Call of Duty: Black Ops 4

di Luca Gambino

Anche se i titoli legati alla saga di Call of Duty sono sicuramente tra i giochi più seguiti e gettonati nella comunità multiplayer, faticano a trovarsi un posto stabile nella community dei pro player. La natura annuale della saga, che porta spesso cambi repentini nel gameplay sicuramente non ha favorito lo sviluppo di uno zoccolo duro, capace di tenere testa ad altri shooter online come Counterstrike o Overwatch.

Con Black Ops IV Activision cambia le carte in tavola e imposta un titolo che mira proprio a volersi imporre anche tra i videogiocatori professionali. E per raggiungere questo importante obbiettivo sacrifica un pezzo importante della sua scacchiera: la modalità single player. Dopo l’ottima prova di WWII Treyach mette da parte il gioco in singolo per concentrare tutte le sue risorse sulla realizzazione di un impianto di gioco capace non solo di accontentare gli annuali fan della saga, ma anche di portare quelle necessarie modifiche per avvicinarsi in pianta stabile al circuito dei PRO.

Se infatti mettiamo da parte la modalità zombie, proposta in tre differenti varianti, ma legata sempre ad mood “for fun”, quello messo sul piatto da Treyarch è una struttura di gioco che cambia le regole di tutti i giochi messi in commercio da Activision da Modern Warfare in poi. Sicuramente Black Ops IV è figlio legittimo del terzo capitolo, da cui riprende armi, personaggi e gunplay, a cui però applica delle regole d’ingaggio completamente nuove per la saga.

Innanzitutto la vita del personaggio è salita a 150 punti, il che significa che, a parità di punti tolti da un singolo colpo rispetto ai titoli precedenti, dovrete faticare un po’ di più per buttare a terra il vostro avversario di turno. Il che, secondo la visione di Treyarch, dovrebbe allungare la durata media degli scontri. In seconda battuta c’è l’eliminazione della vita autorigenerante, sostituita dalla possibilità data ad ogni giocatore di potersi curare per rigenerare i punti vita fino al massimo livello. La capacità di cura richiede un certo periodo di ricarica, per cui non potrete ininterrottamente a tamponare le ferite.

L’inserimento del medikit ricaricabile introduce importanti varianti proprio negli scontri 1 vs 1, perché consente al giocatore in svantaggio di sottrarsi allo scontro per curarsi e ripresentarsi dopo pochi secondi completamente in forze. Un elemento tattico importante, che cambia notevolmente l’approccio al gioco, suggerendo un atteggiamento meno “rambesco” e un po’ più conservativo. Tra l’altro, altra novità in seno a Black Ops IV, adesso potrete vedere anche la quantità di vita in possesso non solo dei vostri compagni di team, ma anche dei vostri avversarsi, permettendovi quindi di scegliere se affondare il colpo prima che l’avversario possa curarsi, oppure attendere e valutare meglio la situazione. Anche questa è una aggiunta particolarmente importante nell’economia di gioco, che però avrebbe richiesto forse una maggiore attenzione da parte di Treyarch proprio nell’ingombro richiesto proprio da queste informazioni supplementari, perché è capitato in diverse occasioni che, con alcuni compagni davanti, non riuscissimo a vedere gli avversari perché coperti da nomi e status dei saluti dei nostri team mates.

Come detto anche in precedenza, Black Ops IV paga un forte debito di riconoscenza nei confronti del 3, soprattutto per i personaggi presenti e per le capacità peculiari affidate ad ognuno di essi. Ognuno dei 10 soldati del roster tra cui scegliere prima di andare in battaglia possiede capacità peculiari che lo differenzia e che può rendere unico, e decisivo, il suo apporto in battaglia. A parte il medikit personale, affidato a tutti, ogni personaggio possiede una caratteristica primaria e un’arma/mossa speciale. Se, per esempio, Battery ha la possibilità di poter avere periodicamente a disposizione una granata, con il passare del tempo e grazie alla sua attività sul campo, potrà disporre anche di un devastante lancia granate. Crash invece potrà aumentare la salute dei compagni di squadra fino ad un massimo di 200 punti, utile prima di lanciare un assalto verso gli avversari, che potranno approvvigionarsi grazie ai depositi di munizioni da rilasciare sulla mappa. Seraph non solo dispone di un’arma speciale di tutto rispetto, ad altissimo calibro, ma ha anche la possibilità di posizionare sulla mappa un particolare segnale che consente ai compagni di squadra di respawnare in punto qualsiasi dell’area di gioco. Insomma, tutta una serie di caratteristiche e di poteri che se ben combinati tra loro possono regalare incredibili varianti al gameplay e mettere in campo strategie di squadra fino ad ora inedite.

A supporto di tutto questi ben di dio c’è un arsenale di assoluto rispetto, che vede la classica presenza di Mitragliatrici leggere, fucili d’assalto, mitragliette, fucili di precisione e fucili a pompa, altamente personalizzabili grazie a bonus sbloccabili nel corso del gioco. Un sistema altamente collaudato che “triggera” i giocatori tenendoli incollati online per migliorare le prestazioni degli strumenti di morte preferiti, cercando di riempire i 10 slot dati ad ogni giocatore alla ricerca dell’equilibrio perfetto. A queste si devono aggiungere anche le abilità, anch’esse sbloccabili con i punti esperienza, che migliorano alcune caratteristiche del proprio player, dalla velocità di ricarica aumentata alla velocizzazione dei movimenti o al possedere un passo felpato, impossibile da individuare dagli avversari. Tante novità, quindi, che trovano posto accanto a consolidati capisaldi della saga, che disegnano un gameplay dinamico e piacevole, forse vanificato da una realizzazione non sempre ispirata delle mappe di gioco.

A parte le molte, forse troppe, mappe riprese dai vecchi episodi delle saga Black Ops, abbiamo trovato alcuni scenari di gioco fin troppo basici, fedeli allo schema delle “Three Lines” che vede la presenza di due corridoi laterali stretti e uno più largo messo in posizione centrale, che spesso ha il difetto di “ammassare” i flussi dei giocatori, creando sicuramente dei colli di bottiglia spettacolari, ma che lasciano a desiderare se si è alla ricerca di un tipo di approccio più ad ampio respiro. Un chaos calcolato, senza dubbio, ma deve piacervi un ritmo di gioco che tiene perennemente il piede sull’acceleratore, altrimenti rischiate di trovarvi all’interno di un vortice senza colore e sapore. Sicuramente Black Ops IV prende le distanze da WWII, dove invece le mappe più ampie e il ritmo più compassato davano al giocatore più tempo per pensare ma che, per contro, erano stati i motivi principali per cui non è riuscito a sfondare tra i Pro players e risulta, in tutta onestà, abbastanza noioso da guardare in qualità di spettatore.

Sul fronte delle modalità di gioco, se facciamo eccezione per il Battle Royale, a cui dedicheremo un capitolo a parte, non ci sono eclatanti novità, fatta eccezione per “Furto”, che mette in scena un sistema di gioco dove i due team devono contendersi un borsone pieno di soldi, da prendere e depositare in un punto specifico della mappa e che condivide qualche punto di contatto con Counterstrike. Sarà questa una delle modalità che saranno inserite nei tornei dei circuiti mondiali? Staremo a vedere. Per il momento possiamo dirvi che è una buona novità e che avrà sicuramente un buon seguito.