Crash & Burn
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Immaginate le auto personalizzate di Need For Speed Underground, il protossido di azoto di Bornout, i tracciati banali e semplici di Driven to Destruction, gli effetti di luce di Rally Fusion e l'agonismo di un gioco qualunque. Mettete tutti questi ingredienti su un DVD, centrifugate ben bene e avrete questo Crash & Burn, un racing spiccatamente arcade, ma dall'animo battagliero. Come si può intuire dall'introduzione, la più grande pecca di questo titolo è quella di sembrare un minestrone di idee di altri giochi in commercio, senza riuscire a proporre il benché minimo valore aggiunto. E questa volta l'apparenza non inganna affatto.
La sostanza
Si tratta, in parole povere, del classico racing in cui dovrete impegnarvi per arrivare primi, ma facendo attenzione a non distruggere il vostro mezzo: gli urti con le altre auto (e vi assicuro che ce ne saranno parecchi) danneggeranno il vostro mezzo, fino alla sua totale distruzione. Ovviamente, per vincere le gare, bisogna prima arrivare in fondo ed è solo così che vi potrete aggiudicare il premio in palio. Con i soldi vinti potrete personalizzare la vostra auto, potenziarla oppure semplicemente acquistarne una nuova, per poi gareggiare in altre gare e così via. Il gioco è focalizzato sugli incidenti: i percorsi sono tali da facilitare i contatti e spesso presentano incroci, dai quali è piuttosto difficile uscire illesi. A suggerire l'importanza attribuita agli urti è il fatto che a chi dà il colpo di grazia a un avversario viene attribuito un premio in protossido di azoto, da utilizzare entro la fine della gara per avvantaggiarsi in classifica finale. Insomma, si tratta della solita minestra riscaldata!
Capolavori si nasce
L'aspetto grafico del gioco richiama immediatamente altri titoli in circolazione: al menu di avvio fa da sfondo la vostra attuale auto che, per utilizzare un termine un po' inglese e un po' tecnico, può essere completamente taroccata: minigonne, spoiler, musetti, cerchi in lega e altri particolari possono essere personalizzati, esattamente come accadeva in Need for Speed Underground. L'unica differenza, tuttavia, è che qui l'auto non è una riproduzione fedele di alcuna auto esistente, bensì si tratta di anonime invenzioni, partorite dalla fantasia dei programmatori. Anche in questo caso vi potrete avvalere del protossido di azoto per incrementare le prestazioni del vostro motore e cercare quel sorpasso che in condizioni normali sarebbe difficile concludere. Come accompagnamento alla canonica fiamma blu vedrete un effetto grafico che sembra davvero preso in prestito da Burnout 3, dal quale però il gioco differisce notevolmente per i circuiti: mentre quest'ultimo colloca le gare in ambientazioni verosimili e comprensive del traffico di ignari automobilisti, questo C&B propone delle competizioni all'interno di circuiti ricavati all'interno dei viadotti di Miami, Detroit, Los Angeles ecc, tutti piuttosto corti, banali, con scarsa personalità e privi di alcun veicolo oltre a quelli in gara.
Luci e ombre
Se c'è un aspetto davvero apprezzabile è quello degli effetti di luce: i lens flare provocati dal sole, le esplosioni delle auto e i riflessi dei fari sono davvero belli a vedersi, ma quando scopriamo, ad esempio, che gli stop posteriori si illuminano anche se abbiamo completamente danneggiato il posteriore dell'auto rimaniamo con l'amaro in bocca. Ebbene sì: le auto si danneggiano, ma il sistema di gestione dei danni lascia a desiderare, in quanto incapace di avvicinarsi minimamente a quelli mostrati do TOCA, FlatOut oppure Driv3r. Inoltre lascia perplessi il fatto che sia possibile vedere qualche auto distruggersi già durante il primo giro: viene da chiedersi che razza di resistenza abbiano tali auto.
Anche la grafica non si discosta dalla mediocrità: i dettagli sono tutt'altro che abbondanti, la scelta dei colori è piuttosto mal riuscita, le auto si muovono con continui quanto fastidiosi sobbalzi (anche a vettura ferma sullo schieramento) e addirittura si vedono rallentamenti non proprio sporadici.
Innovazione? No grazie!
Anche dal punto di vista del gameplay non si vede nulla di nuovo: dovrete percorrere il numero prefissato di giri cercando di arrivare primi, eventualmente avvalendovi del protossido di azoto che vi verrà attribuito dopo il primo passaggio sulla linea del traguardo (e si ricaricherà nel caso distruggiate qualche avversario). Tutto già visto e stravisto, a parte le macchie d'olio che lasceranno le auto a causa degli urti, e che potrebbero essere incendiate dalla vostra condotta di gara, ma si tratta di dettagli insignificanti. Le piste saranno anche costellate di detriti persi durante gli urti precedenti, che si dissolveranno in una nuvola di poligoni immateriali durante il successivo passaggio di un'auto.
Tappatevi le orecchie
L'ultima nota dolente riguarda il sonoro, incapace di distinguersi dalla mediocrità globale del titolo: se i rombi dei motori sono rappresentati discretamente, lo stesso non si può dire per il rumore degli incidenti, piuttosto mal implementati. Inoltre, durante le gare, sentirete un continuo rumore di scoppiettii, causati dai contatti tra le varie auto, ma tutti con un'intensità tale da farvi pensare che siano dietro l'angolo, quando magari il primo avversario è distaccato di varie centinaia di metri. Anche il commentatore non si merita altro che critiche, talmente sono penosi i suoi interventi. La sola modalità multiplayer è in grado di fornire un minimo di divertimento. Ma neanche le sfide online sono in grado di risollevare minimamente un gioco davvero mediocre e senza carattere.
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La sostanza
Si tratta, in parole povere, del classico racing in cui dovrete impegnarvi per arrivare primi, ma facendo attenzione a non distruggere il vostro mezzo: gli urti con le altre auto (e vi assicuro che ce ne saranno parecchi) danneggeranno il vostro mezzo, fino alla sua totale distruzione. Ovviamente, per vincere le gare, bisogna prima arrivare in fondo ed è solo così che vi potrete aggiudicare il premio in palio. Con i soldi vinti potrete personalizzare la vostra auto, potenziarla oppure semplicemente acquistarne una nuova, per poi gareggiare in altre gare e così via. Il gioco è focalizzato sugli incidenti: i percorsi sono tali da facilitare i contatti e spesso presentano incroci, dai quali è piuttosto difficile uscire illesi. A suggerire l'importanza attribuita agli urti è il fatto che a chi dà il colpo di grazia a un avversario viene attribuito un premio in protossido di azoto, da utilizzare entro la fine della gara per avvantaggiarsi in classifica finale. Insomma, si tratta della solita minestra riscaldata!
Capolavori si nasce
L'aspetto grafico del gioco richiama immediatamente altri titoli in circolazione: al menu di avvio fa da sfondo la vostra attuale auto che, per utilizzare un termine un po' inglese e un po' tecnico, può essere completamente taroccata: minigonne, spoiler, musetti, cerchi in lega e altri particolari possono essere personalizzati, esattamente come accadeva in Need for Speed Underground. L'unica differenza, tuttavia, è che qui l'auto non è una riproduzione fedele di alcuna auto esistente, bensì si tratta di anonime invenzioni, partorite dalla fantasia dei programmatori. Anche in questo caso vi potrete avvalere del protossido di azoto per incrementare le prestazioni del vostro motore e cercare quel sorpasso che in condizioni normali sarebbe difficile concludere. Come accompagnamento alla canonica fiamma blu vedrete un effetto grafico che sembra davvero preso in prestito da Burnout 3, dal quale però il gioco differisce notevolmente per i circuiti: mentre quest'ultimo colloca le gare in ambientazioni verosimili e comprensive del traffico di ignari automobilisti, questo C&B propone delle competizioni all'interno di circuiti ricavati all'interno dei viadotti di Miami, Detroit, Los Angeles ecc, tutti piuttosto corti, banali, con scarsa personalità e privi di alcun veicolo oltre a quelli in gara.
Luci e ombre
Se c'è un aspetto davvero apprezzabile è quello degli effetti di luce: i lens flare provocati dal sole, le esplosioni delle auto e i riflessi dei fari sono davvero belli a vedersi, ma quando scopriamo, ad esempio, che gli stop posteriori si illuminano anche se abbiamo completamente danneggiato il posteriore dell'auto rimaniamo con l'amaro in bocca. Ebbene sì: le auto si danneggiano, ma il sistema di gestione dei danni lascia a desiderare, in quanto incapace di avvicinarsi minimamente a quelli mostrati do TOCA, FlatOut oppure Driv3r. Inoltre lascia perplessi il fatto che sia possibile vedere qualche auto distruggersi già durante il primo giro: viene da chiedersi che razza di resistenza abbiano tali auto.
Anche la grafica non si discosta dalla mediocrità: i dettagli sono tutt'altro che abbondanti, la scelta dei colori è piuttosto mal riuscita, le auto si muovono con continui quanto fastidiosi sobbalzi (anche a vettura ferma sullo schieramento) e addirittura si vedono rallentamenti non proprio sporadici.
Innovazione? No grazie!
Anche dal punto di vista del gameplay non si vede nulla di nuovo: dovrete percorrere il numero prefissato di giri cercando di arrivare primi, eventualmente avvalendovi del protossido di azoto che vi verrà attribuito dopo il primo passaggio sulla linea del traguardo (e si ricaricherà nel caso distruggiate qualche avversario). Tutto già visto e stravisto, a parte le macchie d'olio che lasceranno le auto a causa degli urti, e che potrebbero essere incendiate dalla vostra condotta di gara, ma si tratta di dettagli insignificanti. Le piste saranno anche costellate di detriti persi durante gli urti precedenti, che si dissolveranno in una nuvola di poligoni immateriali durante il successivo passaggio di un'auto.
Tappatevi le orecchie
L'ultima nota dolente riguarda il sonoro, incapace di distinguersi dalla mediocrità globale del titolo: se i rombi dei motori sono rappresentati discretamente, lo stesso non si può dire per il rumore degli incidenti, piuttosto mal implementati. Inoltre, durante le gare, sentirete un continuo rumore di scoppiettii, causati dai contatti tra le varie auto, ma tutti con un'intensità tale da farvi pensare che siano dietro l'angolo, quando magari il primo avversario è distaccato di varie centinaia di metri. Anche il commentatore non si merita altro che critiche, talmente sono penosi i suoi interventi. La sola modalità multiplayer è in grado di fornire un minimo di divertimento. Ma neanche le sfide online sono in grado di risollevare minimamente un gioco davvero mediocre e senza carattere.