Capsized

di Massimiliano Pacchiano
E' risaputo che i giochi indie si rifanno in larga parte ai grandi classici del videogioco, sfruttandone le meccaniche e miscelandole con nuovi elementi ed intuizioni. Capsized é un vero e proprio deja-vu: molto più di altri titoli che abbiamo potuto sperimentare negli ultimi anni, la creatura dello studio Alientrap presenta elementi molto familiari di diversi titoli storici. Chi si ricorda dei vecchi Metroid ed Exile? Aggiungeteci un pizzico di Turrican, una spruzzatina di Thrust e condite con una piacevole grafica disegnata a mano, in pieno stile Weapon of Choice, ed il piatto é pronto.

La trama ci vede nei panni di un piccolo astronauta che, in seguito ad un attacco misterioso, ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza a bordo di una capsula di salvataggio. Il pianeta che si troverà ad esplorare é estremamente ostile e bizzarro: sia la fitta vegetazione che l'agguerrita fauna sono un serio ostacolo, così come la popolazione autoctona che appare primitiva ma tutt'altro che amichevole. Il tutto é rappresentato in maniera bidimensionale, con visuale di lato, ed i controlli via pad sono un buon adattamento dell'accoppiata “mouse-tastiera” utilizzabile nella versione Pc.

In sostanza ci muoveremo con lo stick sinistro e mireremo con quello destro, mentre i grilletti serviranno rispettivamente a sparare con l'arma corrente e ad utilizzare il nostro gancio gravitazionale, una sorta di rampino al plasma che consentirà sia di manipolare nemici ed oggetti che di oscillare in giro alla Bionic Commando. La fisica di gioco infatti é piuttosto convincente ed influenza tutti gli elementi a video, comprese diverse suppellettili e rocce che potremo usare nei modi più svariati e che talvolta ci aiuteranno a risolvere degli interessanti enigmi ambientali.



Ma non é finita qui: avremo a disposizione anche un jetpack ricaricabile a tempo (da qui la similitudine con Exile), una torcia elettrica ed il fuoco secondario per l'arma in uso. Gli intricati ambienti sono ricchi di segreti, cunicoli e situazioni affrontabili in modi differenti a seconda del nostro stile di gioco. L'unica pecca di un gameplay altrimenti ottimo, é la presenza di alcune trappole e imboscate “a sorpresa” impossibili da prevedere: un po' come accadeva nel vecchio Rick Dangerous, i riflessi pronti talvolta non bastano e bisogna solo affidarsi alla memoria e alle vite rimanenti, in pieno stile Trial & Error.
Per il resto, l'adattamento é sostanzialmente ottimo: lo stick destro sostituisce il mouse imprimendo la direzione di mira, un po' come in Hotline Miami versione console. Peccato però che in questo modo non é possibile premere assieme la mira ed i pulsanti “face” (tra cui abbiamo il salto ed il jetpack) il che in alcuni frangenti rende le manovre più macchinose del dovuto. D'altronde non esiste proprio un modo più efficace di adattare i controlli, quindi gli sviluppatori Alientrap sono comunque perdonati.

La campagna prevede 12 livelli, che avanzando si fanno piuttosto lunghi e impegnativi da portare a termine, inoltre é possibile sbloccare diverse sfide nella modalità Arcade ed una modalità Co-op che consiste nel giocare la campagna sulla stessa console a schermo diviso (split screen). Tecnicamente parlando il gioco si difende abbastanza bene, con uno stile grafico piacevole interamente disegnato a mano, un ottimo aggiornamento video senza incertezze ed un buon motore fisico che gestisce movimenti e rotazioni di tutti gli oggetti. Qualche piccolo bug fa capolino ed é possibile rimanere incastrati, ma i programmatori hanno pensato a tutto ed é possibile sfruttare un'onda d'urto per uscire dalle situazioni di stallo. L'audio non brilla particolarmente ma si limita ad accompagnare l'avventura sottolineando alcune atmosfere con un tappeto sonoro, mentre gli effetti sono di buona fattura.