Call of Duty: Infinite Warfare
di
Lo ammetto: sono sempre stato tra quelli che ha sempre difeso COD, a volte anche oltre l'indifendibile. Ho sempre preso le parti di una saga capace di rivoluzionare il concetto di multiplayer su console, riuscendo a dare una forma, una consistenza e una dignità ad un comparto che prima di Modern Warfare era quasi totalmente sconosciuta in ambito “casalingo”. E poco importa se il singolo giocatore era stato sacrificato sull'altare del divertimento condiviso. In fondo, soprattutto all'inizio del nuovo corso di Call of Duty, il single player non era nemmeno malaccio. Certo, mancavano quelle bellissime azioni corali che avevano contraddistinto i primi due capitoli della saga, ma le storie, la dinamicità e la moltitudine di armi utilizzabili, erano comunque riuscite a farmi chiudere un occhio sulla brevità complessiva dell'avventura principale.
Anzi, a dirla tutta, mi andava anche bene, soprattutto perché era tale la voglia di buttarsi sui server che il singolo era diventato più un “compitino” che doveva essere portato avanti solo per dovere di cronaca. Il problema é che con l'andare del tempo, il già ridotto bacino d'idee si é prosciugato piuttosto in fretta e chi aveva in progetto di dare un vero e proprio cambio di rotta, é stato gentilmente accompagnato alla porta. Ed ecco il declino di una saga che più volte si é ritrovata a scopiazzare idee proprio coloro che avevano cacciato via, a sbilanciare sempre di più verso il multiplayer lasciando al singolo delle semplici “apparizioni” ciclostilando sistemi di gioco via via sempre più noiosi, ristretti e piatti.
E poi c'é Infinite Warfare, che tocca il punto più basso di questo concetto di svendita totale, proprio nel momento in cui Respawn e DICE tirano fuori dal cilindro due giochi fatti davvero con criterio e dimostrando che, si, un FPS può trovare un ottimo punto d'equilibrio tra single e multi. Ma, ancora peggio, Activision perde la sua personale lotta interna riuscendo a far brillare il remake di Modern Warfare che sorpassa de destra il “main game” esponendo pure il dito il medio. Partiamo dal principio, dicendo che così come anticipato a più riprese, Infinite Warfare porta lo scontro per la difesa del pianeta, ben oltre la nostra stratosfera, portando sulla scena lo scontro tra le forze del nostro pianeta e un gruppo di terroristi formato da coloni terrestri ormai stabiliti su Marte, ma decisi non solo a liberarsi dal nostro controllo ma anche ad invadere il globo terracqueo.
Per rendere credibile e appetibile questo polpettone sci-fi, Infinity Ward porta letteralmente il giocatore a spasso per la nostra galassia, spaziando tra missioni su Giove, assalti a navi orbitali su Nettuno e ad impedire attacchi terroristici sulla terra. E il problema non sarebbe sicuramente questo, quanto piuttosto il modo con cui il tutto viene portato in scena. Perché se é vero che Battlefield One riesce a essere molto più coinvolgente grazie ad ambienti enormi e a soluzioni di gameplay differenziati e Titanfall 2 spinge invece sul pedale della fantascienza, Infinite War invece quasi si tira indietro in entrambi i versanti, presentando i soliti corridoi e un gameplay su monorotaia, non riuscendo nemmeno a rendere credibile il setting futuristico.
Manca totalmente la sospensione dell'incredulità di Modern Warfare, le soluzioni tecnologiche di Titanfall 2 e quella epicità che si respira a pieni polmoni di Battlefield 1. E poco importa se la grande novità di questo capitolo dovevano essere le escursioni a bordo di navicelle futuristiche, gli assalti di gruppo alle mega navicelle avversarie (che sanno tanto di Battlestar Galactica) e gli scontri alla Top Gun con altri piloti avversari. Tutto il minestrone é insipido, il gameplay é filoguidato e senza cambi di ritmi importanti e ritroviamo qua e là anche soluzioni già viste in altri capitoli della saga e qui riproposti senza tentare niente di più rispetto al classico copia incolla.
Ne consegue che ben presto si cerca di portare a termine le missioni non tanto per vedere lo svolgersi della trama, quanto piuttosto per portare a termine il compito, vedere il The End e buttarsi sui server multiplayer. C'é da dire che la mancanza di una sequenza post credits potrebbe anche far pensare ad una chiusura del filone sci-fi (cosa peraltro trapelata anche qualche giorno fa), per cambiare setting e, si spera, portare qualche novità ad una saga in evidente crisi d'ossigeno. Una crisi che si riflette anche una volta entrati in ambito multigiocatore, perché se é vero che Infinite Warfare si innesta nel solco di Black Ops 3, é altrettanto vero che lo fa forse nel peggiore dei modi, perché quello proposto é un gameplay più lento e pesante, molto meno agile e con un ritorno all'esaltazione del cecchinaggio “bimbomichiesco” da cui i competitor stanno cercando di allontanarsi il più possibile. A supportare quanto stiamo dicendo, c'é anche un level design che non asseconda per niente, al contrario di Black Ops 3, la possibilità di utilizzare le abilità speciali date ai giocatori, come per esempio i wallrun. E forse non é un caso che la stessa Activision abbia reso noto che nelle partite private ci potrà essere la possibilità di eliminare direttamente i jetpack, eliminando del tutto i walllrun stessi e i doppi salti. Che sia l'inizio di un rollover verso il passato?
C'é da dire che se siete tra i più furbi che hanno speso i 10 euro in più per la legacy edition, vi troverete tra le mani il gioco che vale davvero il prezzo del biglietto: la riedizione di Modern Warfare. Per celebrare il capostipite della concezione “moderna” di Call of Duty, Activision ha assegnato ai Raven la remastered di Modern Warfare, tirando fuori un prodotto che vince a mani basse sulla (finta) modernità di Infinite Warfare. E forse non é un caso se questa remastered non può essere acquistata singolarmente…Quello che ci siamo trovati davanti é un gioco che a dispetto dei nove anni passati ha una freschezza di idee e di realizzazione capace di lasciare dietro parecchi prodotti di recente realizzazione.
I Raven non si sono limitati a dare semplicemente una rinfrescata alla texture, ma hanno ottimizzato alla grande il motore grafico, riportando alla luce un vero capolavoro, brillante sia sul versante single player che su quello multigiocatore dove, seppure con tutti i difetti dell'epoca, porta alla luce un gameplay davvero sfidante per il giocatore e non quella fiera del “frag fest” in salsa Sci-Fi che é il Call of Duty di questi ultimi anni. Ovviamente i server di gioco sono strapieni sia su Infinite che su Modern Warfare e la nostra sensazione é che Activision voglia utilizzare questa doppia chiave di lettura per avere un orientamento chiaro sulle preferenze del pubblico.
La speranza é che, come diciamo spesso, ci sia il coraggio di fare un passo indietro per poi compierne uno avanti. La stanchezza e la povertà di idee degli ultimi episodi di COD sono una vera pugnalata per chi ama veramente la saga e probabilmente un anno d'assenza dagli schermi per ritrovare la freschezza ormai perduta potrebbe essere una chiave per avere lo slancio necessario ad affrontare le nuove generazioni in arrivo. Pensate un pò se il testimonial del prossimo COD fosse....il gameplay. Non sarebbe bellissimo?
Anzi, a dirla tutta, mi andava anche bene, soprattutto perché era tale la voglia di buttarsi sui server che il singolo era diventato più un “compitino” che doveva essere portato avanti solo per dovere di cronaca. Il problema é che con l'andare del tempo, il già ridotto bacino d'idee si é prosciugato piuttosto in fretta e chi aveva in progetto di dare un vero e proprio cambio di rotta, é stato gentilmente accompagnato alla porta. Ed ecco il declino di una saga che più volte si é ritrovata a scopiazzare idee proprio coloro che avevano cacciato via, a sbilanciare sempre di più verso il multiplayer lasciando al singolo delle semplici “apparizioni” ciclostilando sistemi di gioco via via sempre più noiosi, ristretti e piatti.
E poi c'é Infinite Warfare, che tocca il punto più basso di questo concetto di svendita totale, proprio nel momento in cui Respawn e DICE tirano fuori dal cilindro due giochi fatti davvero con criterio e dimostrando che, si, un FPS può trovare un ottimo punto d'equilibrio tra single e multi. Ma, ancora peggio, Activision perde la sua personale lotta interna riuscendo a far brillare il remake di Modern Warfare che sorpassa de destra il “main game” esponendo pure il dito il medio. Partiamo dal principio, dicendo che così come anticipato a più riprese, Infinite Warfare porta lo scontro per la difesa del pianeta, ben oltre la nostra stratosfera, portando sulla scena lo scontro tra le forze del nostro pianeta e un gruppo di terroristi formato da coloni terrestri ormai stabiliti su Marte, ma decisi non solo a liberarsi dal nostro controllo ma anche ad invadere il globo terracqueo.
Per rendere credibile e appetibile questo polpettone sci-fi, Infinity Ward porta letteralmente il giocatore a spasso per la nostra galassia, spaziando tra missioni su Giove, assalti a navi orbitali su Nettuno e ad impedire attacchi terroristici sulla terra. E il problema non sarebbe sicuramente questo, quanto piuttosto il modo con cui il tutto viene portato in scena. Perché se é vero che Battlefield One riesce a essere molto più coinvolgente grazie ad ambienti enormi e a soluzioni di gameplay differenziati e Titanfall 2 spinge invece sul pedale della fantascienza, Infinite War invece quasi si tira indietro in entrambi i versanti, presentando i soliti corridoi e un gameplay su monorotaia, non riuscendo nemmeno a rendere credibile il setting futuristico.
Manca totalmente la sospensione dell'incredulità di Modern Warfare, le soluzioni tecnologiche di Titanfall 2 e quella epicità che si respira a pieni polmoni di Battlefield 1. E poco importa se la grande novità di questo capitolo dovevano essere le escursioni a bordo di navicelle futuristiche, gli assalti di gruppo alle mega navicelle avversarie (che sanno tanto di Battlestar Galactica) e gli scontri alla Top Gun con altri piloti avversari. Tutto il minestrone é insipido, il gameplay é filoguidato e senza cambi di ritmi importanti e ritroviamo qua e là anche soluzioni già viste in altri capitoli della saga e qui riproposti senza tentare niente di più rispetto al classico copia incolla.
Ne consegue che ben presto si cerca di portare a termine le missioni non tanto per vedere lo svolgersi della trama, quanto piuttosto per portare a termine il compito, vedere il The End e buttarsi sui server multiplayer. C'é da dire che la mancanza di una sequenza post credits potrebbe anche far pensare ad una chiusura del filone sci-fi (cosa peraltro trapelata anche qualche giorno fa), per cambiare setting e, si spera, portare qualche novità ad una saga in evidente crisi d'ossigeno. Una crisi che si riflette anche una volta entrati in ambito multigiocatore, perché se é vero che Infinite Warfare si innesta nel solco di Black Ops 3, é altrettanto vero che lo fa forse nel peggiore dei modi, perché quello proposto é un gameplay più lento e pesante, molto meno agile e con un ritorno all'esaltazione del cecchinaggio “bimbomichiesco” da cui i competitor stanno cercando di allontanarsi il più possibile. A supportare quanto stiamo dicendo, c'é anche un level design che non asseconda per niente, al contrario di Black Ops 3, la possibilità di utilizzare le abilità speciali date ai giocatori, come per esempio i wallrun. E forse non é un caso che la stessa Activision abbia reso noto che nelle partite private ci potrà essere la possibilità di eliminare direttamente i jetpack, eliminando del tutto i walllrun stessi e i doppi salti. Che sia l'inizio di un rollover verso il passato?
C'é da dire che se siete tra i più furbi che hanno speso i 10 euro in più per la legacy edition, vi troverete tra le mani il gioco che vale davvero il prezzo del biglietto: la riedizione di Modern Warfare. Per celebrare il capostipite della concezione “moderna” di Call of Duty, Activision ha assegnato ai Raven la remastered di Modern Warfare, tirando fuori un prodotto che vince a mani basse sulla (finta) modernità di Infinite Warfare. E forse non é un caso se questa remastered non può essere acquistata singolarmente…Quello che ci siamo trovati davanti é un gioco che a dispetto dei nove anni passati ha una freschezza di idee e di realizzazione capace di lasciare dietro parecchi prodotti di recente realizzazione.
I Raven non si sono limitati a dare semplicemente una rinfrescata alla texture, ma hanno ottimizzato alla grande il motore grafico, riportando alla luce un vero capolavoro, brillante sia sul versante single player che su quello multigiocatore dove, seppure con tutti i difetti dell'epoca, porta alla luce un gameplay davvero sfidante per il giocatore e non quella fiera del “frag fest” in salsa Sci-Fi che é il Call of Duty di questi ultimi anni. Ovviamente i server di gioco sono strapieni sia su Infinite che su Modern Warfare e la nostra sensazione é che Activision voglia utilizzare questa doppia chiave di lettura per avere un orientamento chiaro sulle preferenze del pubblico.
La speranza é che, come diciamo spesso, ci sia il coraggio di fare un passo indietro per poi compierne uno avanti. La stanchezza e la povertà di idee degli ultimi episodi di COD sono una vera pugnalata per chi ama veramente la saga e probabilmente un anno d'assenza dagli schermi per ritrovare la freschezza ormai perduta potrebbe essere una chiave per avere lo slancio necessario ad affrontare le nuove generazioni in arrivo. Pensate un pò se il testimonial del prossimo COD fosse....il gameplay. Non sarebbe bellissimo?