Condemned 2: Bloodshot
di
Massimiliano Balistreri
PREMESSA
Condemned, uno dei titoli più interessanti presenti nel parco di lancio per Xbox 360, ha rappresentato al momento della sua uscita una interessante deviazione del più classico genere fps verso una contaminazione più poliziesca, ampiamente condita da connotazioni thriller e splatter. Un gioco intenso, coinvolgente, a tratti claustrofobico, che ha tenuto molti early adopter di Microsoft col fiato sospeso per tutta la sua durata. Consci del potenziale del brand, e non a torto, i Monolith ritornano con questo seguito. Saprà rinverdire e arricchire ulteriormente i fasti del suo prequel? Continuate a leggerci e lo scoprirete.
IL GIOCO
Condemned 2 rivede come protagonista Ethan Thomas, ex-poliziotto, già personaggio principale del prequel, talmente sconvolto dalle vicende, che l'hanno visto coinvolto, da affogare i suoi sbiaditi ricordi nell'oblio della bottiglia. In seguito al verificarsi di un'ondata di violenza impressionante nei sobborghi di Metro City, Ethan viene disperatamente richiamato in servizio dalla Serial Crime Unit (SCU), il reparto a cui in precedenza aveva già prestato servizio.
Al di là dell'eroe in carne ed ossa che impersonerete, se così è realmente possibile chiamarlo, i reali protagonisti del gioco sono gli scenari nei quali lo stesso è ambientato alla perfezione.
L'ansietà e il senso di oppressione che pervadono le strade e gli ambienti in cui vi ritroverete a muovervi caratterizzano alla perfezione il leitmotiv che caratterizzano il titolo: il degrado urbano e il senso di sfacelo sono così corposi e realistici che vi sembrerà quasi respirare per davvero la polvere e la sporcizia che riempie le strade di Metro City; la deviazione mentale dei vostri antagonisti vi perseguiterà angosciosamente, mentre tenterete disperatamente di prevedere col dovuto anticipo tutto ciò che faranno per annientarvi una volta per tutte.
In quest'ottica la grande violenza che pervade il gioco, e che in molte occasioni vi vedrà autori di vere e proprie efferatezze, risulta almeno parzialmente mitigata, visto e considerato il letale potenziale dei personaggi di cui, volenti o nolenti, sarete costretti a sbarazzarvi il più rapidamente possibile. Il sistema di controllo è molto intuitivo e fortemente basato sullo scontro corpo a corpo, piuttosto che sull'utilizzo di armi a lungo raggio, peraltro comunque presenti, anche se non elementarmente sfruttabili.
A differenza del primo episodio, in Bloodshot potrete utilizzare entrambe le braccia per colpire, agendo opportunamente sui corrispondenti grilletti, creando anche una serie di interessanti combo dagli effetti devastanti. Come già visto in Manhunt, anche in questo caso sarà possibile "finire" le vostre vittime in svariate maniere, secondo la combinazione scelta, sfruttando all'occorrenza la conformazione delle location in qui sarete in quel momento. Ciò darà luogo a vere e proprie esecuzioni, di una violenza tale da rendere obiettivamente il gioco sconsigliabile ad un pubblico particolarmente impressionabile alla vista del sangue e della violenza in generale.
La selezione di armi a disposizione, più o meno convenzionali, è piuttosto variegata e spazia con disinvoltura da canonici bastoni e spranghe fino a più fantasiosi "gadget" come mazze da baseball, tenaglie e via dicendo. Agendo in contemporanea su entrambi i grilletti potrete parare l'attacco del vostro assalitore, per poi immediatamente passare al contrattacco, con combo dall'effetto letale, magari concluse con un bel calcione in pieno sullo sterno, che lancerà il malcapitato al suolo, riverso sulle ginocchio, pronto ad assaggiare i vostri corpi contundenti.
Il sistema di combattimento è stato uno degli aspetti più ritoccati rispetto al primo episodio e certamente quello che ha tratto il maggior giovamento dall'opera di tuning del team di sviluppo, risultando ora pressochè perfetto, sposandosi alla perfezione con la natura e lo spirito che pervade il gioco in ogni angolo. Mandando al tappeto diversi nemici in sequenza caricherete una sorta di barra del power up, che una volta riempita vi permetterà di innescare una particolare sequenza, in slow motion, nella quale, premendo opportunamente una sequenza di tasti, darete il via a mosse devastanti e a dir poco definitive.
In Condemned 2, oltre alla componente votata alla pura azione, con lo scopo neanche troppo velato di sbarazzarsi totalmente di tutti gli ostacoli viventi che vi si pareranno davanti, ne esiste una, purtroppo non altrettanto sviluppata, legata all'esplorazione e, nel dettaglio, all'investigazione, alla ricerca di indizi e prove che vi aiutino a capire meglio che sta succedendo intorno a voi.
Capiterà quindi di ritrovarvi, tra un assassinio e una rissa, in situazioni di relativo relax, facendo affidamento sui vostri strumenti, come macchine fotografiche ai raggi UVA e altre amenità del genere, per esaminare le scene del delitto in perfetto stile CSI, inviando prove da analizzare alla centrale e ricevendo indietro informazioni utili al dipanamento della storia e al proseguio della vostra "indagine". Peccato che, come già nel prequel, anche in Bloodshot questa parte risulti davvero ridotta all'osso e di mero contorno all'azione vera e propria, decisamente virata sul totale dinamismo.
Menzione particolare per l'intelligenza artificiale delle creature che vi ostacoleranno il cammino, davvero ben studiata. In molti casi non si limiteranno banalmente a scagliarsi contro di voi, ma cercheranno di aggirarvi, lasceranno armi meno letali per dotarsi delle migliori presenti nell'ambiente circostante e tenteranno un attacco studiato, magari in cooperazione. Davvero niente male.
GRAFICAMENTE PARLANDO
Così come il sistema di controllo e combattimento, anche il comparto meramente estetico è stato oggetto di particolare cura da parte dei Monolith, e il risultato è davvero pregevole, seppur mostrando qualche alto e basso. Da un lato i modelli del personaggi, per quanto discretamente realizzati e animati, a volte risultano un po' poco convincenti, soprattutto per quanto riguarda la qualità delle espressioni facciali.
D'altro canto le scenografie che fanno da teatro al gioco sono tetre e lugubri al punto giusto, caratterizzate da un ottimo utilizzo di luci ed ombre, sapientemente miscelate con l'unico scopo di farvela fare sotto ogni volta che salirete su per una scala che si perde nel buio o che girerete un angolo cieco, con le mani salde sul pad, pronti ad affrontare il peggio, sfiorando i grilletti.
L'atmosfera infatti è la regina incontrastata di Condemned 2, e nel raggiungimento di questo scopo il comparto grafico raccoglie buona parte dei meriti, riuscendo a confezionare una miscela esplosiva ed immersiva, come non accadeva in un gioco dai tempi dello splendido Bioshock. Più che buona la qualità generale delle texture e la fluidità con cui il tutto si muove, elemento importante per un gioco che fa della frenesia di alcuni momenti e dell'immediatezza il suo cavallo di battaglia.
COMPARTO SONORO
La parte audio di Condemned 2 merita un capitoletto a sé stante, per la cura con cui è stata realizzata e per la valenza che riesce a donare alla summa globale dell'azione. Musiche d'atmosfera ma soprattutto splendidi effetti sonori, sempre adeguati e capaci di sposarsi alla perfezione con ciò che accade a schermo, vi permetteranno un'immersione pressochè totale nella storia che fa da sfondo alla vostra avventura, coinvolgente e misteriosa al punto giusto.
Quando un gioco riesce a tenervi col fiato sospeso nei momenti di silenzio, alla spasmodica ricerca di un qualsiasi suono, anche il più flebile, che vi dia un minimo indizio di che cosa vi aspetti nella stanza successiva, beh allora significa che chi si occupa del comparto audio ha compiuto davvero un grande lavoro. E questo è precisamente il caso di Bloodshot. Ottimi anche i dialoghi, così come il doppiaggio in inglese, decisamente sopra la media.
Condemned, uno dei titoli più interessanti presenti nel parco di lancio per Xbox 360, ha rappresentato al momento della sua uscita una interessante deviazione del più classico genere fps verso una contaminazione più poliziesca, ampiamente condita da connotazioni thriller e splatter. Un gioco intenso, coinvolgente, a tratti claustrofobico, che ha tenuto molti early adopter di Microsoft col fiato sospeso per tutta la sua durata. Consci del potenziale del brand, e non a torto, i Monolith ritornano con questo seguito. Saprà rinverdire e arricchire ulteriormente i fasti del suo prequel? Continuate a leggerci e lo scoprirete.
IL GIOCO
Condemned 2 rivede come protagonista Ethan Thomas, ex-poliziotto, già personaggio principale del prequel, talmente sconvolto dalle vicende, che l'hanno visto coinvolto, da affogare i suoi sbiaditi ricordi nell'oblio della bottiglia. In seguito al verificarsi di un'ondata di violenza impressionante nei sobborghi di Metro City, Ethan viene disperatamente richiamato in servizio dalla Serial Crime Unit (SCU), il reparto a cui in precedenza aveva già prestato servizio.
Al di là dell'eroe in carne ed ossa che impersonerete, se così è realmente possibile chiamarlo, i reali protagonisti del gioco sono gli scenari nei quali lo stesso è ambientato alla perfezione.
L'ansietà e il senso di oppressione che pervadono le strade e gli ambienti in cui vi ritroverete a muovervi caratterizzano alla perfezione il leitmotiv che caratterizzano il titolo: il degrado urbano e il senso di sfacelo sono così corposi e realistici che vi sembrerà quasi respirare per davvero la polvere e la sporcizia che riempie le strade di Metro City; la deviazione mentale dei vostri antagonisti vi perseguiterà angosciosamente, mentre tenterete disperatamente di prevedere col dovuto anticipo tutto ciò che faranno per annientarvi una volta per tutte.
In quest'ottica la grande violenza che pervade il gioco, e che in molte occasioni vi vedrà autori di vere e proprie efferatezze, risulta almeno parzialmente mitigata, visto e considerato il letale potenziale dei personaggi di cui, volenti o nolenti, sarete costretti a sbarazzarvi il più rapidamente possibile. Il sistema di controllo è molto intuitivo e fortemente basato sullo scontro corpo a corpo, piuttosto che sull'utilizzo di armi a lungo raggio, peraltro comunque presenti, anche se non elementarmente sfruttabili.
A differenza del primo episodio, in Bloodshot potrete utilizzare entrambe le braccia per colpire, agendo opportunamente sui corrispondenti grilletti, creando anche una serie di interessanti combo dagli effetti devastanti. Come già visto in Manhunt, anche in questo caso sarà possibile "finire" le vostre vittime in svariate maniere, secondo la combinazione scelta, sfruttando all'occorrenza la conformazione delle location in qui sarete in quel momento. Ciò darà luogo a vere e proprie esecuzioni, di una violenza tale da rendere obiettivamente il gioco sconsigliabile ad un pubblico particolarmente impressionabile alla vista del sangue e della violenza in generale.
La selezione di armi a disposizione, più o meno convenzionali, è piuttosto variegata e spazia con disinvoltura da canonici bastoni e spranghe fino a più fantasiosi "gadget" come mazze da baseball, tenaglie e via dicendo. Agendo in contemporanea su entrambi i grilletti potrete parare l'attacco del vostro assalitore, per poi immediatamente passare al contrattacco, con combo dall'effetto letale, magari concluse con un bel calcione in pieno sullo sterno, che lancerà il malcapitato al suolo, riverso sulle ginocchio, pronto ad assaggiare i vostri corpi contundenti.
Il sistema di combattimento è stato uno degli aspetti più ritoccati rispetto al primo episodio e certamente quello che ha tratto il maggior giovamento dall'opera di tuning del team di sviluppo, risultando ora pressochè perfetto, sposandosi alla perfezione con la natura e lo spirito che pervade il gioco in ogni angolo. Mandando al tappeto diversi nemici in sequenza caricherete una sorta di barra del power up, che una volta riempita vi permetterà di innescare una particolare sequenza, in slow motion, nella quale, premendo opportunamente una sequenza di tasti, darete il via a mosse devastanti e a dir poco definitive.
In Condemned 2, oltre alla componente votata alla pura azione, con lo scopo neanche troppo velato di sbarazzarsi totalmente di tutti gli ostacoli viventi che vi si pareranno davanti, ne esiste una, purtroppo non altrettanto sviluppata, legata all'esplorazione e, nel dettaglio, all'investigazione, alla ricerca di indizi e prove che vi aiutino a capire meglio che sta succedendo intorno a voi.
Capiterà quindi di ritrovarvi, tra un assassinio e una rissa, in situazioni di relativo relax, facendo affidamento sui vostri strumenti, come macchine fotografiche ai raggi UVA e altre amenità del genere, per esaminare le scene del delitto in perfetto stile CSI, inviando prove da analizzare alla centrale e ricevendo indietro informazioni utili al dipanamento della storia e al proseguio della vostra "indagine". Peccato che, come già nel prequel, anche in Bloodshot questa parte risulti davvero ridotta all'osso e di mero contorno all'azione vera e propria, decisamente virata sul totale dinamismo.
Menzione particolare per l'intelligenza artificiale delle creature che vi ostacoleranno il cammino, davvero ben studiata. In molti casi non si limiteranno banalmente a scagliarsi contro di voi, ma cercheranno di aggirarvi, lasceranno armi meno letali per dotarsi delle migliori presenti nell'ambiente circostante e tenteranno un attacco studiato, magari in cooperazione. Davvero niente male.
GRAFICAMENTE PARLANDO
Così come il sistema di controllo e combattimento, anche il comparto meramente estetico è stato oggetto di particolare cura da parte dei Monolith, e il risultato è davvero pregevole, seppur mostrando qualche alto e basso. Da un lato i modelli del personaggi, per quanto discretamente realizzati e animati, a volte risultano un po' poco convincenti, soprattutto per quanto riguarda la qualità delle espressioni facciali.
D'altro canto le scenografie che fanno da teatro al gioco sono tetre e lugubri al punto giusto, caratterizzate da un ottimo utilizzo di luci ed ombre, sapientemente miscelate con l'unico scopo di farvela fare sotto ogni volta che salirete su per una scala che si perde nel buio o che girerete un angolo cieco, con le mani salde sul pad, pronti ad affrontare il peggio, sfiorando i grilletti.
L'atmosfera infatti è la regina incontrastata di Condemned 2, e nel raggiungimento di questo scopo il comparto grafico raccoglie buona parte dei meriti, riuscendo a confezionare una miscela esplosiva ed immersiva, come non accadeva in un gioco dai tempi dello splendido Bioshock. Più che buona la qualità generale delle texture e la fluidità con cui il tutto si muove, elemento importante per un gioco che fa della frenesia di alcuni momenti e dell'immediatezza il suo cavallo di battaglia.
COMPARTO SONORO
La parte audio di Condemned 2 merita un capitoletto a sé stante, per la cura con cui è stata realizzata e per la valenza che riesce a donare alla summa globale dell'azione. Musiche d'atmosfera ma soprattutto splendidi effetti sonori, sempre adeguati e capaci di sposarsi alla perfezione con ciò che accade a schermo, vi permetteranno un'immersione pressochè totale nella storia che fa da sfondo alla vostra avventura, coinvolgente e misteriosa al punto giusto.
Quando un gioco riesce a tenervi col fiato sospeso nei momenti di silenzio, alla spasmodica ricerca di un qualsiasi suono, anche il più flebile, che vi dia un minimo indizio di che cosa vi aspetti nella stanza successiva, beh allora significa che chi si occupa del comparto audio ha compiuto davvero un grande lavoro. E questo è precisamente il caso di Bloodshot. Ottimi anche i dialoghi, così come il doppiaggio in inglese, decisamente sopra la media.
Condemned 2: Bloodshot
8.5
Voto
Redazione
Condemned 2: Bloodshot
Condemned 2 é un grande seguito che riesce alla perfezione nell'impresa di partire dall'ottima base del prequel e migliorarla praticamente sotto ogni punto di vista. A partire dall'aspetto tecnico, che seppur non all'avanguardia riesce a far bene il suo mestiere, fino ad arrivare al sistema di combattimento, ben bilanciato, istintivo ed appagante al punto giusto. Ma il merito maggiore di Bloodshot é quello di donare emozione, spaventarvi e tenervi col fiato sospeso, a volte alla ricerca spasmodica di una luce che porti fuori dall'oppressione, che nel buio profondo delle decadenti ambientazioni regna sovrana. E oggigiorno é così raro trovare un gioco che sappia ancora riuscire nello scopo di emozionare che sarebbe davvero un peccato farsi sfuggire questo gioiellino di Monolith. Caldamente consigliato, in particolar modo se le sensazioni forti e la violenza non vi sconvolgono particolarmente.