Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
di
Redazione Gamesurf
LA STRUTTURA DI GIOCO
La si può riassumere perfettamente in due parole: praticamente invariata. Traveller's Tales, sin dai primi passi dello sviluppo del gioco, non ha mai fatto segreto del desiderio di non voler introdurre novità nella struttura della serie, replicando totalmente ciò che si é visto, o meglio giocato, nei primi tre capitoli per PlayStation. Una volta sofferto il caricamento (e sofferto nel senso più letterale del termine: raramente si erano visti caricamenti così frequenti ma soprattutto così lunghi ed estenuanti, che oltre ad innervosire il povero giocatore spezzano l'azione del gioco in maniera considerevole, minando la vivacità del gioco) ci troveremo assieme alla nostra indaffarata sorellina Coco nella "stanza del teletrasporto", da dove sarà possibile addentrarsi nelle cinque aree che la suddividono, tutte sotto il potere di una maschera elementale. All'inizio sarà accessibile solo una di queste zone ed una volta completati i cinque stage in cui sono divise a loro volta le aree, si potrà procedere allo scontro con Crunch, un bandicoot creato dal dottor Cortex con lo scopo di rallentare Crash nel suo compito. L'azione viene riproposta nel classico "2D e mezzo", tipico di ogni episodio della serie così come i 30 livelli da affrontare presenti in questa edizione: dal paesaggio artico alle folte foreste pluviali, dal Giappone feudale al medioevo europeo senza escludere i livelli sottomarini e quelli ambientati in freddi corridoi tecnologici. Ogni cliché é presente e sinceramente non basta il poter salire e mettersi alla guida di deltaplani, calabroni (!), scooter, mech, elicotteri personali o il percorrere dentro ad una bilia interi livelli, anche se si tratta di idee indubbiamente simpatiche, ad infondere originalità in una struttura che non solo é ormai vecchia di un lustro, ma soprattutto già giocata per ben tre volte. Tra i difetti che affliggono il sistema controllo spunta una certa imprecisione dei controlli, tale da dover far temporaneamente abbandonare lo stick analogico del Dual Shock 2 in favore della croce direzionale in situazioni come quelle piene di salti off limits, paradossalmente da calibrare al millimetro. Per quando riguarda il fattore longevità, quest'ultima é garantita da 30 livelli, più i vari scontri coi boss. Ma attenzione, c'é modo e modo per mettere la parola fine a Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex: una percentuale, accessibile mettendo in pausa il gioco, rivelerà al giocatore il grado di completamento, che varierà in dipendenza a fattori come il numero dei livelli esplorati, la quantità di casse raccolte (o meglio, distrutte), quanti livelli bonus sono stati messi alla frusta e così via. Sta al giocatore decidere se finire il gioco normalmente oppure ingegnandosi per raggiungere la percentuale massima di completamento: riuscire a scovare ogni piccolo segreto sarà una sfida da veri esperti
La si può riassumere perfettamente in due parole: praticamente invariata. Traveller's Tales, sin dai primi passi dello sviluppo del gioco, non ha mai fatto segreto del desiderio di non voler introdurre novità nella struttura della serie, replicando totalmente ciò che si é visto, o meglio giocato, nei primi tre capitoli per PlayStation. Una volta sofferto il caricamento (e sofferto nel senso più letterale del termine: raramente si erano visti caricamenti così frequenti ma soprattutto così lunghi ed estenuanti, che oltre ad innervosire il povero giocatore spezzano l'azione del gioco in maniera considerevole, minando la vivacità del gioco) ci troveremo assieme alla nostra indaffarata sorellina Coco nella "stanza del teletrasporto", da dove sarà possibile addentrarsi nelle cinque aree che la suddividono, tutte sotto il potere di una maschera elementale. All'inizio sarà accessibile solo una di queste zone ed una volta completati i cinque stage in cui sono divise a loro volta le aree, si potrà procedere allo scontro con Crunch, un bandicoot creato dal dottor Cortex con lo scopo di rallentare Crash nel suo compito. L'azione viene riproposta nel classico "2D e mezzo", tipico di ogni episodio della serie così come i 30 livelli da affrontare presenti in questa edizione: dal paesaggio artico alle folte foreste pluviali, dal Giappone feudale al medioevo europeo senza escludere i livelli sottomarini e quelli ambientati in freddi corridoi tecnologici. Ogni cliché é presente e sinceramente non basta il poter salire e mettersi alla guida di deltaplani, calabroni (!), scooter, mech, elicotteri personali o il percorrere dentro ad una bilia interi livelli, anche se si tratta di idee indubbiamente simpatiche, ad infondere originalità in una struttura che non solo é ormai vecchia di un lustro, ma soprattutto già giocata per ben tre volte. Tra i difetti che affliggono il sistema controllo spunta una certa imprecisione dei controlli, tale da dover far temporaneamente abbandonare lo stick analogico del Dual Shock 2 in favore della croce direzionale in situazioni come quelle piene di salti off limits, paradossalmente da calibrare al millimetro. Per quando riguarda il fattore longevità, quest'ultima é garantita da 30 livelli, più i vari scontri coi boss. Ma attenzione, c'é modo e modo per mettere la parola fine a Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex: una percentuale, accessibile mettendo in pausa il gioco, rivelerà al giocatore il grado di completamento, che varierà in dipendenza a fattori come il numero dei livelli esplorati, la quantità di casse raccolte (o meglio, distrutte), quanti livelli bonus sono stati messi alla frusta e così via. Sta al giocatore decidere se finire il gioco normalmente oppure ingegnandosi per raggiungere la percentuale massima di completamento: riuscire a scovare ogni piccolo segreto sarà una sfida da veri esperti
Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
5.5
Voto
Redazione
Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex
Il giudizio sulla qualità complessiva Crash Bandicoot: L'Ira di Cortex non può che essere inferiore a quello dei capitoli precedenti. Non si trova praticamente traccia della freschezza di gioco che ha dominato in tutta la serie, e un insieme di piccoli problemi, sia di controllo che di carattere grafico, vanno a sommarsi alle critiche rivolte ai Traveller's Tales dal punto di vista del design: riproporre lo stesso gioco cambiandone giusto i livelli (e ci mancherebbe altro), anche se arricchiti dai diversivi rappresentati da mezzi di trasporto più o meno convenzionali, non contribuisce certo ad invogliare i fan della serie a spendere per questa nuova avventura. Aggiungiamo i caricamenti insopportabili fin dalla prima partita e vedremo che la situazione non è delle più rosee. Il team di sviluppo è cambiato, l'esclusività Sony non esiste più ma Crash è rimasto in buona parte lo stesso. E sinceramente, al giorno d'oggi non è più sufficiente.