Codename: Outbreak
di
AL CENTRO DEL MIRINO
Approda così sui nostri schermi Codename: Outbreak, l'ultima fatica del team russo GSC Game World già autore del bellissimo Cossacks: European Wars. Vestirete i panni di uno dei membri della squadra C-Force costituita solo dai migliori soldati appartenenti alle forze militari del globo terrestre, appositamente istituita per intervenire in modo rapido e (quasi) indolore in situazioni ad alto rischio. Il motto della squadra é "non uscire mai solo": all'inizio di ogni missione dovrete infatti passare attraverso una fase di briefing ove potrete scegliere sia chi impersonare, sia chi vi seguirà in missione. Ogni elemento é contraddistinto da alcuni parametri che ne definiscono la sua bravura nella mira, nella velocità di reazione, forza, velocità e via dicendo. Ovvio che convocare un demolitore per una missione di infiltrazione non rientra nella classifica delle "scelte più intelligenti della terra", a meno che per infiltrazione non intendiate radere al suolo la struttura nemica. Poi giunge il momento di andare in missione..
AT MY SIGNAL, UNLEASH HELL
Una volta sbarcati, solo silenzio rotto dal rumore dei grilli o degli uccelli che popolano la zona, ignari di quanto sta per accadere. Una sentinella in lontananza, distratta: non rappresenta un problema. Dopo qualche miglio, ancora nessuna resistenza. Poi ad un tratto il compagno grida "NEW CONTACT", la musica si pompa, l'adrenalina sale a mille e davanti a voi... é l'inferno sulla terra. Mentre le raffiche di mitra sfiorano paurosamente il vostro corpo, voi e il vostro compagno tenterete di rispondere al fuoco liberando tutto l'arsenale che il vostro fucile possiede. Poi ad un tratto, torna la quiete: feriti, ma ancora vivi, il che non é poco. Ma un paio di questi scontri sono sufficienti a mettere fuori gioco ambo i membri della squadra. Per questo motivo é imperativo muoversi con circospezione e sparare solo quando si é sicuri che il colpo andrà a segno. Infatti, in Codename: Outbreak é sempre bene comunque essere gli ultimi a venire colti impreparati da un attacco: chi spara per primo vive, l'altro muore
Approda così sui nostri schermi Codename: Outbreak, l'ultima fatica del team russo GSC Game World già autore del bellissimo Cossacks: European Wars. Vestirete i panni di uno dei membri della squadra C-Force costituita solo dai migliori soldati appartenenti alle forze militari del globo terrestre, appositamente istituita per intervenire in modo rapido e (quasi) indolore in situazioni ad alto rischio. Il motto della squadra é "non uscire mai solo": all'inizio di ogni missione dovrete infatti passare attraverso una fase di briefing ove potrete scegliere sia chi impersonare, sia chi vi seguirà in missione. Ogni elemento é contraddistinto da alcuni parametri che ne definiscono la sua bravura nella mira, nella velocità di reazione, forza, velocità e via dicendo. Ovvio che convocare un demolitore per una missione di infiltrazione non rientra nella classifica delle "scelte più intelligenti della terra", a meno che per infiltrazione non intendiate radere al suolo la struttura nemica. Poi giunge il momento di andare in missione..
AT MY SIGNAL, UNLEASH HELL
Una volta sbarcati, solo silenzio rotto dal rumore dei grilli o degli uccelli che popolano la zona, ignari di quanto sta per accadere. Una sentinella in lontananza, distratta: non rappresenta un problema. Dopo qualche miglio, ancora nessuna resistenza. Poi ad un tratto il compagno grida "NEW CONTACT", la musica si pompa, l'adrenalina sale a mille e davanti a voi... é l'inferno sulla terra. Mentre le raffiche di mitra sfiorano paurosamente il vostro corpo, voi e il vostro compagno tenterete di rispondere al fuoco liberando tutto l'arsenale che il vostro fucile possiede. Poi ad un tratto, torna la quiete: feriti, ma ancora vivi, il che non é poco. Ma un paio di questi scontri sono sufficienti a mettere fuori gioco ambo i membri della squadra. Per questo motivo é imperativo muoversi con circospezione e sparare solo quando si é sicuri che il colpo andrà a segno. Infatti, in Codename: Outbreak é sempre bene comunque essere gli ultimi a venire colti impreparati da un attacco: chi spara per primo vive, l'altro muore