Call of Duty: WWII
Infinite Warfare è stato probabilmente il punto di non ritorno per la saga di Call of Duty. Troppo “oltre”, troppo fantascientifico, troppo distante dal gradimento del pubblico. Giudizi e vendite sono stati testimoni di quanto indigesto sia stato il tentativo di Activision che, furbescamente, aveva già mitigato il disagio inserendo nell’offerta anche quel Modern Warfare, capostipite dei Call of Duty “moderni” unanimamente riconosciuta come migliore remastered dell’anno e antipasto per il COD che sarebbe poi arrivato. Messa alle spalle la batosta ricevuta dal diretto concorrente Electronic Arts, anche Activision ha deciso di riportare la saga alle sue origini, riportando “Boots on the ground” giocatori e setting storico.
Come suggerito dal nome: COD WWII ci riporta alla seconda guerra mondiale, partendo forse dal compitino più facile: lo sbarco in Normandia. Un classico senza tempo, che Sledgehammer riesce però a mettere in scena nel modo migliore, con una drammaticità spinta ma non eccessiva e condendo tutte le sequenze della prima parte di gioco con quel misurato carico emotivo ed epico che hanno sempre contraddistinto i primi episodi della saga. Forsa non ha la carica di altre sequenze di gruppo a cui ci ha abituato Call of Duty, ma l’ennesimo sbarco sulle spiagge della Normandia funziona bene, è discretamente impegnativa e rappresenta la migliore porta d’accesso al gioco anche se sinceramente abbiamo sicuramente visto di meglio in altri giochi che hanno trattato lo stesso evento storico.
WWII parte proprio dalle sequenze filmate che anticipano lo sbarco vero e proprio, introducendo i personaggi che impararemo a conoscere ed amare nel corso dell’avventura. Daniels, il protagonista principale, l’iperattivo Zusmann e il burbero sergente Pierson sono tutti personaggi rappresentati con il giusto spessore emotivo e rappresentano un valore aggiunto non indifferente per aiutarci a calarci nella parte. Com’è facile intuire i primi minuti di gioco sono all’insegna della confusione più assoluta: esplosioni, colpi di mitragliatrice che saettano sulle vostre teste, tanto sangue e membra dei vostri compagni meno fortunati.
In questa prima parte imparerete ad utilizzare le armi in vostro possesso che saranno ovviamente meno immediate e semplici di quanto non lo fossero in Infinite Warfare. Niente armi al plasma o energetiche, niente droni o missili teleguidati, ma i vecchi buoni Garand a colpo singolo e mitragliatori che non fanno della precisione chirurgica il loro punto di forza. E, soprattutto, dimenticatevi della vita “autorigenerante”. Quando vedrete andare in rosso il vostro livello di punti-vita, dovrete cercare attorno a voi il kit medico per le cure, o il vostro compagno di squadra che vi possa dare il giusto rifornimento. Questa scelta di Sledgehammer trova diverse applicazioni sul campo. La prima è quella di combattere sempre in gruppo, senza mai lasciarsi andare ad azioni in solitaria troppo arrembanti. La seconda, a seguire, è quella di fare della pazienza e della prudenza la vostra arma primaria.
Nel corso dell’avventura potrete avvalervi dell’aiuto di altri commilitoni che vi potranno rifornire non solo di medikit, ma anche di munizioni e granate o che vi segnaleranno i nemici più vicini a voi, in modo da facilitarvi il compito di eliminarli dal vostro cammino. La trama di WWII vi metterà anche nei panni di una spia francese che si dovrà introdurre oltre le linee nemiche e di un carrista alle prese con nemici superiori in forze e in numero, nonché tutta una serie di missioni più o meno di spessore, in modo da spezzare l’altrimenti monotono incedere verso il finale. Tutto è permeato dal giusto “mood” che vi permette di farvi affezionare ai vostri compagni di squadra e che vi collega emotivamente a quanto accade sullo schermo.
Il tutto attraverso un comparto audio-video che nel complesso funziona davvero molto bene, forse più nel secondo ambito che non nel primo. Al mix di doppiaggio italiano davvero ben realizzato e “carico” e un set di musiche d’accompagnamento che riescono davvero a caricare il giocatore fa da contraltare un comparto tecnico buono ma non eccellente, soprattutto in considerazione della maturità delle console attuali (noi l’abbiamo testato su Ps4 Pro). Affianco ad elementi ben disegnati e animati sullo schermo abbiamo trovato anche qualche elemento di contorno come vegetazione e texture del terreno, non altrettanto in forma. Tutto sommato, però, visivamente WWII è davvero un bel vedere, con un buon equilibrio tra la modellazione poligonale degli elementi sullo schermo e texture ben dettagliate.
Tra vecchi ritorni alle origini e novità rispetto gli ultimi episodi, ritroviamo anche la classica impostazione su “monorotaia” che accompagna COD quasi dalla sua nascita. Niente scenari particolarmente aperti, quindi, ma ambienti ben circoscritti e corridoi pregni di avversari da eliminare. Anche il livello dello scontro non si sposta molto dal classico approccio a cui ci siamo ormai abituati, con i due le due fazioni ad affrontarsi frontalmente, con scarse possibilità di poter aggirare l’ostacolo a creare varianti d’attacco. La cosa buona è che l’azione di gioco è frenetica e quindi spesso la reazione anticipa il pensiero, creando una continuità che funziona bene, diverte e richiede un impegno commisurato al grado di difficoltà impostato, ma che potete comunque modificare in corso d’opera.
Prima di passare al multiplayer, lasciateci dire che il single Player di COD fa emergere due cose, prima di tutte. La prima è che il passo indietro fatto da Activision è servito, e parecchio. Da un punto di vista narrativo ed emotivo, WWII è una piccola perla. Racconta senza tirarsi indietro una storia di valori, d'eroismo, d'inferno e redenzione. Certo, niente che non si sia già visto e sentito altrove, ma riesce comunque a farlo nel migliore dei modi, spingendo il giocatore ad andare avanti per il piacere di scoprire lo svolgersi della storia e soprattutto rendendolo partecipe di quello che gli accade attorno, responsabilizzandolo nei confronti di chi non ha la sua stessa fortuna.
Il secondo punto è che la struttura ludica di COD è ormai al lumicino. E' vero, i tempi di reazione di Activision sono nell'ordine dei due-tre anni, dal momento che ha almeno tre team al lavoro sui vari COD in uscita, ma questa saga necessita di uno step evolutivo che lo sleghi in maniera definitiva e convinta dalla sua struttura su binari che un po' vanificano quanto detto poco sopra. E' inutile mettere il giocatore al centro di una struttura convincente e realistica se poi quanto gli accade attorno è scriptato all'inverosimile e alla fine si hanno in mano solo pochi strumenti a disposizione per fare davvero la differenza.
La sensazione che si ha è quella di combattere all'interno di uno scenario dove è tutto deciso e dove il tempo è quasi congelato. Non c'è un vero senso di urgenza e quando il mio comandante dice "Hai due minuti per salvare quella bambina", in realtà non trasferisce quell'emozione che davvero dovrebbe far mettere le gambe in spalle per non fallire. Ci si può prendere tutto il tempo che si vuole, tanto non c'è fretta perché al di là di quella specifica "Action bubble" il tempo è congelato. Intendiamoci, è un problema che hanno in tanti e forse il genere ludico non aiuta, ma un aggiornamento non può che fare bene.
Ad ogni modo, le buone impressioni del single player si riflettono anche nella modalità multigiocatore, dove tradizionalmente Call of Duty riesce ad esprimersi al meglio. Pur non introducendo novità davvero eclatanti, fa davvero piacere ritrovare un gameplay scevro dalle esagerazioni viste nel corso degli ultimi anni. La prima novità sostanziale è l'introduzione del "Quartier Generale". Una sorta di hub social che ricorda da vicino quanto visto anche in Destiny, dove i giocatori possono interagire con NPC per riscattare bonus e premi, richiedere le famigerate casse di supporto (si, esistono anche qui, mettetevi l'anima in pace) e gestire il proprio arsenale, acquisire le sfide giornaliere o testare in anteprima le armi a disposizione. Altra novità è quella delle divisioni. Queste rappresentano la classe a cui il giocatore sceglierà di far parte e offriranno specifici bonus che il giocatore potrà usufruire fin dalla prima partita. Ad esempio, la divisione aerotrasportata potrà accedere immediatamente al silenziatore per le proprie armi, mentre altre divisione ci daranno accesso ad altri gadgets, come la baionetta d'assalto, davvero devastante nel corpo a corpo.
Affianco alle modalità più classe che abbiamo imparato a conoscere e amare nel corso degli anni, è stata inserita anche la nuovissima modalità "Guerra", che costringe i giocatori a collaborare tra loro per riuscire a portare a casa la partita, concentrandosi su obbiettivi comuni di attacco e difesa scanditi di volta in volta dal sistema. E' forse questa la novità più interessante di tutto il pacchetto multiplayer, soprattutto per qualità e l'equilibrio delle mappe (solo tre, purtroppo) messe a disposizione. Oltre a questo, Guerra riesce finalmente a svincolare il giocatore dal classico computo uccisioni/morti e a concentrarsi maggiormente sul gioco di squadra piuttosto che sulla prestazione del singolo. Sarà questa una novità anche in campo eSport? Staremo a vedere. Il gameplay è diventato sicuramente molto più tattico e richiede una maggiore attenzione per riuscire a portare a casa la pellaccia, dal momento che non avremo più a disposizione tutte quei bonus e quelle facilitazioni che abbiamo visto fin troppo da vicino in Infinite Warfare. Insomma, è di nuovo un piacere calcare le arene multigiocatore di Activision. Ed era ora!