Captain Toad: Treasure Tracker
di
Paolo Mulas
Dopo averci dato un piccolo assaggio delle sue capacità in Super Mario 3D World, é giunta finalmente l'ora per Capitan Toad di debuttare in una produzione a lui dedicata con Captain Toad Treasure Tracker, titolo che avrà l'onore di aprire le danze del Wii U per il 2015. I micro livelli con protagonista il capitano avevano solleticato l'attenzione dei giocatori di 3D World, entusiasti di cimentarsi con un gameplay tanto minimalista quanto ipnotico ed appassionante. Treasure Tracker riparte proprio da quanto abbozzato nell'ultima avventura di Mario & co., espandendo poi ovviamente sia il concetto di base del gameplay che tutti gli elementi di contorno. Come Wario, ma con un'indole decisamente più mite, anche il buon capitan Toad é un sapiente cercatore di tesori insieme alla sua fida amica Toadette.
Una coppia purtroppo separata dal malvagio Wingo, gigantesco rapace responsabile del rapimento della donzella. Nonostante sia pressoché privo di qualsiasi potere speciale, nei panni del capitano (almeno inizialmente), dovremo cimentarci nell'arduo compito di salvataggio. Per quanto i Toad non siano mai stati famosi per essere dei cuori impavidi, in questo caso il capitano dimostra invece di aver un bella dose di coraggio; per via del peso del suo inseparabile zaino non é nemmeno in grado di saltare, e non dispone di nessuna mossa d'attacco, deficit che non lo frenano però dal cimentarsi in livelli brulicanti di trappole e nemici. Treasure Tracker é un puzzle incastonato in un platform, dove l'esplorazione si interseca sapientemente con enigmi ambientali, e dove il ritmo accelera e rallenta in sincronia con le insidie da affrontare. Gli stage appaiono come dei piccoli pianetini indipendenti, diversi per struttura, ambiente e leggi fisiche, dei rompicapo che possono essere ammirati dall'esterno ma vissuti e compresi solo dall'interno.
Toad può camminare di soppiatto per non farsi individuare, correre, scagliare rape ai nemici, scivolare per plasticosi pendii e ribaltare la composizione dei livelli stessi agendo su particolari ingranaggi. Prima però di cimentarsi nell'azione é doveroso pianificare una strategia: per quanto ad una prima occhiata gli stage non appaiono tanto complessi, non vanno comunque sottovalutati, ed é mossa saggia studiare l'ambiente circostante ruotando la telecamera a 360 . Operazione che può essere compiuta sia muovendo il GamePad oppure semplicemente agendo sul cursore analogico. Soddisfatto questo accorgimento preliminare é necessario poi ragionare per fasi: l'obiettivo principe, nonché l'unico strettamente necessario per terminare il livello é quello di raggiungere una stella, quasi sempre situata in cima allo struttura dello stage o alla fine del “percorso” per quel che riguarda i quadri con sviluppo orizzontale. Oltre alle stelle avremo modo però di recuperare anche tre diamanti celati all'interno di ogni livello.
vimager1, 2, 3
Questi rappresentano il classico gradino successivo per i “completisti”, e la loro ricerca innalza senza dubbio la longevità del titolo senza che però questo venga avvertito come un artifizio per allungar il brodo. I diamanti sono infatti ben celati all'interno dei livelli o perlomeno difficilmente raggiungibili, costringendo il giocatore positivamente ad una analisi ancor più attenta della situazione e ad una più efficace esplorazione. Oltre alle stelle e diamanti, ogni stage rivela inoltre un ulteriore obiettivo una volta portato a termine una prima volta: può essere legato al recupero di un certo quantitativo di monete, ad aver completato il livello senza aver subito danni o all'attivazione di un numero massimo di interruttori. Si tratta anche questo di un ulteriore stimolo alla rigiocabilità che ci porterà a perfezionarci progressivamente riaffrontando in molti casi lo stesso livello svariate volte di seguito. Una manciata di minuti potrebbero bastare per terminare la maggior parte dei livelli, per questo motivo doversi in molti casi cimentare di nuovo con lo stesso stage non diventa certo frustrante.
La cura anche nei dettagli più piccoli e la grande varietà di situazioni offerte sono certamente due tra i maggiori pregi di Captain Toad. Magioni infestate, templi scolpiti nelle rocce, treni in corsa sotto una tormenta di neve, sono soltanto alcuni significativi esempi degli oltre 70 livelli che ci separano dai titoli di coda, tutti imperniati ovviamente dalla tradizionale atmosfera Nintendo: i nemici che andremo infatti ad affrontare sono pescati dalla più tipica tradizione “mariesca”, tra piante piranha, tipi timidi, goomba e compagnia strisciante. Il livello di difficoltà appare ben bilanciato, l'inizio forse eccessivamente morbido potrebbe far pensare ad un target molto giovanile, ma progressivamente la sfida diventa più impegnativa senza poi dimenticare le missioni secondarie. Anche il ritmo all'interno degli stage fa dell'equilibrio il suo punto di forza: si passa da fasi un po' più lente e maggiormente dedicate ad una pianificazione strategica nella creazione del percorso per il raggiungimento della stella, ad altre decisamente più frenetiche tra ingranaggi e meccanismi che non perdonano un attimo di esitazione.
Ed a proposito di questi, é apprezzabile l'utilizzo del GamePad per interagire con interruttori vari: sullo schermo tattile avremo modo di attivare blocchi, ruotare pedane, oppure ancora soffiare sul microfono per spostare piattaforme e così via. Per quanto non disponga “naturalmente” di attacchi il capitano non é da considerarsi totalmente alla mercé dei nemici. Oltre a poter sfuggire (correndo via), potrà lanciarsi sulle loro teste da altezze considerevoli, oppure colpirli scagliando rape (splendida citazione da Super Mario Bros.2) o ancora utilizzare oggetti speciali come un martello sulla falsariga di Donkey Kong l'arcade. L'unico aspetto dove Captain Toad rivela la sua natura di titolo “economico” (verrà infatti venduto a circa 40 euro), é la longevità del titolo. E' vero che ci sono ampi margini per la rigiocabilità, però per arrivare ai titoli di coda possono bastare anche 6-8 ore.
I livelli extra (sbloccabili grazie alla presenza del file di Mario 3DWorld tra i salvataggi), risultano poi più dispersivi rispetto a quelli “ufficiali”, veri e propri manifesti di level design. Mancano inoltre anche alcuni piccoli accorgimenti in termini di opzioni che avrebbero potuto arricchire ulteriormente l'esperienza di gioco: é possibile difatti creare un solo file di salvataggio e non c'é modo di condividere punteggi o replay con altri giocatori. E' stata invece confermata la futura compatibilità con gli Amiibo anche se non si hanno ancora ulteriori informazioni in merito. Graficamente il motore alla base del gioco é lo stesso di Mario 3DWorld, una vera gioia per gli occhi grazie all'alta definizione soprattutto quando sullo schermo vengono mostrate esplosioni ed altri effetti speciali.. Peccato per qualche rallentamento non sempre giustificato da particolari criticità presenti sul campo. Di grande qualità anche l'accompagnamento sonoro, che presenta brani originali e remix di temi classici, talmente adatti alle fasi di gameplay che in taluni casi si ha l'impressione di poter giocare anche ad occhi chiusi.
Se il 2014 del Wii U é finito alla grande grazie ad esclusive di notevole spessore, il 2015 pare aprirsi sotto i migliori auspici con Treasure Tracker: un titolo fresco, immediato ed originale di cui sentivamo la mancanza.
bigim5
Una coppia purtroppo separata dal malvagio Wingo, gigantesco rapace responsabile del rapimento della donzella. Nonostante sia pressoché privo di qualsiasi potere speciale, nei panni del capitano (almeno inizialmente), dovremo cimentarci nell'arduo compito di salvataggio. Per quanto i Toad non siano mai stati famosi per essere dei cuori impavidi, in questo caso il capitano dimostra invece di aver un bella dose di coraggio; per via del peso del suo inseparabile zaino non é nemmeno in grado di saltare, e non dispone di nessuna mossa d'attacco, deficit che non lo frenano però dal cimentarsi in livelli brulicanti di trappole e nemici. Treasure Tracker é un puzzle incastonato in un platform, dove l'esplorazione si interseca sapientemente con enigmi ambientali, e dove il ritmo accelera e rallenta in sincronia con le insidie da affrontare. Gli stage appaiono come dei piccoli pianetini indipendenti, diversi per struttura, ambiente e leggi fisiche, dei rompicapo che possono essere ammirati dall'esterno ma vissuti e compresi solo dall'interno.
Toad può camminare di soppiatto per non farsi individuare, correre, scagliare rape ai nemici, scivolare per plasticosi pendii e ribaltare la composizione dei livelli stessi agendo su particolari ingranaggi. Prima però di cimentarsi nell'azione é doveroso pianificare una strategia: per quanto ad una prima occhiata gli stage non appaiono tanto complessi, non vanno comunque sottovalutati, ed é mossa saggia studiare l'ambiente circostante ruotando la telecamera a 360 . Operazione che può essere compiuta sia muovendo il GamePad oppure semplicemente agendo sul cursore analogico. Soddisfatto questo accorgimento preliminare é necessario poi ragionare per fasi: l'obiettivo principe, nonché l'unico strettamente necessario per terminare il livello é quello di raggiungere una stella, quasi sempre situata in cima allo struttura dello stage o alla fine del “percorso” per quel che riguarda i quadri con sviluppo orizzontale. Oltre alle stelle avremo modo però di recuperare anche tre diamanti celati all'interno di ogni livello.
vimager1, 2, 3
Questi rappresentano il classico gradino successivo per i “completisti”, e la loro ricerca innalza senza dubbio la longevità del titolo senza che però questo venga avvertito come un artifizio per allungar il brodo. I diamanti sono infatti ben celati all'interno dei livelli o perlomeno difficilmente raggiungibili, costringendo il giocatore positivamente ad una analisi ancor più attenta della situazione e ad una più efficace esplorazione. Oltre alle stelle e diamanti, ogni stage rivela inoltre un ulteriore obiettivo una volta portato a termine una prima volta: può essere legato al recupero di un certo quantitativo di monete, ad aver completato il livello senza aver subito danni o all'attivazione di un numero massimo di interruttori. Si tratta anche questo di un ulteriore stimolo alla rigiocabilità che ci porterà a perfezionarci progressivamente riaffrontando in molti casi lo stesso livello svariate volte di seguito. Una manciata di minuti potrebbero bastare per terminare la maggior parte dei livelli, per questo motivo doversi in molti casi cimentare di nuovo con lo stesso stage non diventa certo frustrante.
La cura anche nei dettagli più piccoli e la grande varietà di situazioni offerte sono certamente due tra i maggiori pregi di Captain Toad. Magioni infestate, templi scolpiti nelle rocce, treni in corsa sotto una tormenta di neve, sono soltanto alcuni significativi esempi degli oltre 70 livelli che ci separano dai titoli di coda, tutti imperniati ovviamente dalla tradizionale atmosfera Nintendo: i nemici che andremo infatti ad affrontare sono pescati dalla più tipica tradizione “mariesca”, tra piante piranha, tipi timidi, goomba e compagnia strisciante. Il livello di difficoltà appare ben bilanciato, l'inizio forse eccessivamente morbido potrebbe far pensare ad un target molto giovanile, ma progressivamente la sfida diventa più impegnativa senza poi dimenticare le missioni secondarie. Anche il ritmo all'interno degli stage fa dell'equilibrio il suo punto di forza: si passa da fasi un po' più lente e maggiormente dedicate ad una pianificazione strategica nella creazione del percorso per il raggiungimento della stella, ad altre decisamente più frenetiche tra ingranaggi e meccanismi che non perdonano un attimo di esitazione.
Ed a proposito di questi, é apprezzabile l'utilizzo del GamePad per interagire con interruttori vari: sullo schermo tattile avremo modo di attivare blocchi, ruotare pedane, oppure ancora soffiare sul microfono per spostare piattaforme e così via. Per quanto non disponga “naturalmente” di attacchi il capitano non é da considerarsi totalmente alla mercé dei nemici. Oltre a poter sfuggire (correndo via), potrà lanciarsi sulle loro teste da altezze considerevoli, oppure colpirli scagliando rape (splendida citazione da Super Mario Bros.2) o ancora utilizzare oggetti speciali come un martello sulla falsariga di Donkey Kong l'arcade. L'unico aspetto dove Captain Toad rivela la sua natura di titolo “economico” (verrà infatti venduto a circa 40 euro), é la longevità del titolo. E' vero che ci sono ampi margini per la rigiocabilità, però per arrivare ai titoli di coda possono bastare anche 6-8 ore.
I livelli extra (sbloccabili grazie alla presenza del file di Mario 3DWorld tra i salvataggi), risultano poi più dispersivi rispetto a quelli “ufficiali”, veri e propri manifesti di level design. Mancano inoltre anche alcuni piccoli accorgimenti in termini di opzioni che avrebbero potuto arricchire ulteriormente l'esperienza di gioco: é possibile difatti creare un solo file di salvataggio e non c'é modo di condividere punteggi o replay con altri giocatori. E' stata invece confermata la futura compatibilità con gli Amiibo anche se non si hanno ancora ulteriori informazioni in merito. Graficamente il motore alla base del gioco é lo stesso di Mario 3DWorld, una vera gioia per gli occhi grazie all'alta definizione soprattutto quando sullo schermo vengono mostrate esplosioni ed altri effetti speciali.. Peccato per qualche rallentamento non sempre giustificato da particolari criticità presenti sul campo. Di grande qualità anche l'accompagnamento sonoro, che presenta brani originali e remix di temi classici, talmente adatti alle fasi di gameplay che in taluni casi si ha l'impressione di poter giocare anche ad occhi chiusi.
Se il 2014 del Wii U é finito alla grande grazie ad esclusive di notevole spessore, il 2015 pare aprirsi sotto i migliori auspici con Treasure Tracker: un titolo fresco, immediato ed originale di cui sentivamo la mancanza.
bigim5
Captain Toad: Treasure Tracker
8.5
Voto
Redazione
Captain Toad: Treasure Tracker
Un protagonista non molto popolare, un genere difficile da inquadrare, un gioco a budget ridotto....ma non fatevi confondere! Captain Toad Treasure Tracker é la dimostrazione lampante che c'é ancora spazio per i titoli “sperimentali” ed i gameplay minimalisti ed originali hanno un fascino davvero ipnotico. La prima avventura da protagonista del capitano é un curioso incrocio tra un puzzle ed un platform, dove nel giro di pochi minuti si entra subito nei meccanismi del gameplay ma al 50 livello di fila c'é spazio ancora per stupirsi.