Castlevania: Circle of the Moon

di Redazione Gamesurf
Jupiter + Serpent porta quindi alla presenza di quattro globi di ghiaccio che ruotano attorno a Nathan. Questo sistema viene allargato a dieci diverse tipologie di Azioni (attacchi speciali con la frusta, attacchi speciali con la spada, alterazioni dello status, utilizzo di attacchi a lunga gittata e così via), andando a creare una serie interminabile di effetti e risorse speciali utilizzabili nei diversi contesti. In tal senso Castlevania: Circle of the Moon offre una profondità di gioco e una dimensione strategica assolutamente inedite anche per il tanto acclamato predecessore e dimostra che Konami sa come e dove perfezionare un gioco che non risente minimamente del peso degli anni

LUPI DAI DENTI A SCIABOLA
Castlevania: Circle of the Moon offre la solita pletora di creature e mostri, sempre azzeccati e realizzati egregiamente sia dal punto di vista concettuale che tecnologico: abbiamo i classici scheletri, i minotauri, le arpie, i leoni alati, gli slime, le teste di medusa, le armature dotate di vita propria, gli uomini lupo, le mantidi giganti e via di questo passo, per una fauna che riesce a offrirsi sempre variegata e in grado di assicurare varietà e curiosità nel proseguio del gioco. Riusciti allo stesso modo sono anche i tanti boss presenti, dal primo enorme lupo, al Negromante, passando attraverso un grossisimo caprone, per arrivare a due monumentali dragoni e, molto, molto altro ancora... La realizzazione grafica di Castlevania: Circle of the Moon si può dire ottimamente riuscita: il titolo Konami offre infatti un livello di dettaglio notevole, unitamente a una cura stilistica che ha ormai del miracoloso (ma che é di casa per la serie Castlevania) e alcuni effetti visivi più che discreti, tra cui alcune rotazioni di buon effetto
Meno convincenti le animazioni di Nathan, limitate e non troppo ispirate. Ottimi invece i fondali in parallasse, la varietà delle locazioni e in generale l'utilizzo dei colori. A questo proposito va spesa qualche parola aggiuntiva: l'utilizzo di una palette di colori particolarmente cupa é la consuetudine per ogni Castlevania che si rispetti, ma é anche vero che in questa edizione GBA la situazione può a volte farsi problematica se non si gode di una buona fonte di illuminazione. Indescrivibili dal canto loro le musiche di sottofondo, riuscitissime, in grado di far impallidire chiunque ritenesse di scarsa portata le caratteristiche audio del portatilino Nintendo. Basti come testimonianza la title-track cantata (esatto, cantata). La longevità si attesta sulle dieci ore buone di gioco, resta da verificare in che percentuale si sarà scoperto l'intero castello al termine del gioco, così come si può terminare il gioco senza aver raccolto tutte le 20 carte disponibili