Commandos Strike Force
di
Francesco Romagnoli
La seconda guerra mondiale continua ad essere lo scenario più gettonato in cui ambientare uno sparatutto in prima persona e questa volta tocca ai Pyro Studios scendere in campo.
Questo nome forse vi ricorderà qualcosa ed infatti sono proprio loro, quelli della famosa saga "Commandos", strategico in tempo reale con visuale isometrica che ha riscosso un notevole successo soprattutto su PC. Il team di sviluppo ha deciso di provare ad affrontare il salto alla prima persona, ma quando si tratta di FPS la lotta si fa aspra e la concorrenza è notevole.
Vai avanti tu che io sono il cecchino
Come dicevamo, ci troviamo sempre in Europa durante il secondo conflitto mondiale e l'azione ci vedrà coinvolti dietro le linee nemiche attraverso la Francia, la Norvegia e la Russia. I nostri compiti potranno variare dal liberare alcuni ostaggi della resistenza Francese al distruggere un'imbarcazione nemica, dal recuperare importanti carichi di armi al catturare ufficiali dell'esercito nazista.
Fin qui, appunto, nulla di nuovo. Quello che invece caratterizza questo gioco e cerca di distinguerlo dalla massa di titoli che hanno già offerto un'interpretazione della storia in più salse, è il tentativo di trapiantare la strategicità dei vecchi "Commandos" in un modello in prima persona.
La struttura comunque non viene particolarmente complicata e lo schema proposto rimane piuttosto semplice: abbiamo tre personaggi a disposizione, ognuno con le sue peculiari abilità che lo rendono indispensabile al fine di portare a termine le missioni.
In primis c'è il berretto verde, tipico personaggio votato all'azione, abile nello sterminio di grossi numeri di nemici grazie alla sua abilità con le armi pesanti.
Viene poi il cecchino, con i suoi pugnali silenziosi e il suo fedele fucile per le lunghe distanze, dotato di mirino di precisione, che gli consente di freddare i nemici senza bisogno di esporsi da vicino.
Infine la spia, abile nel muoversi ed uccidere in silenzio strangolando i nemici e facendo fuoco con armi dotate di silenziatore, per poi sottrarre loro la divisa e cercare di passare inosservato sotto gli occhi delle truppe avversarie.
Per ogni missione bisognerà quindi studiare come sfruttare al meglio gli uomini e l'equipaggiamento a nostra disposizione. Ogni livello prevede l'utilizzo di non più di due personaggi alla volta, passando da uno all'altro tramite il tasto triangolo (un'azione che ricorda un po' lo schema di Conflict Global Terror o di Battlefield 2). Spesso bisognerà piazzare il cecchino in una posizione strategica in modo da coprire da lontano l'azione del berretto verde o della spia. Altre volte bisognerà far avanzare silenziosamente la spia per eliminare qualche nemico in posizione strategica e dare così il via libera al berretto verde per compiere il suo sterminio.
Per chi suona l'allarme
Lo schema si presenta il più delle volte rigido e predeterminato, ma viene anche lasciata una certa libertà d'iniziativa alla scoperta di vie alternative. Così non sarà impossibile procedere con la spia a mitra spianato, senza tanti riguardi per travestimenti e nascondigli, a meno che tra gli obiettivi non venga imposto di non far scattare l'allarme. Questo per fortuna non avviene automaticamente non appena veniamo avvistati da un nemico: avremo infatti un lasso di tempo in cui poter cercare di eliminarlo prima che questi possa avvisare gli altri. In questo caso è da ammirare un certo realismo: se il nemico ci nota, dubbioso, allerterà solo gli altri compagni molto vicini a lui, se invece urlerà qualcosa o addirittura sparerà, metterà in allarme tutti i nemici entro un raggio molto più ampio, ed allora eliminare tutti quelli allertati entro il limite di tempo prefissato diverrà un'impresa praticamente impossibile.
Apprezzabili anche altri particolari, ad esempio i pugnali che è in grado di lanciare il cecchino: sono contati, quindi vanno usati con parsimonia ed è possibile recuperarli una volta lanciati, sempre che non cadano in acqua o non vadano a finire in altri luoghi irraggiungibili.
Sempre il cecchino è in grado di trattenere il respiro, per un periodo limitato di tempo ovviamente, creando così una sorta di "ralenti" mentre mira con il fucile.
Per quanto riguarda la spia, da segnalare ancora la possibilità di distrarre i nemici lanciando monetine o pacchetti di sigarette per poterli aggirare e il fatto che indossare la divisa nemica permetterà di passare inosservati solo di fronte ai nemici di rango inferiore.
Inoltre il numero di colpi necessari per stendere un soldato nemico è limitato solitamente ad uno, raramente ce ne vorranno di più, a meno che non lo si colpisca alle gambe o alle braccia, a dimostrazione ulteriore di un'impostazione tendente al realismo.
Va detto però che Commandos Strike Force non è esente da difetti nelle meccaniche di gioco.
In particolare manca una certa logicità che suggerisca, anche velatamente, la via migliore per portare a termine correttamente le missioni. Spesso ci si arriva fortuitamente senza nemmeno accorgersene, magari trovando una strada alternativa non prevista dall'intelligenza artificiale; altre volte si dovrà provare e riprovare allo sfinimento, scoprendo solo dopo svariati tentativi che la strada da intraprendere era ben lungi dall'essere immaginata spontaneamente.
Per fortuna i salvataggi possono essere effettuati in qualsiasi momento e non bisogna ricominciare ogni volta da capo dall'ultimo check-point.
In questo il gioco assomiglia molto ai vecchi episodi di Commandos, ma la trasposizione delle meccaniche "a tentativi" non è esattamente soddisfacente su di un FPS come su di uno strategico.
La dura strada della conversione
Un'ibridazione quindi che convince in parte, anche perché molto prima già altri titoli avevano introdotto sezioni strategiche (basti pensare persino ai primi Medal of Honor sulla prima Playstation) e che quindi anche in quanto ad effetto novità non stupisce più di tanto.
Quello che però delude maggiormente è l'aspetto grafico.
Anche la Playstation2, rimasta ormai la console da tavolo meno potente, ci ha abituato a degli standard di notevole livello e di sicuro qui siamo parecchio distanti dai vertici grafici raggiunti da Killzone o dall'imminente Black. La fluidità è buona, il motore fisico discreto, ma la qualità dei modelli poligonali e delle texture risulta alquanto obsoleta e poco gradevole.
In un momento in cui gli sparatutto per essere appetibili necessitano di una grafica di alto livello, questo Commandos Strike Force pecca clamorosamente, dimostrandosi non all'altezza.
Un peccato, perché il comparto audio è discreto, completamente localizzato in italiano, e le musiche d'atmosfera.
Anche sotto il profilo della giocabilità il prodotto tutto sommato può dirsi, pur con le sue pecche, divertente e le quattordici missioni da portare a termine si presentano stimolanti ed abbastanza ben diversificate e che rappresentano un necessario viatico per le battaglie multigiocatore fruibili online.
Non si può biasimare Eidos che c'ha provato, ma sicuramente la serie Commandos attirava di più l'attenzione quando interpretava il genere degli strategici in terza persona.
Strike Force rimane invece un FPS solo discreto, senza le giuste carte per impensierire chi da tempo sgomita in questo settore per conquistarsi le fette d'utenza più grandi possibili, anche se comunque in grado di regalare qualche ora di divertimento a chi appassionato del genere non se ne fa mancare uno.
Questo nome forse vi ricorderà qualcosa ed infatti sono proprio loro, quelli della famosa saga "Commandos", strategico in tempo reale con visuale isometrica che ha riscosso un notevole successo soprattutto su PC. Il team di sviluppo ha deciso di provare ad affrontare il salto alla prima persona, ma quando si tratta di FPS la lotta si fa aspra e la concorrenza è notevole.
Vai avanti tu che io sono il cecchino
Come dicevamo, ci troviamo sempre in Europa durante il secondo conflitto mondiale e l'azione ci vedrà coinvolti dietro le linee nemiche attraverso la Francia, la Norvegia e la Russia. I nostri compiti potranno variare dal liberare alcuni ostaggi della resistenza Francese al distruggere un'imbarcazione nemica, dal recuperare importanti carichi di armi al catturare ufficiali dell'esercito nazista.
Fin qui, appunto, nulla di nuovo. Quello che invece caratterizza questo gioco e cerca di distinguerlo dalla massa di titoli che hanno già offerto un'interpretazione della storia in più salse, è il tentativo di trapiantare la strategicità dei vecchi "Commandos" in un modello in prima persona.
La struttura comunque non viene particolarmente complicata e lo schema proposto rimane piuttosto semplice: abbiamo tre personaggi a disposizione, ognuno con le sue peculiari abilità che lo rendono indispensabile al fine di portare a termine le missioni.
In primis c'è il berretto verde, tipico personaggio votato all'azione, abile nello sterminio di grossi numeri di nemici grazie alla sua abilità con le armi pesanti.
Viene poi il cecchino, con i suoi pugnali silenziosi e il suo fedele fucile per le lunghe distanze, dotato di mirino di precisione, che gli consente di freddare i nemici senza bisogno di esporsi da vicino.
Infine la spia, abile nel muoversi ed uccidere in silenzio strangolando i nemici e facendo fuoco con armi dotate di silenziatore, per poi sottrarre loro la divisa e cercare di passare inosservato sotto gli occhi delle truppe avversarie.
Per ogni missione bisognerà quindi studiare come sfruttare al meglio gli uomini e l'equipaggiamento a nostra disposizione. Ogni livello prevede l'utilizzo di non più di due personaggi alla volta, passando da uno all'altro tramite il tasto triangolo (un'azione che ricorda un po' lo schema di Conflict Global Terror o di Battlefield 2). Spesso bisognerà piazzare il cecchino in una posizione strategica in modo da coprire da lontano l'azione del berretto verde o della spia. Altre volte bisognerà far avanzare silenziosamente la spia per eliminare qualche nemico in posizione strategica e dare così il via libera al berretto verde per compiere il suo sterminio.
Per chi suona l'allarme
Lo schema si presenta il più delle volte rigido e predeterminato, ma viene anche lasciata una certa libertà d'iniziativa alla scoperta di vie alternative. Così non sarà impossibile procedere con la spia a mitra spianato, senza tanti riguardi per travestimenti e nascondigli, a meno che tra gli obiettivi non venga imposto di non far scattare l'allarme. Questo per fortuna non avviene automaticamente non appena veniamo avvistati da un nemico: avremo infatti un lasso di tempo in cui poter cercare di eliminarlo prima che questi possa avvisare gli altri. In questo caso è da ammirare un certo realismo: se il nemico ci nota, dubbioso, allerterà solo gli altri compagni molto vicini a lui, se invece urlerà qualcosa o addirittura sparerà, metterà in allarme tutti i nemici entro un raggio molto più ampio, ed allora eliminare tutti quelli allertati entro il limite di tempo prefissato diverrà un'impresa praticamente impossibile.
Apprezzabili anche altri particolari, ad esempio i pugnali che è in grado di lanciare il cecchino: sono contati, quindi vanno usati con parsimonia ed è possibile recuperarli una volta lanciati, sempre che non cadano in acqua o non vadano a finire in altri luoghi irraggiungibili.
Sempre il cecchino è in grado di trattenere il respiro, per un periodo limitato di tempo ovviamente, creando così una sorta di "ralenti" mentre mira con il fucile.
Per quanto riguarda la spia, da segnalare ancora la possibilità di distrarre i nemici lanciando monetine o pacchetti di sigarette per poterli aggirare e il fatto che indossare la divisa nemica permetterà di passare inosservati solo di fronte ai nemici di rango inferiore.
Inoltre il numero di colpi necessari per stendere un soldato nemico è limitato solitamente ad uno, raramente ce ne vorranno di più, a meno che non lo si colpisca alle gambe o alle braccia, a dimostrazione ulteriore di un'impostazione tendente al realismo.
Va detto però che Commandos Strike Force non è esente da difetti nelle meccaniche di gioco.
In particolare manca una certa logicità che suggerisca, anche velatamente, la via migliore per portare a termine correttamente le missioni. Spesso ci si arriva fortuitamente senza nemmeno accorgersene, magari trovando una strada alternativa non prevista dall'intelligenza artificiale; altre volte si dovrà provare e riprovare allo sfinimento, scoprendo solo dopo svariati tentativi che la strada da intraprendere era ben lungi dall'essere immaginata spontaneamente.
Per fortuna i salvataggi possono essere effettuati in qualsiasi momento e non bisogna ricominciare ogni volta da capo dall'ultimo check-point.
In questo il gioco assomiglia molto ai vecchi episodi di Commandos, ma la trasposizione delle meccaniche "a tentativi" non è esattamente soddisfacente su di un FPS come su di uno strategico.
La dura strada della conversione
Un'ibridazione quindi che convince in parte, anche perché molto prima già altri titoli avevano introdotto sezioni strategiche (basti pensare persino ai primi Medal of Honor sulla prima Playstation) e che quindi anche in quanto ad effetto novità non stupisce più di tanto.
Quello che però delude maggiormente è l'aspetto grafico.
Anche la Playstation2, rimasta ormai la console da tavolo meno potente, ci ha abituato a degli standard di notevole livello e di sicuro qui siamo parecchio distanti dai vertici grafici raggiunti da Killzone o dall'imminente Black. La fluidità è buona, il motore fisico discreto, ma la qualità dei modelli poligonali e delle texture risulta alquanto obsoleta e poco gradevole.
In un momento in cui gli sparatutto per essere appetibili necessitano di una grafica di alto livello, questo Commandos Strike Force pecca clamorosamente, dimostrandosi non all'altezza.
Un peccato, perché il comparto audio è discreto, completamente localizzato in italiano, e le musiche d'atmosfera.
Anche sotto il profilo della giocabilità il prodotto tutto sommato può dirsi, pur con le sue pecche, divertente e le quattordici missioni da portare a termine si presentano stimolanti ed abbastanza ben diversificate e che rappresentano un necessario viatico per le battaglie multigiocatore fruibili online.
Non si può biasimare Eidos che c'ha provato, ma sicuramente la serie Commandos attirava di più l'attenzione quando interpretava il genere degli strategici in terza persona.
Strike Force rimane invece un FPS solo discreto, senza le giuste carte per impensierire chi da tempo sgomita in questo settore per conquistarsi le fette d'utenza più grandi possibili, anche se comunque in grado di regalare qualche ora di divertimento a chi appassionato del genere non se ne fa mancare uno.
Commandos Strike Force
6.5
Voto
Redazione
Commandos Strike Force
Il tentativo di introdurre un pizzico di strategia negli FPS è interessante, peccato che arrivi un po' in ritardo visto che già altri titoli più blasonati hanno contemplato, chi più chi meno, sezioni in cui si deve far ricorso alla materia grigia. Qui ogni personaggio ha un ruolo ben diversificato ma questa cosa da sola non basta a farne un prodotto dalle peculiarità uniche. La grafica di certo non aiuta ad innamorarsi del gioco, presentandosi poco ammaliante e non in linea con gli standard del momento. Alcuni particolari sono tuttavia curati e la struttura del gameplay a tratti si presenta anche divertente. Bisogna però essere appassionati del genere ed aver la pazienza di chiudere un occhio sul comparto tecnico e su certi passaggi poco riusciti che rasentano la frustrazione, a causa di certe soluzioni non sempre intuitive.