Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate
Vampiri e mostri vari in tre dimensioni
Quando Konami decise di dare lo sviluppo di un capitolo di Castlevania, una delle sue saghe più pregiate, ai ragazzi spagnoli di Mercury Steam, i dubbi erano tanti. Poi, con l'attenta supervisione di un certo Hideo Kojima, dalla penisola iberica arrivò il più che buono Castlevania: Lords of Shadow, titolo che riuscì a convincere della bontà del lavoro dei Mercury anche i più scettici. Mentre si avvicina il momento in cui potremo mettere le nostre mani sul secondo capitolo di Lords of Shadow, arriva su Nintendo 3DS quello che, in effetti, possiamo considerare un Lords of Shadow “1, 5”. Stiamo parlando di Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate, episodio che fa da tramite ai due “fratelli maggiori”, cercando di mescolare la tradizione dei Castlevania bidimensionali con elementi action. Gettarsi in un calderone dove riecheggia in modo sempre pesantissimo il nome di Symphony of the Night non é certo semplice, ma in casa Mercury Steam hanno dimostrato di essere abituati a lavorare sotto pressione senza troppi problemi.
Dopo i fatti vissuti nel primo Lords of Shadow, eccoci in una situazione che, nonostante una certa linearità nelle prime battute, ci metterà nella situazione di dover seguire da vicino (più o meno a lungo) le vicissitudini intrecciate di ben tre protagonisti: Simon Belmont, Trevor Belmont e Alucard. Tramite le loro abilità dovremo, ovviamente, lanciare il nostro guanto di sfida al nuovo signore del male, inoltrandoci nei suoi possedimenti per cercare di sconfiggerlo e riuscire dove altri (si, probabilmente avete capito a chi ci stiamo riferendo) hanno fallito. La modalità per venire a capo della nostra impresa passa attraverso ad uno stile di gioco che prende a piene mani da vari titoli visti in passato: tendenzialmente saremo messi davanti ad una impostazione platform a scorrimento in due dimensioni, con una classica visuale laterale (ma non totalmente fissa) sul nostro eroe. A impreziosire il tutto vi é uno stile di gioco che strizza l'occhio al gameplay action, farcito da un sistema di crescita lievemente ispirato ai giochi di ruolo. Sarà abbastanza per sconfiggere il male?
Come spesso accade quando mettiamo le mani su un titolo per Nintendo 3DS, una delle prime cose che ci ritroviamo a fare é tentare di capire quanto conta e come é implementata la possibilità di giocare attivando la grafica in tre dimensioni. Come ben sappiamo, in diverse occasioni il 3DS non é riuscito a mostrare questa sua feature come reale valore aggiunto, portando molti utenti a disattivarla per usare unicamente le classicissime “2D”. Questa volta, a fronte di un impatto visivo comunque apprezzabile, mettere al massimo l'indicatore del 3D si é rivelato quanto mai piacevole, rendendo a schermo un ottimo senso di profondità. Anzi, tornando alla visione bidimensionale ci si sente come se l'immagine perdesse non solo la già citata profondità, ma anche completezza. Rimangono i soliti problemi legati al fatto che anche i movimenti più leggeri sfasano l'immagine, ma quando si prende confidenza con il sistema, ci si gode un bello spettacolo.
Il pesante fardello della tradizione
La grafica, però, non offre solo elementi positivi. Da un lato si fanno notare alcune piccole indecisioni di frame rate nei momenti più concitati, dall'altra una certa mancanza di ispirazione riguardo alla creazione delle ambientazione che non sempre si rivelano essere degne del marchio portato dal gioco. C'é qualche caduta di stile, insomma, ma il comparto risulta essere comunque positivo, vista anche la realizzazione di discreti modelli poligonali ben animati. Forse, a riguardo, si fa sentire una certa mancanza di fantasia nella creazione dei mostri. Discorso simile per il sonoro, dove si segnala un buon doppiaggio in inglese (tutti i testi sono in italiano, tranquilli!) e i temi musicali non deludono… sebbene nemmeno riescano a mostrare un gradi d'eccellenza. Non li troverete fastidiosi, spesso aiuteranno a creare la giusta atmosfera, ma nemmeno entreranno in carrozza nella vostra lista di brani tratti dalle migliori colonne sonore videoludiche. Inoltre abbiamo notato una realizzazione non perfetta legata alla gestione di silenzi e cambi di tema. Talvolta sentirete la musica andare in crescendo, come se foste alle soglie di un evento o di un incontro particolarmente importante, ma nulla di questo accadrà. A riguardo, in fase di sviluppo, si sarebbe potuto fare di più.
Dal punto di vista del gameplay, come dicevamo, la base é un mix di azione e piattaforme, dove dovremo dedicarci a una fase esplorativa bidimensionale che offrirà combattimenti e enigmi (tendenzialmente semplici) da risolvere. Riuscire ad avere la meglio contro i propri avversari passa attraverso il classico utilizzo di una arma primaria, di quelle da lancio e dei poteri di vari spiriti. La varietà é più che buona, sia per quanto riguarda i singoli protagonisti sia perché utilizzare diversi personaggi porterà a dover sfruttare stili differenti (ma non troppo) nell'approccio alle varie situazioni. Non stiamo parlando di sostanziali differenze di gameplay, ma del riuscire a prendere confidenza con ciò che avremo a disposizione. Per fare un esempio semplice, possiamo dire che giocare nei panni di Alucard si rivela mediamente più complicato rispetto ad altri momenti, motivo per cui dovrete imparare a dare il meglio con ogni character. A dire la verità, proprio il buon Alucard ci é sembrato maggiormente godibile nel suo rapportarsi con l'ambiente circostante, mentre quando si inizia nei panni di Simon ci si sente quasi invulnerabili: si poteva bilanciare meglio il tutto.
Il set per combattere é, comunque, abbastanza tradizionale: dovrete imparare a schivare e saltare, per poi colpire con combo non troppo elaborate i vostri nemici, naturalmente dopo averli osservati e aver capito i loro movimenti e le loro tattiche. Talvolta, inoltre, ci saranno dei quick event da superare, principalmente contro i ben caratterizzati boss. L'esplorazione segue lo stile classico, dove dovrete spesso tornare sui vostri passi per raggiungere nuove zone grazie a oggetti o abilità recuperate strada facendo. Si corre, si salta, ci si arrampica e si sfruttano diversi elementi ambientali. Non solo: questa volta potrete usare anche le peculiarità della piccola console Nintendo che offre qualche chicca, come la possibilità di gestire touch screen e pennino per scrivere delle note sulla mappa di gioco che andrete a scoprire ad ogni vostro spostamento. Portare a termine Mirror of Fate richiederà una decina di ore abbondanti, da passare insieme ad una trama che darà diversi motivi d'interesse. Peccato che, tra una zona e l'altra della vostra avventura, spesso dovrete pazientare a causa di caricamenti un po' troppo invasivi che causeranno un poco piacevole frammentarsi dell'azione.
Così, questa nuova battaglia contro i terribili vampiri Konami, risulta vittoriosa, sebbene non si possa dire di essere davanti ad un successo epocale. I Mercury Steam hanno lavorato bene, ma hanno peccato in esperienza anche a causa del pesante fardello che la saga di Castlevania si porta dietro quando si parla di titoli bidimensionali. Non perfetto, ma godibile, a patto di non fare troppo i pignoli davanti ad alcuni difetti. Questo Castlevania in salsa spagnola, ad ogni modo, offre buoni motivi per essere tenuto in considerazione anche dallo zoccolo duro degli appassionati.
Quando Konami decise di dare lo sviluppo di un capitolo di Castlevania, una delle sue saghe più pregiate, ai ragazzi spagnoli di Mercury Steam, i dubbi erano tanti. Poi, con l'attenta supervisione di un certo Hideo Kojima, dalla penisola iberica arrivò il più che buono Castlevania: Lords of Shadow, titolo che riuscì a convincere della bontà del lavoro dei Mercury anche i più scettici. Mentre si avvicina il momento in cui potremo mettere le nostre mani sul secondo capitolo di Lords of Shadow, arriva su Nintendo 3DS quello che, in effetti, possiamo considerare un Lords of Shadow “1, 5”. Stiamo parlando di Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate, episodio che fa da tramite ai due “fratelli maggiori”, cercando di mescolare la tradizione dei Castlevania bidimensionali con elementi action. Gettarsi in un calderone dove riecheggia in modo sempre pesantissimo il nome di Symphony of the Night non é certo semplice, ma in casa Mercury Steam hanno dimostrato di essere abituati a lavorare sotto pressione senza troppi problemi.
Dopo i fatti vissuti nel primo Lords of Shadow, eccoci in una situazione che, nonostante una certa linearità nelle prime battute, ci metterà nella situazione di dover seguire da vicino (più o meno a lungo) le vicissitudini intrecciate di ben tre protagonisti: Simon Belmont, Trevor Belmont e Alucard. Tramite le loro abilità dovremo, ovviamente, lanciare il nostro guanto di sfida al nuovo signore del male, inoltrandoci nei suoi possedimenti per cercare di sconfiggerlo e riuscire dove altri (si, probabilmente avete capito a chi ci stiamo riferendo) hanno fallito. La modalità per venire a capo della nostra impresa passa attraverso ad uno stile di gioco che prende a piene mani da vari titoli visti in passato: tendenzialmente saremo messi davanti ad una impostazione platform a scorrimento in due dimensioni, con una classica visuale laterale (ma non totalmente fissa) sul nostro eroe. A impreziosire il tutto vi é uno stile di gioco che strizza l'occhio al gameplay action, farcito da un sistema di crescita lievemente ispirato ai giochi di ruolo. Sarà abbastanza per sconfiggere il male?
Come spesso accade quando mettiamo le mani su un titolo per Nintendo 3DS, una delle prime cose che ci ritroviamo a fare é tentare di capire quanto conta e come é implementata la possibilità di giocare attivando la grafica in tre dimensioni. Come ben sappiamo, in diverse occasioni il 3DS non é riuscito a mostrare questa sua feature come reale valore aggiunto, portando molti utenti a disattivarla per usare unicamente le classicissime “2D”. Questa volta, a fronte di un impatto visivo comunque apprezzabile, mettere al massimo l'indicatore del 3D si é rivelato quanto mai piacevole, rendendo a schermo un ottimo senso di profondità. Anzi, tornando alla visione bidimensionale ci si sente come se l'immagine perdesse non solo la già citata profondità, ma anche completezza. Rimangono i soliti problemi legati al fatto che anche i movimenti più leggeri sfasano l'immagine, ma quando si prende confidenza con il sistema, ci si gode un bello spettacolo.
Il pesante fardello della tradizione
La grafica, però, non offre solo elementi positivi. Da un lato si fanno notare alcune piccole indecisioni di frame rate nei momenti più concitati, dall'altra una certa mancanza di ispirazione riguardo alla creazione delle ambientazione che non sempre si rivelano essere degne del marchio portato dal gioco. C'é qualche caduta di stile, insomma, ma il comparto risulta essere comunque positivo, vista anche la realizzazione di discreti modelli poligonali ben animati. Forse, a riguardo, si fa sentire una certa mancanza di fantasia nella creazione dei mostri. Discorso simile per il sonoro, dove si segnala un buon doppiaggio in inglese (tutti i testi sono in italiano, tranquilli!) e i temi musicali non deludono… sebbene nemmeno riescano a mostrare un gradi d'eccellenza. Non li troverete fastidiosi, spesso aiuteranno a creare la giusta atmosfera, ma nemmeno entreranno in carrozza nella vostra lista di brani tratti dalle migliori colonne sonore videoludiche. Inoltre abbiamo notato una realizzazione non perfetta legata alla gestione di silenzi e cambi di tema. Talvolta sentirete la musica andare in crescendo, come se foste alle soglie di un evento o di un incontro particolarmente importante, ma nulla di questo accadrà. A riguardo, in fase di sviluppo, si sarebbe potuto fare di più.
Dal punto di vista del gameplay, come dicevamo, la base é un mix di azione e piattaforme, dove dovremo dedicarci a una fase esplorativa bidimensionale che offrirà combattimenti e enigmi (tendenzialmente semplici) da risolvere. Riuscire ad avere la meglio contro i propri avversari passa attraverso il classico utilizzo di una arma primaria, di quelle da lancio e dei poteri di vari spiriti. La varietà é più che buona, sia per quanto riguarda i singoli protagonisti sia perché utilizzare diversi personaggi porterà a dover sfruttare stili differenti (ma non troppo) nell'approccio alle varie situazioni. Non stiamo parlando di sostanziali differenze di gameplay, ma del riuscire a prendere confidenza con ciò che avremo a disposizione. Per fare un esempio semplice, possiamo dire che giocare nei panni di Alucard si rivela mediamente più complicato rispetto ad altri momenti, motivo per cui dovrete imparare a dare il meglio con ogni character. A dire la verità, proprio il buon Alucard ci é sembrato maggiormente godibile nel suo rapportarsi con l'ambiente circostante, mentre quando si inizia nei panni di Simon ci si sente quasi invulnerabili: si poteva bilanciare meglio il tutto.
Il set per combattere é, comunque, abbastanza tradizionale: dovrete imparare a schivare e saltare, per poi colpire con combo non troppo elaborate i vostri nemici, naturalmente dopo averli osservati e aver capito i loro movimenti e le loro tattiche. Talvolta, inoltre, ci saranno dei quick event da superare, principalmente contro i ben caratterizzati boss. L'esplorazione segue lo stile classico, dove dovrete spesso tornare sui vostri passi per raggiungere nuove zone grazie a oggetti o abilità recuperate strada facendo. Si corre, si salta, ci si arrampica e si sfruttano diversi elementi ambientali. Non solo: questa volta potrete usare anche le peculiarità della piccola console Nintendo che offre qualche chicca, come la possibilità di gestire touch screen e pennino per scrivere delle note sulla mappa di gioco che andrete a scoprire ad ogni vostro spostamento. Portare a termine Mirror of Fate richiederà una decina di ore abbondanti, da passare insieme ad una trama che darà diversi motivi d'interesse. Peccato che, tra una zona e l'altra della vostra avventura, spesso dovrete pazientare a causa di caricamenti un po' troppo invasivi che causeranno un poco piacevole frammentarsi dell'azione.
Così, questa nuova battaglia contro i terribili vampiri Konami, risulta vittoriosa, sebbene non si possa dire di essere davanti ad un successo epocale. I Mercury Steam hanno lavorato bene, ma hanno peccato in esperienza anche a causa del pesante fardello che la saga di Castlevania si porta dietro quando si parla di titoli bidimensionali. Non perfetto, ma godibile, a patto di non fare troppo i pignoli davanti ad alcuni difetti. Questo Castlevania in salsa spagnola, ad ogni modo, offre buoni motivi per essere tenuto in considerazione anche dallo zoccolo duro degli appassionati.
Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate
7.5
Voto
Redazione
Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate
Esperimento riuscito? Si. Capolavoro? No. Ad ogni modo, Castlevania: Lords of Shadow - Mirror of Fate si lascia giocare con piacere, fondendo sapientemente elementi platform e action, con l'aggiunta di un buon utilizzo delle tre dimensioni "visive" e delle due dimensioni "giocabili". Longevo il giusto e con qualche pregevole spunto, il gioco dei Mercury Steam mostra buone qualità, ma non trova il balzo giusto per elevarsi nell'olimpo. Se amate la saga e siete consci del fatto che qualche difetto si può anche accettare, vi divertirete non poco!