Castleween
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
And so this is Christmas. Un po' in ritardo, ma buon Natale a tutti, e anche felice anno nuovo, sempre per rimanere in tema di ritardi. Nemmeno il tempo dei rimpianti per l'anno passato che già mi ritrovo a recensire un gioco: questa si chiama dedizione al lavoro! Vabbè, lasciamo perdere le scemenze che già vedo il lungo braccio della legge (quello del capo) pronto a strangolarmi...
Il mondo dei videogiochi può essere considerato una grande Hollywood: ci sono i primi attori ovvero le killer application, grandi campioni d'incassi che possono essere considerati i protagonisti del mercato, poi vengono le comparse, quei classici giochi di cui a lungo andare pochi se ne ricorderanno l'esistenza. I tempi passano, le donne passano, le mode passano, ma i veri capolavori sono per sempre.
Brutto a dirsi, questo Castleween è sicuramente un prodotto non troppo esaltante, e che può essere inserito nella seconda categoria poco fa menzionata per svariati motivi: una grafica non all'altezza, una giocabilità che viaggia sul binario della mediocrità e il senso generale che si ha giocando a questa produzione, ovvero che qualcosa sia stato lasciato al caso e sarebbe stato meritevole di ben altra programmazione.
Ma non è tutto: la più profonda mancanza di Castleween sta alla base stessa del gioco, nell'anima. Concettualmente è un prodotto superato, sia in quanto ad azioni fattibili, sia in quanto a realizzazione tecnica. L'ultima fatica della Wanadoo infatti soffre di mancanza di libertà, visto che al giocatore altro non è concesso se non andare avanti superando dei passaggi obbligati: tutto sa di già visto, di già giocato, e le trovate originali si contano sulle dita di una mano monca. Deja-vu è la parola che più si abbina a questo prodotto, ma c'è di peggio. La giocabilità infatti è ridotta all'osso: viste le poche azioni fattibili e i livelli lineari e scontati, poco rimane da dire. Innovazione, divertimento e varietà sono quindi dei termini che non si accomunano bene con questo titolo, incapace di regalare divertimento.
Menzionando questa ecatombe di difetti ci siamo però dimenticati alcuni passaggi fondamentali: innanzitutto Castleween è sostanzialmente un platform 3D dove dovremo impersonare due bambinetti travestiti, il tutto in un mondo condito con la tipica atmosfera della festa di Halloween. I due marmocchi appena menzionati si chiamano Alicia e Greg. La prima è una ragazza vestita da mago merlino che ha la capacità di usare il cappello come boomerang per attaccare i nemici, mentre il secondo è travestito da diavoletto e avrà come arma il forcone, che ovviamente ha un raggio d'attacco molto inferiore rispetto all'arma di Alicia.
Castleween
Castleween
Eviterò di lanciarmi in varie reminiscenze poetiche per valutare questo gioco, che a grandi linee definirei "Un platform concettualmente superato, minato da vari difetti a livello tecnico e che a stento si avvicina alla sufficienza. Davvero troppo poco per il mercato attuale". Noi la nostra l'abbiamo detta.