Cities: Skylines
Vado a vivere in campagna… La tentazione potrebbe cogliervi, in effetti, quando vi accorgerete vostro malgrado cosa comporti la gestione a 360 gradi di una megalopoli. Cities: Skylines, partorito dalla fantasia dei magnifici nove sviluppatori del team Colossal Order, coadiuvati in questo porting per Xbox One da Tantalus Media, costituisce da due anni a questa parte il punto di riferimento di tutti gli appassionati dei city builder, orfani del compianto SimCity e stanchi fino allo sbadiglio del pletorico e pesantissimo Cities XXL. Capace di dire la sua fin dal giorno della sua uscita per PC, il titolo finlandese mostra ancora tutta la sua freschezza nella versione da console. Merito di certo di un’interfaccia che, pur scontrandosi con la minore accessibilità dei comandi da gamepad rispetto a mouse e tastiera, mantiene quell’approccio immediato e di facile comprensione che ha costituito uno dei pilastri del successo del gioco.
Lo schema di gameplay è classico. Si parte con una mappa vuota di 36 chilometri quadrati, generata a caso con le sue particolarità idrogeologiche ogni volta differenti. La costante è un’autostrada ad alto scorrimento dotata di uno svincolo. Da quel momento in poi, sfruttando il budget economico all’inizio limitato, ma destinato a crescere di pari passo con le spese (attenti a non indebitarvi troppo, però, o rischierete la bancarotta come certi sindaci italiani di mia conoscenza…), inizierà la vostra avventura di governatore, costruendo un lotto dopo l’altro di villette, negozi, piccoli impianti industriali. Poco a poco, grazie anche ai proventi della tassazione e della vendita delle risorse prodotte negli opifici, il vostro gruzzolo crescerà consentendovi di lanciarvi in operazioni edilizie sempre più audaci. Attenzione, però, a tenere sempre sotto controllo approvvigionamento di acqua ed energia, disegnando personalmente la rete di distribuzione in modo da raggiungere l’equilibrio ottimale tra efficienza e impatto ambientale.
Su questo aspetto, il gioco finlandese tradisce il suon retaggio nordico equo e solidale a favore di una buona dose di sano realismo. Se volete tanta energia a costi accettabili, non c’è nulla di meglio dei cari vecchi combustibili fossili o, più avanti, della fissione dell’atomo. Scordatevi di alimentare una rete di trasporti e comunicazioni moderna, o meno ancora delle fabbriche, a colpi di pale eoliche o elio fattorie. Assieme alla skyline di palazzi sempre più alti che caratterizzerà in modo personale la vostra città, non dovrete dimenticare le infrastrutture. Che consistono non solo in una rete stradale capace di gestire il traffico privato evitando eccessivi ingorghi e congestioni, ma anche in un sistema di trasporto pubblico su gomma e rotaia studiato per tutte le esigenze. Veterani di ben due titoli della serie Cities in Motion, i ragazzi della Colossal Order in questo campo non hanno rivali. Potrete disegnare le reti di trasporto, decidere la posizione delle fermate, il colore della linea e perfino la livrea dei mezzi! Mentre il trasporto di cittadini e merci da e per il mondo esterno sarà assicurato da treni, aerei e, se la natura vi ha regalato uno sbocco marittimo o fluviale sufficiente, navi da far attraccare nel vostro porto.
Non manca la necessità di organizzare lo smaltimento delle acque reflue, bianche e nere, attraverso un sistema fognario adeguato, e il riciclaggio dei rifiuti, a meno di non voler seppellire la vostra città ideale sotto cumuli di immondizia. Impossibile dimenticare infine un sistema di servizi adeguato, dalla polizia ai vigili del fuoco, fino alla gestione dei cimiteri nei quali tumulare gli abitanti deceduti (devo confessare che la possibilità di costruire crematori dove “smaltire” le salme dei trapassati come se fossero sacchi di spazzatura mi è sembrata decisamente inquietante).
La differenza vincente di Cities: Skylines rispetto ai concorrenti è stata rappresentata fin dall’esordio dalla continua evoluzione della situazione dei diversi quartieri della città (cui potrete dare anche un nome a vostra scelta). Invece di limitarvi a piazzare edifici e strade osservando poi i cittadini che vanno e vengono come topi da laboratorio, il gioco Colossal Order seguiterà anche quando vi parrà di aver costruito le migliori situazioni possibili a far nascere spunti di miglioramento, a creare crisi e contrasti che vi stimolino a modificare, ricostruire, ripensare, senza mai concedervi troppo a lungo la tranquillità di potervi limitare a fare da spettatore e basta. Una sorta di interfaccia twitter virtuale, monopolio dei vostri cittadini, seguiterà senza sosta a restituirvi quello che la vostra gente pensa del suo sindaco e delle sue azioni di governo, impedendovi di riposare sugli allori di una buona trovata per più di una manciata di minuti. Inquinamento, traffico, rifiuti, criminalità, incendi, cali di energia. La vita in una grande città moderna è dura ed è probabile che, dopo qualche ora di gioco, vi ritroverete a guardare con più indulgenza e a non invidiare più di tanto chi vi governa nella vita reale.
Nella versione Xbox One appena uscita è stata inclusa anche l’espansione After Dark, la prima uscita per la versione PC, garantendo l’alternanza del ciclo giorno-notte e le altre opzioni introdotte assieme ad essa, corsie preferenziali, piste ciclabili, aeroporti internazionali e terminal degli autobus inclusi. Se è vero che, quando uscì a pagamento, il DLC non fece gridare al miracolo, limitandosi a rimediare a una pecca oggettiva del gioco che fino a quel momento era conosciuto anche come il city builder su cui non tramonta mai il sole, ora che è incluso nel gioco base, non si può che apprezzarne la presenza che aggiunge completezza e stile al titolo. Grandi assenti, invece, le espansioni Snowfall, tanto cara ai finlandesi perché permetteva di ricreare, oltre all’innevamento, moltissime prerogative delle città nordiche, e Natural Disasters, che rispondeva con i suoi cataclismi improvvisi, dai tornado alle tempeste di fuoco fino alla caduta di meteore, all’accusa di titolo senza emozioni rivolto a Cities: Skylines dai fan incalliti di SimCity.
Tanta roba, quindi, ma forse non ancora abbastanza. Immaginando che il gioco, su una piattaforma così ostica per titoli del genere, non potrà attirare che una nicchia solida, ma per forza di cose limitata, di utenti, avremmo preferito un’uscita completa del gioco base con tutti i DLC, a maggior ragione visto che gli utenti PC hanno già a disposizione da molto tempo l’intero pacchetto. Attirare i fan dell’azione da console verso un gioco che richiede pianificazione e capacità di gestione dello stress, oltre che dedizione, per regalare a chi lo prova le gratificazioni maggiori, non è una passeggiata e un piatto più ricco di sicuro avrebbe aiutato.
Necessario, infine, spendere due parole su un comparto tecnico più che testato, e adattato in maniera assolutamente soddisfacente alle caratteristiche hardware della console Microsoft. Permane, come nella versione PC, qualche aliasing di troppo che il motore Unity non riesce a smaltire, ma nel complesso l’aspetto del gioco fa la sua dannata figura anche sullo schermo HD grande del salotto. Scarsissimo, invece, resta il comparto sonoro, che aggiunge a una gamma di effetti di discreto livello ma lontani dallo sbalordire, una colonna di brani più adatti alla galleria di un centro commerciale di provincia degli anni Novanta che a un videogioco leader di gamma.
Ok, ci siamo. Dal 21 aprile il gioco è sugli scaffali, fisici e virtuali, e affronta la sfida del mercato in questo secondo scampolo di primavera. Il prezzo contenuto di 39,99 euro dovrebbe, in teoria, aiutare a decidere gli incerti. Chi insomma, con gli occhi ancora fuori dalle orbite e la nausea dopo l’ultimo frag-fest online, o le dita rattrappite e la pressione alle stelle per l’ennesimo vano tentativo di fare la festa a un boss di Dark Souls, conclusasi con un sanguinoso game over e conseguente lancio del gamepad dalla finestra, vorrebbe per una volta provare qualcosa di diverso. Ecco, Cities: Skylines potrebbe essere un’ottima scelta. Nonostante infatti la totale assenza di una componente online, possiede una longevità spiccata, tipica dei giochi del suo genere quando, come nel suo caso, sono ben strutturati, hanno una curva di apprendimento umana e un gameplay abbordabile anche per un neofita.
Perché no, allora? Quasi quasi potrebbe venirvi voglia di fare i sindaci, da grandi…