Castlevania: Circle of the Moon

di Redazione Gamesurf
L'assalto delle tenebre, il ritorno delle armate di non morti, la ricomparsa dei Signori indiscussi della notte: i videogiochi non hanno mai dimenticato le ambientazioni più cupe, i momenti maggiormente evocativi richiamati direttamente dai più celebri e affascinanti figuri dell'immaginario orrorifico collettivo. Tra zombie e orribili mostri dalle fattezze deformate, il Teatro dei Vampiri mantiene inalterato il proprio status sociale, forte di una considerazione che non viene mai meno. Anche e soprattutto grazie a Konami, che da ormai più di quindici anni narra le gesta di impavidi ammazza-vampiri. Passano le macchine, diventa obsoleto l'hardware, rimane sempre e comunque lo stile e la classe. Quelli innegabili..

LA LUNGA NOTTE
E' il 1830, sono passati ormai alcuni anni dal termine delle vicende abilmente (e inimitabilmente) narrate nel mai troppo glorificato Castlevania: Symphony of the Night (PlayStation, 1997). Il Signore di tutti i Vampiri, Dracula, é stato nuovamente svegliato da Lady Carmilla. Due ammazza-vampiri (letteralmente Vampire Killers nel gioco) decidono di affrontare per l'ennesima volta le indicibili insidie del castello del Conte, guidati dal loro maestro, il padre (Maurice Baldwin) di Hugh Baldwin, che assieme a Nathan Grabes va a rinfoltire le speranze di un mondo che si culla nelle pieghe di una notte più scura del solito
La situazione velocemente precipita: Dracula ha la meglio sui due giovani e inesperti frustaioli, che a loro volta si dividono. Hugh si getta alla ricerca del Conte, accecato dalle possibili sorti del padre caduto in mano a Dracula. Il giocatore veste quindi i panni di Nathan Grabes, in una lunga notte d'orrore, eroismo e morte
MIRRORBALL
Visto il (meritato) successo del già citato Castlevania: Symphony of the Night per PlayStation, il marchio Konami é riuscito a farsi amare da una folta schiera di nuovi "adepti" (mai come in questo caso termine fu più adatto). Nella stragrande maggioranza dei casi una domanda monopolizza le discussioni che si sono create attorno all'atteso Akumajo Dracula: Circle of the Moon (leggasi, Castlevania: Circle of the Moon) nei mesi precedenti alla sua pubblicazione: offrirà uno stile e una struttura di gioco direttamente legata a quella maggiormente improntata all'avventura introdotta con l'edizione Psx o si rifarà, piuttosto, ai classici dettami da gioco di piattaforme e "whip'em up" (whip = frusta) che accompagnano la serie da tanti e tanti capitoli?
Tagliamo la testa al toro: per estrema gioia del sottoscritto e non solo, Circle of the Moon ricorda estremamente da vicino Symphony of the Night. Della versione Psx, questa nuova incarnazione per GBA riprende gli elementi "ruolistici", con personaggi in grado di aumentare il proprio livello di esperienza, caratterizzati da una serie di punteggi (forza, difesa, intelligenza, fortuna) e dalla presenza di tutta una serie di oggetti da vestire e indossare, per tacer di punti magici e armi secondarie da utilizzare con estrema cura e saggezza. Se si perde, da un lato, un personaggio semplicemente inimitabile come l'Alucard di Symphony of the Night, si ritrova in Circle of the Moon un protagonista leggermente standardizzato e un po' deludente dal punto di vista della caratterizzazione grafica. Allo stesso tempo il nuovo capitolo di Castlevania regala però al giocatore un nuovo sistema di gestione delle risorse speciali, denominato DSS (Dual Setup System), di cui parleremo a breve