Conflict Zone

di Redazione Gamesurf
In realtà questo non é un modo totalmente nuovo di vedere il problema: Star Wars: Force Commander di LucasArts ha già affrontato la gestione dei "punti comando" (ossia del denaro) commisurati alla nostra abilità piuttosto che all'estrazione di risorse, ma Conflict Zone estende questa visuale al compiere azioni (ossia il salvataggio dei civili) che con la guerra hanno poco a che fare, ma che non possono essere tralasciate visto che anzitutto siamo in missione umanitaria. Il gioco permette di cimentarsi sia nelle vesti dei "buoni", sia in quelle dei "cattivi"; in quest'ultimo caso le cose sono un po' diverse: non c'é la pressione dei media, anzi noi stessi, visto che stiamo appoggiando dittature, potremo "pilotare" le immagini da far giungere alla nostra fazione. Si notano importati diversità filosofiche e quindi comportamentali tra le due fazioni, ma le differenze pratiche nel momento in cui ci si trova a giocare sono probabilmente più ridotte di quanto ci si aspetterebbe: per esempio possiamo ignorare i civili, ucciderli, usarli come esca per le forze dell'ICP, ma converrà comunque evitare di farlo per arruolarli nelle nostre file

DELEGARE: IL MIGLIOR MODO PER COMANDARE
Nei giochi di strategia in tempo reale succede spesso che la situazione rischi di sfuggirci di mano perché dobbiamo gestire troppe azioni contemporaneamente; nella realtà sappiamo bene che un buon capo deve delegare... ed é proprio quello che é possibile fare in Conflict Zone. Al nostro fianco ci saranno uno o più comandanti ai quali potremo assegnare delle truppe e, mentre noi ci occupiamo di altre faccende, cui delegare dei compiti molto precisi: costruire la base e l'esercito piuttosto che attaccare o difendere alla morte una determinata posizione, o ancora occuparsi del soccorso ai civili. In questo modo ci sarà possibile anche condurre attacchi su fronti diversi senza impazzire sulla mappa do gioco. Oltre a questo le unità saranno dotate di una certa intelligenza artificiale che consentirà loro un comportamento molto realistico. Notevole il fatto che i nostri aiutanti abbiano in realtà delle capacità specifiche e quindi non siano assolutamente intercambiabili tra di loro. Non é comunque sperabile che i comandanti siano in grado di concludere la missione da soli, tutt'altro: senza il nostro continuo ed attento controllo ci porterebbero ben presto allo sbaraglio e alla sconfitta. Ci ha colpito il fatto che la morfologia del territorio pare influenzare pesantemente il bilancio delle forze in campo, come é giusto che sia: frequentemente ci troveremo di fronte a punti di accesso obbligati (ponti piuttosto che gole tra le rocce) o a differenze di altitudine che possono essere affrontati o difesi adeguatamente solo con tattiche specifiche progettate per l'occasione