Capcom Classics Collection vol.2
di
Capcom torna a frugare nel suo capiente baule della memoria ed a selezionare per il pubblico dei retrogamer un'ulteriore ventina delle sue opere storiche, facendo affidamento sugli ormai veterani del mestiere -Digital Eclipse- affinché i porting conservino immutato l'aspetto ed il gameplay originale. I limiti di una simile operazione sono i soliti, scontati; la pubblicazione a più capitoli successivi, che tiene conto delle precedenti uscite e magari mette in preventivo un'ulteriore raccolta, fa sì che di volta in volta l'offerta non possa dirsi realmente completa e soddisfacente e che taluni titoli, non esattamente immortali o indispensabili, vengano aggiunti come sospetti "filler" atti a gonfiare la lista. D'altra parte, i capolavori non mancano mai e anche il gioco meno acclamato e di per se meritevole, oltre a far effettivamente parte del bagaglio d';esperienza della softwarehouse, può disseppellire in una parte del pubblico sentimentalismi sopiti risalenti ad un epoca di gaming ingenuo e sincero.
Non poteva mancare una doverosa rappresentanza del picchiaduro bidimensionale più famoso del mondo, i cui due ambasciatori rappresentano l'alpha e l'omega della franchise prima maniera. Per quanto Street Fighter costituisca l'origine del mito e si guadagni per questo gli onori della storia, non esce in maniera esattamente brillante dall'inflessibile prova del tempo; il gioco che ha lanciato Ryu e soci, le mosse speciali ed i sei attacchi basici differenziati risulta effettivamente legnoso nelle dinamiche di un gameplay ancora acerbo. Ben più pimpante è il collega Super Street Fighter II Turbo, massima evoluzione del filone inaugurato da The World Warrior, irresistibile nelle sue meccaniche a prova di ruggine e portatore sano di un livello di sfida che può ancora causare dipendenza; l'emulazione appare perfetta al singolo frame, il che rende giustizia a ritmi di gioco che chiedono al giocatore di spaccare il millesimo di secondo nei tempi di reazione. Quasi a consacrarne la profondità, interviene quello che di sicuro è il contenuto extra più corposo della raccolta, una dettagliata guida filmata in tre parti che inizia dai fondamentali per arrivare a descrivere i più sottili virtuosismi tecnici.
The King of Dragons e Knights of the Round, già apparsi nell'edizione PSP, ambientano il beat ';em up a scorrimento in uno scenario fantasy medievaleggiante doverosamente affollato di cavalieri e dragoni alati, portando una ventata d'aria fresca in un immaginario di genere prevalentemente confinato al degrado di moderne periferie urbane e alla scazzottate tra punk.
Alle classiche dinamiche di avanzamento lineare e di annichilimento di avversari in numero quasi soverchiante si aggiunge una flebile componente rpg, con l'aumento delle statistiche di forza, resistenza e velocità e alcuni cambiamenti estetici alla mise e all'armamentario dei personaggi. Altra variazione sul tema è il tutt'altro che indimenticabile Captain Commando, le cui baruffe a base di semplici combo hanno luogo in una realtà futuristica dai tratti fumettistici.
1941 incarna la classica rappresentazione aeronautica a scorrimento verticale dello spara-e-fuggi, nel più puro dei meccanismi di upgrade del proprio armamentario; il fantascientifico Eco Fighters segue nei tratti distintivi la formula di R-Type, prevedendo quadri a scorrimento orizzontale ed una navetta accessoriata, in questo caso con una sorta di braccio meccanico ruotabile a 360 gradi che può fungere al medesimo tempo da protezione contro i proiettili vaganti, bocca di fuoco supplementare e sperone da scontro ravvicinato.
La tipologia videoludica a cui è stato dedicato più spazio è quella dell'action-platform, presente in diverse sfumature e interpretazioni alternative di una matrice comune. Apre le danze Black Tiger, dalla forte componente avventurosa, dal ricco bestiario e dall'azione serrata alternata all'acquisto di item e potenziamenti presso appositi negozi; Three Wonders, in verità una mini raccolta di tre titoli che includono anche shoot ';em up e puzzle game, brilla in particolare in un capitolo piattaformico dalle suggestioni fiabesche e dall'impostazione in un certo modo assimilabile a quella di un Metal Slug, con un pizzico di Ghoul's and Ghosts. Magic Sword riprende atmosfere fantasy ed epiche, con un protagonista guerriero coadiuvato nell'azione, di volta in volta, da forze amiche dalle differenti capacità offensive; Tiger Road propone una ecatombe a colpi d'ascia in un contesto vagamente orientale; Mega Twins, quasi una sorta di Wonder Boy, dipinge con tratto morbido e colori vivi la linearità delle peripezie salterine di un ometto armata di spada; infine Strider, slash ';em up a scorrimento che miscela le uccisioni all'arma bianca e le acrobazie di un ninja a contaminazioni futuristiche e cibernetiche, probabilmente incubando il germe del futuro filone dello stylish game.
Menzione finale per i vari Varth, The Speed Rumbler, Side Arms, Quiz & Dragons, Last Duel, Block Block e Avengers che magari non potranno ambire al riconoscimento di pietre miliari ma reclamano il loro posto nella memoria dei giocatori di lunga esperienza e nella storia delle produzioni Capcom.
Non poteva mancare una doverosa rappresentanza del picchiaduro bidimensionale più famoso del mondo, i cui due ambasciatori rappresentano l'alpha e l'omega della franchise prima maniera. Per quanto Street Fighter costituisca l'origine del mito e si guadagni per questo gli onori della storia, non esce in maniera esattamente brillante dall'inflessibile prova del tempo; il gioco che ha lanciato Ryu e soci, le mosse speciali ed i sei attacchi basici differenziati risulta effettivamente legnoso nelle dinamiche di un gameplay ancora acerbo. Ben più pimpante è il collega Super Street Fighter II Turbo, massima evoluzione del filone inaugurato da The World Warrior, irresistibile nelle sue meccaniche a prova di ruggine e portatore sano di un livello di sfida che può ancora causare dipendenza; l'emulazione appare perfetta al singolo frame, il che rende giustizia a ritmi di gioco che chiedono al giocatore di spaccare il millesimo di secondo nei tempi di reazione. Quasi a consacrarne la profondità, interviene quello che di sicuro è il contenuto extra più corposo della raccolta, una dettagliata guida filmata in tre parti che inizia dai fondamentali per arrivare a descrivere i più sottili virtuosismi tecnici.
The King of Dragons e Knights of the Round, già apparsi nell'edizione PSP, ambientano il beat ';em up a scorrimento in uno scenario fantasy medievaleggiante doverosamente affollato di cavalieri e dragoni alati, portando una ventata d'aria fresca in un immaginario di genere prevalentemente confinato al degrado di moderne periferie urbane e alla scazzottate tra punk.
Alle classiche dinamiche di avanzamento lineare e di annichilimento di avversari in numero quasi soverchiante si aggiunge una flebile componente rpg, con l'aumento delle statistiche di forza, resistenza e velocità e alcuni cambiamenti estetici alla mise e all'armamentario dei personaggi. Altra variazione sul tema è il tutt'altro che indimenticabile Captain Commando, le cui baruffe a base di semplici combo hanno luogo in una realtà futuristica dai tratti fumettistici.
1941 incarna la classica rappresentazione aeronautica a scorrimento verticale dello spara-e-fuggi, nel più puro dei meccanismi di upgrade del proprio armamentario; il fantascientifico Eco Fighters segue nei tratti distintivi la formula di R-Type, prevedendo quadri a scorrimento orizzontale ed una navetta accessoriata, in questo caso con una sorta di braccio meccanico ruotabile a 360 gradi che può fungere al medesimo tempo da protezione contro i proiettili vaganti, bocca di fuoco supplementare e sperone da scontro ravvicinato.
La tipologia videoludica a cui è stato dedicato più spazio è quella dell'action-platform, presente in diverse sfumature e interpretazioni alternative di una matrice comune. Apre le danze Black Tiger, dalla forte componente avventurosa, dal ricco bestiario e dall'azione serrata alternata all'acquisto di item e potenziamenti presso appositi negozi; Three Wonders, in verità una mini raccolta di tre titoli che includono anche shoot ';em up e puzzle game, brilla in particolare in un capitolo piattaformico dalle suggestioni fiabesche e dall'impostazione in un certo modo assimilabile a quella di un Metal Slug, con un pizzico di Ghoul's and Ghosts. Magic Sword riprende atmosfere fantasy ed epiche, con un protagonista guerriero coadiuvato nell'azione, di volta in volta, da forze amiche dalle differenti capacità offensive; Tiger Road propone una ecatombe a colpi d'ascia in un contesto vagamente orientale; Mega Twins, quasi una sorta di Wonder Boy, dipinge con tratto morbido e colori vivi la linearità delle peripezie salterine di un ometto armata di spada; infine Strider, slash ';em up a scorrimento che miscela le uccisioni all'arma bianca e le acrobazie di un ninja a contaminazioni futuristiche e cibernetiche, probabilmente incubando il germe del futuro filone dello stylish game.
Menzione finale per i vari Varth, The Speed Rumbler, Side Arms, Quiz & Dragons, Last Duel, Block Block e Avengers che magari non potranno ambire al riconoscimento di pietre miliari ma reclamano il loro posto nella memoria dei giocatori di lunga esperienza e nella storia delle produzioni Capcom.