Claymores of the Lost Kingdom: Recensione di un'avventura atipica

di Simone Marcocchi

Claymores of the Lost Kingdom è un gioco certamente atipico, anche nei confronti di altri esponenti del genere a cui si potrebbe avvicinare, che combina elementi di roguelike deckbuilding con un sistema di progressione RPG senza classi - che poi non è del tutto esatto, ma poi vi spiego meglio -, offrendo un’avventura sandbox aperta. Il gioco permette ai giocatori di forgiare il proprio eroe, aumentare gli attributi e creare un mazzo che cambia in base alla build unica del personaggio. Questo sistema di costruzione del mazzo è altamente adattabile, permettendo ai giocatori di scoprire nuove carte basate esclusivamente sugli attributi del loro personaggio, come Forza, Costituzione, Destrezza, Saggezza e Intelligenza. Questo naturalmente fa sì che anche se non ci sia una classe nominale, come dicevo sopra, andrete comunque intorno a scelte che sono in linea con esse, anche perché le carte che usate, se non le accompagnerete da attributi che possano massimizzarne gli effetti, non vi permetteranno di durare a lungo. Con oltre 300 carte uniche e più di 150 parole chiave che influenzano vari tipi di danno, il gioco offre una vasta gamma di sinergie e combinazioni intricate.

Il mondo di gioco è vasto e aperto, con 99 località e 24 insediamenti da esplorare. I giocatori possono intraprendere missioni secondarie pericolose, come contrabbandare rifornimenti in un mondo afflitto dalla carestia, e affrontare oltre 50 eventi con scelte difficili e compromessi basati sull’eroe unico del giocatore. La mappa del mondo è ricca di bande organizzate che accumulano risorse, saccheggiano carovane e razziano insediamenti, offrendo sfide strategiche per i giocatori che devono ottimizzare le loro strategie per cacciare le bande, affrontare nemici d’élite e sconfiggere i loro leader ricercati. Di fatto vi muoverete su questa mappa avanti e indietro, ma consumerete risorse, quindi risolvere quest, affrontare nemici e rifornirsi ai villaggi, diventa parte della strategia tattica di sopravvivenza.

Il combattimento in Claymores of the Lost Kingdom

Il combattimento è un aspetto centrale del gioco, con un’enfasi sulla scoperta di carte basate sugli attributi del personaggio. Ogni corsa permette ai giocatori di scegliere una delle cinque razze fantasy, ognuna con i propri mazzi iniziali e bonus agli attributi, e di arricchire l’esperienza con 11 background di personaggi che offrono carte speciali e modificatori di attributi extra. Il sistema di combattimento è progettato per essere impegnativo (molto, moltissimo!), con una curva di apprendimento ripida che richiede ai giocatori di adattarsi e migliorare continuamente le loro strategie, anche se non è impossibile.

La grafica di Claymores of the Lost Kingdom

La grafica del gioco è accattivante, con un’atmosfera che evoca un senso di avventura e esplorazione. Nonostante la direzione di dove si possono risolvere le minacce delle varie quest sia indicata da una freccia, spesso si dovrà tornare sui propri passi in quanto la localizzazione è generica, ma in parte fa anche un po' parte della difficoltà generale.

Recensione Claymores of the Lost Kingdom: conclusione

Nonostante questi problemi, Claymores of the Lost Kingdom ha un grande potenziale grazie alla sua combinazione unica di elementi RPG e deckbuilding. La possibilità di creare build uniche e scoprire nuove carte basate sugli attributi del personaggio offre una profondità strategica che può essere molto gratificante. Il gioco al momento è molto meno sbilanciato di come lo avevo trovato in versione dimostrativa, ma quando passa il tempo in-game alcune imperfezioni negli attribuiti assegnati alle statistiche degli scontri lo rendono meno piacevole, inoltre non avere alcun ritorno a fine sessione di elementi da sbloccare o altro, questo porta ogni sessione come unica, ma anche sempre meno rigiocabile dopo le prime ore sbloccate