Constantine

di Andrea Casetti
Raccapricciante. E per chi è un fedele appassionato del genere horror può essere un buon inizio. Vedere John Constantine liberare una giovane ragazza posseduta dal demone di turno provoca orrore e raccapriccio. Vuoi per le scene su schermo ma anche e soprattutto per un doppiaggio clamorosamente piatto che non lascia in alcun modo trasparire la drammaticità delle immagini. E se, come recita il famoso proverbio, "un bel giorno si vede dal mattino", le speranze che possiamo riporre in questo titolo sono piuttosto misere.

Il Max Payne dell'occulto
Numerose sono le similitudini tra questo Constantine e Max Payne. Prima tra tutte l'ambientazione spiccatamente dark che caratterizza le locazioni terrene, che qui però si alternano a scenografie infernali, grazie alla capacità del nostro protagonista di "teletrasportarsi" dal mondo terrestre alla sua controparte demonizzata. Per il passaggio da una dimensione all'altra è sufficiente trovare una pozza d'acqua e pronunciare un incantesimo, per la cui esecuzione è necessario comporre una successone di tasti, prontamente suggerita sullo schermo. Quello del teletrasporto non è l'unico sortilegio disponibile: oltre al magico arsenale del nostro personaggio, infatti, sono presenti combinazioni di tasti che permettono di richiamare demoni buoni, provocare tuoni e così via.

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70 destra 2, attenzione demone...
Un'altra similitudine con Max Payne è rappresentata dalla conformazione dalle ambientazioni: il nostro personaggio, infatti, potrà seguire un unico percorso, senza alcuna possibilità di divagare in esplorazioni di stanze o spiazzi che non hanno direttamente a che fare con il cammino da intraprendere, esattamente come se si trattasse di una tappa un gioco di rally. Questo aspetto è piuttosto deprimente, soprattutto se si pensa che la serie GTA ha incrementato notevolmente la sua longevità proprio grazie alle fasi di esplorazione finalizzate alla ricerca di interessanti armi. E' vero che qui sono presenti dei tarocchi che permettono di sbloccare bonus, ma la loro collocazione è facilmente individuabile in quanto saremo costretti a passarci vicino.

Banale
Il gioco si può riassumere in poche azioni: seguire il cammino prefissato, sparare a demoni mossi da una precaria intelligenza artificiale e risolvere i semplici enigmi proposti. I nemici di turno sono rappresentati da demoni di varia forma, ma tutti piuttosto goffi e scarsamente curati. La maggior parte di essi è facilmente eliminabile, con uno o 2 colpi ben assestati, mentre altre tipologie di demoni sono più ostici da accoppare, anche se pochi rappresentano una vera e propria sfida,in quanto scarsamente dotati di AI. Discorso analogo per gli enigmi, caratterizzati dall'approccio tipicamente adottato in Tomb Raider: cercare la chiave per aprire la porta, cercare un eventuale oggetto o pronunciare un determinato incantesimo. Purtroppo la risoluzione di ciascun rebus sarà resa banale dalla puntuale apparizione in sovraimpressione dei suggerimenti, tali da rendere di una facilità imbarazzante anche la pronuncia dei sortilegi.

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Tecnicamente deludente
La realizzazione tecnica è globalmente mediocre, anche se va detto che il volto di Keanu Reeves è ben rappresentato e lodevoli i tentativi di inserire chicche grafiche ed effetti di luce che si vedono qua e là. Il tutto, però, è rovinato da macroscopici difetti, come ad esempio le goffe movenze del nostro personaggio mentre effettua passi laterali, la nebbia realizzata con nuvolette bidimensionali, gli effetti luminosi poco ispirati e così via. Anche il sistema di controllo offre i suoi grattacapi: nonostante l'estrema semplicità dei comandi (per imporre a Constantine di saltare, arrampicarsi o raccogliere oggetti è sufficiente andarci contro), e si verificano problemi, diffusissimi nei giochi con visuale in terza persona, di gestione della telecamera che qui non potevano di certo mancare. Anche dal punto di vista del coinvolgimento il gioco ha poco da offrire: l'atmosfera cupa e tenebrosa non riesce a proporre quella tensione che ci si aspetterebbe da un gioco come questo, né l'improvvisa comparsa di un demone riesce a sorprendere più di tanto, anche perchè molte delle situazioni presenti in gioco sono state spudoratamente copiate da altri titoli del filone survival horror.

Occasione sprecata
In definitiva, questo Constantine rappresenta il classico esempio di occasione sprecata. Troppo spesso ci capita di assistere a mediocri trasposizione su console di lungometraggi, specie in concomitanza con l'uscita di questi ultimi sul grande schermo, giusto per sfruttarne l'eventuale scia del successo. Così è accaduto nel caso di Enter the Matrix, Spider Man 2 e altri ancora, e la solfa si è ripetuta anche per Constantine, troppo mediocre per rappresentare una valida alternativa alla concorrenza.

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