Cooking Mama

di Francesco Romagnoli

Ultimamente la pratica di mischiare le carte tra Wii e DS, presentando conversioni della console portatile per quella casalinga, sta prendendo piede in maniera sempre più concreta.


Il concetto è quello di trasportare sullo schermo del vostro televisore un gameplay rodato sul piccolo touch-screen del DS. Solo che, fino a prova contraria, il vostro televisore casalingo, tubo catodico, lcd o al plasma che sia, non è "Touch".




Wilma passami il matterello

Per chi non avesse mai avuto modo di giocare la versione portatile di Cooking Mama, andiamo a spiegare nel dettaglio come è strutturato questo videogame.


In termini generici si può parlare di un "simulatore di cucina", in realtà la parola "simulatore" collegata ad un prodotto come questo, immediato, colorato, e dalla forte caratterizzazione nippo-style (quindi tendente all'infantile, ma con stile), stride e non poco. Però l'espressione rende l'idea di quello che si può fare in questo gioco.


Come del resto avrete già intuito dalle immagini, si tratta di preparare dei gustosi manicaretti.


C'è chi, di fronte alla proposta di un gioco in cui si deve "semplicemente cucinare", si inorridisce e passa oltre e chi invece ne rimane incuriosito e si chiede come questo possa risultare accattivante.


E' proprio a questi ultimi che si rivolge Nintendo, ed è proprio dai prodotti Nintendo che l'utente sa di poter ricevere dosi massicce ed inaspettate di divertimento qualsiasi cosa si debba fare in un videogioco, che si debba lavorare in un cantiere, che si debba operare a cielo aperto o, appunto, sgobbare tra i fornelli.


In questa versione per Wii l'azione del giocatore verrà gestita tutta tramite il WiiRemote, senza alcun bisogno quindi del Nunchuk. Il controller servirà pertanto per svolgere ogni mansione tipica di chi opera tra fornelli e coltelli: si comincia con la semplice apertura delle scatole di pelati, per poi proseguire con il pelare verdure, il tagliare e sminuzzare gli alimenti, cucinarli (che sia con il forno, con i tegami, o sopra la brace)...ogni azione viene compiuta attraverso un accattivante minigioco che, tendenzialmente, cerca di replicare il movimento reale dell'azione corrispondente.


Ribadiamo il "tendenzialmente", perché se è vero che il mescolare il tegame con l'acqua, il tagliare le verdure, il regolare un fornello replica abbastanza similmente il movimento reale, non si può dire altrettanto del minigioco corrispondente la farcitura di un sandwich dove gli ingredienti cascano dall'alto dello schermo e noi dobbiamo muovere il pane a sinistra o a destra perché questi caschino all'interno del panino e non per terra.



"MOVE" versus "TOUCH"

I singoli minigiochi sono tutto sommato divertenti, anche se ce ne sono certamente alcuni più riusciti di altri. Il tagliare e lo sminuzzare gli alimenti, ad esempio, è abbastanza godurioso, seppur semplicistico. Sbatacchiare un'uovo per aprirlo, facendo attenzione a non spaccarlo, non dà invece una grossa soddisfazione. Questo per via del movimento che è richiesto dal gioco. Si tratta di compiere un movimento rotatorio del Remote tenuto in posizione verticale, per poi finire con un colpo secco ma non troppo (altrimenti l'uovo si frantuma). E' in questi frangenti che si sente molto la mancanza di un supporto fisico, di un qualcosa di tangibile che possa fare la differenza quando vi è bisogno di una tale sensibilità, resa piuttosto impalpabile da semplici volteggi in aria.


Ecco che quindi tornano alla mente i ricordi dello stesso Cooking Mama giocato su Nintendo DS che, per quanto non offrisse molta varietà di interazione in quanto a movimenti quanta ne offre il Wii, aveva il non trascurabile bonus di possedere una natura tangibile.


Così anche operazioni semplici come il pelar le patate o le carote assumono dei connotati talvolta frustranti, capaci di affogare tutto il divertimento erogato sino ad allora.


Ma questo sembra un po' il paradigma del Wii: giochi estremamente accattivanti, anche per l'originalità ed il tipo (fisico) di gameplay, ma rivolti soprattutto ad un pubblico "casual gamer", che non bada troppo ad una certa sensibilità dei controlli come farebbe invece l'"hardcore gamer".


Del resto il gameplay stimola ad intrattenersi con partite mordi e fuggi, provando 2-3 ricette alla volta. In caso contrario il divertimento è destinato a sfumare in fretta, anche per via della ridotta longevità del prodotto.




Si parla in totale di poco più di una cinquantina di ricette. La difficoltà non è settabile e riuscire a completarle tutte richiederà del tempo solo nel caso in cui decidiate di portarle a termine con un punteggio da medaglia d'oro.


E' possibile allenarsi sui singoli mini-giochi di una ricetta, onde capire cosa il gioco pretende da noi (le prime volte non tutto è intuitivo) e non sprecare tutto all'ultimo mini-game dopo aver completato tutti gli altri per la preparazione del piatto.


A parte questa modalità principale, in cui la preparazione di pietanze si sussegue una dietro l'altra, le alternative sono ben poche. A parte la sfida contro un cuoco virtuale, in cui vince chi raggiunge un maggior punteggio finale (determinato dal tempo impiegato e dagli errori commessi) si aggiunge la sfida con un secondo giocatore (tramite un secondo Remote, il Nunchuk non serve) entrambe tramite split-screen.


Considerato anche che il livello di difficoltà non è settabile ma predeterminato, va da sé che, tolte le sfide con gli amici, il gioco finirà in fretta. Certo, di tanto in tanto potrebbe tornare la voglia di migliorare il proprio punteggio o cercare di raggiungere la massima onorificenza in quanto a cuoco, ma non si può non ammettere che da questo punto di vista il gioco ha qualche limite.


Così come limitate paiono le conoscenze di chi ha compiuto le ricerche per il perfezionamento delle ricette: gli ingredienti non sempre corrispondono in pieno, e certi dettagli non sono curati quanto sarebbe legittimo attendersi, visto che si tratta di un gioco incentrato sul cucinare. Non ci aspettavamo una versione interattiva del cucchiaio d'argento, ma un minimo di cura si.



Quanto costa fare il cuoco

L' apparato grafico rispecchia la natura semplicistica del gioco: è scarno, con un aliasing anche marcato nonostante il modo elementare in cui sono tratteggiati i personaggi e gli oggetti su schermo. Pare che non sia stato fatto alcuno sforzo per sfruttare almeno un po' le potenzialità del Wii e per apportare qualche miglioramento alla versione proveniente dal DS.


Anche in quanto all'apparato audio non è che si siano fatti i salti mortali: musichette carine ed effetti sonori che ricordano discretamente quelli reali.


La vocina che ripete sempre le stesse cose, sia mentre si cucina, ma soprattutto nel momento dell'esposizione del risultato (che odio quel "Better than Mama!") diventa invece presto odiosa.


Tutto sommato l'esperienza di gioco è gradevole ed originale, ma ciò nonostante sconta una scarsa longevità dovuta ad una certa ripetitività di fondo unita ad una curva di difficoltà tuttaltro che ripida. Anche il gameplay non è esente da critiche, per via della precisione dei controlli non sempre soddisfacente, soprattutto se raffrontati alla versione "tangibile" come quella per DS.


Altrettanto scomodo risulta il confronto se lo si sposta dal punto di vista dell'economicità. Un conto è il prezzo di un gioco per DS ben altro invece quello di un gioco per Wii. Sarebbe stato lecito aspettarsi almeno una riduzione in questo senso.


Chi possiede ed ha già giocato Cooking Mama sulla console portatile della Nintendo dovrebbe pensarci due volte prima di procurarsi anche questa per Wii.


Per tutti gli altri si tratta di un acquisto consigliato a patto che vi piacciano i videogames "alternativi" e che abbiate almeno un amico con cui condividere questa vostra passione.