Capcom Arcade Cabinet
di
Massimiliano Pacchiano
Un tempo esistevano dei luoghi strani, quasi magici, che ormai sopravvivono solo nella memoria dei giocatori di vecchia data e nello scantinato di qualche collezionista più o meno facoltoso. Si chiamavano Arcade o Sale Giochi. Oggi, quando sentiamo questo termine pensiamo erroneamente alle squallide sale videopoker (ormai divenute illegali) o videoslot: una sorta di bische legalizzate dove, mentre il gestore si arricchisce, lo stato prende la sua bella percentuale. Ovviamente tutto ciò a scapito dei poveri disgraziati che scialacquano velocemente i loro averi nelle famigerate macchinette, nell'illusione di una vincita che non arriverà mai, o quantomeno non risarcirà mai la spesa effettuata.
Ebbene, un tempo non esisteva questo flagello elettronico e le Sale Giochi erano piene di cabinet, videogames allegri e colorati che offrivano diversi minuti di divertimento per una manciata di centesimi. O meglio, in cambio delle ormai scomparse monetine da “cento o duecentolire”. Questi monoliti di legno fantasiosamente variopinti e muniti di classici joystick arcade (spesso della mitica azienda nostrana Edierre) avevano un monitor CRT incastonato ed una gettoniera spesso stracolma, che i più fortunati vedevano svuotarsi per mano del gestore, il quale in un impeto di generosità talvolta donava partite gratis agli astanti.
Questi leggendari luoghi, ormai quasi totalmente estinti, rivivono in raccolte di giochi arcade più o meno fedeli come questa Capcom Arcade Cabinet. Stavolta, al contrario delle precedenti raccolte intitolate Capcom Classics Collection e disponibili sulla precedente generazione di console, si é optato per una struttura modulare in stile Microsoft Game Room, progetto per X360 risalente ad alcuni anni fa ma tristemente naufragato. E' solo un'idea, ma probabilmente tale progetto avrebbe riscosso maggior successo se si fosse optato per una scelta più oculata dei giochi e se si fosse affiancata all'interfaccia base una sezione gestionale in stile Arcadecraft, l'ormai noto titolo indie disponibile su 360.
Indubbiamente i titoli di richiamo non mancano certo a Capcom: già nella versione base scaricabile gratuitamente troviamo, infatti, lo storico Black Tiger (che curiosamente in Giappone si chiamava Black Dragon), platform-action fantasy con una spruzzata di elementi RPG che fece epoca nel lontano 1987. Nei panni di un massiccio guerriero con la sua imponente armatura dovremo farci largo tra dungeon e caverne piene di temibili nemici quali scheletri, demoni e boss sempre più bizzarri e minacciosi. Inizialmente avremo a disposizione una palla chiodata con catena e dei pugnali da lancio, ma avanzando potremo acquisire diverse armi sempre più letali, nuove armature, potenziamenti e bonus assortiti. Fondamentale é la raccolta dei soldi da utilizzare nei negozi, valuta qui chiamata Zenny (come nel successivo e bellissimo Forgotten Worlds); ma attenzione perché l'avidità potrebbe rendervi facili vittime della furia degli avversari e del tempo limite, che scorre inesorabile decretando il Game Over.
Il gioco é ottimo ancora oggi: divertentissimo e difficilissimo come si conviene ad un arcade dell'epoca, dove solo la pratica poteva portare ad acquisire l'abilità e l'esperienza necessaria per completare il tutto. C'é da dire che in questa sede i giochi hanno crediti infiniti ed é possibile continuare a giocare indefinitamente, cosa che a nostro avviso é deleteria per titoli del genere: la sfida é appunto quella di completare il gioco con un numero di vite limitate dando prova della propria abilità, cosa che si é persa negli anni in questa de-evoluzione videoludica dove i giochi vengono fruiti alla stregua di film. Il gioco d'annata é principalmente reiterazione di meccaniche e situazioni, declinate spesso in maniera differente a seconda di come si affronta il gioco e degli algoritmi di gestione degli avversari. Insomma, il videogioco era meno “video” e più “gioco”, inoltre vista la snellezza delle meccaniche, la brevità dell'opera stessa e dei tempi di fruizione, ricominciare ogni volta dall'inizio non era un peso ma un piacere. L'inizio di un arcade é spesso divertente, veloce ed accattivante; al contrario nei giochi moderni l'incipit é spesso un coacervo di noiosi tutorial e filmati introduttivi dove le meccaniche stentano a decollare.
Ma torniamo a Capcom Arcade Cabinet: oltre al gratuito Black Tiger abbiamo diversi pack di giochi che verranno rilasciati ogni due settimane. Nel primo pack, già disponibile al prezzo ridotto di 4.99 euro troveremo Avenger (picchiaduro con visuale che é a tutti gli effetti una sorta di incrocio tra Gunsmoke, Kung Fu Master e Gauntlet) e 1943 (storico sparatutto a base di biplani, capriole a mezz'aria, fulmini e onde da scagliare contro agli aversari). Gli altri pack da tre giochi costeranno 9.99 euro l'uno o 3.99 per ogni singolo gioco, ed i titoli saranno, nell'ordine:
-Ghosts 'n Goblins, Gun.Smoke, Section Z
-Side Arms, The Speed Rumbler, Exed Exes (Savage Bees in giappone)
-Commando, Legendary Wings, Trojan
-1942, SonSon, Pirate Ship Higemaru
Tutti ottimi classici arcade, tra i quali spiccano gli eccellenti Ghosts 'n Goblins e Legendary Wings. Avremmo gradito anche la presenza di capolavori più recenti come Ghouls'n'Ghosts e Willow, o ancora The Punisher, Cadillac & Dinosaurs, Final Fight o i due Dungeons & Dragons (che ormai giacciono nel limbo a causa dei diritti di licenza scaduti), ma ci troviamo ovviamente davanti ad una raccolta dedicata ai primi classici Capcom, che non si spinge oltre al 1987. Chi compra tutti i giochi riceverà altri due titoli a sorpresa (voci di corridoio ci dicono che si tratta di Vulgus e 1943 Kai). Inoltre da fine maggio sarà possibile acquistare tutti i giochi assieme al prezzo di 29.99 euro. Non ce ne voglia Capcom, ma il prezzo ci pare un po' alto considerando che le Capcom Collection ce le portavamo a casa più o meno alla stessa cifra ma contenevano ben 21 giochi mediamente più recenti ed erano su supporto fisico, con tanto di scatola e manuale.
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C'é da dire però che l'emulazione é davvero eccellente, impeccabile e ricca di opzioni. Oltre alla possibilità di scegliere la versione di ogni singolo gioco (generalmente Jap o World) e tutte le opzioni dei dipswitch (difficoltà, vite, bonus, ecc.) abbiamo la possibilità di ruotare lo schermo in tutte e quattro le direzioni, di avere diversi livelli di zoom e stretch libero; infine possiamo attivare delle ottime scanlines e/o bilinear filtering per ottenere una resa video estremamente simile a quella dell'originale su monitor CRT. Queste ultime opzioni sono caldamente consigliate, in quanto sono in grado di rendere la grafica molto più piacevole. Abbiamo inoltre tre modalità alternative (Sfida a punti, Allenamento, Semplice), un sistema di classifiche online molto ben fatto, gioco online per i titoli a due giocatori e la possibilità di salvare e condividere i replay delle partite. Gli extra comprendono artwork, musiche e sfondi da sbloccare progredendo nei giochi; infine ci sono gli ovvi trofei, stavolta piuttosto ben integrati.
Ebbene, un tempo non esisteva questo flagello elettronico e le Sale Giochi erano piene di cabinet, videogames allegri e colorati che offrivano diversi minuti di divertimento per una manciata di centesimi. O meglio, in cambio delle ormai scomparse monetine da “cento o duecentolire”. Questi monoliti di legno fantasiosamente variopinti e muniti di classici joystick arcade (spesso della mitica azienda nostrana Edierre) avevano un monitor CRT incastonato ed una gettoniera spesso stracolma, che i più fortunati vedevano svuotarsi per mano del gestore, il quale in un impeto di generosità talvolta donava partite gratis agli astanti.
Questi leggendari luoghi, ormai quasi totalmente estinti, rivivono in raccolte di giochi arcade più o meno fedeli come questa Capcom Arcade Cabinet. Stavolta, al contrario delle precedenti raccolte intitolate Capcom Classics Collection e disponibili sulla precedente generazione di console, si é optato per una struttura modulare in stile Microsoft Game Room, progetto per X360 risalente ad alcuni anni fa ma tristemente naufragato. E' solo un'idea, ma probabilmente tale progetto avrebbe riscosso maggior successo se si fosse optato per una scelta più oculata dei giochi e se si fosse affiancata all'interfaccia base una sezione gestionale in stile Arcadecraft, l'ormai noto titolo indie disponibile su 360.
Indubbiamente i titoli di richiamo non mancano certo a Capcom: già nella versione base scaricabile gratuitamente troviamo, infatti, lo storico Black Tiger (che curiosamente in Giappone si chiamava Black Dragon), platform-action fantasy con una spruzzata di elementi RPG che fece epoca nel lontano 1987. Nei panni di un massiccio guerriero con la sua imponente armatura dovremo farci largo tra dungeon e caverne piene di temibili nemici quali scheletri, demoni e boss sempre più bizzarri e minacciosi. Inizialmente avremo a disposizione una palla chiodata con catena e dei pugnali da lancio, ma avanzando potremo acquisire diverse armi sempre più letali, nuove armature, potenziamenti e bonus assortiti. Fondamentale é la raccolta dei soldi da utilizzare nei negozi, valuta qui chiamata Zenny (come nel successivo e bellissimo Forgotten Worlds); ma attenzione perché l'avidità potrebbe rendervi facili vittime della furia degli avversari e del tempo limite, che scorre inesorabile decretando il Game Over.
Il gioco é ottimo ancora oggi: divertentissimo e difficilissimo come si conviene ad un arcade dell'epoca, dove solo la pratica poteva portare ad acquisire l'abilità e l'esperienza necessaria per completare il tutto. C'é da dire che in questa sede i giochi hanno crediti infiniti ed é possibile continuare a giocare indefinitamente, cosa che a nostro avviso é deleteria per titoli del genere: la sfida é appunto quella di completare il gioco con un numero di vite limitate dando prova della propria abilità, cosa che si é persa negli anni in questa de-evoluzione videoludica dove i giochi vengono fruiti alla stregua di film. Il gioco d'annata é principalmente reiterazione di meccaniche e situazioni, declinate spesso in maniera differente a seconda di come si affronta il gioco e degli algoritmi di gestione degli avversari. Insomma, il videogioco era meno “video” e più “gioco”, inoltre vista la snellezza delle meccaniche, la brevità dell'opera stessa e dei tempi di fruizione, ricominciare ogni volta dall'inizio non era un peso ma un piacere. L'inizio di un arcade é spesso divertente, veloce ed accattivante; al contrario nei giochi moderni l'incipit é spesso un coacervo di noiosi tutorial e filmati introduttivi dove le meccaniche stentano a decollare.
Ma torniamo a Capcom Arcade Cabinet: oltre al gratuito Black Tiger abbiamo diversi pack di giochi che verranno rilasciati ogni due settimane. Nel primo pack, già disponibile al prezzo ridotto di 4.99 euro troveremo Avenger (picchiaduro con visuale che é a tutti gli effetti una sorta di incrocio tra Gunsmoke, Kung Fu Master e Gauntlet) e 1943 (storico sparatutto a base di biplani, capriole a mezz'aria, fulmini e onde da scagliare contro agli aversari). Gli altri pack da tre giochi costeranno 9.99 euro l'uno o 3.99 per ogni singolo gioco, ed i titoli saranno, nell'ordine:
-Ghosts 'n Goblins, Gun.Smoke, Section Z
-Side Arms, The Speed Rumbler, Exed Exes (Savage Bees in giappone)
-Commando, Legendary Wings, Trojan
-1942, SonSon, Pirate Ship Higemaru
Tutti ottimi classici arcade, tra i quali spiccano gli eccellenti Ghosts 'n Goblins e Legendary Wings. Avremmo gradito anche la presenza di capolavori più recenti come Ghouls'n'Ghosts e Willow, o ancora The Punisher, Cadillac & Dinosaurs, Final Fight o i due Dungeons & Dragons (che ormai giacciono nel limbo a causa dei diritti di licenza scaduti), ma ci troviamo ovviamente davanti ad una raccolta dedicata ai primi classici Capcom, che non si spinge oltre al 1987. Chi compra tutti i giochi riceverà altri due titoli a sorpresa (voci di corridoio ci dicono che si tratta di Vulgus e 1943 Kai). Inoltre da fine maggio sarà possibile acquistare tutti i giochi assieme al prezzo di 29.99 euro. Non ce ne voglia Capcom, ma il prezzo ci pare un po' alto considerando che le Capcom Collection ce le portavamo a casa più o meno alla stessa cifra ma contenevano ben 21 giochi mediamente più recenti ed erano su supporto fisico, con tanto di scatola e manuale.
C'é da dire però che l'emulazione é davvero eccellente, impeccabile e ricca di opzioni. Oltre alla possibilità di scegliere la versione di ogni singolo gioco (generalmente Jap o World) e tutte le opzioni dei dipswitch (difficoltà, vite, bonus, ecc.) abbiamo la possibilità di ruotare lo schermo in tutte e quattro le direzioni, di avere diversi livelli di zoom e stretch libero; infine possiamo attivare delle ottime scanlines e/o bilinear filtering per ottenere una resa video estremamente simile a quella dell'originale su monitor CRT. Queste ultime opzioni sono caldamente consigliate, in quanto sono in grado di rendere la grafica molto più piacevole. Abbiamo inoltre tre modalità alternative (Sfida a punti, Allenamento, Semplice), un sistema di classifiche online molto ben fatto, gioco online per i titoli a due giocatori e la possibilità di salvare e condividere i replay delle partite. Gli extra comprendono artwork, musiche e sfondi da sbloccare progredendo nei giochi; infine ci sono gli ovvi trofei, stavolta piuttosto ben integrati.
Capcom Arcade Cabinet
7.5
Voto
Redazione
Capcom Arcade Cabinet
Capcom torna sul luogo del misfatto con un'eccellente raccolta di classici Arcade, stavolta in formato “modulare” in modo che ognuno possa scegliere quali titoli acquistare. L'emulazione é eccellente ed i giochi (sebbene invecchiati) sono tutt'oggi divertentissimi e godibili, sopratutto per chi li visse all'epoca e vuol fare un bel tuffo nel passato. Le aggiunte sono notevoli, tra cui il gioco online, i replay e gli extra sbloccabili, ma nonostante la possibilità di comprare tutti i 17 giochi in un pacchetto scontato o in singoli pack da tre giochi l'uno, il prezzo ci sembra comunque leggermente alto rispetto alle precedenti raccolte Capcom. Nondimeno, invitiamo caldamente gli appassionati a scaricare la versione base con l'ottimo Black Tiger in omaggio, e di procedere eventualmente all'acquisto dei singoli titoli in grado di risvegliare i sopiti ricordi delle fumose (ed ormai estinte) sale giochi.