Castrol Honda Superbike 2000
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Nelle visuali televisive poi, l'ipotetico cameraman sembra afflitto da un leggero morbo di Parkinson, dato che l'inquadratura saltella e si sposta con un timore quasi reverenziale. Il paesaggio della pista è nella media e nonostante qualche texture di fondo orrendamente quadrettata la scena è abbastanza verosimile. I contendenti in pista sono circa sei, e per fortuna il motore grafico, tra i suoi vari difetti, non deve annoverare rallentamenti extra in presenza di visuali particolarmente affollate. La Midas Enteractive non ha dimenticato di inserire qualche lustrino per gli occhi, come un gradevole effetto di lens flare (abbagliamento della visuale prodotto dal sole in particolari angolazioni), il fumo dei pneumatici che fischiano sull'asfalto e una visuale, tra le altre, da dietro il lunotto della moto
SIMULAZIONE O FRUSTRAZIONE?
Ma come si guida Castrol Honda Superbike? Inizialmente il gioco ci tarpa in tutto, come se il suo modello di guida altamente realistico fosse un premio cui possiamo giungere solo dopo aver dimostrato di sapercelo meritare. In linea di principio questo è lo stesso meccanismo di gioco dei vari Gran Turismo o TOCA World Touring Cars: a che serve mettersi ai comandi di un bolide da 300 km orari se non sappiamo portare neanche un triciclo? Qualche perplessità, però, il gioco la suscita comunque perché nelle fasi iniziali sia lo sterzo che la manetta sono servo assistiti (senza citare le marce, automatismo standard in quasi tutti i titoli di guida). In pratica il computer ci impedisce di fracassarci al suolo con delle sterzate repentine e in più regola l'emissione del gas in modo da farci affrontare ogni parte del percorso alla velocità ottimale. In questo modo impariamo qualcosa sulle accelerazioni e le repentine frenate dei percorsi del motomondiale, ma finiamo per occuparci solo delle traiettorie e degli innesti in curva. Tutto molto didattico ed educativo, ma come facciamo a liberarci del gioco dei servosistemi? Qui intervengono le così dette prove di abilità. Ogni livello di gioco ce ne offre diverse e per poter pilotare la moto senza lo steering assist (servosterzo) e il braking assist (servofrenata) dobbiamo superare almeno una prova del livello intermedio
SIMULAZIONE O FRUSTRAZIONE?
Ma come si guida Castrol Honda Superbike? Inizialmente il gioco ci tarpa in tutto, come se il suo modello di guida altamente realistico fosse un premio cui possiamo giungere solo dopo aver dimostrato di sapercelo meritare. In linea di principio questo è lo stesso meccanismo di gioco dei vari Gran Turismo o TOCA World Touring Cars: a che serve mettersi ai comandi di un bolide da 300 km orari se non sappiamo portare neanche un triciclo? Qualche perplessità, però, il gioco la suscita comunque perché nelle fasi iniziali sia lo sterzo che la manetta sono servo assistiti (senza citare le marce, automatismo standard in quasi tutti i titoli di guida). In pratica il computer ci impedisce di fracassarci al suolo con delle sterzate repentine e in più regola l'emissione del gas in modo da farci affrontare ogni parte del percorso alla velocità ottimale. In questo modo impariamo qualcosa sulle accelerazioni e le repentine frenate dei percorsi del motomondiale, ma finiamo per occuparci solo delle traiettorie e degli innesti in curva. Tutto molto didattico ed educativo, ma come facciamo a liberarci del gioco dei servosistemi? Qui intervengono le così dette prove di abilità. Ogni livello di gioco ce ne offre diverse e per poter pilotare la moto senza lo steering assist (servosterzo) e il braking assist (servofrenata) dobbiamo superare almeno una prova del livello intermedio