Coridden, è tornato di moda Animorphs? - Recensione PC
La recensione dell’action-RPG di Aftnareld, un’esperienza casual cooperativa impreziosita dalla possibilità di trasformarsi in belve feroci

Realizzato dallo studio svedese Aftnareld e pubblicato qualche settimana fa su PC tramite Steam, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, Coridden è un action-RPG con visuale dall’alto che fa leva su una campagna cooperativa (locale e online) fino a 4 giocatori e sulla possibilità di trasformarsi nelle creature che affronteremo nel corso del gioco, ognuna delle quali sarà personalizzabile a livello di abilità ed equipaggiamento tanto quanto il personaggio umano.

La storia prende piede in un setting fantasy di natura post-apocalittica. Secoli fa la civiltà umana prosperava nella città di Aasha, finché un cataclisma di origini ignote non l’ha spazzata via assieme alle sue tecnologie avanzate. I suoi resti si stagliano ancora all’orizzonte, protetti da uno scudo invalicabile, mentre i villaggi limitrofi hanno imparato negli anni ad arrangiarsi con quanto sopravvissuto alla catastrofe e a convivere con la natura.
Il protagonista della vicenda, uno di quattro fratelli (ognuno dei quali vanta missioni secondarie e opzioni dialogiche esclusive, ma nulla che influenzi significativamente il quadro generale, quindi scegliete pure quello che preferite), durante un match nell’arena della sua città natale si ritrova per puro caso ai polsi dei bracciali iper-tecnologici abitati da un’IA. Questi gli concedono il potere di un mutaforma, in grado di assorbire il DNA dei mostri sconfitti e di trasformare il portatore nella bestia in questione, ma non può rimuoverli e a quanto pare più tempo passa più corre il rischio di perdere il controllo. Ha inizio quindi una lunga (neanche troppo, la storia si può completare in una decina di ore) epopea per raggiungere Aasha e togliere suddetti bracciali prima che sia troppo tardi, facendo luce nel mentre sui misteri che circondano la distruzione dell’area.

Il setting è sicuramente interessante, anche se un po’ vago all’inizio, ma ingrana man mano che ci si avvicina alla meta e si cominciano a rinvenire log con i dettagli del passato. Le varie missioni principali mandano avanti la baracca in modo abbastanza fluido, avvicinandoci progressivamente all’obiettivo (ma non senza deviazioni), mentre le numerose secondarie offrono l’opportunità di esplorare più in dettaglio le location e lo stile di vita dei suoi abitanti, e ovviamente di fare cassa tra ricompense e forzieri rinvenuti in giro.
Gli ambienti sono un po’ vuoti rispetto alla loro estensione, ma il ritmo si mantiene piuttosto allegro grazie al buon sistema di combattimento e alla continua crescita del proprio alter ego, tuttavia si fa fatica a rimanere coinvolti nella vicenda. Sarà la scrittura dei testi un po’ ampollosa, o la loro interpretazione piatta (i dialoghi principali sono tutti doppiati in inglese, un risultato notevole per un piccolo studio indipendente, a prescindere dall’esecuzione), ma raramente gli sviluppi comportavano più di un altro indicatore sulla mappa o la chance di raccattare nuovo loot; di certo Coridden non sarà ricordato per le sue doti narrative. Detto questo, è un’esperienza da vivere in compagnia, e se siamo riusciti a reggere botta da soli, non avrete problemi ad apprezzare il viaggio assieme a uno o più compagni.

Il merito è del già menzionato combat system e della sua duttilità. Oltre infatti al già discretamente elaborato sistema di personalizzazione del giocatore in forma umana, tra armi a una o due mani (con tanto di dual wielding), elmi e armature dalle molteplici proprietà e rarità, punti attributo per aumentare le singole statistiche e punti abilità per configurare i percorsi di crescita dei vari archetipi (fissi a seconda della classe scelta o configurabili da zero se si preferisce), il gioco offre ben sette forme bestiali in cui trasformarsi. Ognuna vanta numerose varianti, dotate di parametri e passive più disparate (anche se di base conviene prediligere quelle di livello più alto), e capacità logistiche fondamentali durante l’esplorazione (come saltare crepacci, sfondare pareti, nuotare controcorrente...), ma soprattutto un proprio ramo delle abilità che sinergizza con quello principale, più la possibilità di equipaggiare “collari” e attacchi elementali (pure questi utili per rimuovere ostacoli), tra soffi, dardi, “sputi” e altre amenità
Il livello del personaggio sembra essere uno dei fattori principali nel calcolo dei danni, e limita inoltre la crescita delle singole statistiche e l’equipaggiamento indossabile, ma si sale molto rapidamente e si raccoglie un sacco di loot, quindi si è costantemente alle prese con decisioni da prendere in merito a come portare avanti la build. Il respec dei punti assegnati, parziale o totale, poi non costa quasi nulla, incentivando la sperimentazione, e in più si possono forgiare gli oggetti con i modificatori recuperati per conferirgli ulteriori bonus (costa un po’, specie creare nuovi slot, ma ne vale la pena).

Si può giocare con mouse e tastiera, ma abbiamo trovato l’utilizzo di un pad più confortevole. Il gameplay propone una formula hack and slash rudimentale ma nel complesso funzionale, con una singola combo continua per gli attacchi in mischia (ogni tipologia di arma se non altro ha la sua animazione) e quattro abilità assegnabili ad altrettanti tasti. La sua peculiarità sta nella presenza di una barra della stamina per azioni e schivate; queste ultime non sembrano avere iframe e si agganciano in modo un po’ macchinoso al flusso dei movimenti, pertanto occorre prenderci la mano per sfruttarle al meglio. In compenso le due forme del giocatore hanno una propria barra, che si ricarica in background mentre l’altra è attiva, portando ad alternarle regolarmente, per combattimenti dinamici e molto frenetici.
Alla difficoltà standard il tasso di sfida è piuttosto abbordabile, con gruppi di nemici mai troppo al di sopra del proprio livello e che non inseguono più di tanto se intendiamo darcela a gambe. Ci sono numerose soluzioni per rigenerare la salute, ma la maggior parte si attivano solo al di fuori dei combattimenti e non ci sono oggetti consumabili, ragion per cui è consigliabile investire in almeno un paio di abilità per curarsi attivamente in occasione degli scontri con i boss, specie se da soli, vista la loro tendenza a chiuderci in piccole arene e a bombardare l’area con continue AoE. In caso di sconfitta c’è sempre un checkpoint dietro l’angolo e si perde una quantità risibile di soldi, quindi riprovare non è un problema. Non ci è sembrato necessario grindare, a patto di completare alcune delle missioni secondarie disponibili e di scandagliare le mappe in cerca di tesori; l’importante è studiare un minimo l’avversario ed evitare di parare i suoi attacchi con la faccia (anche se riempirsi di barriere protettive e/o esplosive è una valida strategia).

Tra le problematiche riscontrate in primis troviamo la telecamera fissa. Non è infatti possibile regolarne l’angolazione, né la distanza dal giocatore, rendendo difficile prendere le misure con salti e passaggi in luoghi dissestati, anche perché le collisioni con il terreno non sono il massimo. In presenza di pareti agli estremi dell’inquadratura ha il vizio poi di perdere la bussola, e la minimappa in basso è illeggibile data l’inconsistenza con la morfologia del territorio (almeno segnala i nemici nei dintorni). Di solito non è un problema, la mappa tridimensionale è più che sufficiente per orientarsi e le fasi “platform” sono circoscritte, ma alle volte un passo falso può costare un volo di sotto e conseguente traversata per tornare sui propri passi, o peggio morte istantanea, e la cosa può farsi frustrante.
Non sarebbero male poi quality of life come un’anteprima degli oggetti prima di raccoglierli o un inventario più capiente per gli standard del genere (magari con espansioni acquistabili in-game). Ci sono però frequenti punti di teletrasporto per tornare a casa, fare il punto e depositare il bottino nella cassa (occhio, neanche lei è senza fondo) o vendere gli eccessi dal mercante, quindi è più una seccatura che altro (anche perché, intendiamoci, la stragrande maggioranza dell’equip è da buttare a vista, figuriamoci conservarlo per dopo). Abbiamo infine qualche dubbio sulla gestione delle quest: non ci sono indicatori sulla mappa, dunque si fa affidamento alle nozioni riportate nel menù, ma ci è capitato diverse volte di raggiungere il luogo indicato e di non trovare nulla; bug? Requisiti nascosti? Mistero, non ci viene detto e non dispiacerebbe più chiarezza in merito.

Dal punto di vista tecnico, la presentazione di Coridden è semplice e pulita. Design ed effetti speciali non sono molto appariscenti, ma l’azione è leggibile e scorrevole, l’arsenale in dotazione compare effettivamente sul modello del personaggio, un dettaglio che apprezziamo sempre nei GDR, e le prestazioni su PC si dimostrano perlopiù solide (eccetto sporadici cali in apparenza random, probabilmente per via di caricamenti in background). Le location sono piuttosto variegate e offrono un buon mix di scenari in chiave fantasy tradizionale con un pizzico di sci-fi qua e là, ma come già accennato sono spoglie e povere di elementi distintivi, cosa che le rende abbastanza anonime e una sofferenza da scandagliare data la loro estensione. Un po’ fiacchi ma comunque funzionali gli effetti sonori, in linea con il resto dell’effettistica, gradevole invece la colonna sonora, d’accompagnamento e di grande atmosfera, anche se poco memorabile.
Versione Testata: PC
Voto
Redazione

Coridden
Un action-RPG curato e accessibile, l’ideale se non avete troppa dimestichezza con il genere e cercate un’esperienza poco impegnativa (ma non meno profonda), magari in compagnia. Coridden si distingue dalla concorrenza per un’idea di fondo interessante e ben implementata, un combat system divertente, modulare e altamente personalizzabile, una longevità contenuta e l’assenza di grind. Pecca di varietà sul fronte dei nemici (va bene potersi trasformare nella fauna abbattuta, ma qualche bestiaccia in più non dispiacerebbe), e soffre un comparto narrativo poco accattivante, un uso degli spazi spesso non ottimale, e l’assenza di contenuti endgame o di una modalità New Game+, qualora vi interessi. Tutto sommato lo consigliamo se contate di giocarlo con qualcuno, anche in virtù del prezzo ridotto.