Castleween

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Castleween

And so this is Christmas. Un po' in ritardo, ma buon Natale a tutti, e anche felice anno nuovo, sempre per rimanere in tema di ritardi. Nemmeno il tempo dei rimpianti per l'anno passato che già mi ritrovo a recensire un gioco: questa si chiama dedizione al lavoro! Vabbè, lasciamo perdere le scemenze che già vedo il lungo braccio della legge (quello del capo) pronto a strangolarmi...

Il mondo dei videogiochi può essere considerato una grande Hollywood: ci sono i primi attori ovvero le killer application, grandi campioni d'incassi che possono essere considerati i protagonisti del mercato, poi vengono le comparse, quei classici giochi di cui a lungo andare pochi se ne ricorderanno l'esistenza. I tempi passano, le donne passano, le mode passano, ma i veri capolavori sono per sempre.
Brutto a dirsi, questo Castleween è sicuramente un prodotto non troppo esaltante, e che può essere inserito nella seconda categoria poco fa menzionata per svariati motivi: una grafica non all'altezza, una giocabilità che viaggia sul binario della mediocrità e il senso generale che si ha giocando a questa produzione, ovvero che qualcosa sia stato lasciato al caso e sarebbe stato meritevole di ben altra programmazione.



Ma non è tutto: la più profonda mancanza di Castleween sta alla base stessa del gioco, nell'anima. Concettualmente è un prodotto superato, sia in quanto ad azioni fattibili, sia in quanto a realizzazione tecnica. L'ultima fatica della Wanadoo infatti soffre di mancanza di libertà, visto che al giocatore altro non è concesso se non andare avanti superando dei passaggi obbligati: tutto sa di già visto, di già giocato, e le trovate originali si contano sulle dita di una mano monca. Deja-vu è la parola che più si abbina a questo prodotto, ma c'è di peggio. La giocabilità infatti è ridotta all'osso: viste le poche azioni fattibili e i livelli lineari e scontati, poco rimane da dire. Innovazione, divertimento e varietà sono quindi dei termini che non si accomunano bene con questo titolo, incapace di regalare divertimento.

Menzionando questa ecatombe di difetti ci siamo però dimenticati alcuni passaggi fondamentali: innanzitutto Castleween è sostanzialmente un platform 3D dove dovremo impersonare due bambinetti travestiti, il tutto in un mondo condito con la tipica atmosfera della festa di Halloween. I due marmocchi appena menzionati si chiamano Alicia e Greg. La prima è una ragazza vestita da mago merlino che ha la capacità di usare il cappello come boomerang per attaccare i nemici, mentre il secondo è travestito da diavoletto e avrà come arma il forcone, che ovviamente ha un raggio d'attacco molto inferiore rispetto all'arma di Alicia.

Castleween
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Castleween

Eviterò di lanciarmi in varie reminiscenze poetiche per valutare questo gioco, che a grandi linee definirei "Un platform concettualmente superato, minato da vari difetti a livello tecnico e che a stento si avvicina alla sufficienza. Davvero troppo poco per il mercato attuale". Noi la nostra l'abbiamo detta.

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