Conflict Zone
di
Redazione Gamesurf
IL LATO TECNOLOGICO
L'interfaccia di gioco é chiara e immediatamente comprensibile, nello standard consolidato del genere, pilotata da una combinazione di tastiera e mouse complessivamente abbastanza "user friendly". Il motore grafico tridimensionale ci offre l'opportunità di effettuare interessanti inquadrature, ma di fatto, in un gioco del genere, quest'aspetto é assolutamente irrilevante, visto che ci si trova regolarmente a giocare con la visuale più lontana (e magari fissa in stile Command & Conquer) per vedere la maggiore quantità di terreno possibile. La grafica sul sistema di test (Pentium III a 733 MHz e Voodoo3 3000) mostra dei notevoli "colpi d'occhio", ma non pare eccessivamente nitida e, complice il pesante motore tridimensionale, non é neanche troppo fluida: quasi tutti oggi hanno PC molto potenti e la cosa non dovrebbe rappresentare un problema, ma non é ammissibile con un gioco del genere. Per il resto niente di negativo da rilevare dal punto di vista tecnico, se non un'eccessiva scalettatura dei filmati e un carattere per i sottotitoli poco leggibile (il gioco ha testi e voci in lingua inglese e il solo manuale - molto completo - inlingua italiana)
Per molti aspetti l'impressione é quella di trovarsi di fronte, nel bene e nel male, al "solito" strategico, nel quale il nemico sa già tutto di noi e comincia ad attaccarci da subito mentre noi siamo completamente all'oscuro di tutto, ma ci siamo abituati. Dal punto di vista del gameplay salta agli occhi la necessità di salvare i civili che offre un interessante diversivo strategico, visto che l'ICP ha assolutamente bisogno della popolarità che tale azione comporta e, per contro la fazione Ghost può impedirlo per far sì che i nemici restino indeboliti: trovare il momento e il modo giusto per soccorrere i civili può fare veramente la differenza. Resta un po' di amaro in bocca, però, quando tutta questa pianificazione strategica si riduce ad un attacco a testa bassa con un colossale spiegamento di truppe per raggiungere l'obiettivo finale massicciamente difeso... D'altro canto però abbiamo avuto l'impressione che, per quanto il computer costruisca mezzi con eccessiva rapidità (ma a lui chi li dà i fondi?), tenda ad usare tattiche diverse nell'ambito della stessa missione se ripetuta più volte: talvolta aggredendo a pieno organico, altre volte dedicandosi al saccheggio dei villaggi per indebolirci in maniera molto più subdola e meno rischiosa. Questo non deve sorprendere visto che gli sviluppatori francesi del MASA Group, hanno nel loro background importanti studi relativi all'intelligenza artificiale, che hanno applicato con successo anche in Conflict Zone.
L'interfaccia di gioco é chiara e immediatamente comprensibile, nello standard consolidato del genere, pilotata da una combinazione di tastiera e mouse complessivamente abbastanza "user friendly". Il motore grafico tridimensionale ci offre l'opportunità di effettuare interessanti inquadrature, ma di fatto, in un gioco del genere, quest'aspetto é assolutamente irrilevante, visto che ci si trova regolarmente a giocare con la visuale più lontana (e magari fissa in stile Command & Conquer) per vedere la maggiore quantità di terreno possibile. La grafica sul sistema di test (Pentium III a 733 MHz e Voodoo3 3000) mostra dei notevoli "colpi d'occhio", ma non pare eccessivamente nitida e, complice il pesante motore tridimensionale, non é neanche troppo fluida: quasi tutti oggi hanno PC molto potenti e la cosa non dovrebbe rappresentare un problema, ma non é ammissibile con un gioco del genere. Per il resto niente di negativo da rilevare dal punto di vista tecnico, se non un'eccessiva scalettatura dei filmati e un carattere per i sottotitoli poco leggibile (il gioco ha testi e voci in lingua inglese e il solo manuale - molto completo - inlingua italiana)
Per molti aspetti l'impressione é quella di trovarsi di fronte, nel bene e nel male, al "solito" strategico, nel quale il nemico sa già tutto di noi e comincia ad attaccarci da subito mentre noi siamo completamente all'oscuro di tutto, ma ci siamo abituati. Dal punto di vista del gameplay salta agli occhi la necessità di salvare i civili che offre un interessante diversivo strategico, visto che l'ICP ha assolutamente bisogno della popolarità che tale azione comporta e, per contro la fazione Ghost può impedirlo per far sì che i nemici restino indeboliti: trovare il momento e il modo giusto per soccorrere i civili può fare veramente la differenza. Resta un po' di amaro in bocca, però, quando tutta questa pianificazione strategica si riduce ad un attacco a testa bassa con un colossale spiegamento di truppe per raggiungere l'obiettivo finale massicciamente difeso... D'altro canto però abbiamo avuto l'impressione che, per quanto il computer costruisca mezzi con eccessiva rapidità (ma a lui chi li dà i fondi?), tenda ad usare tattiche diverse nell'ambito della stessa missione se ripetuta più volte: talvolta aggredendo a pieno organico, altre volte dedicandosi al saccheggio dei villaggi per indebolirci in maniera molto più subdola e meno rischiosa. Questo non deve sorprendere visto che gli sviluppatori francesi del MASA Group, hanno nel loro background importanti studi relativi all'intelligenza artificiale, che hanno applicato con successo anche in Conflict Zone.
Conflict Zone
Conflict Zone
Un buon gioco che però non offre molto di nuovo al panorama degli strategici in tempo reale. Verrebbe anche voglia di tentare tattiche particolarmente intelligenti visto che abbiamo il supporto dei comandanti e vista la buona intelligenza artificiale messa in campo dai nemici, ma in pratica ci troveremo sempre a costruire il più velocemente possibile una base e un esercito per assalire in forze la fazione avveraria. Interessante l'uso dei punti comando e la possibilità di sfruttare a proprio favore i civili, ma comunque non si tratta di nulla di così innovativo da sconvolgere il genere. In defintiva un buon gioco, lo ripetiamo: se lo acquisterete saprete esattamente cosa aspettarvi... e magari penserete anche voi che con quelle buone idee si poteva fare qualcosa di maggiormente innovativo.