Conflict: Desert Storm 2
di
Marte sarà fiero di voi.
Il primo Conflict Desert Storm era stato un ottimo esempio di come si potesse ricreare un titolo di chiaro stampo bellico trovando un punto d'incontro tra la parte più simulativa del genere e quella invece più arcade, in un sapiente mix capace di accontentare le esigenze del vasto pubblico. Il buon successo del gioco, pur presentando qualche ombra, ha convinto la Pivotal Game a ripresentarsi per la seconda volta sul campo di battaglia. Vediamo com'è andata.
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L'atmosfera è certamente quanto più si avvicini al classico colossal di guerra (un flashback mi ha portato alla mente le immagini di "Dove osano le aquile" e "Full Metal Jacket"). Il classico sergente che possiede un solo tono di voce, altissimo, l'addestramento con proiettili veri sparati ad altezza uomo, i percorsi di guerra a tempo e così via; tutti fattori che ti calano nella giusta atmosfera ancora prima di cominciare la missione, con quel mix di tensione e concentrazione che ipnotizza il tuo sguardo alla televisione. Cominciamo dall'addestramento, che svela tutta la gamma d'interazioni del personaggio con l'ambiente, le armi, i commilitoni, insomma con tutti gli altri elementi del gioco, e continuiamo con le possibilità gestionali, ottenute ottimizzando le capacità del controller e dando così ampie possibilità al giocatore non solo di sfruttare la sua abilità nel combattimento faccia a faccia, ma di misurarsi in finezze tattiche che risulteranno essenziali per raggiungere l'obiettivo assegnato. L'antefatto è semplice: si torna indietro alla prima guerra del golfo, dove le forze alleate di tutto il mondo ricacciarono quelle di Saddam fuori dal Kuwait. I primi scontri cominciano alle porte della città, dove un gruppo, identificato col nome in codice di Delta 1, ha chiesto aiuto dopo essere stato costretto ad un atterraggio di fortuna nel centro di una delle piazze dell'abitato: la missione consiste nel portarli fuori dall'inferno nel quale sono letteralmente caduti. La missione non si rivela facile ma il vostro gruppo è ben addestrato ed equipaggiato per eliminare ogni tipo di problemi possano presentarsi.
Cartoline dal fronte.
Graficamente, è doveroso riconoscere agli sviluppatori il buon lavoro svolto, riuscendo a donare a CFD un sapiente mix di realismo e fluidità di gioco, riuscendo a ricreare ambientazioni credibili e graficamente curate. I modelli dei quattro soldati, disponibili nella modalità giocatore singolo, risultano accurati in tutti i loro particolari fisici e nell'equipaggiamento, inoltre la loro buffetteria (che per chi non conoscesse il termine, è il particolare abbigliamento da battaglia che usano i soldati) è identica all'originale e risulta differente per ogni specifica tipologia d'azione, esattamente come le armi. Alcuni particolari meritano una menzione speciale: le esplosioni molto realistiche, ed inoltre commisurate al potere distruttivo della carica utilizzata, le scie dei proiettili che, anche se non propriamente verosimili, sono d'aiuto nell'impedire di impazzire per individuare il nemico lontano oppure nascosto. Una tiratina d'orecchie invece deve essere data per la realizzazione degli automezzi. Jeep e mezzi corazzati vari risultano essere troppo squadrati e povei di dettaglio per risultare quantomeno realistici, sebbene esistano tonnellate di materiale fotografico a cui potersi ispirare. Discorso contrario per quanto riguarda gli sfondi, che non solo risultano realistici, ma anche impreziositi da particolari architettonici come gli arazzi appesi alle pareti delle case.
Il primo Conflict Desert Storm era stato un ottimo esempio di come si potesse ricreare un titolo di chiaro stampo bellico trovando un punto d'incontro tra la parte più simulativa del genere e quella invece più arcade, in un sapiente mix capace di accontentare le esigenze del vasto pubblico. Il buon successo del gioco, pur presentando qualche ombra, ha convinto la Pivotal Game a ripresentarsi per la seconda volta sul campo di battaglia. Vediamo com'è andata.
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L'atmosfera è certamente quanto più si avvicini al classico colossal di guerra (un flashback mi ha portato alla mente le immagini di "Dove osano le aquile" e "Full Metal Jacket"). Il classico sergente che possiede un solo tono di voce, altissimo, l'addestramento con proiettili veri sparati ad altezza uomo, i percorsi di guerra a tempo e così via; tutti fattori che ti calano nella giusta atmosfera ancora prima di cominciare la missione, con quel mix di tensione e concentrazione che ipnotizza il tuo sguardo alla televisione. Cominciamo dall'addestramento, che svela tutta la gamma d'interazioni del personaggio con l'ambiente, le armi, i commilitoni, insomma con tutti gli altri elementi del gioco, e continuiamo con le possibilità gestionali, ottenute ottimizzando le capacità del controller e dando così ampie possibilità al giocatore non solo di sfruttare la sua abilità nel combattimento faccia a faccia, ma di misurarsi in finezze tattiche che risulteranno essenziali per raggiungere l'obiettivo assegnato. L'antefatto è semplice: si torna indietro alla prima guerra del golfo, dove le forze alleate di tutto il mondo ricacciarono quelle di Saddam fuori dal Kuwait. I primi scontri cominciano alle porte della città, dove un gruppo, identificato col nome in codice di Delta 1, ha chiesto aiuto dopo essere stato costretto ad un atterraggio di fortuna nel centro di una delle piazze dell'abitato: la missione consiste nel portarli fuori dall'inferno nel quale sono letteralmente caduti. La missione non si rivela facile ma il vostro gruppo è ben addestrato ed equipaggiato per eliminare ogni tipo di problemi possano presentarsi.
Cartoline dal fronte.
Graficamente, è doveroso riconoscere agli sviluppatori il buon lavoro svolto, riuscendo a donare a CFD un sapiente mix di realismo e fluidità di gioco, riuscendo a ricreare ambientazioni credibili e graficamente curate. I modelli dei quattro soldati, disponibili nella modalità giocatore singolo, risultano accurati in tutti i loro particolari fisici e nell'equipaggiamento, inoltre la loro buffetteria (che per chi non conoscesse il termine, è il particolare abbigliamento da battaglia che usano i soldati) è identica all'originale e risulta differente per ogni specifica tipologia d'azione, esattamente come le armi. Alcuni particolari meritano una menzione speciale: le esplosioni molto realistiche, ed inoltre commisurate al potere distruttivo della carica utilizzata, le scie dei proiettili che, anche se non propriamente verosimili, sono d'aiuto nell'impedire di impazzire per individuare il nemico lontano oppure nascosto. Una tiratina d'orecchie invece deve essere data per la realizzazione degli automezzi. Jeep e mezzi corazzati vari risultano essere troppo squadrati e povei di dettaglio per risultare quantomeno realistici, sebbene esistano tonnellate di materiale fotografico a cui potersi ispirare. Discorso contrario per quanto riguarda gli sfondi, che non solo risultano realistici, ma anche impreziositi da particolari architettonici come gli arazzi appesi alle pareti delle case.