Civilization Revolution

di Tommaso Alisonno
CIVILIZATION INVASION
Fino a qualche tempo fa il mercato videoludico é stato pensato come suddiviso in “giochi per il PC” e “giochi per le console”, con titoli che venivano relegati all'uno o all'altro mercato, spesso più per scelte fondamentaliste che non per vere e proprie ricerche di mercato - come dare torto, dopotutto, alle software house dal momento che gli stessi giocatori non facevano altro che accapigliarsi tra di loro? Da qualche anno a questa parte si é assistito però ad un graduale avvicinamento dei due mercati, soprattutto da quando gli FPS hanno cominciato a spopolare su console. Ormai siamo al cospetto di una vera e propria rivoluzione, complici le caratteristiche delle macchine “da salotto” che oramai offrono tantissimi servizi prima esclusivi del PC (prima fra tutti l'interconnessione globale), alla quale non sfugge neppure uno dei capisaldi della cultura dei PC-isti: quel Civilization che ha in Sid Meier l'arcinoto padre putativo.


Visto pertanto che questo titolo si affaccia per la prima volta (eccezion fatta per una sporadica conversione del passato) sul mercato console, é bene descriverlo dall'inizio: Civilization é uno strategico-gestionale a turni in cui il giocatore é chiamato ad interpretare un grande leader della storia (Napoleone, Cleopatra, Gengis Khan e altri ancora) e a condurre la sua civiltà attraverso il susseguirsi dei secoli, esplorando e colonizzando un mondo immaginifico, sconfiggendo tribù barbariche, intessendo relazioni con gli altri grandi leader, evolvendosi tecnologicamente e scientificamente fino a raggiungere la supremazia mondiale, ottenibile in vari modi (cultura, scienza, economia, dominazione).

CIVILIZATION CONCEPT
All'inizio della nostra ascesa dovremo quindi scegliere uno dei sedici leader disponibili e, con esso, la relativa civiltà: la scelta sarà ben più che meramente estetica, in quanto ciascuna di esse avrà a disposizione differenti risorse iniziali, potrà produrre delle unità militari esclusive ed otterrà dei benefici peculiari ogni volta che supererà un traguardo storico. Superata questa fase, il gioco genererà in maniera random la mappa del mondo, e ci troveremo alla guida del nostro primo insediamento.

Il nostro lavoro consisterà fondamentalmente in due fasi distinte: la gestione delle città e la gestione delle truppe. Nelle prime potremo decidere se impiegare la forza/lavoro per costruire delle strutture pubbliche che migliorino la vita ai cittadini, come caserme, granai, templi, mura difensive, fino a fabbriche o scudi spaziali, oppure arruolare nuove truppe per la difesa, l'esplorazione e la battaglia. É molto pratica la possibilità di impostare l'impiego dei lavoratori (proporzionali alla popolazione cittadina) ottimizzando la produzione, l'introito economico, quello scientifico o la crescita demografica, oltre alla possibilità di intervenire “a mano” per personalizzare le scelte.

Le truppe saranno invece la nostra interfaccia col mondo esterno: se all'inizio della partita guerrieri e galee saranno fondamentali per esplorare la mappa in cerca di tribù indigene, pacifiche o ostili, nonché di luoghi dove insidiare un nuovo gruppo di coloni (e fondare così una nuova città), nelle fasi successive comincerete, presto o tardi, ad avere qualche screzio coi vicini, e pertanto necessiterete di unità prettamente difensive arroccate nelle vostre città e di eserciti veloci e potenti con cui assediare quelle avversarie. Non mancheranno naturalmente truppe dalle abilità speciali, come le Spie o le carovane mercantili.

CIVILIZATION EVOLUTION
Come accennato, una delle caratteristiche principali di Civilization é quella di esaminare l'evoluzione di una civiltà dai primordi sino all'epoca moderna, o addirittura futura prossima. Nel gioco questo si identifica nella continua ricerca scientifica, tanto più veloce quanto più “studiose” saranno le vostre città. Ogni scoperta tecnologica renderà accessibili nuove costruzioni e nuove unità, rendendo nel contempo obsolete le precedenti: ecco pertanto che dopo la scoperta della lavorazione del ferro non potrete più addestrare dei guerrieri tribali quanto piuttosto dei ben più pericolosi legionari.
Rimane scontato il fatto che ad ogni scoperta scientifica ne seguono altre, secondo un “albero” che vede alla fine i terribili ordigni termonucleari o le conoscenze del volo spaziale.

Molte scoperte renderanno inoltre possibile la costruzione di “Grandi Meraviglie”: si tratta di particolari strutture cittadine che nel mondo possono essere realizzate un'unica volta, ma che garantiscono innegabili vantaggi alla civiltà che le ha costruite. Vedersi “sfumare” una meraviglia (perché costruita prima dall'avversario) é un'esperienza fastidiosa, ma niente paura: potrete sempre cercare conquistare la città che la ospita, oppure scoprire un avanzamento tecnologico che, hailei, la renda obsoleta, annullando così il vantaggio.




CIVILIZATION VICTORY
La storia dell'uomo, bene o male, si sa quand'é iniziata, ma (fortunatamente per noi) ancora non si sa quando finirà. Quando si conclude pertanto una partita di CivRev? É possibile trionfare od essere sopraffatti in quattro maniere differenti, di cui la prima é la canonica “dominazione”: chi potrebbe negare la nostra onnipotenza nel momento in cui le nostre truppe marceranno su tutte le capitali avversarie? Fra tutte, questo vittoria é l'unica che si possa tentare di conseguire già dai tempi antichi, ma ai livelli di difficoltà più elevati può essere anche quella più ardua da raggiungere (anche se viene assegnata alla civiltà più alto in classifica alla fine del tempo massimo).

Meglio pertanto optare per un traguardo più pacifico, come ad esempio lo sviluppo della tecnologia per il volo spaziale e, tramite questa, la realizzazione di una nave spaziale coloniale da inviare fino ad Alpha Centauri, ottenendo così una vittoria tecnologica. La diplomazia ci può premiare con la realizzazione delle Nazioni Unite, a patto di possedere sufficienti meraviglie o grandi personaggi, mentre l'economia sancirà il nostro predominio quando accumuleremo sufficiente pecunia per realizzare la Banca Mondiale. Ce n'é insomma, per tutti i gusti.

CIVILIZATION TECHNOLOGY
Per la trasposizione su console é stato scelto uno stile che strizzi l'occhio ai cartoni animati: ecco pertanto che tutti gli elementi grafici sono modellati, realizzati e colorati in modo da avere un aspetto piuttosto fantasioso e allegro, ma non per questo scadente. La mappa del mondo é infatti chiara e perfettamente intelligibile in ciascuna delle sue parti, con note di eccellenza per le cime delle montagne che svettano dalle nubi che coprono il terreno inesplorato. Nella città sono visibili tutte le strutture costruite, e ogni unità o esercito é composto da un gran numero di poligoni; soprattutto é encomiabile la varietà, visto che (soprattutto in era antica) le truppe tenderanno ad essere differenziate, e quando con l'esperienza guadagneranno abilità speciali anche il modello grafico si modificherà di conseguenza.

L'elemento grafico più accattivante é però costituito dai modelli dei leader e dei consiglieri, i quali compariranno in primo piano ogni qualvolta ne avranno l'opportunità, spesso scostandosi l'uno con l'altro (divertentissimo Napoleone che cade dalla scaletta!), e compiendo un gran numero di gesti e movenze. Ciascuno di questi é realizzato con un'ottima dovizia di particolari, e riusciranno a farci compagnia come veri e propri compagni di gioco. Se durante il gioco otterrete un'ascesa particolarmente veloce, verrete premiati con alcuni “trofei” che troverete nell'apposita sala: tra questi ricordiamo i giocolieri, i pasticceri, o gli orsi ballerini, tutti realizzati con una discreta dovizia di particolari e capaci di scenette piuttosto divertenti.

Dal punto di vista audio, c'é da dire che il gioco non possiede una vera e propria musica di sottofondo: durante la maggior parte del tempo a tenervi compagnia saranno infatti i semplici, seppur ben realizzati, effetti sonori. La musica però farà bella mostra di sé al presentarsi di specifiche situazioni, come ad esempio una battaglia, o la visita di un leader straniero (ed in questo caso riprodurrà un brano famoso della civiltà in questione), con risultati discreti. Il doppiaggio é limitato al “bofonchiare” dei personaggi, i quali non parlano nel senso letterale del termine ma, in una sorta di gramelot in pieno stile Dario Fo, riescono a ricreare la sensazione di parlare con qualcuno della loro etnia (e giustamente di non capirci un tubo). Tutti i testi sono comunque tradotti in Italiano, con una traduzione praticamente impeccabile.