Civilization IV - Colonization
L'emozione della scoperta di un nuovo mondo; l'esperienza della costruzione delle prime strutture coloniali e lo sfruttamento delle risorse naturali, molte delle quali rare o inesistenti in Europa; l'incontro coi nativi, alcuni dei quali curiosi e socievoli, altri riottosi ed ostili; il commercio con la madrepatria, via via sempre più tassato dal sovrano; la crescita del sentimento di ribellione dall'oppressione; la rivoluzione per l'indipendenza. Questa serie di eventi costituisce in riassunto la dinamica di una partita a Colonization, remake dell'omonimo titolo di Sid Meier che torna in vita grazie all'ormai consolidato motore di Civilization IV.
Il gioco é pertanto una ricostruzione “a turni” di quello che più o meno hanno passato i coloni americani dal loro primo sbarco nel nuovo mondo e fino alla conquista dell'indipendenza: sarà pertanto nostro compito, una volta scelta una nazione madre e uno dei capi dei coloni (ovviamente queste scelte influenzeranno alcuni parametri del gioco), quello di guidare i nostri seguaci alla creazione dei primi insediamenti e così via fino allo scontro con l'esosa madrepatria.
Inizialmente avremo a disposizione una nave e un paio di coloni: una caratteristica interessante di Colonization rispetto alla serie “classica” di CIV é il fatto che praticamente qualsiasi unità terrestre (con l'eccezione dei cannoni) é in grado di fondare nuovi insediamenti. Una volta piazzate le prime città, di cui una é fortemente consigliata sulla costa più vicina all'Europa, potremo dedicarci alternativamente all'esplorazione dell'entroterra e alle prime produzioni: dalla terra potremo infatti ottenere minerali, legname, tabacco, cotone e così via, oltre naturalmente al cibo per il sostentamento e la crescita dell'insediamento. Queste stesse materie prime potranno essere ottenute anche tramite i nativi, sia per via commerciale (le tipiche “perline in cambio di pellicce”) sia con la violenza, tenendo però presente che la vostra potenza militare iniziale sarà piuttosto esigua.
Le risorse così ottenute potranno essere vendute o scambiate coi coloni di altre nazioni, oppure trasferite per il mercato del vecchio mondo. Molto più remunerativo sarà però il trasformarle in prodotti finiti: sigari, rhum e così via hanno un valore infatti molto più elevato del tabacco e zucchero da cui si ricavano e potranno anche essere venduti ai nativi, incapaci di produrseli da soli. Molto presto cominceremo ad aver bisogno di una nutrita rete di trasporti via terra e via mare per scambiare le risorse tra le nostre colonie, ma fortunatamente é tutto automatizzabile. Se é vero che all'inizio della partita saremo legati alla madrepatria come da un cordone ombelicale e questa sarà per noi la principale fonte di coloni, attrezzi e beni commerciali, é altrettanto vero che man mano che le nostre colonie crescono e si rendono autosufficienti il vecchio mondo diventerà soltanto un'enorme mercato dove convertire i nostri prodotti in denaro sonante.
Contemporaneamente, l'esosità del re si farà sempre più marcata, sottoforma di tasse d'importazione sempre più elevate (dallo 0% iniziale possono arrivare anche al 99% - é bello essere re!) o occasionali richieste una tantum. Progressivamente, pertanto, dovremo provvedere ad aumentare il “sentimento di ribellione” delle nostre colonie, e contemporaneamente cominciare a trasformare i coloni in soldati e dragoni, oltre a produrre navi da guerra e pezzi d'artiglieria. Quando ci sentiremo pronti, potremo finalmente dichiarare l'indipendenza dall'opprimente madrepatria, la quale non la prenderà affatto bene e manderà un contingente a sedare la rivolta. Sconfiggere questo contingente sarà l'ultima fatica del gioco: o si vince (la guerra e con essa la partita) o si muore.
Una menzione particolare merita la flessibilità dei nostri coloni, che possono potenzialmente svolgere qualsiasi lavoro: se posizionati in una casella di mare saranno pescatori, se posti in una foresta potranno essere cacciatori, boscaioli o coltivatori (a seconda delle caratteristiche del terreno), se forniti di attrezzi possono svolgere il lavoro di pionieri (equivalenti ai “lavoratori” di CIV), se equipaggiati con armi e cavalli divengono soldati, scout o dragoni, se posizionati nelle strutture cittadine diventano pellicciai, predicatori o fabbri. A prescindere da questa flessibilità, comunque, sarà sempre possibile “specializzarli” tramite le apposite scuole, cosicché rendano meglio in una specifica occupazione: un contadino esperto ottiene infatti il doppio del cibo dalla stessa casella rispetto a un colono non specializzato.
La realizzazione tecnica di Colonization parte dal motore grafico di CIV, ma apporta varie migliorie, grazie alle nuove tecnologie disponibili ed al fatto di non essere presentato come espansione ma come gioco indipendente. Diciamo pertanto che coi settaggi al minimo (scelta consigliata se non si raggiungono in pieno i requisiti consigliati) abbiamo un risultato che già di per sé risulta più bello e dettagliato di CIV, soprattutto per quanto concerne la cura delle unità e delle varie zone di terreno. Potendosi permettere livelli di dettaglio più elevati (il peso di tutto ciò infatti non é indifferente), allora diviene possibile ammirare anche le ottime animazioni e soprattutto l'effetto dell'acqua degli oceani, elemento con cui avrete a che fare per tutto il gioco. Molto ben fatti anche i modelli dei nuovi governanti e coloni, soprattutto le espressioni di gelida superiorità dei sovrani quando ci porgono l'anello da baciare.
Dal punto di vista audio, troviamo una colonna sonora composta da brani molto indicati all'ambientazione, che vanno dai temi marinari caraibici alle marce militari settecentesche. Gli effetti sonori sono per lo più ripresi da CIV, come il rumore delle navi, dei cavalli o dei soldati, ma ciò non toglie che siano comunque pienamente soddisfacenti. Non é presente praticamente nessun tipo di doppiaggio, salve qualche grugnito dei coloni, ma l'abbondanza di testo a schermo, totalmente tradotto in Italiano, non ne fa sentire la mancanza.
La curva di apprendimento di Colonization é decisamente ripida - più ripida di quella di CIV, tanto da richiedere almeno una partita di prova per padroneggiare appieno tutte le variabili, anche se siete già ferrati nella serie madre. Il tutorial in-game offre una mano d'aiuto, così come la sempre presente e dettagliata “civilopedia”, ma per alcune cose abbiamo trovato particolarmente utile il caro buon vecchio manuale d'istruzioni (circa sessanta pagine), oltre che alcuni esperimenti e l'esperienza diretta. La durata della partita é limitata, a velocità normale, a 300 turni entro e non oltre i quali dovrete dichiarare l'indipendenza e sconfiggere il contingente della madrepatria: i tempi sono invero studiati a menadito, e soprattutto nelle prime partite, anche giocate al livello di difficoltà più basso, probabilmente rischierete di non fare in tempo a raggiungere il vostro scopo.
Insomma, una volta presa confidenza col sistema e le numerose variabili, essenzialmente ci sarà da divertirsi per parecchie ore, anche se probabilmente dopo la prima partita vinta il gioco perderà un po' di mordente. Indubbiamente, aumentare il livello di difficoltà può essere d'aiuto, così come cimentarsi in uno degli specifici scenari pre-impostati, ma quello che darà seriamente ancora mordente al gioco sarà il multiplayer: in un titolo così “lineare”, meno generico e più specifico rispetto a CIV, in cui non ci sono troppe variazioni sul tema rispetto alla quest principale, la possibilità di confrontarsi con uno o più amici é indubbiamente accattivante. Da questo punto di vista, il gioco offre la possibilità di sfidarsi sia in rete locale, sia su internet tramite Gamespy, sia su un singolo PC alternandosi ai controlli.
Insomma, Colonization possiede abbastanza differenze rispetto a CIV da meritare lo sviluppo come titolo a sé stante piuttosto come espansione, nonostante indubbiamente mantenga immutato un certo spirito alla base dell'opera. Certamente un'esperienza di gioco differente che potrà soddisfare tutti i fan della serie, mentre per i neofiti un gioco indubbiamente bello e coinvolgente seppure, indubbiamente, non semplicissimo.
Il gioco é pertanto una ricostruzione “a turni” di quello che più o meno hanno passato i coloni americani dal loro primo sbarco nel nuovo mondo e fino alla conquista dell'indipendenza: sarà pertanto nostro compito, una volta scelta una nazione madre e uno dei capi dei coloni (ovviamente queste scelte influenzeranno alcuni parametri del gioco), quello di guidare i nostri seguaci alla creazione dei primi insediamenti e così via fino allo scontro con l'esosa madrepatria.
Inizialmente avremo a disposizione una nave e un paio di coloni: una caratteristica interessante di Colonization rispetto alla serie “classica” di CIV é il fatto che praticamente qualsiasi unità terrestre (con l'eccezione dei cannoni) é in grado di fondare nuovi insediamenti. Una volta piazzate le prime città, di cui una é fortemente consigliata sulla costa più vicina all'Europa, potremo dedicarci alternativamente all'esplorazione dell'entroterra e alle prime produzioni: dalla terra potremo infatti ottenere minerali, legname, tabacco, cotone e così via, oltre naturalmente al cibo per il sostentamento e la crescita dell'insediamento. Queste stesse materie prime potranno essere ottenute anche tramite i nativi, sia per via commerciale (le tipiche “perline in cambio di pellicce”) sia con la violenza, tenendo però presente che la vostra potenza militare iniziale sarà piuttosto esigua.
Le risorse così ottenute potranno essere vendute o scambiate coi coloni di altre nazioni, oppure trasferite per il mercato del vecchio mondo. Molto più remunerativo sarà però il trasformarle in prodotti finiti: sigari, rhum e così via hanno un valore infatti molto più elevato del tabacco e zucchero da cui si ricavano e potranno anche essere venduti ai nativi, incapaci di produrseli da soli. Molto presto cominceremo ad aver bisogno di una nutrita rete di trasporti via terra e via mare per scambiare le risorse tra le nostre colonie, ma fortunatamente é tutto automatizzabile. Se é vero che all'inizio della partita saremo legati alla madrepatria come da un cordone ombelicale e questa sarà per noi la principale fonte di coloni, attrezzi e beni commerciali, é altrettanto vero che man mano che le nostre colonie crescono e si rendono autosufficienti il vecchio mondo diventerà soltanto un'enorme mercato dove convertire i nostri prodotti in denaro sonante.
Contemporaneamente, l'esosità del re si farà sempre più marcata, sottoforma di tasse d'importazione sempre più elevate (dallo 0% iniziale possono arrivare anche al 99% - é bello essere re!) o occasionali richieste una tantum. Progressivamente, pertanto, dovremo provvedere ad aumentare il “sentimento di ribellione” delle nostre colonie, e contemporaneamente cominciare a trasformare i coloni in soldati e dragoni, oltre a produrre navi da guerra e pezzi d'artiglieria. Quando ci sentiremo pronti, potremo finalmente dichiarare l'indipendenza dall'opprimente madrepatria, la quale non la prenderà affatto bene e manderà un contingente a sedare la rivolta. Sconfiggere questo contingente sarà l'ultima fatica del gioco: o si vince (la guerra e con essa la partita) o si muore.
Una menzione particolare merita la flessibilità dei nostri coloni, che possono potenzialmente svolgere qualsiasi lavoro: se posizionati in una casella di mare saranno pescatori, se posti in una foresta potranno essere cacciatori, boscaioli o coltivatori (a seconda delle caratteristiche del terreno), se forniti di attrezzi possono svolgere il lavoro di pionieri (equivalenti ai “lavoratori” di CIV), se equipaggiati con armi e cavalli divengono soldati, scout o dragoni, se posizionati nelle strutture cittadine diventano pellicciai, predicatori o fabbri. A prescindere da questa flessibilità, comunque, sarà sempre possibile “specializzarli” tramite le apposite scuole, cosicché rendano meglio in una specifica occupazione: un contadino esperto ottiene infatti il doppio del cibo dalla stessa casella rispetto a un colono non specializzato.
La realizzazione tecnica di Colonization parte dal motore grafico di CIV, ma apporta varie migliorie, grazie alle nuove tecnologie disponibili ed al fatto di non essere presentato come espansione ma come gioco indipendente. Diciamo pertanto che coi settaggi al minimo (scelta consigliata se non si raggiungono in pieno i requisiti consigliati) abbiamo un risultato che già di per sé risulta più bello e dettagliato di CIV, soprattutto per quanto concerne la cura delle unità e delle varie zone di terreno. Potendosi permettere livelli di dettaglio più elevati (il peso di tutto ciò infatti non é indifferente), allora diviene possibile ammirare anche le ottime animazioni e soprattutto l'effetto dell'acqua degli oceani, elemento con cui avrete a che fare per tutto il gioco. Molto ben fatti anche i modelli dei nuovi governanti e coloni, soprattutto le espressioni di gelida superiorità dei sovrani quando ci porgono l'anello da baciare.
Dal punto di vista audio, troviamo una colonna sonora composta da brani molto indicati all'ambientazione, che vanno dai temi marinari caraibici alle marce militari settecentesche. Gli effetti sonori sono per lo più ripresi da CIV, come il rumore delle navi, dei cavalli o dei soldati, ma ciò non toglie che siano comunque pienamente soddisfacenti. Non é presente praticamente nessun tipo di doppiaggio, salve qualche grugnito dei coloni, ma l'abbondanza di testo a schermo, totalmente tradotto in Italiano, non ne fa sentire la mancanza.
La curva di apprendimento di Colonization é decisamente ripida - più ripida di quella di CIV, tanto da richiedere almeno una partita di prova per padroneggiare appieno tutte le variabili, anche se siete già ferrati nella serie madre. Il tutorial in-game offre una mano d'aiuto, così come la sempre presente e dettagliata “civilopedia”, ma per alcune cose abbiamo trovato particolarmente utile il caro buon vecchio manuale d'istruzioni (circa sessanta pagine), oltre che alcuni esperimenti e l'esperienza diretta. La durata della partita é limitata, a velocità normale, a 300 turni entro e non oltre i quali dovrete dichiarare l'indipendenza e sconfiggere il contingente della madrepatria: i tempi sono invero studiati a menadito, e soprattutto nelle prime partite, anche giocate al livello di difficoltà più basso, probabilmente rischierete di non fare in tempo a raggiungere il vostro scopo.
Insomma, una volta presa confidenza col sistema e le numerose variabili, essenzialmente ci sarà da divertirsi per parecchie ore, anche se probabilmente dopo la prima partita vinta il gioco perderà un po' di mordente. Indubbiamente, aumentare il livello di difficoltà può essere d'aiuto, così come cimentarsi in uno degli specifici scenari pre-impostati, ma quello che darà seriamente ancora mordente al gioco sarà il multiplayer: in un titolo così “lineare”, meno generico e più specifico rispetto a CIV, in cui non ci sono troppe variazioni sul tema rispetto alla quest principale, la possibilità di confrontarsi con uno o più amici é indubbiamente accattivante. Da questo punto di vista, il gioco offre la possibilità di sfidarsi sia in rete locale, sia su internet tramite Gamespy, sia su un singolo PC alternandosi ai controlli.
Insomma, Colonization possiede abbastanza differenze rispetto a CIV da meritare lo sviluppo come titolo a sé stante piuttosto come espansione, nonostante indubbiamente mantenga immutato un certo spirito alla base dell'opera. Certamente un'esperienza di gioco differente che potrà soddisfare tutti i fan della serie, mentre per i neofiti un gioco indubbiamente bello e coinvolgente seppure, indubbiamente, non semplicissimo.
Civilization IV - Colonization
7.5
Voto
Redazione
Civilization IV - Colonization
Il motore dell'ultimo CIV non sembra volersi arrendere allo scorrere degli anni e si ripropone in questa nuova impresa che, come altre prima di lei, pesca a piene mani dal passato del geniale Sid Meier. Colonization propone al giocatore un'esperienza più specifica e diretta rispetto al più vasto CIV, ma anche per questo più approfondita e impegnativa, abbastanza differente da costituire - com'é giusto che sia - un titolo a sé stante piuttosto che una semplice espansione. Ovviamente l'esperienza di gioco risulta anche meno varia, ma forse anche per questo decisamente più adatta ad un gioco in MultiPlayer. Per gli appassionati, ma non solo.