Cars: Motori Ruggenti
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Dopo aver assaporato "Alla ricerca di Nemo" e "Gli Incredibil", recentemente è stata la volta di "Cars, Motori Ruggenti", un lungometraggio che vede come protagonista una macchina da corsa, battezzata Saetta McQueen, il cui sogno è quello di primeggiare nella più importante competizione statunitense: la Piston Cup. Purtroppo, come spesso succede, qualcosa va storto e il nostro protagonista si ritrova a dover scontare una pena causata dalla sua indisciplinatezza. Senza dilungarci troppo su quella che è la trama del film (anche per non rovinare la sorpresa a chi non l'ha ancora visto), come sempre più spesso accade siamo qui ad accogliere l'ennesimo gioco dedicato alla controparte hollywoodiana. A dire il vero era del tutto lecito aspettarselo: l'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela scappare, in quanto il film in questione sembra fatto apposta per ispirare la trasposizione in un frenetico racing, uno dei generi più apprezzati dal pubblico videoludico. Purtroppo, come nella trama del lungometraggio, qualcosa è andato storto e non possiamo certo dire che il risultato sia un capolavoro.
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Quando l'auto conta più del pilota
Esattamente come nel film il protagonista assoluto è Saetta McQueen, un'auto da competizione dotata di vita propria e di una personalità e un'espressività di molto superiori a qualche pilota famoso che si vede nel Circus della Formula 1. Tuttavia il corridore rosso non sarà l'unico personaggio che potrete comandare in questo Cars: vi sarà infatti concesso di vestire i panni di più o meno tutti coloro che sono rimasti impressi sulla pellicola (tra cui certo non potevano mancare Luigi, Carl Attrezzi e Sally), i quali si distinguono in termini di velocità accelerazione, peso e boost.
Le vicende narrate nel gioco, tuttavia, non rispecchiano fedelmente quanto visto al cinema (a parte un paio di minigiochi che ne ripercorrono i momenti salienti), bensì avvenimenti che sembrano collocarsi poco dopo i titoli di coda: in questo caso Saetta è ormai stato accolto con benevolenza dai suoi amici abitanti di Radiator Springs, anche se non si può certo dire che abbia perso quell'indisciplinatezza che l'ha contraddistinto sul grande schermo, così come non ha perso il feeling con la bella Sally, una gran bel pezzo di Porsche.
Nelle sabbiose distese dei dintorni di Radiator Springs sarete chiamati a gareggiare in una cinquantina di gare per diventare il campione della Piston Cup, tra gare cittadine (lungo alcuni brevi tratti della Route 66) e veri e propri gran premi nel classico stile Nascar, per fortuna di lunghezza ridotta a 12 giri. Tutte le gare sono legate le une alle altre da un minimo di narrativa, che tuttavia è davvero eccessivo chiamare trama.
Noioso
E se la trama non è certo un granché, la palma d'oro per il peggio del peggio se la guadagna il gameplay: il sistema di controllo, infatti, è talmente arcade da consentirvi di affrontare buona parte delle gare senza nemmeno sfiorare il tasto del freno, senza peraltro notare differenza di tenuta di strada tra l'asfalto e lo sterrato. Allo stesso modo non ci penseranno nemmeno i vostri avversari ad impensierirvi, in quanto dotati di una AI quanto meno deficitaria. Ad aggravare ulteriormente la situazione ci pensa il boost, che non vi costringerà nemmeno ad impegnarvi per riconquistarlo, in quanto si ricaricherà automaticamente con il passare del tempo (senza invogliarvi ad esibirvi in derapate o evoluzioni acrobatiche come avviene in molti altri titoli). L'unico giovamento che viene dalle evoluzioni spettacolari consiste nei punti che guadagnerete a fine corsa, utili per acquistare bonus, nuovi personaggi ed extra.
Tutto ciò contribuisce enormemente a rendere in tempo record la modalità principale estremamente noiosa, ma per fortuna ci pensano i minigiochi a rendere l'esperienza di gioco non disastrosa: la corsa ad ostacoli, lo scherzo ai trattori assopiti e gli altri risultano essere un piacevole passatempo, ma nulla più.
Nemmeno la possibilità di esplorare le campagne circostanti Radiator Spings è stata sfruttata a dovere: a parte il poter raccogliere alcuni bonus nei dintorni nella città, sarete poco invogliati a spingervi troppo nell'interno del deserto a causa dell'assoluta assenza di alcunché da scoprire (a parte alcune scorciatoie utili per le gare successive) ma soprattutto dalla presenza di alcuni bug che vi faranno letteralmente crollare la terra da sotto i piedi, facendovi cadere nel vuoto. Anche la mappa ci metterà del suo per rivelarsi inutile, incapace di indicare le gare già affrontate.
Per curvare a destra sterza a sinistra
Nemmeno tecnicamente il gioco riesce ad eccellere: a parte la grafica tutto sommato discreta e capace di rendere davvero espressive le macchinine di cui vi appresterete a prendere i comandi, va comunque segnalata una certa carenza nella cura dei dettagli che si evidenzia in alcune compenetrazioni, nell'assoluta bruttezza di effetti speciali (come le scintille), nell'assenza di qualsiasi forma di sistema di gestione dei danni, nella presenza massiva di fenomeni di pop-up e nella latitanza della sensazione di velocità, vero e proprio desaparecido in questo Cars.
Nemmeno il sonoro è in grado di eccellere: esattamente come nel lungometraggio, ad animare i nostri amici a quattro ruote ci penseranno le stesse voci che hanno curato il doppiaggio, ma va detto che le battute risultano piuttosto ripetitive e fastidiose.
In conclusione, siamo di fronte a un gioco deludente, incapace di coinvolgere a causa di una facilità estrema e della totale assenza di senso di sfida. Peccato.
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Quando l'auto conta più del pilota
Esattamente come nel film il protagonista assoluto è Saetta McQueen, un'auto da competizione dotata di vita propria e di una personalità e un'espressività di molto superiori a qualche pilota famoso che si vede nel Circus della Formula 1. Tuttavia il corridore rosso non sarà l'unico personaggio che potrete comandare in questo Cars: vi sarà infatti concesso di vestire i panni di più o meno tutti coloro che sono rimasti impressi sulla pellicola (tra cui certo non potevano mancare Luigi, Carl Attrezzi e Sally), i quali si distinguono in termini di velocità accelerazione, peso e boost.
Le vicende narrate nel gioco, tuttavia, non rispecchiano fedelmente quanto visto al cinema (a parte un paio di minigiochi che ne ripercorrono i momenti salienti), bensì avvenimenti che sembrano collocarsi poco dopo i titoli di coda: in questo caso Saetta è ormai stato accolto con benevolenza dai suoi amici abitanti di Radiator Springs, anche se non si può certo dire che abbia perso quell'indisciplinatezza che l'ha contraddistinto sul grande schermo, così come non ha perso il feeling con la bella Sally, una gran bel pezzo di Porsche.
Nelle sabbiose distese dei dintorni di Radiator Springs sarete chiamati a gareggiare in una cinquantina di gare per diventare il campione della Piston Cup, tra gare cittadine (lungo alcuni brevi tratti della Route 66) e veri e propri gran premi nel classico stile Nascar, per fortuna di lunghezza ridotta a 12 giri. Tutte le gare sono legate le une alle altre da un minimo di narrativa, che tuttavia è davvero eccessivo chiamare trama.
Noioso
E se la trama non è certo un granché, la palma d'oro per il peggio del peggio se la guadagna il gameplay: il sistema di controllo, infatti, è talmente arcade da consentirvi di affrontare buona parte delle gare senza nemmeno sfiorare il tasto del freno, senza peraltro notare differenza di tenuta di strada tra l'asfalto e lo sterrato. Allo stesso modo non ci penseranno nemmeno i vostri avversari ad impensierirvi, in quanto dotati di una AI quanto meno deficitaria. Ad aggravare ulteriormente la situazione ci pensa il boost, che non vi costringerà nemmeno ad impegnarvi per riconquistarlo, in quanto si ricaricherà automaticamente con il passare del tempo (senza invogliarvi ad esibirvi in derapate o evoluzioni acrobatiche come avviene in molti altri titoli). L'unico giovamento che viene dalle evoluzioni spettacolari consiste nei punti che guadagnerete a fine corsa, utili per acquistare bonus, nuovi personaggi ed extra.
Tutto ciò contribuisce enormemente a rendere in tempo record la modalità principale estremamente noiosa, ma per fortuna ci pensano i minigiochi a rendere l'esperienza di gioco non disastrosa: la corsa ad ostacoli, lo scherzo ai trattori assopiti e gli altri risultano essere un piacevole passatempo, ma nulla più.
Nemmeno la possibilità di esplorare le campagne circostanti Radiator Spings è stata sfruttata a dovere: a parte il poter raccogliere alcuni bonus nei dintorni nella città, sarete poco invogliati a spingervi troppo nell'interno del deserto a causa dell'assoluta assenza di alcunché da scoprire (a parte alcune scorciatoie utili per le gare successive) ma soprattutto dalla presenza di alcuni bug che vi faranno letteralmente crollare la terra da sotto i piedi, facendovi cadere nel vuoto. Anche la mappa ci metterà del suo per rivelarsi inutile, incapace di indicare le gare già affrontate.
Per curvare a destra sterza a sinistra
Nemmeno tecnicamente il gioco riesce ad eccellere: a parte la grafica tutto sommato discreta e capace di rendere davvero espressive le macchinine di cui vi appresterete a prendere i comandi, va comunque segnalata una certa carenza nella cura dei dettagli che si evidenzia in alcune compenetrazioni, nell'assoluta bruttezza di effetti speciali (come le scintille), nell'assenza di qualsiasi forma di sistema di gestione dei danni, nella presenza massiva di fenomeni di pop-up e nella latitanza della sensazione di velocità, vero e proprio desaparecido in questo Cars.
Nemmeno il sonoro è in grado di eccellere: esattamente come nel lungometraggio, ad animare i nostri amici a quattro ruote ci penseranno le stesse voci che hanno curato il doppiaggio, ma va detto che le battute risultano piuttosto ripetitive e fastidiose.
In conclusione, siamo di fronte a un gioco deludente, incapace di coinvolgere a causa di una facilità estrema e della totale assenza di senso di sfida. Peccato.