Civilization VII: la recensione della storia dell'umanità
Sid Mayer's Civilization VII è il nuovo capitolo dello strategioco gestionale che da anni domina il mercato

La rinascita di una civiltà!
Sin dal tempi dell'antica Grecia, il concetto di ciclicità della storia è stato il cavallo di battaglia di molti storici e pensatori come da Polibio, Gianbattista Vico e persino Friedrich Nietzsche. L'idea che civiltà, nazioni e popoli nascano, crescano e finiscano per decadere per poi dare vita a nuove esperienze che continuano a seguire questa spirale infinita è insita nell'uomo e spesso i fatti sembrerebbero confermarlo. Lo stesso, qualcuno dirà, accade per i videogame più famosi che danno vita a saghe acclamate capaci di raccogliere fama e ricchezza, per poi spegnersi dopo aver toccato l'apice.
Si può sfuggire da questo meccanismo? Forse si e l'unico modo per farlo sembrerebbe essere reinventarsi e cercare nuova linfa da cui attingere… sino al momento in cui anche questa non basterà e il discorso riprenderà come sempre. Ecco. Tutto questo preambolo per poi ricadere nella stessa ciclicità. In questo discorso, si inserisce la recensione di Sid Mayer's Civilization VII, ultimo episodio della celebre saga che tante gioie ha donato agli amanti dei giochi strategici e gestionali. La sempre attenta Firaxis ha deciso di lavorare su due fronti: da un lato mettere mano alle (poche) critiche ricevute per Civilization VI, dall'altro cercare di svecchiare il prodotto, per quanto mantenutosi sempre su alti livelli. Per la nostra recensione di Civilization VII abbiamo potuto testare l'edizione PlayStation 5 che al netto di ovvie differenze hardware e di utilizzo di mouse o controller, dovrebbe essere parificata sia a quella per Xbox, sia a quella per PC, tanto che il multiplayer è completamente cross platform, andando a toccare persino l'edizione per Nintendo Switch, per quanto chi giocherà dalla console giapponese avrà accesso limitato in base alla grandezza delle mappe.

L'idea di base rimane la solita: impersonare un grande leader della storia umana, mettersi alla guida di una civiltà e guidarla verso la supremazia nei confronti di tutte le altre. Ecco però comparire subito la prima sostanziale differenza rispetto al passato, cioè la divisione delle fase di gioco in epoche. Queste vanno a sostituirsi al singolo flusso temporale che in passato ci faceva iniziare all'alba dei tempi e ci portava sino alla fine della partita, per quando in base alle scoperte fatte si assisteva ad alcuni passaggi di era. Adesso esistono tre periodi ben distinti: l’Epoca Antica, L’Epoca delle Scoperte e l’Epoca Moderna.
Sebbene la scelta del leader sarà libera, quella della civiltà è legata alle epoche, come se in casa Firaxis si fosse voluto dare un senso logico dal punto di vista storico alla presenza delle civiltà. Per capirci, nell’Epoca Antica troveremo Egitto, Grecia e via dicendo, mentre dovremo aspettare le altre epoche per trovare americani, spagnoli e altri popoli formatisi in momenti più moderni. Se in passato dovevamo mettere da parte la nostra credulità nel giocare con popolazioni più moderne a partire da epoche antichissime, ora avremo una situazione un po' più realistica. il problema non è stato comunque del tutto risolto, perché saranno gli stessi leader a creare delle situazioni anacronistiche, ma cerchiamo di essere onesti con noi stessi e ammettiamo che tutto questo, con la bontà del gameplay, ha davvero poco a che fare.
Ad ogni modo, scelto un leader e una civiltà (io ho iniziato con il malfidato Machiavelli e il popolo greco) si inizia in modo molto classico, con una partita dalla difficoltà variabile e con una mappa di misure variabili a vostra scelta. Il tutto prende il via, come sempre, da un singolo, semplice e umile colono, una unità che nulla può in combattimento, ma in grado di annullarsi per dare vita a una città, per la precisione quella che sarà la capitale del nostro impero. Da qui prende il via il sistema classico per cui la città inizierà a popolarsi e a produrre diverse ricchezze come cibo, oro, e via dicendo. Grazie a queste potremo iniziare a espanderci, così da dare vita a una vera e propria potenza in grado di aspirare al dominio su tutto il mondo.
Se da un lato i giocatori di vecchia data di Civilization troveranno diversi elementi estremamente simili a quanto visto in passato, altri ne troveranno a dare una netta separazione con quanto già visto, oltre alle Epoche di cui poco sopra. Per prima cosa spariscono i lavoratori, cioè le unità adibite a compiere i lavori pesanti e realizzare vari miglioramenti, a partire dalle strade. Adesso basta la semplice evoluzione della popolazione per crearle e quando la nostra città avrà raggiunto un certo grado di espansione saremo noi in prima persona a scegliere su quale esagono della mappa si andrà ad espandere, possibilmente cercando di sfruttare le varie risorse di ogni casella.
Il potere di una casella esagonale
Proprio le caselle prendono maggiore importanza rispetto al passato, perché quando andremo a costruire una struttura cittadina (mura, mercato e via dicendo) questa necessiterà di essere posizionata proprio su una casella e queste potranno contenere al massimo due edifici, andando a dare un ulteriore elemento gestionale a Civilization VII. Come da abitudine, le città generano varie ricchezze e anche la forza lavoro necessaria per dare vita a edifici, meraviglie e unità, ma non tutti i nostri insediamenti avranno il ruolo di città vere e proprie o, quantomeno, non da subito.

Dopo aver fondato la propria capitale, gli insediamenti successivi non saranno città, ma paesi e se da un lato genereranno risorse, dall’altro non saranno in grado di creare edifici e unità, Con il passare del tempo andranno a ingrandirsi e si espanderanno su nuove caselle con il meccanismo che abbiamo spiegato poco sopra, ma non avranno una produzione propria. Se vorremo dotarli di migliorie o, magari, di un esercito, potremo farlo solo sborsando moneta sonante. Certo, pagando una cifra non indifferente potremo tramutare i paesi in città vere e proprie, ma questa potrebbe non essere sempre la scelta giusta, visto che i paesi possono essere perfettamente gestiti come fulcri di particolare interesse per specifiche produzioni, non per nulla mentre Atene era la mia capitale e città principale, Sparta si rivelava un ottimo fulcro per il commercio e la pesca, vista la sua posizione sul mare.
Uno dei motivi per cui si dovrebbe ragionare molto prima di tramutare un paese in città è perché ogni volta che si cambia epoca, la nostra civiltà riceve un reset legato ad alcuni elementi tra cui, appunto, proprio gli status degli insediamenti e le funzionalità di alcune costruzioni. Civilization VII vuole mantenere alta l’attenzione di tutti i leader in gioco e quando si arriva a un passaggio di epoca, diversi elementi si azzerano e rendono necessario tornare a lavoro per consolidare la propria posizione. Per riuscire a imporsi come civiltà vincitrice della partita ci sono diverse modalità di vittoria (bellica, scientifica e via dicendo) e naturalmente con il passare del tempo una civiltà inizierà ad accumulare un certo vantaggio sulle altre, ma questi importanti step che segneranno il cambio dell’epoca, per quanto non azzereranno le differenze, andranno a limare le disuguaglianze, facendo in modo che tutti continuino a rimanere in gioco.
Nella gestione di una civiltà ci sono due elementi di vitale importanza, come la diplomazia e la gestione bellica e spesso vanno di pari passo. A differenza del passato, la diplomazia non si limita a essere il mero comportamento tenuto rispetto agli altri leader in gioco, ma è diventata una risorsa utilizzabile come l’oro e il cibo. In base al nostro comportamento e alla produzione del nostro impero, potremo mettere da parte i punti di plomazia che saranno utilizzabili nei rapporti con le altre civiltà. La scelta di come comportarci al tavolo delle trattative internazionali non sarà unicamente legata alle parole che vorremo usare, ma anche ai punti che potremo spendere.
Per quanto alcune opzioni abbiano costo zero, molte richiedono una spesa di punti diplomazia e utilizzarli al meglio sarà necessario per primeggiare e togliere le castagne dal fuoco in alcune occasioni, inserendo un ulteriore elemento strategico nel gioco. Ad esempio, un leader potrebbe mostrarsi aggressivo nei nostri confronti e magari potremmo avere la necessità di evitare lo scontro per mancanza di un esercito adeguato, ma senza un giusto numero di punti diplomazia non potremo proporre un periodo di pace, motivo per cui sarà sempre utile mantenere la giusta scorta di questa particolare valuta.

Anche la gestione della guerra si evolve e se prima l’attenzione era indirizzata alle singole unità, adesso arriva l’aggiunta dei comandanti, unità speciali a cui possiamo legare le varie truppe, che da quel momento si muoveranno all’unisono, risultando molto più gestibili rispetto al passato. Se prima potevamo sviluppare ogni singola truppa, adesso i miglioramenti dati dall’esperienza sul campo saranno assegnabili solo ai comandanti che, quindi, dovranno essere gestiti con intelligenza e potrebbero rivelarsi importantissimi ai fini della vittoria, visto che un esercito ben comandato potrebbe essere molto più efficace dallo stesso numero di soldati senza un buon comandante. Cambiano anche le meccaniche di assedio con le città che, adesso, dovranno essere conquistate casella per casella e non solo nel loro centro, dando vita a situazioni estremamente esaltanti che vanno a simulare le battaglie campali e la guerriglia intorno alla difesa e al tentativo di conquista di un centro abitato.
Tante novità per la nostra civiltà!
Queste sono solo alcune le novità principali di Sid Mayer's Civilization VII, ma il gioco ne racchiude come la presenza delle città stato che si distaccano dai barbari dei precedenti episodi e vengono gestite dall'intelligenza artificiale come vere e proprie entità politiche con cui rapportarsi anche diplomaticamente, magari cercando di sconfiggerle sul campo o di conquistarle mostrando una superiorità culturale schiacciante. Ci sono poi svariate specializzazioni da acquisire, strade politiche da intraprendere e decisioni "narrative" che potremo fare, dando la nostra opinione e decisione su particolari eventi che ci porteranno alcuni vantaggi mirati. Le novità sono davvero tante e tendenzialmente puntano a rendere più dinamiche le meccaniche di gioco, ora più snelle.
I giocatori affezionati al sistema classico potrebbero, a ragione, lamentare una diminuzione della gestione dei singoli elementi, ma il tutto fa parte della volontà di andare a cambiare le basi del titolo. Dire se Civilization VII è meglio o peggio dei suo predecessori è davvero complicato, visto che va a migliorarne diversi elementi, ma allo stesso tempo sembra renderne meno approfonditi altri. Indubbiamente, per riuscire a comprendere a pieno le potenzialità del titolo è necessario attendere che la partita entri nel vivo, visto che le prime fasi, quando ancora le potenze avversarie non si sono palesate sulla mappa, lasciano un po' a desiderare dal punto di vista del ritmo. Più si procede, più si apprezza il lavoro compiuto da Firaxis, tanto che da una partita all'altra, se continueremo a usare lo stesso leader, avremo dei bonus da portarci dietro.
Come detto a inizio articolo, abbiamo provato l'edizione console e ci siamo, quindi, rapportati con il gameplay in punta di controller. Il sistema studiato funziona a dovere e la mappatura dei tasti permette un controllo quasi sempre buono, nonostante in alcune situazioni si faccia un po' fatica a districarsi e talvolta non si riesca a dare subito il comando desiderato. L'ottimizzazione, per quanto sia presenti tante opzioni, non è del tutto perfetta, con i sottotitoli che, anche alla massima misura, risultano un po' troppo piccoli e complicati da leggere.

Alla stessa maniera, qualche bug fa capolino tra un turno e l'altro, lasciando intendere che servirà qualche patch per rendere più pulita l'esperienza di gioco, Parliamo, comunque, di bachi marginali, come sfarfallamenti di unità o momentanee sparizioni di elementi a schermo. Deludente la fruibilità della Civilopedia, la enciclopedia che spiega ogni più piccolo elemento di gioco, disponibile in italiano come tutti i testi di Civilization VII, ma un po' scomoda da utilizzare: auspichiamo una semplificazione della navigazione tra le sue pagine, magari grazie a una delle future patch. Dal punto di vista tecnico, Sid Mayer's Civilization VII offre un'impatto grafico più che buono, distante dallo stile "cratoonoso" di Civilization Vi e ora maggiormente improntato sul realismo e su pregevoli effetti grafici, mostrando una fluidità già apprezzabile. Ottimo il sonoro dove, ancora una volta. le musiche riescono a conquistare.
Indubbiamente Civilization VII offre molto di più di quello che si può riassumere in una recensione, ma il concetto che volevamo esporre è che Firaxis ha voluto cercare delle strade per evolvere il proprio prodotto di punta molto interessanti. Civilization VII si gioca con estrema soddisfazione, ma non per questo è migliore o peggiore dei sui predecessori.
Civilization VII è semplicemente diverso e ha voluto prendere una strada coraggiosa nel suo cercare di evolversi, riuscendo nel suo intento. Certi elementi che si potevano migliorare sono stati migliorati, altri non sono stati risolti e altri ancora hanno subito una semplificazione eccessiva che potrebbe far storcere il naso ai puristi, ma tutto questo non toglie che Civilization VII offre una intrigente sfida che farà la gioia di chi ama la strategia e la gestione, sia in singolo che in multiplayer. Da amante della saga non posso che consigliarvi questo titolo, ricordandovi che per capirne a pieno le potenzialità è necessario prendersi qualche ora di gioco, perché inizialmente si potrebbe cadere nell'errore di trovarlo troppo semplice o facilitato rispetto al passato. Rimane il fatto che si deve riconoscere a Firaxis di essere riuscita a evolvere un brand di prima grandezza, mantenendo alto il livello qualitativo del prodotto finale. Ancora una volta Sid Mayer's Civilization è il miglior compagno per andare alla conquista della storia dell'umanità.
Versione Testata: PS5
Voto
Redazione

Sid Meier's Civilization VII
Rinnovarsi e restare sulla cresta dell'onda non è facile per nessuno, nemmeno per un pezzo da novanta come Civilization. Il settimo episodio della saga, nata dalla fervida mente di Sid Mayer, rimescola le carte di un gameplay storico e si propone come un titolo ben studiato, capace di restare intrigante, per quanto più snello. Spariscono alcuni fattori distintivi dei vecchi “Civ”, altri ne compaiono e altri ancora cambiano forma: Civilization rimane un videogame di qualità, consigliato a tutti gli amanti di gestione e strategia, sebbene qualche elemento poteva essere sicuramente implementato meglio. Forse non un capolavoro assoluto, ma un titolo di grande spessore capace di sfidare i giocatori in un'avventura lunga quanto la storia dell'uomo. Migliore o peggiore dei precedenti capitoli? La domanda ha poco senso: Sid Mayer’s Civilization VII è semplicemente diverso nel suo reinventare una delle saghe più amate di sempre.