Colin McRae Rally 2005
di
Federico 'Chron' Bavastro
RADIOGRAFIA TECNICA
I predecessori di questo Colin presentavano realizzazioni grafiche pregevoli, con un livello di dettaglio sopra la media, con un frame-rate stabilmente sui 60fps. Mancavano però i tocchi di classe, gli "effetti speciali", in una parola sola: un punta di fascino per rilassare l'occhio mentre piedi e mani lavorano su pedali e volante. Le ambientazioni, la naturalezza degli ambienti, gli effetti climatici acquistano per un rally una valenza quasi fondamentale, dopo il modello di guida. Oserei dire, con tono sobrio, che il nuovo Colin non si è limitato a compiere il proverbiale passetto in avanti, timoroso di mettere a repentaglio la tutto sommato buona veste grafica finora sfoggiata. E' invece riuscito a distaccare i suoi predecessori lavorando parecchio e bene su tre versanti. Primo: le ambientazioni. Questa volta sono più rigogliose, abbondanti dal punto di vista poligonale, e capaci di trasmettere un senso di realismo e dinamismo che erano ai minimi nei precedenti episodi, con foreste pietrificate, arbusti cementificati e pozze d'acqua gelatinose. Se l'occhio vuole la sua parte, eccola: l'effetto vento che fende i rami e le foglie di alberi lussureggianti, prati dove cresce un'erba "simulatamente" vera, pozzanghere che schizzano fiotti d'acqua. Il tutto illuminato con luci solari a tratti abbaglianti, con raggi ben visibili e ombre vivaci.
Una simile cura negli ambienti non raggiunge però le auto, le vere protagoniste, introducendo ben poche (è un eufemismo!) novità rispetto alla scorsa edizione, puntando su riproduzioni non sempre fedelissime all'originale sotto il profilo della sola resa grafica. E' invece accurata l'implementazione dei danni, marginali o gravi, immediatamente inflitti al corpo della vettura. In sintesi: le vetture brillano più per la meccanica e la fisica, sotto ogni punto di vista, piuttosto che per il loro aspetto visivo. Paradossalmente il miglioramento della grafica ambientale scatena l'effetto inintenzionale di accentuare le inadeguatezze della grafica automobilistica, comunque più che sufficiente e più immersa nel solco della tradizione che ammodernata dal vento dell'innovazione. Questa discrasia si riflette nell'apparenza fondata di un rapporto artificiale tra auto e ambiente che fa sì che le auto risultino attaccate al terreno più che esservi posizionate naturalmente, proprio come due oggetti estranei fatti combaciare volontariamente. Le visuali di guida sono basate su cinque elementi: telecamera ravvicinata o lontana dall'esterno posteriore del veicolo, visuale dall'abitacolo, visuale dal cofano e dal paraurti. Quanto all'audio, quest'anno ritorna la voce familiare di Nicky Grist, che sostituisce l'incolore Derek Ringer dell'anno scorso, offrendo indicazioni molto più accurate e utili per risparmiare tempo. Per il resto, sono i suoni ambientali a farla da padrona, suoni quasi completamente monopolizzati dal rumore del motore e dal contatto delle gomme con il terreno a parte isolati e sporadici fischi di un pubblico realizzato purtroppo ancora come manichini bidimensionali a cui è stata appiccicata una singola texture.
THE POWER OF LIVE
L'ultima, fondamentale innovazione di CMR05 è l'estensione del live dai poco emozionanti tabelloni al rally stesso, facendo entrare il multiplayer online direttamente nel cuore del gioco come mai era accaduto alla saga di Colin. E' possibile ospitare una gara di rally o parteciparvi, scegliendo tra i classici "partita rapida", "optimatch" e "crea partita", anche correndo su una singola pista oppure un intero rally. Le opzioni dell'optimatch sono il numero di giocatori (fino ad un massimo di 8), invito per amici, tipo di danno, classe delle auto impiegate e classifica mondiale. Non tutto è però così roseo, qualche aculeo pungendo anche il live. Anzitutto le auto degli avversari, visualizzate come ghost-car e pertanto dotate di un aspetto evanescente, privo di solidità e quindi di realismo, il realismo che è la bandiera sotto cui marcia tutta la saga di Colin.
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I predecessori di questo Colin presentavano realizzazioni grafiche pregevoli, con un livello di dettaglio sopra la media, con un frame-rate stabilmente sui 60fps. Mancavano però i tocchi di classe, gli "effetti speciali", in una parola sola: un punta di fascino per rilassare l'occhio mentre piedi e mani lavorano su pedali e volante. Le ambientazioni, la naturalezza degli ambienti, gli effetti climatici acquistano per un rally una valenza quasi fondamentale, dopo il modello di guida. Oserei dire, con tono sobrio, che il nuovo Colin non si è limitato a compiere il proverbiale passetto in avanti, timoroso di mettere a repentaglio la tutto sommato buona veste grafica finora sfoggiata. E' invece riuscito a distaccare i suoi predecessori lavorando parecchio e bene su tre versanti. Primo: le ambientazioni. Questa volta sono più rigogliose, abbondanti dal punto di vista poligonale, e capaci di trasmettere un senso di realismo e dinamismo che erano ai minimi nei precedenti episodi, con foreste pietrificate, arbusti cementificati e pozze d'acqua gelatinose. Se l'occhio vuole la sua parte, eccola: l'effetto vento che fende i rami e le foglie di alberi lussureggianti, prati dove cresce un'erba "simulatamente" vera, pozzanghere che schizzano fiotti d'acqua. Il tutto illuminato con luci solari a tratti abbaglianti, con raggi ben visibili e ombre vivaci.
Una simile cura negli ambienti non raggiunge però le auto, le vere protagoniste, introducendo ben poche (è un eufemismo!) novità rispetto alla scorsa edizione, puntando su riproduzioni non sempre fedelissime all'originale sotto il profilo della sola resa grafica. E' invece accurata l'implementazione dei danni, marginali o gravi, immediatamente inflitti al corpo della vettura. In sintesi: le vetture brillano più per la meccanica e la fisica, sotto ogni punto di vista, piuttosto che per il loro aspetto visivo. Paradossalmente il miglioramento della grafica ambientale scatena l'effetto inintenzionale di accentuare le inadeguatezze della grafica automobilistica, comunque più che sufficiente e più immersa nel solco della tradizione che ammodernata dal vento dell'innovazione. Questa discrasia si riflette nell'apparenza fondata di un rapporto artificiale tra auto e ambiente che fa sì che le auto risultino attaccate al terreno più che esservi posizionate naturalmente, proprio come due oggetti estranei fatti combaciare volontariamente. Le visuali di guida sono basate su cinque elementi: telecamera ravvicinata o lontana dall'esterno posteriore del veicolo, visuale dall'abitacolo, visuale dal cofano e dal paraurti. Quanto all'audio, quest'anno ritorna la voce familiare di Nicky Grist, che sostituisce l'incolore Derek Ringer dell'anno scorso, offrendo indicazioni molto più accurate e utili per risparmiare tempo. Per il resto, sono i suoni ambientali a farla da padrona, suoni quasi completamente monopolizzati dal rumore del motore e dal contatto delle gomme con il terreno a parte isolati e sporadici fischi di un pubblico realizzato purtroppo ancora come manichini bidimensionali a cui è stata appiccicata una singola texture.
THE POWER OF LIVE
L'ultima, fondamentale innovazione di CMR05 è l'estensione del live dai poco emozionanti tabelloni al rally stesso, facendo entrare il multiplayer online direttamente nel cuore del gioco come mai era accaduto alla saga di Colin. E' possibile ospitare una gara di rally o parteciparvi, scegliendo tra i classici "partita rapida", "optimatch" e "crea partita", anche correndo su una singola pista oppure un intero rally. Le opzioni dell'optimatch sono il numero di giocatori (fino ad un massimo di 8), invito per amici, tipo di danno, classe delle auto impiegate e classifica mondiale. Non tutto è però così roseo, qualche aculeo pungendo anche il live. Anzitutto le auto degli avversari, visualizzate come ghost-car e pertanto dotate di un aspetto evanescente, privo di solidità e quindi di realismo, il realismo che è la bandiera sotto cui marcia tutta la saga di Colin.
Colin McRae Rally 2005
8
Voto
Redazione
Colin McRae Rally 2005
Giocabilità accresciuta con la modalità carriera e il supporto completo ad xbox live, comparto grafico che svetta per la qualità delle ambientazioni, sono le innovazioni che consolidano un nucleo di gioco forte di un efficace sistema di controllo e di un realismo simulativi che piazza questo titolo al vertice della classifica dei migliori del suo genere. E' più del solito update commerciale, ma non è certo una rivoluzione né dal punto di vista tecnico né da quello della giocabilità-longevità. E' certamente lo stadio più avanzato di un'evoluzione che quest'anno registra il suo apice.