Child of Eden

di Tommaso Alisonno
Musica, atmosfera, ritmo, colpo d'occhio e una non marginale visione onirica dell'universo e del futuro si fondono nell'ultimo titolo di Q Enterteinment e del loro leader Mizuguchi, il quale va ad attingere dal proprio capolavoro Rez per regalarci un'altra esperienza di gioco sui generis. Volendo riassumere la descrizione dei Child of Eden in poche parole, lo si potrebbe definire un rail-shooter di ambientazione fantascientifica: in un universo futuro in cui la razza é ormai dispersa per lo spazio, gli Umani cercando di ricostruire le loro origini riportando virtualmente in vita Lumi, la prima ragazza nata libera dalla gravità del pianeta madre e ultimo contatto con quella civiltà.



Ma nella culla virtuale chiamata Eden in cui l'esperimento ha luogo intervengono delle cause esterne “contaminanti”, e compito del giocatore sarà quello di eliminarle.
La trama é però poco importante una volta che ci si tuffa - e proprio di “immersione” il gioco parla - nelle peculiari scelte ritmiche e cromatiche di CoE, in cui il volto di Lumi é la presenza remota da raggiungere e “salvare” alla fine di ciascuno dei 5 livelli. Shooter sui binari, si é detto, con la possibilità di ruotare entro certi limiti l'angolo visivo muovendo il mirino verso i bordi dello schermo, a prescindere che prediligiate il controller classico o vi affidiate al PlayStation Move. Le modalità di fuoco a disposizione saranno solamente due: il Tracer e il Laser, a cui si aggiunge l'Euphoria come attacco speciale.

Il primo é un'arma a ripetizione, rapida e in grado di arrestare i colpi nemici o in generale i bersagli “violacei”, ma che sostanzialmente infligge danni limitati ai bersagli più grossi e soprattutto non consente di accumulare bonus particolari. Il Laser, invece, si utilizza tenendo premuto il tasto apposito e effettuando così il lock-on su fino a 8 bersagli: rilasciando il comando questi verranno aggrediti simultaneamente, e sarà anche possibile ottenere bonus moltiplicativi sferrando questi attacchi in sincrono con la colonna sonora. L'Euphoria é, infine, la classica “bomba” da rilasciare in situazioni critiche.



Abbiamo parlato di atmosfera, e non a caso: la realizzazione grafica di Child of Eden riesce a ricreare diversi generi di ambiente fondendo in sé elementi di grafica essenziale, luci stroboscopiche, animazioni fluide e tanta arte digitale. É così che un fascio di poligoni colorati compone nella nostra mente ora un fiore, ora una medusa, ora una fenicie, ora una serie di ingranaggi, talvolta in maniera più esplicita, altre volte secondo stili più concettuali. Ad ogni modo ogni fase e schermata di CoE é un piccolo quadro di arte postmoderna, ancora più avvolgente se avete la fortuna di giocarla in 3D stereoscopico. Unico neo: certamente più di una persona troverà certi stacchi e colori particolarmente disturbanti.

Assolutamente ineccepibile il comparto audio, e non a caso la soundtrack é affidata ai Genki Rokets di cui lo stesso Mizuguchi fa parte. Chi scrive non é affatto un aficionado di musica techno o in generale di temi particolarmente rimbombanti, ma é innegabile che in un gioco che fa del ritmo e degli stacchi musicali parte dell'ambientazione e del gamplaying, la realizzazione é semplicemente superba. Ogni arma emette il suo suono, ogni oggetti risponde con una nota o un campionamento quando colpito, la musica di sottofondo si modifica progressivamente al proseguire della vicenda, rendendo l'intera esperienza onirica, trascinate, avvolgente, in una parola “immersiva” come - e l'abbiamo già detto - lo stesso gioco la descrive.

Prendere sottogamba l'esperienza di gioco “nuda e cruda”, cioé quella che fa comunque da collante alla trama, all'ambientazione, alla grafica e alla musica, sarebbe sicuramente un errore: per quanto il concept non abbia nulla di complicato, é sicuramente necessario assimilarlo per riuscire a ottenere buoni risultati, e il colpo d'occhio gioca un ruolo non indifferente in tutto questo. Probabilmente non impiegeherete più di una mezza dozzina di ore per sbloccare tutti i 5 livelli di gioco, ma anche dopo averli completati Child of Eden avrà più di qualcosa da dire, invitandovi sovente a ri-immegervi in Lumi per completare le gallery e migliorare le vostre prestazioni nella classifica online.

Probabilmente un gioco che non tutti sapranno capire ed apprezzare, Child of Eden rimane comunque fedele alla tradizione onirica di Mizuguci e saprà regalare un'esperienza indimenticabile a tutti coloro i quali sapranno cogliere le sfumature, i preziosi dettagli, le possibili interpretazioni, o in generale lo stile dell'autore.