da decenni, giunto ormai alle sue fasi cruciali. Specifichaimo subito che mai come quest'anno i contenuti di Black Ops 2 si siano spinti molto oltre il concetto di "tematiche adulte", integrando alcune scelte visive molto forti e sicuramente d'imbatto, oltre a quell'ibrido tra storia reale e inventata che i ragazzi americani hanno saputo amalgamare benissimo. Mai come quest'anno avremo infatti a che fare con un personaggio estremamente violento, cattivo (il più delle volte in modo del tutto gratuito), che farà da burattinaio a tutta la vicenda. Fondatore della “cordis die” una cellula terroristica con vaghi riferimenti al comunismo nel senso più classico del termine stravolgerà la storia dei nostri eroi.
Un susseguirsi di eventi che in pieno stile Call of Duty ci porteranno a visitare luoghi suggestivi e ben realizzati come Panama, Singapore, Yemen, Afghanistan e tanti altri. La particolarità però non é tanto nella storia in se stessa o nelle location appena menzionate, quanto in una trama che ci mette quasi costantemente davanti a scelte che influenzano in maniera tangibile e sopratutto credibile l'intero comparto narrativo. Scegliere di fare o non fare una determinata azione, potrebbe influenzare l'evoluzione di specifichesituazioni, oppure il futuro stesso. Non stiamo parlando di decidere semplicemente tra A o B, ma di una vera e propria scelta ben strutturata e assolutamente non guidata. Non avremo il sentore di quale possa essere l'evoluzione di una nostra decisione, ed il bello sta proprio qui: giocare e rigiocare per capire in che modo, comportandosi diversamente, avrebbe influenzato la narrazione degli eventi. Vi basti pensare che ci troviamo davanti a sei diversi finali, di cui almeno quattro tra quelli visti sono molto diversi l'uno dall'altro.
A rendere ancora più varia ed in parte innovativa la campagna di gioco, ci pensano le missioni strike force. Questa nuova modalità di gioco ci porrà davanti a determinati obietti e compiti da svolgere con un approccio a metà tra lo strategico e l'azione in prima persona. In poche parole, avremo la completa gestione delle unità di gioco grazie ad una visuale tattica a volo di uccello e impartendo diversi ordini potremo farli muovere in difesa di determinati obiettivi, oppure farli attaccare. Ogni singola unità potrà essere spostata in qualsiasi direzione, ed inoltre, potremo in qualsiasi momento tornare alla visuale in prima persona per comandare direttamente una delle suddette unità che variano tra soldati, droni, mech, torrette e altro ancora. Una componente strategica inedita che viene messa a servizio del giocate all'interno delle più disparate missioni che vanno dallo scortare un convoglio amico, alla difesa di determinate postazioni o al salvataggio di un VIP. Tutto qui direte voi? Non proprio, oltre alla componente di gioco, le strike force influenzeranno esattamente nella stessa misura l'evolversi della storia e starà a noi decidere se portarle a termine o meno. Quello che insomma pensavamo non potesse accadere é in realtà successo: uno story telling coinvolgente, che ti pone davanti a scelte difficili e che influiscono in maniera credibile gli eventi che ancora devono accadere, compresi alcuni colpi di scena che ovviamente non vi sveliamo.
A questo aggiungiamo anche dei livelli che pur rimanendo estremamente scriptati, daranno differenti possibilità di approccio allo scontro e sopratutto diversi elementi di contorno come porte da scassinare, casse da aprire e così via che conterranno oggetti che starà a noi decidere se utilizzare o meno. Infine, la possibilità di modificare il nostro arsenale come se stessimo creando una classe nella modalità multigiocatore é un'aggiunta simpatica che permette al giocatore di partire sin da subito con l'arma, gli attachments e i perk da lui preferiti.
Call of Duty: Black Ops 2
9
Voto
Redazione
Call of Duty: Black Ops 2
Call of Duty: Black Ops 2 é il classico prodotto che non ti aspetti. Pur non rivoluzionando in toto le dinamiche di gioco, per la prima volta nella serie avremo una campagna singolo giocatore dinamica, non scontata e con finali multipli oltre ad un multiplayer con diverse novità. Insomma, quest'anno più che mai Call of Duty merita di essere giocato.