Conflict: Global Storm
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La storia è sempre stata generosa nel regalare al genere videoludico tipologie di nemici: giusto per ripercorrere il secolo appena concluso, dopo il nazismo sconfitto con la Seconda Guerra Mondiale, dopo la minaccia comunista sgretolatasi assieme al muro di Berlino, tocca ora al terrorismo interpretare il ruolo di moderno antagonista. In realtà, in questo Conflict: Global Storm (da qui in avanti CGS) vi toccherà fronteggiare un'organizzazione terroristica di stampo neonazista, ma non per questo la minaccia che essa rappresenta può essere trascurata.
La campagna inizia dunque nel tardo 2006 in territorio colombiano, dove ritroviamo i protagonisti dei primi due capitoli della serie Conflict (ovvero Bradley, Jones, Connors e Foley) impegnati a scardinare l'organizzazione nemica, ma noterete immediatamente che qualcosa sta andando storto: l'inizio del gioco vi vedrà prigionieri dei guerriglieri e, dopo essere evasi e dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi previsti dall'alto della vostra gerarchia, alla fine della missione sudamericana perderete uno dei vostri, Foley.
In giro per il mondo
Proseguendo nella modalità campagna la perdita verrà immediatamente rimpiazzata dal caporale Carrie Sherman, riportando a quattro il numero di componenti del team che potrete impersonare lungo le 14 missioni.
Il primo vantaggio tangibile della scelta di riprodurre la guerra asimmetrica è la varietà delle ambientazioni: al contrario dei prequel, localizzati esclusivamente nel deserto e nella jungla vietnamita, in questo caso avrete modo di visitare cinque aree geografiche sparse per il mondo, come ad esempio le foreste colombiane, le aree urbane di Seoul, territori industriali georgiani e così via.
Giusto per concludere il discorso dei principali cambiamenti rispetto ai prequel, in questo caso è stata bocciata la mira automatica che in Conflict: Vietnam vi permetteva di agganciare agevolmente i nemici, anche se parzialmente nascosti dalla vegetazione.
Mirino multicolore
L'unico aiuto che vi viene offerto in questo CGS è rappresentato dal cambiamento cromatico della croce del mirino, la quale diventa arancione quando il nemico è sotto tiro, anche se non garantisce la certezza matematica che il colpo vada a segno: sta a voi il compito di puntare con precisione la vostra arma.
Se da un lato questo aspetto conferisce al gioco un maggiore realismo, dall'altro ne eleva la difficoltà che, già nel livello facile, si rivela superiore alla media. Non per questo il gioco deve però essere classificato come frustrante: a venirvi incontro, infatti, è l'AI dei nemici i quali, anche se vantano routine piuttosto evolute che permettono loro di esibirsi in tecniche avanzate di combattimento (come impiegare il fuoco di copertura, sparare durante la ritirata, cercare riparo dietro alberi o rocce), la maggior parte delle volte dimenticheranno tutto quanto per attaccare a testa bassa, magari proseguendo in fila indiana e consentendovi di farli fuori tutti senza nemmeno dovervi sforzare di prendere la mira.
Specializzati
Un altro aiuto vi viene offerto dalla possibilità di curare i soldati feriti, limitando così l'eventualità di dover proseguire la missione con la squadra decimata. Il fallimento della missione si concretizzerà solo una volta che tutti i membri della squadra saranno riversi a terra senza possibilità alcuna di curarsi vicendevolmente. Va detto, però, che tale eventualità si verificherà non spesso, in quanto l'AI dei vostri compari si assesta su livelli buoni.
In questo CGS, inoltre, è stato compiuto uno sforzo notevole per diversificare notevolmente i soldati: ognuno di loro è caratterizzato da dalla propria personalità (evidenti l'animo aggressivo di Connors, il lato ansioso di Jones, la pazienza di Foley e la capacità organizzativa di Bradley) e, soprattutto, da abilità particolari, con specializzazioni nell'impiego delle armi che si rendono evidenti soprattutto quando tentate di far maneggiare il C4 alla persona sbagliata. Per questo motivo CGS consente al giocatore di gestire l'inventario di ogni militare, con la possibilità di scambiarsi armi e attrezzature.
Nuovo motore senza retrocessione di 10 posizioni
Tecnicamente parlando è stato fatto un buon passo avanti, soprattutto grazie al nuovo motore grafico capace di gestire un numero di poligoni notevolmente superiore, rendendo il gioco bello a vedersi oltre che a giocarsi. Rimangono solo alcune perplessità riguardanti le animazioni dei personaggi in corsa, un tantino goffe.
L'audio, dal canto suo, fa il suo dovere, con il doppiaggio dei dialoghi dei vostri in italiano ben realizzato, anche se le battute sono un po' ripetitive. Le voci dei guerriglieri, invece, rimangono nella loro lingua madre.
In conclusione, Global Storm allunga ulteriormente la già fornita serie Conflict con un gioco che riesce a convincere e si presenta anche piuttosto bene visivamente. Peccato per alcuni frequenti black-out nell'AI degli avversari, i quali però non rendono eccessivamente difficile il gioco.
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La campagna inizia dunque nel tardo 2006 in territorio colombiano, dove ritroviamo i protagonisti dei primi due capitoli della serie Conflict (ovvero Bradley, Jones, Connors e Foley) impegnati a scardinare l'organizzazione nemica, ma noterete immediatamente che qualcosa sta andando storto: l'inizio del gioco vi vedrà prigionieri dei guerriglieri e, dopo essere evasi e dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi previsti dall'alto della vostra gerarchia, alla fine della missione sudamericana perderete uno dei vostri, Foley.
In giro per il mondo
Proseguendo nella modalità campagna la perdita verrà immediatamente rimpiazzata dal caporale Carrie Sherman, riportando a quattro il numero di componenti del team che potrete impersonare lungo le 14 missioni.
Il primo vantaggio tangibile della scelta di riprodurre la guerra asimmetrica è la varietà delle ambientazioni: al contrario dei prequel, localizzati esclusivamente nel deserto e nella jungla vietnamita, in questo caso avrete modo di visitare cinque aree geografiche sparse per il mondo, come ad esempio le foreste colombiane, le aree urbane di Seoul, territori industriali georgiani e così via.
Giusto per concludere il discorso dei principali cambiamenti rispetto ai prequel, in questo caso è stata bocciata la mira automatica che in Conflict: Vietnam vi permetteva di agganciare agevolmente i nemici, anche se parzialmente nascosti dalla vegetazione.
Mirino multicolore
L'unico aiuto che vi viene offerto in questo CGS è rappresentato dal cambiamento cromatico della croce del mirino, la quale diventa arancione quando il nemico è sotto tiro, anche se non garantisce la certezza matematica che il colpo vada a segno: sta a voi il compito di puntare con precisione la vostra arma.
Se da un lato questo aspetto conferisce al gioco un maggiore realismo, dall'altro ne eleva la difficoltà che, già nel livello facile, si rivela superiore alla media. Non per questo il gioco deve però essere classificato come frustrante: a venirvi incontro, infatti, è l'AI dei nemici i quali, anche se vantano routine piuttosto evolute che permettono loro di esibirsi in tecniche avanzate di combattimento (come impiegare il fuoco di copertura, sparare durante la ritirata, cercare riparo dietro alberi o rocce), la maggior parte delle volte dimenticheranno tutto quanto per attaccare a testa bassa, magari proseguendo in fila indiana e consentendovi di farli fuori tutti senza nemmeno dovervi sforzare di prendere la mira.
Specializzati
Un altro aiuto vi viene offerto dalla possibilità di curare i soldati feriti, limitando così l'eventualità di dover proseguire la missione con la squadra decimata. Il fallimento della missione si concretizzerà solo una volta che tutti i membri della squadra saranno riversi a terra senza possibilità alcuna di curarsi vicendevolmente. Va detto, però, che tale eventualità si verificherà non spesso, in quanto l'AI dei vostri compari si assesta su livelli buoni.
In questo CGS, inoltre, è stato compiuto uno sforzo notevole per diversificare notevolmente i soldati: ognuno di loro è caratterizzato da dalla propria personalità (evidenti l'animo aggressivo di Connors, il lato ansioso di Jones, la pazienza di Foley e la capacità organizzativa di Bradley) e, soprattutto, da abilità particolari, con specializzazioni nell'impiego delle armi che si rendono evidenti soprattutto quando tentate di far maneggiare il C4 alla persona sbagliata. Per questo motivo CGS consente al giocatore di gestire l'inventario di ogni militare, con la possibilità di scambiarsi armi e attrezzature.
Nuovo motore senza retrocessione di 10 posizioni
Tecnicamente parlando è stato fatto un buon passo avanti, soprattutto grazie al nuovo motore grafico capace di gestire un numero di poligoni notevolmente superiore, rendendo il gioco bello a vedersi oltre che a giocarsi. Rimangono solo alcune perplessità riguardanti le animazioni dei personaggi in corsa, un tantino goffe.
L'audio, dal canto suo, fa il suo dovere, con il doppiaggio dei dialoghi dei vostri in italiano ben realizzato, anche se le battute sono un po' ripetitive. Le voci dei guerriglieri, invece, rimangono nella loro lingua madre.
In conclusione, Global Storm allunga ulteriormente la già fornita serie Conflict con un gioco che riesce a convincere e si presenta anche piuttosto bene visivamente. Peccato per alcuni frequenti black-out nell'AI degli avversari, i quali però non rendono eccessivamente difficile il gioco.